venerdì 21 ottobre 2016

Cancellazioni e treni guasti e impianti guasti e passeggeri zotici

Nonostante i treni guasti e i ritardi descritti nella giornata di mercoledì 19 ottobre 2016, almeno due dei treni che sono partiti da Treviglio alla volta di Milano Centrale sono riusciti a coprire la distanza in soli 17-18 minuti.
Come sottolineava un utente in un commento del post precedente, si tratta del tipo di prestazione che era la norma fino al 2009, e che in seguito è scomparso (per la serie, si progredisce con le tecnologie e i treni diventano più lenti).
Questo evento significa forse che, finalmente, dopo mesi di disservizio con ritardi e cancellazioni di treni fondamentali per i pendolari, RFI è riuscita a riparare i guasti alla rete ferroviaria tra Brescia e Milano?
L'illusione svanisce in fretta.

Giovedì 20 Ottobre, il treno delle 8:33 da Treviglio per Milano Centrale è cancellato a causa di un treno guasto alla stazione di Pioltello.
Ho perso il conto: è il terzo o il quarto treno guasto che blocca il servizio ferroviario, questa settimana?
Forse il conto è stato tenuto da altri? Sorte Alessandro, Gibelli Andrea, Delrio Graziano, qualcuno di coloro che dovrebbero garantire che il servizio ferroviario pubblico di Trenord, Trenitalia, FerrovieNord, RFI, FS eccetera sia non solo alimentato dal denaro pubblico, ma anche fornito in maniera adeguata, e sanzionato ripetutamente nel caso di fallimenti ripetuti?
Ma, forse, ognuno di loro ha altri interessi a cui badare, e chiude entrambi gli occhi: Delrio deve privilegiare le privatizzande FrecceRosse, per fare contenta la fame di profitto dell'amministratore delle Ferrovie Dello Stato, interessato a tutto tranne che a fornire un servizio pubblico al pubblico che lo paga; Sorte e Gibelli devono invece difendere il feudo leghista (poltronificio) di Trenord, dove collocare gli amici della loro area politica garantendo loro lauti stipendi in cambio di niente.
Ma forse non è vero niente. Però di certo nessuno di costoro si degna mai di rispondere alle istanze dei pendolari, se non con comunicati scritti da Trenitalia.

Venerdì 21 Ottobre, alla stazione di Treviglio, il treno da Verona per Milano Centrale delle 7:0 è in ritardo di 20 minuti.
Il 7:28 da Brescia per Milano Greco Pirelli è in ritardo di 10 minuti.
Il 7.33: da Brescia per Milano Centrale è cancellato.
Nient'altro? Pare un po' poco, nella stessa giornata in cui i sindacati ferroviari hanno il coraggio di indire uno sciopero del personale dalle 9:00 alle 17:00. Di venerdì, giorno ideale per una protesta ideata per colpire i dirigenti ferroviari, giusto?
Il danno (altro che disservizio) ai pendolari è conseguenza di un guasto agli impianti di circolazione, nientemeno. E per fortuna che sono in corso "lavori di potenziamento e di manutenzione" sulla linea Brescia-Milano.
Si viene tentati dal sospettare che questi lavori siano un paravento per nascondere le conseguenze che comportano i lavori per il completamento della tratta Alta Velocità Brescia-Treviglio, la quale chiaramente ha priorità rispetto al trasporto regionale e ai diritti dei pendolari (Delrio lo ha dimostrato palesemente, venendo tutto felice e giulivo a celebrare il collaudo della linea AV a Treviglio, senza spendere una sola parola per le macerie del servizio regionale tra cui si è aggirato nel più ebetemente gioioso degli oblii).

Ma non si può trascurare l'inciviltà dei passeggeri, per chiudere in bellezza la settimana.
Sul 2105 da Milano Centrale per Verona, come sempre molto affollato, due persone non trovano posti contigui. Lui si siede davanti a me. Lei si siede alle mie spalle.
Lei decide di voler continuare a conversare con lui, per cui ruota il busto di novanta gradi, sporge la testa e parla con lui. E' indifferente al fatto che le sue parole vengano vomitate tutte nelle mie orecchie. E, a onor del vero, parla a voce relativamente bassa.
Quando però il treno accelera, e diventa più rumoroso, lei decide di alzare la voce, e di proseguire la conversazione.
Evidentemente, lui e lei sono i soli esseri umani, sul treno. Gli altri, ai loro occhi, sono sagome di cartone, da ignorare a oltranza, e da trattare come se fossero invisibili.
La cosa si protrae, e io sbotto infastidito. E ottengo come risposta da lui che esiste la libertà di parlare: curiosamente, quella portata avanti è la libertà di urlare nelle orecchie di una persona, la quale commette il crimine di essere seduto tra lui e lei, quando lui e lei vogliono conversare come se fossero a casa loro.
La "libertà di parlare" è in realtà "la libertà di fare i propri comodi", calpestando con arroganza e strafottenza i diritti degli altri. La tua libertà finisce dove inizia la mia, si suol dire ai bambini per spiegare il concetto della coesistenza: diventati adulti, il concetto si trasforma in "la tua libertà deve sottostare alla mia".
E d'altra parte gente come Renzi Matteo e la sua cricca governativa no può essersi formata così per puro caso: è semplicemente il prodotto di decenni di degrado del senso civico del paese, e la loro arroganza egocentrica si manifesta in una parte fin troppo ampia dei loro coetanei.

1 commento:

  1. E per fortuna non giocavano con le suonerie arabiche.

    Non so come sia fuori (ho un sospetto, comunque), ma in Lombardia la situazione è veramente insostenibile. Una regione di deficienti convinti di vivere in un programma Mediaset.

    Va bene che l'egoismo è il motore della vita, ma così è troppo.

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