lunedì 22 febbraio 2016

Da Lunedì 15 a Lunedì 22 Febbraio 2016

Lunedì 15 Febbraio 2016, alla stazione di Milano Lambrate il treno delle 7:49 per Milano Centrale viene annunciato come in arrivo, ma non c'è nemmeno il tempo per salire fino al marciapiedi, che il treno risulta in ritardo di 5 minuti. Al suo arrivo alla stazione di Milano Centrale, si ferma al binario 24, il che significa altro tempo prezioso per compiere un pezzo di strada in più prima di uscire dalla stazione.
Al ritorno, il treno delle 16:25 da Milano Centrale per Verona parte alle 16:20, sotto gli occhi allibiti dei passeggeri in sosta sul binario. Il treno si ferma, le porte si riaprono. Due minuti dopo, avviene una seconda falsa partenza. Perchè sia accaduta una cosa simile, non ci è dato sapere.

Martedì 16 Febbraio, il treno per Milano Centrale che ferma a Treviglio alle 7:02 è in ritardo di 20 minuti. Nel frattempo, il treno 10456 si presenta in orario, ma con carrozze a un solo piano: la capienza già inadeguata per il flusso normale di passeggeri, è ancora più inadatta, con i passeggeri extra che attendono un mezzo dalle 7:02. Non solo Trenitalia non sa quantificare le esigenze medie quotidiane, ma non sa neppure reagire alle ovvie variazioni dovute a questo genere di disservizio. E non si tratta esattamente di un evento raro: i treni in ritardo di mezz'ora e passa sono all'ordine della settimana, quando va bene.
Al ritorno, il 2105 da Milano Centrale per Verona accumula 10 minuti di ritardo, quando arriva a Treviglio. Le sue immancabili fermate obbligate (tra Milano Centrale e Lambrate, tra Lambrate e Pioltello) sono arricchite da un'ulteriore fermata inspiegata, nei boschi dopo Melzo. Quale altro treno era necessario far passare?

Mercoledì 17 Febbraio, il 10456 si presenta con almeno una carrozza non solo gelida, ma anche fradicia. Basta che piova per una giornata, e i problemi organizzativi di Trenitalia/Trenord/Ferrovie Dello Stato emergono subito: il personale non chiude i finestrini delle carrozze. Però sugli scioperi non fa mai eccezione.

Giovedì 18 Febbraio, il 10456 arriva a Milano Lambrate con 5 minuti di ritardo, dopo essersi fermato per ben due volte a far transitare i treni privilegiati. Non solo così si perde la "coincidenza", ma c'è tempo per notare che il treno è arrivato al binario 8, ma sullo schermo elettronico di fianco alla scalinata di accesso al binario, il treno non è nemmeno riportato: chiunque debba prendere questo treno per raggiungere Milano Certosa, come farà a sapere su quale binario può trovarlo?

Venerdì 19 Febbraio, le porte del treno 2105 che parte da Milano Centrale si bloccano.
Il treno parte in orario, ma solo perchè il personale della stazione (per chi lavorano? Trenitalia? Trenord? Ferrovie dello Stato? GrandiStazioni? Boh) interviene in gruppo e con strumenti medievali tipo piedi di porco per forzarne l'apertura.
Il tutto sotto gli sguardi incerti dei passeggeri che vorrebbero riversarsi in massa nelle carrozze, alla ricerca di un posto a sedere. Da notare che tutti quei passeggeri sono arrivati in stazione Centrale con largo anticipo sull'orario di partenza, ma non hanno fatto acquisti nei negozi di abiti e altre cose alla moda: sono arrivati subito sul marciapiedi, interessati solo a trovare un posto per viaggiare dignitosamente: se avessero trovato le porte aperte, si sarebbero semplicemente accomodati, in attesa della partenza del treno.
Il treno parte in orario, ma uscito dalla stazione, si ferma. Due passeggeri commentano tra loro, sollevando dubbi: il treno risulta partito in orario, anche se poi impiega 10 minuti (o più) per percorrere i tre chilometri da Milano Centrale a Milano Lambrate. Come mai?
Passa un Freccia Bianca. Passa un altro treno. Alle 18.40, il treno arriva a Milano Lambrate: ha percorso 3 chilometri in 15 minuti. Che senso ha?
I due passeggeri continuano a ipotizzare spiegazioni: il treno risulta partito in orario, dopotutto; sarà questo tipo di partenza, forse, a formare le statistiche che permettono a Trenitalia di affermare che i suoi treni sono puntuali? E' vero, dopotutto: per partire in orario, partono in orario. Un funzionario opportunamente scaltro potrebbe interpretare questi dati in maniera selettiva, omettendone altri, e far così risultare la situazione migliore di quanto non sia.
Potrebbe essere così, o forse no. Di certo non possiamo attenderci la verità dall'azienda Trenitalia, il cui personale ovviamente fa gli interessi dell'azienda (e i propri). Chi dovrebbe sorvegliare, e cioè la Regione Lombardia di Roberto Maroni e l'assessore ai Trasporti Sorte, non parla: o non ha interesse, o non è capace, o ha interessi inconfessabili. In ogno caso, non lavora per il cittadino.

Lunedì 22 Febbraio, il viaggio di andata è sorprendentemente regolare. Al ritorno, il 2105 è immancabilmente intasato, e accumula "solo" 5 minuti di ritardo. In compenso, dagli altri passeggeri si apprende che i disservizi, con ritardi superiori alla mezz'ora, si sono verificati sulle linee che coinvolgono Monza.

Negli ultimi sei giorni lavorativi, possiamo quindi contare un solo giorno senza disservizi noti.

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