Martedì 19 dicembre 2017, siccome non è bastato il caos ferroviario della sera prima, Trenord e le sue degne compari del Gruppo Ferrovie dello Stato ci riprovano.
Alla stazione di Treviglio, alle 7:15, il treno 10456 da Creemona delle 7:23 è in ritardo di 10 minuti, il che lo rende inutile per chi vorrebbe raggiungere Milano Centrale senza dover salire sul perennemente inagibile 2090, che ieri era anche formato da sole carrozze vecchie a un piano (alla faccia di Farisè Cinzia che dichiarava "i treni non si riducono, si amplificano. Grazie").
Ma anche il 2090 da Brescia è in ritardo di 10 minuti.
E siamo a due linee in ritardo contemporanemente: complimenti a Trenord e a #LombardiaConcreta. Saranno veramente ritardi di 10 minuti, o sono destinati ad aumentare, come accade fin troppo spesso con i treni di Trenord e le sue stime al ribasso dei ritardi?
Qualcuno pensa di accontentarsi del lentissimo suburbano delle 7:25, il 10610 per Novara, la cui partenza è però annunciata con 10 minuti di ritardo.
Il suo corrispettivo 10603 da Novara è cancellato.
E siamo a tre linee con disservizio nella fascia di punta dei pendolari. Complimenti, Trenord: continua pure a raccontare che i tuoi treni sono in orario e che tu puoi dedicarti ad altro, come la vendita online (e sui treni) di corsi d'inglese scontati, continua pure a migliorare il servizio collaborando con il Politecnico per ridisegnare le uniformi dei capotreno, e occupati di tutto tranne che di erogare un servizio dignitoso per i pendolari lombardi.
E siamo a tre linee con disservizio nella fascia di punta dei pendolari. Complimenti, Trenord: continua pure a raccontare che i tuoi treni sono in orario e che tu puoi dedicarti ad altro, come la vendita online (e sui treni) di corsi d'inglese scontati, continua pure a migliorare il servizio collaborando con il Politecnico per ridisegnare le uniformi dei capotreno, e occupati di tutto tranne che di erogare un servizio dignitoso per i pendolari lombardi.
Tanto gli amministratori lombardi continuano a raccontare che viviamo in un paese dei balocchi dove i treni funzionano benissimo, e affermano che quando vedono un problema, lo risolvono, salvo poi lasciare il disservizio com'era prima. Ma forse il loro problema è proprio questo: non ci vedono, come Maroni e Salvini non vedevano nulla quando la famiglia Bossi disponeva del denaro della Lega Nord come se fosse proprio.
Nella stessa fascia oraria, sulla direttrice Como-Milano, una pendolare i treni per Milano Porta Garibaldi sono cancellati.
Cosa ne dice il sito di Trenord.it, alla voce "circolazione e linee"? Nulla, perchè prima delle 9:00, la pagina riporta solo il simbolo verde di circolazione regolare, per tutte le linee.
Ma la cosa è coerente: la pagina del sito di Trenord che dovrebbere roportare i disservizi della circolazione in tempo reale è aggiornata in ritardo, esattamente come sono in ritardo i treni gestiti da Trenord. C'è coerenza.
Nella serata, il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona ripete la stessa farsa cialtrona del disservizio della sera prima, con due differenze: il ritardo è di 20 minuti, e il capotreno in servizio non rende note le cause del ritardo fino alle 17:50, cioè quando il treno raggiunge (stentatamente) la stazione di Milano Lambrate.
A sentire uno dei passeggeri, il treno viene fatto partire dalla stazione di Milano Centrale in ritardo perchè c'è un treno FrecciaRossa (annunciato con 10 minuti di ritardo) a cui bisogna dare la precedenza. La cosa strana è che, dopo i detti 10 minuti, il FrecciaRossa ancora non parte, e quindi il 2077 parte. La causa del ritardo, a sentire Trenord.it, è un guasto agli impianti di circolazione.
“Mi costringevano a mentire sui ritardi”. Si dimette storica voce di Trenitalia
Incontriamo SimVoc014-Male, anche noto come Roberto, davanti al bar della Stazione Centrale, sotto all’ultimo altoparlante dal quale non è stato ancora disinstallato.
“la situazione, negli ultimi tempi, era diventata insostenibile”.
Roberto si riferisce alle numerose menzogne che, ogni giorno, ogni ora, in ogni stazione italiana era costretto a rifilare ai milioni di utenti del servizio ferroviario. “Quando già sapevo che c’erano 30 minuti di ritardo, mi costringevano a dire che ce n’erano 5”.
Che il ritardo fosse di 10 minuti o di due ore, Roberto doveva sempre e solo scusarsi per il “disagio”. Nient’altro. Ordini di scuderia.
In caso di investimento di persone, nemmeno quello. Lo ammonivano: “Il disagio è riservato ai ritardi. Limitati a dire che c’è un guasto e se proprio devi, avvisa che c’è stato un investimento. Nessun cordoglio alle famiglie, non ci provare di nuovo”.
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