sabato 28 novembre 2015

La minoranza dei pendolari ha bisogno di negozi ma ancora non l'ha capito!

Giovedì 26 Novembre 2015, il 10456 arriva in ritardo di 5 minuti a Treviglio, mentre il Passante per Novara subisce 20 minuti di ritardo a casusa dell'ennesimo guasto "tra la stazione X e la stazione Y".
Al ritorno, il 2105 da Milano Centrale accumula un ritardo superiore ai 5 minuti dichiarati quando arriva a Treviglio, fermandosi continuamente (e senza spiegazioni) lungo il tragitto.
Venerdì 27, il giorno dello sciopero, il treno 10456 accumula 10 minuti di ritardo, ma tutti i treni garantiti che passano per Treviglio sono presenti.
Al ritorno, il 2105 è presente, parte in orario, non è affollato (ovviamente i pendolari hanno preso un giorno di ferie) e arriva a Treviglio con un minuto di anticipo.

Dopo l'ennesima settimana di disagi, ci pensa lo stipendiatissimo presidente di FNM a gettare sale sulle ferite, come riporta questo articolo comparso su l'Eco di Bergamo.


Evidentemente non ha letto le mie critiche alla Stazione Commerciale Centrale di Milano. Ma questo non è niente. L'aspetto grave è il fulcro su cui poggia la sua fantasiosa teoria.

Un sondaggio.
Sulla base di un sondaggio, il presidente del gruppo Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, determina le strategie di un servizio che deve garantire il trasporto pubblico.
Tanto valeva che adducesse l'oroscopo come motivazione.
E invece prosegue imperterrito a spiegare che il sondaggio gli dice che i passeggeri che prendono il treno 2-3 volte la settimana, e quindi 9-13 volte al mese sono considerabili "saltuari". E quindi i pendolari non sono più la maggioranza.
Il metodo utilizzato è sconcertante nella sua approssimazione dilettantesca: una società come Trenord deve munirsi di statistiche certe, di rilevazioni precise del numero di passeggeri per singola corsa, e della sua frequenza, per decidere il destino di investimenti milionari. Che utilizzi uno strumento aleatorio come un sondaggio, senza neanche fornire le specifiche della raccolta dei dati, dovrebbe essere oggetto di intervento immediato dell'assessore ai trasporti.
Ma anche quello tace. Quasi come se presidente e assessore fossero d'accordo nell'usare uno strumento approssimativo come il sondaggio per pilotare investimenti milionari. Quasi come se avessero a cuore gli interessi di qualche impresa privata, che vincerebbe gli appalti per ristrutturare le stazioni e farebbe affari d'oro, usando i soldi dei passeggeri dei treni per produrre ciò che ai passeggeri non serve. Sembra quasi di assistere a una replica della BreBeMi: da più parti era stato detto che si trattava di opera inutile, ma la Regione Lombardia l'ha voluta lo stesso, e adesso la foraggia continuamente con soldi pubblici perchè nessuno la utilizza.

Ma sorvoliamo su questi aspetti, e poniamo al presidente una questione diversa: se i passeggeri sono saltuari, ma il loro numero non varia, per quale motivo Trenord dovrebbe investire denaro in infrastrutture, invece che nel fornire a questi passeggeri un servizio degno di questo nome?
Cosa importa se il passeggero è "pendolare" o "saltuario"? In entrambi i casi, esso deve viaggiare su treni antiquati, afflitti da ogni genere di guasti interni, frequentemente in ritardo, inaccettabilmente affollati, freddi d'inverno e bollenti d'estate, paralizzati da guasti sulla "linea area" e "ai passaggi a livello" e da ogni genere di danno che funesta la rete ferroviaria.
In entrambi i casi, Trenord deve pensare a fare una sola cosa: usare i soldi che ha disposizione per rimuovere questi problemi cronici.
Invece il presidente di Trenord parla di "viaggio in treno di cui qualità e puntualità rimangono caratteristiche imprescindibili": chi le ha mai viste, la puntualità e la qualità?
In che mondo vive questo presidente, che parla di un servizio completamente diverso da quello reale che i passeggeri (saltuari o meno) esperiscono ogni giorno e a ogni ora?
Verrebbe da chiedersi: invece di buttare denaro per intervistare passeggeri a caso in orari a caso, Trenord non potrebbe raccogliere statistiche oggettive sui disservizi continui che caratterizzano la sua "offerta commerciale"?
Il tragico sospetto, ribadisco, è che questo architetto amico di Maroni di Andrea Gibelli sia impegnato a negare l'evidenza con mezzucci patetici, per coprirsi gli occhi con fette di salame, e poter quindi ignorare le richieste dell'utenza ferroviaria e procedere ad arricchire altri amici della Lega Nord con commesse edilizie milionarie.
Ma evidentemente i pendolari sono davvero una minoranza: quella elettorale.

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