lunedì 23 ottobre 2017

Lunedì 23 ottobre: dopo le promesse elettorali, sui treni lombardi si torna al solito disservizio (cioè esattamente come prima del referendum)

Il giorno dopo il referendum consultivo della Lombardia sulla eventuale attivazione delle procedure legali, già esistenti, per richiedere una maggiore autonomia in certi ambiti (comprese le spese relative a certe entrate fiscali), la situazione ferroviaria lombarda è sempre la stessa: faceva schifo prima, e fa schifo adesso, nonostante le chiacchiere e le promesse di Maroni Roberto su investimenti e nuovi treni, tutte quante giunte in ritardo massimo, cioè alla fine del suo mandato.
Cosa ha fatto, in questi quattro anni, il signor Maroni, mentre il trasporto ferroviario regionale continuava a deteriorarsi e a degradare, e l'atmosfera continuava a riempirsi di veleni chimici? Ha dormito, proprio come ha dormito invece che attivare le procedure legali per l'autonomia di cui sopra? No, ovviamente: Maroni era  sveglissimo, sempre pronto a piangere miseria quando si trattava di finanziare settori sgraditi agli imprenditori leghisti suoi "amici", ma di manica assai larga quando si trattava di riversare denaro pubblico in fallimentari autostrade "private", percorse da pochissimi veicoli e sempre in perdita, per ripianare i debiti di questi investimenti sballati e dannosi per i cittadini.
E la verità è semplicemente che Maroni se ne infischia del trasporto pubblico e dei pendolari e delle ferrovie lombarde: una volta piazzati i suoi amici leghisti alla dirigenza di FNM e Trenord, tutto il resto non conta, perchè tanto i pendolari continueranno a subire in silenzio qualsiasi nefandezza, come dimostrato negli ultimi anni. Basta che ci sia un assessore ai trasporti adeguatamente arrogante, aggressivo e spocchioso a zittirli quando alzano la testa.

Nella mattinata di lunedì 23 ottobre 2017, alla stazione di Treviglio, il treno 2090 da Brescia è in ritardo di 5 minuti.
Come si scoprirà in seguito, ai pendolari conviene raggiungere Milano Lambrate col primo treno utile, perchè nella stazione di Brescia si è verificato un guasto agli impianti di circolazione che causerà ritardi fino a 20 minuti.
E infatti, il treno 2292 da Verona per Milano Centrale ha un ritardo che li supera, questi 20 minuti, arrivando a 22 minuti di ritardo.
Non è singolare che, mentre nelle stazioni si susseguono ossessivamente gli annunci di lavori di potenziamento programmati sulla tratta Verona-Milano (ma a vantaggio di chi? Dei FrecciaRossa?) con possibili ritardi entro i 10 minuti, gli impianti di circolazione (della sola linea convenzionale) sulla tratta stessa si guastino e causino ritardi superiori ai 20 minuti?
Per non dire dei ritardi che erano presenti già da prima dell'inizio di questi lavori programmati.
Ma, esattamente, aziende come RFI e Trenitalia, per l'interesse di chi  devono lavorare? E il loro scopo è il profitto dei FrecciaRossa da quotare in borsa, o il servizio ai cittadini da cui sono finanziate?
Il ministro Delrio Graziano, tanto attento a etica e simili quando si tratta di fare la morale agli altri e impicciarsi del loro ambito, non potrebbe invece cominciare raddrizzando ciò su cui lui ha ricevuto la responsabilità?
D'accordo che predicare bene e razzolare bene non è da veri cattolici, ma qui si tratta di lavorare per lo stipendio che riceve.

Alla stazione di Milano Lambrate, si scopre che, come ormai accade da parecchi giorni, i treni di parecchie linee sono in ritardo. E cosa succede, ci sono guasti agli impianti di tutte le stazioni?
Il treno 2272 da Parma per Milano Centrale ha un ritardo di 16 minuti.
Il treno 2290 da Bologna per Milano Centrale ha un ritardo di 14 minuti.
Il treno 2292 da Parma per Milano Centrale ha un ritardo di 15 minuti.
Il treno 2606 da Bergamo per Milano Centrale ha un ritardo di 6 minuti.
Il treno 10906 da Brescia per Milano Greco Pirelli ha un ritardo di 6 minuti
Il treno 20406 da Piacenza per Milano Greco Pirelli ha un ritardo di 26 minuti (ma non doveva essere la linea di Brescia ad avere ritardi così elevati?).
Il treno 20409 da Piacenza per Milano Certosa ha un ritardo di 19 minuti.

A metà giornata, alla stazione di Milano Centrale, le informazioni visive danno il treno 2068 da Verona in ritardo di 5 minuti prima, e in ritardo di 25 minuti dopo, sul sito my-link il treno risulta in ritardo di 36 minuti.
Nella serata, il treno 2074 da Verona per Milano arriva  con 15 minuti di ritardo.
Chissà se il guasto agli impianti di circolazione della stazione di Brescia è stato risolto?
Lo chiederemmo al personaggio di Maroni Roberto, ma il poveretto sta ancora cercando di dare i numeri del suo prezioso referendum sul niente, dato che la sua favolosa innovazione informatica della votazione elettronica si è conclusa in un flop clamoroso (13 ore per avere i risultati, mentre nel Veneto, un'ora dopo la chiusura dei seggi, gli scrutinii su schede cartacee erano già completi).
Ma, d'altra parte, per Maroni e per la sua cricca è un'abitudine, quella di fare affidamento su aziende inette con una gestione incapace. E per Maroni è anche un'abitudine quella di negare la realtà dei fatti: secondo lui, il referendum non ha avuito intoppi organizzativi, un voto espresso da un solo terzo dei lombardi, cioè una minoranza che in parte ha pure votato NO, è un trionfo, e il trasporto regionale lombardo funziona benissimo e annega nei finanziamenti.
Ma forse il vero problema sta in quel terzo di lombardi che sono così cerebralmente svantaggiati da credere alle favole di Maroni?








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