mercoledì 2 dicembre 2015

Esperienza di una non-pendolare tra Levate e Bergamo

Saltuariamente mi reco a Bergamo per lavoro partendo dalla stazione di Levate: i treni che prendo sono il 24759 delle 8:28 e il 24780 delle 13.21.
Non posso lamentare ritardi, che comunque si verificano, e che sono ancora più inconcepibili dei ritardi dei treni a più lunga percorrenza, trattandosi nel mio caso di treni che coprono esclusivamente la linea Treviglio-Bergamo e viceversa.
Non si può però tacere sullo stato del "servizio" e delle infrastrutture.
Presso la stazione di Levate, anzi la "fermata ferroviaria", come indica il cartello stradale in sua prossimità, non c'è biglietteriaalcuna figura professionale delle FFSS: la cosa è accettabile, in nome del taglio a costi superflui, ma non esiste nemmeno un distributore automatico di biglietti e ancora peggio non c'è traccia di una obliteratrice, visto che, a quanto pare, i vandali hanno finalmente avuto la meglio, e ormai la nuova obliteratrice da distruggere non viene più posizionata.
In compenso, questa fermata ferroviaria presenta i cestini per la raccolta differenziata della spazzatura, che consistono in "bidoni" dai diversi colori, con relativi sacchi, aperti, senza coperchio; tali raccoglitori sono posizionati all'aperto, non al riparo di una tettoia e quindi si riempiono di acqua piovana al primo acquazzone; peccato che manchi il sacco per la raccolta differenziata dell'acqua piovana.
Di positivo c'è che la struttura ha una fresca e recente tinteggiatura, che ha coperto i graffiti e le macchie di muffa causate dalle perdite costanti di acqua sui muri del nel sottopassaggio tra i due binari. Chissà come figureranno a breve le nuove macchie di muffa.

Martedì 1 dicembre, mi reco alle 13.00 alla stazione di Bergamo (questa sì che è una stazione degna di cotanto nome, soprattutto dopo il costoso e lunghissimo restyling insensato che ha tolto l'accesso diretto ai mezzi pubblici) e guardo i monitor per avere conferma che il mio treno si trovi sul suo solito binario: "servizio non disponibile", recitano tutti gli schermi della stazione.
Trovo l'obliteratrice, infilo il mio biglietto di cartoncino comprato in edicola; "biglietto troppo lungo" mi conunica la scritta sulla macchinetta.
Vado al binario 7 attraverso il sottopassaggio con i 3 restringimenti di passaggio attorno agli enormi ascensori per portare i disabili sui binari, scontrandomi come al solito con la massa di gente che è appena scesa dai treni in arrivo e tenta di transitare nell'angusto spazio rimasto libero, grazie all'eccellente soluzione architetturale adottata, la quale motiva i lunghi tempi che la ristrutturazione della stazione ha richiesto.
Al binario standard, trovo altri pendolari (o non-pendolari, visto che i recenti sondaggi dicono che sono loro la maggioranza dei viaggiatori delle FFSS-io sono quindi parte della maggioranza) che come me sperano di aver scelto il treno giusto, visto che di un capotreno, o un controllore, o un macchinista, neanche l'ombra.
Ho raggiunto Levate entro l'orario previsto.
Mi considero estrememente fortunata di essere una non-pendolare.

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