martedì 26 settembre 2017

Settembre 2017: tornano ritardi sequenziali e treni vecchi con capienza inadeguata. Ma in stazione Centrale arriva il classismo dei varchi di ingresso riservati ai ricchi

Nella mattinata di venerdì 22 settembre 2017, i pendolari diretti a Milano Centrale che non hanno la prontezza di arrivare entro le 7:22 si lasciano sfuggire il 10456 diretto a Milano Certosa.
Il successivo treno delle 7:27, il 10906 Brescia-MilanoGrecoPirelli, arriva con 15 minuti di ritardo.
Il successivo treno delle 7:32, il 2090 Brescia-Milano, arriva con 21 minuti di ritardo.
Sembra uno scherzo, ma la qualità del servizio ferroviario pubblico gestito dall'azienda a dirigenza leghista Trenord sulla Verona-Brescia-Milano è questo: o ci si alza prestissimo per prende il treno più lento, sulla scassatissima linea Cremona-Milano, o si subiscono i ritardi cronici e ingiustificati dei treni che provengono da Brescia.
Nel pomeriggio, il treno 2069 da Milano Centrale per Verona è sconcertantemente un vecchio modello malconcio, con carrozze a un solo piano, e capienza inadeguata per i passeggeri di quest'ora, la quale è critica per gli studenti universitari. Ad agosto, Trenord ha fatto dichiarazioni sprezzanti e arroganti sulla quantità dimezzata dei passeggeri: ma se Trenord sa esattamente quanti passeggeri viaggiano sui suoi treni (pur non spiegando mai come lo rileva, con il compiacente silenzio dell'assessore Sorte Alessandro), allora perchè Trenord è incapace di fornire convogli con capienza adeguata al flusso che si incrementa infallibilmente ogni anno, con l'inizio dei corsi universitari? E perchè la giunta della Lombardia, dominata dalla Lega Nord, tace su questo argomento?
Il treno 2069 arriva saturo a Treviglio con 10 minuti di ritardo, e in seguito aumenta il ritardo a 16 minuti.

Ingresso Fast track
per i ricchi dei
Frecciarossa:
c'è solo gente che
viene respinta in
quanto usa il
servizio pubblico
Alla stazione di Milano Centrale, alle 17:00, vanno in scena le prove per il futuro che il Partito Democratico, come anche in precedenza Forza Italia PDL e Lega, stanno progressivamente allestendo per i servizi pubblici cui i cittadini hanno diritto in cambio delle tasse che pagano.
Varco E per fast track: tre porte,
tanto spazio, nessun utente che passi
Il cancello E ("gate" per i turisti stranieri) è ora riservato alle "fast track", ti dice il personale della stazione (cioè dipendenti pubblici che gestiscono un immobile pubblico, e quindi di tutti). Cosa significa, in italiano? Significa che solamente l'elite dei passeggeri facoltosi dei servizi privati (Italo) o privatizzando (FrecciaRossa, che di recente si è scoperto essere una branca in perdita di FS)  possono usufruire di questo ingresso. E infatti, le tre porte dell'ingresso E sono deserte, e i passeggeri che si vedono nelle foto sono i rozzi plebei del trasporto pubblico, che si sentono dire che no, di lì non possono entrare, e devono spostarsi al cancello D, dove invece solo metà delle porte è in modalità di "ingresso", e c'è una coda quadrupla di altri passeggeri che cercano di entrare, a fronte di una quantità inadeguata di controllori alle porte (perchè solo metà del cancello D è dedicata all'accesso? Perchè l'altra metà serve per l'uscita; infatti, essendo il cancello E dedicato TUTTO solo all'ingresso, i passeggeri provenienti dai treni si ingolfano sul marciapedi interno, senza sapere dove andare).
Varco D: ingresso in sole
due porte con code multiple

Varco C. Da qui non si entra
Complimenti a chi si occupa di questa cialtronissima gestione classista della stazione Centrale (GrandiStazioni?). Per compiacere la fetta ricca dei passeggeri di treni privati, un ambiente come la stazione Centrale, che è pubblico, viene suddiviso in due, in modo che vi siano accessi privilegiati per i cittadini ricchi. (Per caso qualcuno dei passeggeri di Italo e FrecciaRossa viene respinto, se transita per i varchi dei comuni plebei? No? E allora perchè devono godere di un varco riservato solo a loro, e che è clamorosamente sottoutilizzato, come se fosse l'autostrada BreBeMi?)
La farsa non è finita: chi non volesse fare la coda, e magari perdere il treno, può tentare di usare il varco C. Anzi no, perchè al varco C l'ingresso è precluso: si può usare solo per uscire.
Questa gestione del servizio pubblico a due corsie, di cui una veloce per i ricchi, è la stessa che da anni si sta cercando di ottenere con l'istruzione, la sanità, l'acqua, l'energia, tanto per citare i casi più clamorosi.
Purtroppo, i cittadini non reagiscono, presi come sono dai loro smartphone e dal regalarli ai figli, che ora potranno usarli anche a scuola per farsi programmare dalle multinazionali a diventare il perfetto utente passivo del futuro (grazie a Fedeli, ministro dell'istruzione senza laurea ma che dichiara di averla).

Nella mattina di lunedì 25 settembre 2017, si ripete la farsa del giorno 22.
Il treno 10906 delle 7:27 da Brescia per Milano Greco Pirelli arriva con 46 minuti di ritardo.
Il treno 2090 delle 7:33 da Brescia per Milano Centrale arriva con 8 minuti di ritardo. Una sciocchezza, rispetto allo sproposito dei 46 minuti del treno precedente, ma perchè accade ogni giorno?
Come già il giorno 22, i passeggeri che hanno sacrificato 10 minuti di sonno per prendere il treno 10456 delle 7:22 pensano di aver fatto un affare. Invece, detto treno ha 7 minuti di ritardo.
Ma tanto, alla stazione di Milano Lambrate, la coincidenza del 2170 delle 7:49 per Milano Centrale arriva con 5 minuti di ritardo.

Nella mattinata di martedì 26 settembre, il treno suburbano 10603 da Novara per Treviglio viene cancellato a Pioltello Limito, dopo aver accumulato 34 minuti di ritardo.
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2170 da Arquata Scrivia arriva con 4 minuti di ritardo: la famosa inezia fisiologica, come ama chiamarla Trenord, che però si cumula con il resto dei tempi morti di chi deve cambiare corsa, formando un ritardo finale sempre più elevato.








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