venerdì 8 luglio 2016

Indovina chi propone le sanzioni per i treni cancellati

Giovedì 7 Luglio 2016, a Treviglio, il 2084 per Milano Centrale arriva con tutte i posti di tutte le carrozze occupati. E' impossibile sedersi. Come sempre, brilla la genialità di un'organizzazione incapace di fornire capienza adeguata per una corsa che anche il più deficiente dei deficienti capirebbe essere cruciale per un enorme numero di pendolari (non occasionali, non studenti: lavoratori).
Il 6:56 per Verona è in ritardo di 5 minuti.
Sembrerebbe una cosa da poco, se non fosse che da giorni e giorni, ormai, la linea Verona-Milano è costantemente afflitta da ritardi sistematici, a ogni ora.
Infatti, alla stazione di Milano Lambate, alle ore 15:15, il treno 2100 da Verona per Milano Centrale passa da 35 a 40 minuti di ritardo, per poi essere cancellato. Il motivo? "Ritardo nella preparazione del treno".
A Treviglio, il 2102 delle ore 16:05 da Verona per Milano Centrale è in ritardo di 20 minuti per lo stesso motivo.
A sentire i dirigenti di Trenord/Trenitalia/Ferrovie Dello Stato, questi sono eventi casuali. Ma allora com'è possibile che, ogni volta a che a me capita per caso di prendere un treno al di fuori delle fasce dei lavoratori, ci siano sempre ritardi e cancellazioni? Perchè il caso vuole che le mie partenze anticipate coincidano sempre con l'occasionale disservizio?
Sempre a Milano Lambrate, un treno da Brescia per Sesto San Giovanni arriva in ritardo, si ferma e non riparte: guasto? Altro? Non viene detto.

Su MetroNews dello stesso giorno, lo sfogo di un pendolare delle linee Milano-Bergamo-Carnate conferma che gli stessi disservizi (guasti, ritardi, cancellazione) affliggono anche i collegamenti con Bergamo, nel silenzio compiacente dell'assessore lombardo alla mobilità. Ma, in questo caso, vorrei dire ai pendolari bergamaschi di non preoccuparsi: l'assessore Sorte e il ministro Delrio stanno lavorando per loro, concentrando gli investimenti sui collegamenti ferroviari tra paeselli mai sentiti prima, oppure sui collegamenti stradali (!) tra la BreBeMi e altri microscopici villaggi di sei abitanti. E sorvoliamo sulla funivia Bergamo-aereoporto di Orio. Chiaramente, nella testa di Sorte e Delrio, qui c'è un bacino di utenti più numeroso di quello dei pendolaro verso Milano, utenti che muoiono dalla voglia di usare l'auto sulla BreBeMi (autostrada con profitti in mano ai privati, ma perdite a carico dello Stato ormai giunte a 500 milioni di Euro) o di viaggiare in massa tra Ponte San Pietro (undicimila abitanti) e Montello (tremila abitanti).

Venerdì' 8 Luglio, anticipo la mia sveglia di 25 minuti per prendere il treno 2084 per Milano Centrale, che ferma a Treviglio alle 7:03.
Alle 7:01, a Treviglio viene annunciato (di colpo) che il treno è cancellato. E' l'ennesimo treno Verona-Milano che scompare nel nulla, senza spiegazioni.
E siccome il treno parte da Verona, e quindi impiega almeno tre quarti d'ora per arrivare a Treviglio, io mi chiedo: davvero prima delle 7:02 nessuno sapeva che il treno era stato cancellato?
Ciliegina sulla torta: l'annuncio sonoro invita i passeggeri a "usufruire" del treno delle 8:02. Li invita cioè a buttare via un'ora di tempo. Ma scherziamo?
E perchè non viene comunicato che alle 7:33 è previsto un treno proveniente da Brescia e diretto a Milano Centrale? Che razza di sistema informativo per disadattati hanno comprato, le Ferrovie dello Stato? Oppure Trenitalia. Oppure RFI. Non che il risultato cambi, per gli utenti.
Ma soprattutto, perchè me lo sto chiedendo io, mentre le istituzioni che dovrebbero rappresentarmi tacciono (o si occupano di funivie e stradine e trenini di montagna?).

Il primo treno che porta a Milano Lambrate è alle 7:23, il che vuol dire 20 minuti dopo. E chi si fida? E se anche quello viene soppresso?
Non resta che l'atrocità del Passante delle 7:10, un orripilante treno che impiega 50 minuti minimi per arrivare a Milano Repubblica (ritardi esclusi!) e che ha la faccia tosta di fermarsi, durante il tragitto, per far transitare altri treni.
Un treno su cui, a ogni fermata, salgono agghiaccianti coppie o terzetti di impiegate di mezza età che non vedono l'ora di sedersi per iniziare a sciorinare gli affaracci altrui, incessantemente, ripetendo le stesse cose più e più volte.
Le malattie delle loro amiche e parenti e mariti? Il ricovero delle suocere? Gli interventi chirurgici? Siamo aperti a ogni richiesta. Ma uno si chiede: perchè lo fanno? Che bisogno ne hanno? Cosa le motiva? E' gioia, quella che vedo nella precisione meticolosa con cui elencano più e più volte i sintomi e i dolori e gli interventi chirurgici? C'è un inconfessabile sadismo, dietro quella facciata di compassione che però non basta per frenare il desiderio di sbandierare in piazza ogni dettaglio della sofferenza altrui? E' una voglia di protagonismo? Oppure è forse un distorto senso del dovere che le fa sentire obbligate a esporre questi estenuanti resoconti?
O semplicemente sono persone ignare di essere miserabili con una vita miserabile, che inconsciamente riempiono il vuoto delle loro esistenze vampirizzando quelle altrui?
Se non ci sono le malattie, ci sono comunque i parenti: il suocero, la sorella del marito. Specie se meridionali in trasferta. Tutti quanti egoisti, meschini, viziati, avidi, pieni di pretese, strafottenti, eccetera. Per fortuna che c'è sempre il loro ferreo marito (o loro stesse) a metterli eroicamente in riga, questi parenti. E ovviamente bisogna resocontare queste gesta per cinquanta minuti, ripetendole più volte, sebbene ogni volta la storia sia la stessa di 5 minuti prima.
Su un treno delle 7 del mattino, dove chi ha davanti una giornata di 9 ore di lavoro vorrebbe dormire, è giusto che ci siano i gruppi di impiegate che si fanno i comodacci loro, e blaterano a vuoto per 50 minuti, infischiandosene totalmente degli altri passeggeri che avrebbero diritto invece a non doversi sorbire una fiera del pettegolezzo ciclico. E uno si chiede: ma dove trovano l'energia, costoro? Forse recuperano dormendo in ufficio.

Alle 16:15, nella stazione di Milano Centrale, un annuncio sonoro comunica che i treni per Torino subiranno ritardi fino a 30 minuti, per "guasto temporaneo alla rete elettrica". L'ho già detto: si spera bene che il guasto non sia invece eterno/permanente/definitivo.
Novità del giorno: mi dicono che i treni regionali per Torino partono sempre più spesso (sempre e basta?) con tre carrozze di coda fuori servizio, perchè il personale di bordo non è sufficiente per garantire il servizio sul numero di carrozze del convoglio. Ma quale servizio? Non dare annunci e non farsi vedere quando il treno è in ritardo o si è guastato nel mezzo della campagna?

Nello sfacelo ferroviario di Trenitalia, che auto-certifica miglioramenti della puntualità del 95%, le istituzioni al servizio dei cittadini risultano "non pervenute": Delrio e Sorte pensano ad altro, come dicevamo.
E l'unico mezzo d'informazione che sembra interessarsi a questo sfacelo è il quotidiano gratuito Metro.
E' da qui che apprendiamo, se non altro, che il Movimento 5 Stelle compie l'ennesima operazione populista: la consigliera regionale della Lombardia Nanni chiede all'Autorità Garante che Trenord venga sanzionata per la soppressione di treni durante le fasce garantite.
E meno male che ci sono i populisti. Ma se populismo è ascoltare i cittadini a cui vengono negati diritti e servizi (per cui hanno pagato fior di tasse e biglietto), allora come si definisce l'opposto di populismo? "Fare l'interesse di aziende che ricavano profitto a discapito dei cittadini"?
E partiti "non populisti" come il PD e la Lega Nord lombarda rientrano in questo modo di intendere la politica?

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