venerdì 12 febbraio 2016

Chi controlla i controllori? Mille modi per sprecare 9 miliardi

Venerdì 21 Febbraio 2016, il treno 2105 per Verona delle 17:25 parte da Milano con un ritardo di 4 minuti, esce dalla stazione, percorre la strada verso la stazione di Milano Lambrate, si ferma, riparte, arranca, arriva lentamente a Milano Lambrate. Perchè ritarda, non si sa. Succede ormai ogni sera, ma non viene data spiegazione dal personale viaggiante (che non si sente e non si vede).
Le carrozze sono eccessivamente riscaldate, ma Trenitalia non lo sa, e nemmeno il personale viaggiante (e chi lo ha visto?).
Le carrozze sono anche più piene del solito, perchè nel fine settimana, al numero invariato di pendolari che se ne servono, si aggiungono anche le persone che se ne vanno per il fine settimana (appunto). Ma Trenitalia non lo sa, e insiste a fornire sempre le stesse corse, sempre con la stessa capacità già inadeguata (e il sondaggio per determinare le tipologie di passeggeri a cosa è servito? A giustificare l'edilizia e i favori ai palazzinari, ma non a fornire un adeguato servizio di trasporto ferroviario).
Il treno arriva a Treviglio con 9 minuti di ritardo, dopo altre penose fermate nel nulla, prima della stazione di Pioltello. Perchè si sia fermato, non si sa e non viene detto.
Alla stazione di Treviglio, le carrozze scaricano una buona fetta dei passeggeri in eccesso, ma altri sono in attesa di salire. Di questo, Trenitalia non è informata.
I 9 minuti effettivi di ritardo, secondo il tabellone elettronico, sono invece 5 minuti.
Sarà così che le statistiche annunciate ieri da Trenitalia, relative all'offerta commerciale (ex servizio) di Trenitalia, possono affermare che la puntualità è migliorata?

Proprio ieri, mentre questo blog commentava l'assurdità dell'azienda che controlla se stessa (o della banca che stabilisce autonomamente il valore delle proprie obbligazioni), i comitati dei pendolari sottolineavano lo stesso fatto davanti alla Commissione Territorio della regione Lombardia.
E' un concetto assai banale e ovvio. E' impossibile non vederlo, come era impossibile non notare che la famiglia Bossi attingeva alle casse della Lega per ritinteggiarsi la villa o rifare il naso al figlio. Per non essere in grado di vederlo, i leghisti al governo della regione Lombardia, e già presenti all'epoca dei fasti della famiglia Bossi, hanno solo due spiegazioni a disposizione.
La prima è che sono intellettivamente carenti, e quindi l'ovvio gli sfugge. Se è vero, allora non possono occupare i posti di potere e responsabilità, e devono andarsene subito prima di causare ulteriori danni. E mi stupisco di chi li ha votati, che non se ne è reso conto.
La seconda è che sanno e sapevano tutto, ma fingono e fingevano di non vedere, per calcolo e opportunismo. Se è vero, allora sono indegni di occupare i posti di potere e responsabilità, che dovrebbero essere cariche al servizio del cittadino. E non mi stupisco di chi li ha votati, convinti che sia giusto far vincere che è più furbo. Peccato che se chi è più furbo è anche il governo, allora è chi li ha votati che viene fregato dalla furbizia dei propri prescelti. E, forse, la "scusa" numero uno è anche quella addotta dagli elettori.

Ieri il ministro Graziano Delrio (o "delirio", come forse lo chiamerebbe l'avvocato che protegge il fascista romano "Er Cecato" Carminati), ha ribadito che 9 miliardi sono stati stanziati per la "cura del ferro".
Potremmo dire che si tratta della solita politica degli annunci fasulli di Renzi, che vengono ritrattati quando altri problemi fasulli vengono messi sotto i riflettori, e nessuno ne parlerà più.
Ma magari è vero. Dopotutto, i governii amano stanziare soldi promettendone un impiego e attuandone un altro (per esempio, coprire il mancato gettito IMU delle proprietà immobiliari del Regno Vaticano in terra italiana).
Il problema è che questi soldi sono in mano a gente che o è mentalmente incapace di fare il proprio lavoro, o agisce scientemente e con malizia per riversare il detto denaro nelle tasche di privati con cui ha legami da conflitto d'interessi. E lo stesso Delrio, o non lo sa, o finge di non vedere. Ma si tratta dello stesso tizio andato in processione nel paese meridionale gemellato e controllato da un boss mafioso (camorrista? ndranghetista? boh?), senza rendersi conto di quanto fosse politicamente opinabile.
Quindi, o non brilla di intelligenza lui, o sta mentendo, o i suoi collaboratori sono "infedeli".
Sta di fatto che i soldi potrebbero essere di nuovo "buttati nel cesso", dato che abbiamo un precedente con gli acquisti di nuovo materiale rotabile, almeno in Lombardia e Veneto, che sono stati fatti in modo a dir poco discutibile, scegliendo nuovi convogli del tutto inadatti per il trasporto di grandi numeri di passeggeri (i pendolari) o anche solo per fornire il servizio ai passeggeri negli orari meno frequentati.
In che tasche finiranno questi nove miliardi? Impossibile fare nomi, ma è facilissimo prevedere i risultati: i pendolari continueranno a viaggiare stipati come bestie su treni simili a catorci, in perenne ritardo. Però Trenitalia, Delrio, Sorte e la regione Lombardia continueranno a vantare risultati positivi senza alcun riscontro nella realtà quotidiana. E gli elettori continueranno a scegliere chi li rappresenta non in base a criteri di valore e intelligenza, ma a criteri di somiglianza, in un desolante gioco al ribasso.

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