venerdì 16 agosto 2019

Mentre il trasporto ferroviario italiano agonizza, FS continua a spendere denaro pubblico all'estero


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Non sono bastati i 1.370 km di alta velocità realizzati a costi enormi – il triplo rispetto ai partner europei e a discapito del trasporto regionale – a rilanciare le ferrovie italiane. In questi anni, mentre si realizzava l’Alta velocità per le lunghe distanze, il “segmento” di domanda in forte crescita è stato quello dei viaggiatori “regionali”, sulle brevi distanze. La congestione delle strade e delle città metropolitane insieme ai costi dovuti all’uso dell’automobile e alla crescita dell’inquinamento dell’aria in vaste aree territoriali, non solo del nord, hanno spinto verso l’utilizzo del treno. Il treno non c’era e, se c’era dava un’offerta di scarsa qualità rispetto alle aspettative e alle necessità di mobilità degli italiani. Italiani che, se potessero lascerebbero volentieri a casa l’automobile.

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A 10 anni dalla gestione unitaria e federalista con Ferrovie Nord del più grande bacino di traffico regionale italiano, quello lombardo, i servizi in perenne collasso. Pessima manutenzione dei mezzi, gestione dei turni del personale e della rete inefficiente provocano numerose soppressioni di treni e di ritardi. Viaggi ogni giorno da delirio (in treno si bolle d’estate e si gela d’inverno) per non parlare della precaria sicurezza (vedi l’incidente di Pioltello).

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...in Grecia, dove Trenitalia ha vinto una gara per la gestione delle ferrovie statali che hanno privatizzato il settore. [...] Le ferrovie austriache dissero all’allora governo in carica che se avessero voluto la loro gestione avrebbero dovuto pagare; FS no. Le nostre ferrovie hanno sborsato 45 milioni per aggiudicarsi la gestione.  

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Tutti i governi vorrebbero che FS si occupasse di tutto e di più: treni, bus, metropolitane, merci, intercity e Alta Velocità. A prescindere dai risultati e dai costi. Ora hanno inglobato anche l’Anas che più di trasporti intermodali strada ferro sposta i debiti i suoi debiti fuori dai radar (non sempre accesi) del bilancio dello Stato.

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Ora le FS si apprestano a siglare una nuova acquisizione, forse la più “pazza ed irresponsabile” della sua storia, quella di Alitalia. Anche qui stesso motivo: aprire un nuovo ombrello protettivo pubblico. Sorprendono questi annunci di internazionalizzazione delle FS, viste le inefficienze, le diseconomie di scala, i costi elevati di gestione, i bassi ricavi e una produttività inferiore del 20% rispetto alle aziende leader dell’Unione Europea. E’ impossibile spiegare come coniugare il trasporto di merci e persone su ferro, che dovrebbe essere il core business delle FS, con il ruolo di sempre più grande ammortizzatore sociale che sta svolgendo il gruppo. 

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