lunedì 23 novembre 2015

Ferrovie dello Stato finisce in borsa


Come è ben chiaro a tutti:
lo Stato torna a mettere sul mercato i suoi gioielli per fare cassa e avvia la privatizzazione di Ferrovie dello Stato.

Eppure il ministro Graziano Delrio (lo stesso che presenzio alla processione religiosa nel paese gemellato controllato dalle cosche) ha una visione diversa, ricca di ottimismo:
"gruppo Ferrovie dello Stato, gruppo che produrrà anche quest'anno ottimi risultati", ha detto Delrio.

Quindi, il gruppo FS è in attivo. Sulla pelle di chi, ci viene da chiederci? E perchè vendere ad azionisti privati qualcosa che fornisce utili? A chi finiscono questi utili, dato che Trenitalia (ma non FS) piange sempre miseria perchè le Regioni non pagano il dovuto per il trasporto pubblico?

Oh, certo, io non capisco niente di finanza, e di aziende, e di società e di borsa.
Io vedo solo che FS produce utili, che lo Stato non li utilizza per finanziare il trasporto ferroviario pubblico, e che lo Stato è ansioso di vendere azioni di FS ai privati per dividere con loro questi utili.
Ancora una volta, tutti ci guadagnano tranne il pendolare (che pure finanzia FS tramite le tasse e tramite abbonamenti e biglietti).

Ancora: dovranno essere "garantiti gli obblighi di servizio pubblico e di pubblica utilità".

Una frase attendibile quanto la politica stessa del capo di Delrio, cioè quel Renzi che afferma una cosa e poi si esibisce nell'esatto contrario, deridendo lo sdegno offeso di chi glielo rinfaccia.

Delrio continua a vendere favole imbarazzanti, travestendo il bisogno di far cassa con scenari da barzelletta:
Per l'esame delle modalità complete di vendita bisognerà comunque aspettare "le prossime settimane", ha concluso Delrio: "Per ora siamo soddisfatti" di un avvio verso la direzione per garantire una maggiore efficienza".

Sembra di ascoltare le dichiarazioni sconcertanti dell'assessore lombardo Sorte: Delrio dove ha visto quest'efficienza? Esiste forse un servizio ferroviario parallelo e occulto?
Sì, ovviamente: è l'Alta Velocità, che è riservata ai benestanti, cioè l'unico pubblico a cui si rivolge la compagine non eletta di Renzi per assicurarsi l'appoggio alle prossime elezioni.

Ci vuole, come sempre, un "gufo" deriso da Renzi come insignificante, per esporre la verità. Una verità che i pendolari verificano ogni giorno sulla loro pelle e nel loro portafogli:
Per Stefano Fassina di Sinistra Italiana si tratta di un "ulteriore drammatico disinvestimento e peggioramento per i servizi di trasporto per i pendolari, già duramente colpiti dai continui tagli dei trasferimenti dal bilancio dello Stato alle Regioni e da tempo impoveriti dalla concentrazione degli investimenti dell'azienda sull'Alta Velocità".

Ma evidentemente a Delrio questi dettagli sfuggono, o forse ha ricevuto ordine dal suo capo di ignorarli, perchè negativi, deprimenti e inadatti all'Italia di successo che bisogna pubblicizzare ovunque per far credere al popolo non-elettore che tutto vada splendidamente.

Le cifre di ricavi sono favolose, ma nessuno parla di dove vadano a finire, né spiega perchè sia necessario quotare l'azienda in borsa per "fare cassa".
Nel 2014, il gruppo Fs ha realizzato quasi 8,4 miliardi di ricavi operativi, che si trasformano in 303 milioni di risultato netto dopo le varie voci di costo. Nel primo semestre del 2015, i ricavi sono arrivati poco sotto 4,2 miliardi di euro e l'utile è salito del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso arrivando a 292 milioni di euro.

Ancora una volta, sono misteri della finanza. Ancora una volta, a nessuno importa nulla di usare il denaro in questione per fornire servizi a chi li paga sempre e comunque.
Però Ferrovie dello Stato finanzia e distribuisce ai pendolari, che scendono da treni scassati e perennemente in ritardo, una fantastica rivista gratuita che magnifica i favolosi servizi ferroviari a disposizione (di qualcun altro).

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