martedì 26 aprile 2016

Trenopoli non è un gioco in scatola

Martedì 26 Aprile 2016, i treni di andata e ritorno da Milano Centrale negli orari critici dei pendolari sono in orario. E non troppo affollati. Infatti non ancora tutti i pendolari sono rientrati dalle ferie. Le brevi assenze di massa dei pendolari sono gli unici periodi in cui Trenitalia/Trenord forniscono un servizio dignitoso per i pendolari, ma sottolineo l'aggettivo "brevi": d'estate, infatti, Trenitalia/Trenord sopprimono tratte e treni a piacere, proprio contando sulle ferie dei pendolari, ma sottovalutando i numeri di chi continua a lavorare anche ad agosto, per cui il servizio è immancabilmente insufficiente.
In compenso, alla Stazione Centrale di Milano si può vedere come il 14:05 da Brescia abbia 15 minuti di ritardo, che però il sito di Trenord traduce in 29 minuti di ritardo: ancora una volta, chi dice il vero? In compenso, gli schermi della stazione dicono che il 2099 delle 14:25 partirà con 10 minuti di ritardo, ma il sito di Trenord dice che il 2099 è in orario. Quindi?
Sembra di ascoltare le spiegazioni che Andrea Gibelli ha fornito al giornalista di Report quando gli veniva chiesto il perchè della rimozione dal suo incarico del funzionario dell'audit interna di Ferrovie Nord Milano che aveva solertemente, onestamente e rettamente svelato i crimini del precedente presidente di FNM, Achille: ben lungi dal rispondere, il nuovo presidente Gibelli (che fu vice di Formigoni nella giunta regionale lombarda) ha ripetuto due volte di seguito che si trattava di una "riorganizzazione" in cui ogni persona era stata messa nella posizione più adatta (cioè la posizione di non nuocere ai dirigenti che si fanno gli affari propri con i soldi dell'azienda). Un dialogo con un sordo, esattamente come quello tra il sito di Trenord e le informazioni diffuse nelle stazioni ferroviarie.

Oltre a Report, si può contare solo sul Movimento 5 Stelle, perchè venga indagato ed eventualmente denunciato il malaffare imperante nella gestione feudale e arrogante della cosa pubblica lombarda, che ormai va avanti da decenni. Il caso in questione è quello dei nuovi treni di Trenord/Trenitalia, inspiegabilmente difettosi e soggetti a ogni genere di guasto (oltre che di ritardo).
(E oltre a costoro, si può contare solo sulla stampa minore e l'informazione indipendente su internet per apprendere simili notizie).
Nello specifico, si tratta dei TSR a due piani dedicati ai pendolari sulle linee del "Passante", ma è difficile non notare affinità con altri treni ultramoderni e i loro continui guasti di cui ho parlato più volte. Chissà se anche quest'altro sasso verrà prima o poi spostato, rivelando il verminaio di collusione politico-affaristica che prospera ai danni del cittadino (soprattutto di quello che insiste a votare questi preclari esempi di onestà e virtù cristiana).



A seguito di una circostanziata lettera anonima pervenutaci, il M5S Lombardia ha passato al setaccio il piano di acquisto dei treni TSR a due piani (quelli usati dai pendolari delle linee regionali e suburbane come la S13) che, negli ultimi 10 anni, ha visto spendere quasi 600 milioni di euro di finanziamenti pubblici diretti alle società che gestiscono il servizio. La prima gara di appalto risale al 2003. Da allora la Regione Lombardia approverà ordini di acquisto senza gara per cifre che arriveranno a triplicare i 166 milioni dell’appalto originale, assicurando in 5 anni, incarichi per mezzo miliardo di euro tutti alla stessa impresa aggiudicataria. Il M5S ha tradotto in un esposto la verifica, la raccolta documentale e le analisi del materiale pervenuto. L’esposto è stato inviato all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Corte dei Conti perché siano svolti i più approfonditi controlli e si metta fine a questo sperpero di risorse pubbliche
“La costituzione della flotta di treni oggi circolante sulla rete regionale –  spiegano i consiglieri regionali del M5S Lombardia Eugenio Casalino, Silvana Carcano e Iolanda Nanni – ha inizio con l’era Formigoni: la prima gara di appalto per i TSR risale al 2003, e come scopriremo sarà anche l’ultima. Da quel momento infatti, Regione Lombardia approverà ordini di acquisto senza gara per cifre che arriveranno a triplicare i 166 milioni dell’appalto originale, assicurando in 5 anni, incarichi per mezzo miliardo di euro tutti alla stessa impresa aggiudicataria. Il rinnovo dei contratti senza gara pubblica è sicuramente ammesso dalla normativa nazionale ma solo ed esclusivamente in casi di particolare necessità e urgenza, casi particolari che i dirigenti della partecipata regionale hanno di volta in volta descritto e risolto in due righe aleatorie riportate nei contratti. Ma derogare alla normativa, avverte l’ANAC, non solo compromette il vantaggio economico per l’ente pubblico ma costituisce quella zona grigia che è condizione favorevole per il proliferare della corruzione, ad esempio verificatasi con quella sequela di arresti e processi che hanno portato alla fine impietosa del ventennio formigoniano”.
“Considerata la lezione – aggiungono – la nuova giunta del presidente Maroni avrebbe dovuto invertire la rotta riportando la spesa di soldi pubblici sul piano della correttezza e della trasparenza, ma non sembra sia andata esattamente così. Infatti, per l’acquisto dei treni TSR tra il 2013 e il 2014, abbiamo verificato che viene nuovamente rinnovato l’appalto del 2003 senza gara spendendo altri 80 milioni di euro fuori dalla regole e arrivando a pagare i  convogli oltre il 50% in più rispetto al costo originario; una condizione che, fatto un confronto con l’operato di altre aziende pubbliche ha confermato la grave inefficacia della politica regionale in questo settore. Ad esempio, nello stesso periodo storico dal 2005 al 2012, l’azienda dei trasporti municipali milanesi ha bandito due (!) gare di appalto per l’acquisto dei treni della metropolitana ottenendo, al contrario dei treni regionali, un abbattimento dei costi del 16%. A nostro avviso è l’ ennesimo esempio di spreco di soldi pubblici, tra mancati risparmi e maggiori oneri, di irregolarità diffuse e di una mancata pianificazione degli acquisti. Abbiamo quindi tradotto in un esposto la verifica, la raccolta documentale e le analisi che ci hanno impegnato molto tempo. L’esposto è stato inviato all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Corte dei Conti perché siano svolti i più approfonditi controlli e si metta fine a questo ennesimo e continuo sperpero di risorse pubbliche”.
 

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