lunedì 21 dicembre 2015

Arrivano i treni nuovi. Per i pendolari delle 10.

Martedì 15 Dicembre 2015, il 10456 arriva in orario a Milano Lambrate, dove è possibile prendere il 7:39 per Milano Centrale (perchè è in ritardo dichiarato di 5 minuti, che però in realtà sono almeno 9 minuti).
Sullo schermo delle corse in partenza, si nota però un treno per Milano Centrale con un ritardo di 30 minuti.

Giovedì 17, il 10456 ritarda di 5 minuti. A Milano Lambrate bisogna attendere il 7:54, che a sua volta ritarda di 5 minuti, ha una carrozza gelida e una carrozza semi-riscaldata, ma priva delle porte interne, e con quelle esterne guaste. Un vero catorcio.
Sul marciapiedi del binario 12, lo schermo che annuncia il treno e la destinazione è di nuovo guasto. Era stato riparato, ma qualcosa non ha retto.

Lunedì 21, il 2094 per Milano Centrale, che parte da Treviglio alle 10:02 (e proviene da Verona), è una sorpresa spiazzante: è un treno "nuovo", con carrozze moderne, che forniscono videoinformazioni su destinazione, orario, tratta, ritardi e persino le altre corse disponibili alla fermata in corso. I posti a sedere sono forse un po' angusti, e le carrozze sono a un solo piano, ma sono tante (si tratta di due convogli non intercomunicanti, agganciati uno all'altro). Ci sono comunque passeggeri che da Treviglio devono viaggiare in piedi fino a Milano Lambrate.
Al ritorno, il 2105 arriva a Treviglio in ritardo di 5 minuti, ma offre finalmente carrozze a due piani: è un miglioramento, ma neppure queste bastano, e ci sono passeggeri di ogni genere (comprese famiglie con giganteschi passeggini e turbe di mocciosi al seguito) che fanno il viaggio in piedi.

Nello stesso giorno, un articolo di Repubblica riferisce dell'abolizione del biglietto regionale generico a fasce chilometriche che da ventidue anni viene venduto in tabaccherie, bar ed edicole.

A prescindere dalle motivazioni effettive (combattere l'evasione del biglietto, attuata con vari trucchi) e dai disagi per i viaggiatori (che a Trenitalia non interessano), sorprende la dichiarazione dello stesso portavoce di Trenitalia:

"I tagliandi costituiranno una base scientifica per monitorare i flussi e migliorare l'offerta in base alla reale domanda".

Dopo ventidue anni, Trenitalia si accorge di dover "monitorare i flussi", cioè capire quanti passeggeri viaggiano su quali corse di quali fasce orarie.
Dopo ventidue anni.
Nel frattempo, chissà con quali criteri sono state stabilite le corse: probabilmente, tirando un paio di dadi, a giudicare dall'inadeguatezza dei mezzi messi a disposizione dei pendolari.

E dire che il presidente del gruppo Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, usa i sondaggi per queste valutazioni: forse Trenitalia non li considera metodi "scientifici".

Altra perla dell'articolo:
I ferrovieri invece, temono la riduzione del lavoro per le biglietterie di Trenitalia. "Aumentare i punti vendita esterni riduce sempre di più i servizi effettuati con il personale dell'azienda".
Chissà come mai, vista la lentezza dei servizi allo sportello, il ridottissimo numero degli sportelli, l'inadeguatezza degli orari degli sportelli, il comportamento non sempre ineccepibile del personale agli sportelli, la ferrea aderenza del personale degli sportelli (che chiudono spaccando il minuto anche quando c'è una coda di passeggeri disperati).
Sicuramente i ferrovieri hanno i loro motivi, ma col loro modo di fare (e di scioperare, come accaduto anche venerdì 18) difficilmente raccolgono la comprensione del passeggero medio.

Nessun commento:

Posta un commento