

Come si può non chiedersi qual è il problema di queste persone? Sono stupide? Non sono capaci? Hanno troppo da fare? Si circondano di collaboratori che non sono brillanti, ma soltanto simili a loro (come fa anche Renzi Matteo)?
E gli elettori che continuano a votarli, dopo simili dimostrazioni di incompetenza?
Nella mattinata, il treno 10456 parte da Treviglio in orario, alle 7:22. E' un treno di modello Vivalto, ed è quindi "nuovissimo", come vantato da Sorte. E infatti questo treno viaggia con almeno una carrozza in cui spiccano cartelli adesivi che recitano "porta guasta" e "climatizzazione guasta": cartelli adesivi prestampati, molto professionali, che indicano che il guasto è del tipo semi-permante e seriale (altrimenti Trenord non giungerebbe ad avere cartelli adesivi prestampati da applicare sulle carrozze).
Peccato che Sorte Alessandro e Maroni Roberto di tutto ciò non si accorgano mai.
Il treno 10456 arriva al confine della stazione di Milano Lambrate in largo anticipo, addirittura alle 7:42. Ma si ferma, all'altezza del campo da rugby per la squadra degli amatori, a fianco delle strutture universitarie. E resta fermo. Per 9 minuti, resta fermo. Senza alcuna spiegazione. Il personale viaggiante non compare; e il personale viaggiante non diffonde informazioni, a bordo.
Il treno riparte alle 7:51, per arrivare alla stazione di Milano Lambrate quando ormai la coincidenza del treno 2160 delle 7:49 per Milano Centrale è persa.
E questo nonostante il treno 2160 viaggi con 8 minuti di ritardo.
U bell'esempio della #LombardiaConcreta a cui Maroni Roberto finge di voler porre rimedio con soluzioni parziali e un dirigismo decisionista che in realtà rimanda tutto a tre anni dopo, sperando che nessuno se ne ricordi.
Nella scalcagnata stazione di Milano Lambrate, che evidentemente Sorte e Maroni non hanno mai visitato, ho la sventura di percorrere il sottopassaggio "modernizzato" intermedio, dove lo spazio è angusto, i pannelli informativi all'ingresso di alcuni binari non funzionano, e gli schermi con l'elenco dei treni in partenza sono stati ridotti in frantumi dai vandali mesi fa, e sono ancora in frantumi adesso.
Non sono mai stati sostituiti.
Per leggere le scritte, bisogna fermarsi a studiarle, tra una crepa e l'altra, ma il deflusso di passeggeri impedisce qualsiasia sosta, in questo spazio angusto che è stato ristrutturato e reso elegante con chissà quale spesa, ma resta uno spazio angusto. Il sostantivo "incompetenza" sembra essere più adatta dell'aggettivo di #LombardiaConcreta.
Sulla linea del "passante ferroviario", costata un'enormità e afflitta da una lentezza cronica, il treno 23017 da Varese viaggia con 63 minuti di ritardo.

Gli annunci sonori spiegano che i treni da Brescia e Verona subiranno "ritardi fino a 15 minuti", a causa di un guasto agli impianti tra Rovato e Romano di Lombardia.

Il treno 2074 arriva a destinazione con 32 minuti di ritardo, cioè il doppio di quanto dichiarato. Forse, quando la settimana scorsa Trenord ha contestato le cifre inesatte riportate dai comitati dei pendolari per i treni cancellati a giugno 2017, a essere nel torto era Trenord, vista la clamorosa falsità degli annunci che diffonde in merito ai propri disservizi (o forse Trenord qui può dare la colpa a RFI?).
Certo, finchè Maroni e Sorte insistono a non voler vedere, e non mandano ispettori super partes a controllare il fornitore Trenord, invece che permettergli di controllarsi da sola, l'azienda in questione continuerà a suonarsela e cantarsela da sola, alla faccia dei pendolari.
Il guasto agli impianti è solo l'ennesimo che si verifica da mesi e mesi, con una cadenza settimanale multipla (o addirittura tutti i giorni) su diverse linee lombarde: chissà se Maroni si accorge che a questo problema non si può risolvere annunciando di voler comprare nuovi treni fra qualche anno?
Esattamente come l'inspiegato blocco del treno 10456 nella mattinata, trascorso nel silenzio da parte di Trenord e causa di disagi per i passeggeri, il ricorrente guasto agli impianti di cui nessuno parla è un altro sintomo della crescente decadenza che avvelena il trasporto ferroviario lombardo, e che non potrà essere invertita con il semplice annuncio di voler acquistare "nuovi" treni di modelli già pronti a guastarsi in modo cronico dopo pochi mesi dalla messa in pista.
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