sabato 8 aprile 2017

I treni pendolari vanno a rotoli, e la giunta della regione Lombardia finanzia con denaro pubblico i viaggiatori ricchi che prendono il FrecciaRossa

Venerdì 31 marzo. Il treno 2652 Mantova-Milano, che deve arrivare a Milano Centrale alle 10:40, arriva con 36 minuti di ritardo.
Questa è la linea che, secondo la campagna #UnGiornoDaPendolare del TG3, ha ridotto i disservizi, passando da un treno guasto quotidianamente a un treno guasto settimanalmente.
Non stupisce che la rivista Note, che il Gruppo Ferrovie dello Stato può inspiegabilmente permettersi di distribuire gratuitamente, e non si capisce dai soldi di chi sia finanziata, si esibisca in editoriali in cui ringrazia pelosamente la suddetta rubrica del TG3, i cui servizi sullo stato delle ferrovie della Lombardia evitano sempre accuratamente di parlare di guasti, ritardi, cancellazioni e tutti gli altri disagi che i pendolari rilevano quotidianamente nelle fasce di punta.
Il treno 10457 da Milano per Cremona arriva a Crema con 40 minuti di ritardo.
Il treno 2057 delle 16:25 da Milano Centrale per Verona arriva a destinazione con 9 minuti di ritardo.
Il treno è composto da due convogli di tipo Coradia, concatenati tra loro e non comunicanti, il che significa: se hai bisogno di aiuto sul secondo convoglio, e il personale viaggiante è sul primo, cosa fai?
Ma questo problema ipotetico è il minore dei problemi, anche se di per sè sconcertante, dato che nessuno dell'amministrazione della regione Lombardia interviene per chiedere spiegazioni a Trenord. Sorte Alessandro, vuoi magari spiegarci tu come funziona questa cosa?
Il problema più grosso è dato invece dalla capienza clamorosamente insufficiente di questi Coradia, dotati di motrici a loro volta di potenza insufficiente: infatti, il treno parte da Milano già saturo, con passeggeri pressati ovunque, e bagagli abbandonati a terra a ostacolare lo stretto passaggio tra i sedili, dato che gli scomparti per i bagagli offrono pochissimo spazio per gli stessi.
Ed è venerdì, quindi giorno di aumento del flusso di viaggiatori.
Il burattino leghista Gibelli Andrea, mandato da Maroni Roberto a fare a presidente per FNM, non vorrebbe un giorno occuparsi anche di questo aspetto vergognoso della "moderna" ed "efficiente" #LombardiaConcreta, oltre al mobbing per scacciare il dipendente fedele Andrea Franzoso, e ai piani per ristrutturare le stazioni ferroviarie riempiendole di negozi per fare un regalo (in denaro pubblico) agli imprenditori edili amici della Lega Nord?
A mo' di ulteriore sberleffo, sulle fiancate del treno campeggiano scritte come Extra set of eyes, Quiet, serenity, security: un chiaro riferimento alla propaganda muscolare di Maroni e Sorte riguardo l'assunzione (con denaro pubblico) di guardie giurate private per garantire la sicurezza sui treni.
Chi ha mai visto queste guardie? E anche se ci fossero, gli scaltrissimi elettori leghisti entusiasti di questa cosa sanno che queste guardie non possono intervenire in caso di emergenza?
E ancora: come potrebbero le guardie intervenire su un treno come il 2057, dove non hanno modo di passare da un convoglio all'altro?
E anche se potessero transitare, come riuscirebbero a farsi largo su un treno così saturo che è impossibile salirvi?
Infatti, anche alla fermata di Treviglio, dove molti passeggeri scendono, altrettanti ne salgono: e il treno riparte saturo come all'inizio.
Ancora una volta, la prova della cialtronaggine e della falsità di Maroni e dei suoi scagnozzi è lì da vedere, ovviamente salvo che per gli occhi dei loro elettori (che forse sono meno furbi di quel che credono).

Lunedì 3 aprile. Alla stazione di Milano Lambrate, il treno suburbano 24109 per Albairate ha un ritardo di 20 minuti.
Ma la perla della giornata è lo sfasamento degli annunci sonori della stazione. Non bastavano, infatti, gli schermi guasti un po' ovunque.
Alle 7:46, Un annuncio segnala un treno per Milano Centrale in arrivo al binario 10. I passeggeri vi si precipitano. Ma lo schermo riporta come destinazione. "Milano Certosa".
Un altro annuncio segnala il treno delle 7:39 per Milano Centrale in arrivo al binario 12. Ma sono le 7:47. Il treno è in ritardo? L'annuncio non lo dice. I passeggeri si precipitano al binario 12, dove non arriva nessun treno.
Ancora una volta, ci chiediamo: ma chi gestisce la stazione di Milano Lambrate? E a Sorte Alessandro non interessa?
Alla stazione di Milano Centrale, a metà giornata, i disservizi si sprecano con treni multipli in ritardo, e si va da un ritardo minimo di 6 minuti a un un ritardo massimo di 14 minuti. Dov'è la redazione del TG3?

Martedì 4 aprile. Alla stazione di Treviglio, la solita farsa di Trenord va in scena.
Il 10455 da Cremona ha un ritardo di 10 minuti.
I suburbani 10611 e 10622 per Novara sono cancellati (due treni consecuitivi!).
Il treno 2094 viene annunciato come in arrivo al binario 6. Poi l'annuncio viene rettificato: il treno arriverà al binario 8.
I passeggeri si spostano in massa. All'ultimo istante, lo schermo del binario 6 annuncia l'arrivo del treno.
E l'annuncio viene nuovamente rettificato: il treno arriva sul binario 6. I passeggeri si spostano appena in tempo.
Anche questo treno è di modello Coradia, e ha le carrozze sature, non avendo nè abbastanza posti nè abbastanza spazio. Chissà perchè i giornalisti del TG3 si scordano sempre di menzionare questo aspetto.

Il treno suburbano 24149 della linea S9 è cancellato.

Nella serata, il 2077 è saturo. E, alla stazione di Milano Lambrate, il 10917 è in ritard. Oppure no? Non si capisce: l'annuncio non riesce ad andare oltre la frase "è in ritard", perchè viene interrotto dal "bing" tipico degli annunci eseguiti dal personale. La cosa si ripete due volte, senza spiegazioni.
Conoscendo la pessima qualità dell'impianto informativo della stazione di Milano Lambrate, uno sospetta che il personale non abbia altro modo per sopprimere gli annunci automatici sbagliati.
Chi si ricorda l'astronomica cifra spesa dalla regione Lombardia, anni fa, per la "modernizzazione" di questo impianto?

Ma, come è noto ormai da anni, le giunte regionali lombarde sono bravissime a gettare soldi pubblici dalla finestra.

L'esempio che segue dovrebbe far riflettere gli elettori intelligenti della Lega Nord, se ne esistessero. Suggerisco io la domanda: perchè la regione Lombardia finanzia con denaro pubblico l'accesso a un costoso treno d'elite come il Freccia Rossa (destinato ad essere quotato in borsa per arricchiere i privati) per una limitatissima fetta di passeggeri, inclusi quelli benestanti che ne hanno bisogno, e tutto ciò accade mentre il trasporto ferroviario pubblico lombardo è tempestato da guasti e disservizi, causati anche dall'esaurimento delle scorte dei pezzi di ricambio di treni vecchissimi?
Mi scuso per l'articolata complessità della domanda, che descrive la realtà dei fatti, e che, temo, sia un po' troppo per la capacità mentale ridotta di un elettore leghista.

Parte ufficialmente la Dote trasporti lombarda. Su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte, la Giunta ha infatti approvato criteri e modalità per erogare un contributo ai pendolari dell’Alta Velocità della linea Milano-Brescia che fanno un utilizzo integrato dei mezzi di trasporto pubblico.

«Offriremo un contributo - ha spiegato Sorte - che varia da 10 a 90 euro al mese a seconda dell’abbonamento scelto. La Dote sarà riconosciuta a tutti i residenti in Lombardia, indipendentemente dal reddito, che acquistano abbonamenti per i treni Alta Velocità per tratte interne tra Milano, Brescia, Desenzano e Peschiera del Garda (rientra nell’area della tariffa regionale)».

Possono richiederla i titolari di abbonamenti AV integrati validi per viaggiare sia sui treni Alta Velocità sia sui treni regionali e suburbani ed eventuali altri mezzi di trasporto pubblico, sia urbano che extraurbano.

Perchè la dote? Dal 1° gennaio 2017, infatti, la trasformazione dei treni FrecciaBianca in FrecciaRossa ha di fatto reso non più utilizzabile la Carta Plus da parte dei pendolari della Milano-Brescia determinando un considerevole aumento di spesa per gli abbonamenti ai pendolari che utilizzano sia i treni AV sia i treni regionali ed eventuali altri mezzi pubblici. «La Dote - spiega Sorte - è una vera e propria forma di tutela dei nostri pendolari. In questo modo riusciremo a garantire loro l’utilizzo integrato del un servizio ad un prezzo interessante».

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