lunedì 14 dicembre 2015

Infrastrutture all'avanguardia e carrozze sempre più moderne

Forse all'estero.

Mercoledì 9 Dicembre 2015, come riportato dal Corriere di Bergamo, Trenord annuncia sul proprio sito "ritardi di circa 30 minuti, limitazioni di percorso e cancellazioni per le ripercussioni di un guasto agli impianti di circolazione tra le stazioni di Pioltello e Treviglio".
Come si vede dalle testimonianze dei pendolari (minoranza che però vede più cose dei passeggeri occasionali), i ritardi hanno raggiunto anche i 70 minuti, paralizzando il servizio e causando danni di ogni genere ai viaggiatori.
Come sempre, ciò avviene nel silenzio dell'assessore ai trasporti e del ministro ai trasporti. Perchè il presidente di Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, può parlare di investire fondi per trasformare le stazioni in centri commerciali, quando le infrastrutture del sistema ferroviario si guastano ogni due settimane, paralizzando intere linee?
Se è ovvio, per quanto eticamente ripugnante, che i dirigenti di un'azienda mirino al profitto infischiandosene del furto legalizzato che compiono risparmiando sui mezzi necessari per fornire l'effettivo servizio ai clienti, è sconcertante che ciò avvenga sotto lo sguardo indifferente (o complice?) dei politici che sono stati eletti dai cittadini per garantire i loro diritti proprio in casi di palese abuso come questo.

Venerdì 11 Dicembre 2015, cinque passeggeri occasionali prendono il treno delle 13:25 da Milano Centrale, e arrivano a Treviglio in orario, ma sono stupiti della mancanza di posti a sedere, e del viaggio che molti passeggeri devono compiere restando in piedi e stipati.
Questi cinque passeggeri, mi raccontano, sono stati in stazione Centrale solo per prendere il treno, per arrivare a Treviglio, e per poi andare altrove. Nessuno di loro si è fermato in uno dei negozi delle stazioni, e nessuno di loro ha sentito questo bisogno. La stazione, per questi passeggeri del tutto occasionali, non doveva offrire altro che un treno in partenza su cui fosse possibile salire per giungere a destinazione il più rapidamente possibile.
Evidentemente questi cinque passeggeri non hanno mai risposto al dubbiamente attendibile sondaggio del signor presidente di Ferrovie Nord Milano.

Lunedì 14 Dicembre 2015, alle ore 7:19, lo schermo principale degli arrivi e partenze dei treni alla stazione di Treviglio è in funzione, ma non segnala come in arrivo o in partenza alcuna delle corse elencate. Sembra che in quel momento nulla sia in transito.
Nei 30 secondi scarsi che servono per accedere al sottopassaggio e raggiungere il binario 7, il passeggero si rende conto che il treno 10456 è già arrivato al binario, ancora prima dell'orario previsto (le 7:23).
Non è la prima volta che l'efficiente sistema visuale automatizzato della stazione di Treviglio si lascia sfuggire simili informazioni. Dov'è il personale della stazione che dovrebbe accorgersene? Questo onere spetta forse al passeggero? E quale tipologia di passeggero dovrebbe prendersi la briga di sprecare tempo per segnalarlo? Il "saltuario" della maggioranza, oppure il "pendolare" della minoranza, signor presidente di Ferrovie Nord Milano?
Il 10456 arriva in ritardo a Milano Lambrate di qualche minuto, ma anche la "coincidenza" delle 7:49 è in ritardo, e si riesce (relativamente) a rimediare.
Il vero problema del 10456 è che il convoglio è composto solo da carrozze a piano singolo. Significa la metà dei posti necessari per un numero di passeggeri che resta invariato. Traduzione: la maggior parte dei "pendolari" della minoranza che sale a Treviglio deve fare tutto il tragitto stando in piedi, in carrozze eccessivamente riscaldate.
Sorprendentemente, lo schermo più importante del binario 12 di Milano Lambrate, guasto da tempo immemorabile, oggi funziona.
L'arrivo (in ritardo) a Milano Centrale è peggiorato dal binario su cui si sbarca: il binario 23 è all'estremità della stazione, ed è in posizione arretrata rispetto agli altri binari: per guardagnare l'uscita, bisogna percorrere la lunghezza di un intero marciapiedi (non la larghezza), con conseguente spreco di tempo.
Il signor presidente di Ferrovie Nord Milano è consapevole della condizione di questi treni, e del disservizio inflitto ai pendolari? Secondo lui, si tratta di una "minoranza", ma questa "minoranza" prende lo stesso treno cinque giorni su sette, tutte le settimane del mese, ogni mese dell'anno. Non è interessata a trovare negozi nelle stazioni, ma a fare un viaggio dignitoso. Come può il presidente di FNM pensare che ci siano margini di guadagno nel trasformare le stazioni in centri commerciali, quando bisognerebbe investire per fornire un servizio che nella realtà non esiste?
Dove sono l'assessore ai trasporti della Lombardia e il ministro dei trasporti, davanti a queste palesi negazioni del mondo roseo che entrambi dipingono così spesso?

Al ritorno, il treno 2105 delle 17:25 da Milano Centrale presenta una carrozza chiusa, e già alle 17:15 ha quasi tutti i posti occupati. Trovare di che sedere è una lotta che per molti si conclude in sconfitta. A Milano Lambrate, tutti i passeggeri che salgono a bordo trovano solo posto in piedi, pigiandosi e patendo il soffocante calore di un riscaldamento eccessivo.
Come sempre, il personale viaggiante non si vede. Il treno arriva a Treviglio con 14 minuti di ritardo (ufficialmente, 10 minuti).

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