sabato 21 ottobre 2017

Di smog, autostrade vuote, referendum, treni vecchi, Jazz, Pop, Rock e riviste gratuite

Dopo anni (decenni) di gestione preponderante da parte del centrodestra e del suo fedele e servile alleato, la Lega Nord, il norditalia è ridotto a essere ricoperto da uno strato di inquinamento visibile dallo spazio. Una coltre di polveri sottili e smog e calura che conferma l'idiozia di chi negava (e nega) il cambiamento climatico, e di chi anteponeva (e antepone) il profitto di pochi imprenditori alla preservazione dell'ambiente (suolo, aria e acque) di cui invece beneficiano tutti.


Una nube ricopre per intero tutta la zona da Torino all’Adriatico, mentre sul resto dell’Europa i contorni delle coste e delle montagne sono perfettamente visibili. Al Nord 24 città già oltre i limiti di legge per l’inquinamento dell’aria. Il comune di Torino: «Non aprite porte e finestre»
Cosa ha fatto, per esempio, la giunta leghista di Maroni Roberto, in questi suoi quattro anni di governo della regione Lombardia, per combattere il crescente inquinamento che affligge la pianura Padana?
Niente. Ha preferito lasciare andare a rotoli il trasporto pubblico ferroviario, riservandogli solo le briciole dei copiosi finanziamenti statali, e riservando questi ultimi a costruire invece costose autostrade "private", che sono tali solo per gli incassi, ma non quando si tratta di farsi ripianare i debiti con denaro pubblico, che sono percorse da un traffico risibile, che sono un falliimento nel porre alcun freno al crescente traffico di automobili che ingorga la regione, che hanno divorato un'altra fetta enorme di suolo pubblico (peggiorando il rischio di alluvioni a seguito delle imprevedibili pioggie torrenziali causatr dal mutamento climatico).
Il disgraziato traditore che negli ultimi quattro anni, in continuità col suo predecessore Formigoni Roberto, ha consentito e avallato e favorito tutto ciò, è lo stesso imbroglione che ora chiede ai lombardi, tramite un costosissimo referendum consultivo, se egli debba attivarsi per avere più autonomia nel controllo di certe materie regionali.
Lasciamo perdere che è cosa che, in termini legali, il suo consiglio avrebbe potuto avviare già quattro anni fa con una semplice votazione e comunicazione allo Stato, e che chiedendo questo parere solo ora, a fine mandato, dopo quattro anni di inerzia, sta apertamente dichiarando che i suoi elettori sono un branco di deficienti facilissimi da infinocchiare e rigirare come pare a lui.
Lasciamolo perdere, e chiediamoci, cari elettori leghisti: è davvero il caso di dare ancora più libertà d'azione a un incapace addormentato (o imbroglione bugiardo, fate voi) come questo?
Fino a che punto vi spingerete nella vostra cecità ideologica, prima di ammettere di essere stati una manica di imbecilli che ha inseguito per decenni le promesse di un clan di imbroglioni, da Bossi a Maroni a Salvini (che ha allegramente intascato la sua parte dei rimborsi frutto della truffa di Belsito)?

A livello di governo nazionale, hanno la loro enorme parte di colpe anche i ministri di trasporti, mobilità e infrastrutture che per decenni hanno promosso il progetto dell'Alta Velocità, avallando l'impiego di ingenti risorse economiche pubbliche (e indebitando lo Stato con onerosissimi prodotti "derivati" che ancora adesso generano interessi gravosiissimi sui conti pubblicii), consumando enormi fette di suolo pubblico, devastando l'ambiente, azzoppando il trasporto pubblico regionale e interregionale.
E tutto per costruire un servizio che serve una fetta ricca, ma proporzionalmente infima, di italiani, con gran dispendio di mezzi. E costringendo la maggioranza a utilizzare treni pubblici fatiscenti, saturi, inagibili, inaccessibili, in ritardo. Oppure a ripiegare sull'automobile.
Cari ministri, e includiamo anche Delrio Graziano, vi siete accorti che a generare il traffico che avvelena e ingolfa le strade del Nord Italia non sono le poche automobili dei pochi benestanti a cui avete regalato i trenii dell'Alta Velocità, a spese di una collettività che ora commette suicidio avvelendandosi ogni giorno pur di avere un lavoro con cui guadagnare il necessario per tirare a campare (e pagare tasse che vengono spese per i ricchi?).

(E i treni e le riviste? Nel prossimo commento dedicato al nuovo numero di "Note", la rivista che Ferrovie Dello Stato produce a nostre spese e distribuisce gratuitamente, invece che investire in manutenzione delle infrastrutture ferroviarie).

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