venerdì 19 agosto 2016

I racconti ferroviari dell'orrore

Mercoledì 17 Agosto 2016: il 2084 da Verona per Milano Centrale arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, ha un numero di carrozze assai inferiore all'abituale, e non riesce quindi a ospitare in maniera dignitosa tutti i passeggeri "orfani" delle corse della fascia dei pendolari che Trenitalia ha saggiamente deciso di sospendere per il mese di agosto. Alcune carrozze sono inagibili a causa del fetore: l'aria condizionata al minimo non basta per rimuovere gli afrori di intere famiglie di immigrati sbraitanti, che bivaccano con bagagli, bambini di ogni età, neonati urlanti che necessitano di essere cambiati (e contribuiscono potentemente ai miasmi che ammorbano l'aria). E' razzismo, osservare simili realtà oggettive? O è forse un'esigenza dettata dalla frustrazione che deriva dal sentirsi presi in giro da istituzioni e mezzi di informazione, i quali dipingono la realtà in tut'altro modo?
Alla Stazione Centrale di Milano, si osserva il degrado crescente del piazzale esterno, dove l'umanità più abbrutita si raduna in massa per dare luogo a ogni genere di attività: anche qui, è difficile non rilevare il divario tra la retorica del governo e la realtà miserabile in cui la (presunta) carenza di denaro sta sprofondando la società italiana. O almeno la fetta di società non abbiente, che si ritrova ogni giorno a faticare sempre di più per ottenere il minimo (o neppure quello) dei servizi per cui paga tasse ogni mese, e che vede trasformate in "beneficenza" scriteriata, o in favori ad aziende private che poi si occupano di fornire servizi "pubblici" a pagamento (certo, Renzi Matteo dice di aver diminuito le tasse, ma si dimentica di dire che sono aumentati i costi di qualche servizio che prima era pubblico e che ora ha tagliato per compensare la diminuzione presunta delle tasse).
Ogni giorno è così. Ogni giorno è peggio. Ogni giorno, il degrado aumenta, i servizi diminuiscono, la salute peggiora, l'età avanza. Ma le priorità sono la correttezza politica di non usare il termine "cicciottelle" per indicare persone cicciottelle, o la tragedia di qualche segretario di partito leghista che si veste in modo ridicolo allo scopo di far parlare di sè dato che sta sprofondando nel dimenticatoio a cui lo ha condotto la strada fallimentare dell'ignoranza. Oppure bisogna celebrare qualche nuova opera autostradale dell'Anas, la stessa entità che poco tempo fa era stata commissariata invano per sradicarne la corruzione a tuti i livelli; e se non ci si adegua a vedere solo aspetti positivi in qualunque cosa promossa dal governo, si fa una brutta fine, tipo la direttrice del TG3 Bianca Berlinguer, che non ha voluto piegarsi a parlare l'adulatorio linguaggio ottimista di  Renzi Matteo ed è stata rimossa.  

Giovedì 18 Agosto, a Treviglio il treno delle 6:53 per Milano Greco Pirelli è in ritardo di 40 minuti.
Il treno delle 7:28 per Milano Greco Pirelli lo precede, ma si ferma prima di arrivare a Milano Lambrate, accumulando un ritardo di 5 minuti che fa perdere l'unica coincidenza per Milano Centrale.

Venerdì 18 Agosto, il 2084 da Verona per Milano Centrale arriva a Treviglio in anticipo di tre minuti. Ovviamente, "in anticipo" significa rispetto all'orario in cui dovrebbe partire, cioè le 7:02; i treni in realtà dovrebbero sempre arrivare prima dell'orario di partenza; se arrivano esattamente all'orario della partenza, è ovvio che poi accumulano ritardo su ritardo. Ancora più incredibile, il treno arriva a Milano Lambrate con 6 minuti di  anticipo, dimostrando che il tragitto Treviglio-Milano Lambrate può essere coperto in tempi dignitosi anche con i mezzi antidiluviani che Trenitalia offre ai pendolari.
A pensarci bene, anche il 2105 di Giovedì è arrivato a Treviglio in anticipo (di un minuto) sull'orario previsto.
Può durare un simile stato di grazia?

Ovviamente no.
Alle 17:10, alla stazione di Milano Centrale, gli annunci sonori ci informano che, causa un investimento di persona dopo la stazione di Brescia, i treni della linea Milano-Treviglio-Brescia-Verona subiranno ritardo fino a 120 minuti, o cancellazioni.
Questa volta, però, la colpa non è imputabile a Trenitalia/Trenord/FS/RFI.
E' però imputabile a loro il fatto che le "informazioni visive" (cioè gli schermi con gli orari di partenza dei treni) non comunicano assolutamente nulla dei ritardi annunciati.
Nell'incertezza, e per non restare per due ore in stazione a fissare gli schermi, quasi fossero moderne divinità  silenzione e indifferenti quanto quelle di qualunque religione attuale,  non resta che spostarsi alla stazione di Milano Repubblica per prendere un treno suburbano verso Treviglio.
Ma i cosiddetti "passanti", in questo periodo, sono stati saggiamente dimezzati: Trenord/Trenitalia gestiscono professionalmente il servizio, fornendo sempre una copertura per gli inevitabili disagi che una settimana sì e l'altra anche si abbattono sulle efficientissime ferrovie italiane.
Un annuncio sonoro rende noto che un treno suburbano per Milano Bovisa è stato cancellato; Trenord si scusa, il prossimo treno è tra 35 minuti. Trentacinque minuti?
Mi vien da pensare che non sia affar mio, ma è vero che il mio suburbano, quello diretto a Treviglio, secondo gli schermi, è in ritardo di 3 minuti. Peccato che ormai di minuti ne siano trascorsi 7. Ed ecco che lo schermo si aggiorna: il treno è in ritardo di 12 minuti. L'aggiornamento è arrivato così tardi che il treno sta entrando in stazione. I passeggeri non sanno se sia opportuno salire: il tabellone che indica la destinazione del treno, infatti, non fornisce nessuna informazione. Sarà il treno giusto? Come si fa a saperlo? Ci pensa il capotreno, a informarci: quando ormai siamo a bordo, il tabellone si accende e mostra la scritta "Treviglio". Grazie tante.
Il treno parte, e infila le n-mila fermate della linea. Ogni tanto, riparte con le porte aperte, e il controllore/capotreno è ancora fermo sul marciapiedi. A volte, si ferma alla stazione, ma non viene tirato il freno, e il convoglio continua ad avanzare. E il controllore/capotreno deve gridare "il freno!".
Durante il viaggio, ascolto senza volerlo una conversazione tra persone con esperienza diretta dell'argomento di questo blog.
Chi ci avrebbe pensato, che le tante telecamere per la sicurezza dentro le stazioni sono un bluff, dato che spesso e volentieri gli obbiettivi delle stesse sono così sporchi da rendere le immagini indecifrabili? Chi sarà a risparmiare sulle pulizie? Trenord, RFI, Trenitalia, Regione Lombardia, un'azienda appaltatrice che nessuno controlla?
Chi avrebbe detto che sulle linee regionali ci sono ancora carrozze che risalgono al 1970, come si evince da targhette poste chissà dove?
Chi avrebbe detto che su certe linee, tipo la Cremona, in certi orari il personale ferroviario non osa farsi vedere, perchè le carrozze sono invase da numeri esorbitanti di clandestini che non hanno il biglietto, ma hanno fior di coltelli, e utilizzano i sedili per defecare e per sanguinare? Non voglio certo approfondire perchè sanguinino, ma le chiazze che da sempre costellano i sedili rivestiti di stoffa di certe carrozze a me hanno sempre destato una certa ripugnanza.
E ancora, chi se lo immagina che il personale viaggiante viene "richiamato" per non aver "sanzionato" l'ennesimo viaggiatore clandestino strafatto di qualsiasi cosa che urla e sbraita e sventola armi?
Ma le famose guardie armate annunciate poche settimane fa con tanta gravità dalla giunta lombarda, che fine hanno fatto? Le "camice gialle" fanno la loro comparsa la mattina, ma il supporto che danno è praticamente nullo: non possono certo sapere su quale treno si verificherà l'emergenza. E non possono neanche saperlo gli insufficienti agenti della Polizia Ferroviaria, che mentre trattengono un delinquente, vengono chiamati a coprire un'altra emergenza (e cosa fanno col primo delinquente? Gli lasciano le chiavi dell'ufficio?). Il personale ferroviario alla fine è costituito da padri di famiglia: davvero gli si può imporre di rischiare ogni giorno la vita (o comunque di diventare invalidi) per uno stipendio esiguo, e di affrontare in evidente inferiorità numerica (e non solo) una situazione sempre più fuori controllo?
E ancora: tra i vari atti di violenza verificatisi di recente sul suburbano Treviglio-Varese, è accaduto che quattro stranieri ubriachi già alle sei del mattino abbiano costretto il capotreno a chiamare i Carabinieri, con conseguente colluttazione che ha spedito uno dei Carabinieri in ospedale, e visto due degli stranieri in fuga.
Non che questi criminali fuggano poi così lontano: il rumeno che aveva assalito la passeggera su questo Suburbano, ferendola in testa a colpi di martello, si nascondeva nelle fatiscenti strutture abbandonate della stazione di Cassano, che la società ferroviaria preposta (quale?) non provvede a sigillare.

Per fortuna, il viaggio finisce, perchè la galleria degli orrori sembra interminabile. Ma ciò che mi fa davvero orrore è che non si tratta di racconti che posso liquidare come esagerazioni o vittimismo: a me non è mai successo nulla, è vero, ma ho visto e vedo ogni giorno i prodromi delle situazioni descritte, e so con agghiacciante certezza, come per esperienza intuitiva (?), che "è tutto vero". Per tutti lo è, tranne le istituzioni.

Per completezza: il Suburbano arriva a Treviglio con 15 minuti di ritardo rispetto all'orario dichiarato sui manifesti cartacei presenti nelle stazioni (ma pare che non siano stati aggiornati da tempo e non tengano conto della nuova fermata di Forlanini).
E, sempre a Treviglio, gli annunci sonori rendono noto che il 2105 è in ritardo di 120 minuti, ma sugli schermi degli orati dei treni in arrivo, la casella dei "ritardi" è completamente buia.
Come nella stazione di Milano Centrale, sembra che Trenitalia/Trenord/RFI abbiano deciso di non aggiornare più le informazioni visive, almeno nel mese di agosto. Forse hanno pensato bene di ridurle, dato che ad agosto ci sono meno passeggeri.

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