venerdì 1 aprile 2016

Primo d'aprile: il pesce del treno soppresso dopo 40 minuti di agonia

Venerdì 1° Aprile è il giorno ideale per giocare scherzi memorabili.
Trenord/Trenitalia/FS non si lascia sfuggire l'occasione.
Il treno 2103 delle 16:25 da Milano Centrale per Verona è lo strumento perfetto.
Come ho raccontato, settimana scorsa questo treno si è guastato e ha accumulato 25 minuti di ritardo. Il suo modello è ETR425, se questa sigla dipinta sui locomotori significa qualcosa: forse non è uno dei tre modelli tanto vantati sulla rivista gratuita di FS, ma è comunque un modello moderno, e deve essere costato non poco. Perchè si guasta sempre?
Nel caso in esame, il treno raggiunge la stazione di Milano Lambrate in relativo orario, riparte e si ferma. Riparte, copre pochi metri, e si ferma. Tre, quattro, cinque, dieci volte. Arrancando penosamente, copre la distanza che separa Lambrate dalla stazione di Pioltello accumlando 35 minuti di ritardo.
TRENTACINQUE. MINUTI. DI. RITARDO.
E durante questi trentacinque minuti, il personale di bordo mantiene il più totale silenzio. Non una parola viene spesa per informare i passeggeri di cosa li sta trattenendo contro la loro volontà nella terra di nessuno tra Lambrate e Pioltello.
Interruzione del servizio, potremmo dire? Dove sono Cinzia Farisè e i suoi dirigenti che dovevano viaggiare con i pendolari? Dov'è l'arrogante controllore che martedì 29 marzo faceva tanto l'aggressivo col tranquillo e cortese passeggero che osava aver pagato l'abbonamento, ma dimenticato la tessera? Dov'è l'assessore Alessandro Sorte, che solitamente legge le veline passategli da Trenitalia, oppure tuona contro l'opposizione che osa mettere a nudo le sue operazioni effettistiche e di facciata, ma prive di sostanza?
Boh. Di certo non erano sul treno 2103, che a Pioltello ha fatto attendere i passeggeri per altri 10 minuti, prima che il personale di bordo si ricordasse di rendere nota, via altoparlanti interni, la presenza di un guasto al "sistema di sicurezza" (frase purtroppo stringata e incomprensibile).
E, infine, l'annuncio definitivo: il treno termina la corsa a Pioltello.
30 minuti buttati via. Altri 10 minuti passano prima che arrivi il 17.10 per Brescia, in ritardo di 10 minuti e con carrozze a un solo piano già piene. Chi riesce, sale a bordo.
Il resto dei passeggeri deve attendere il passante S5 23057 delle 17:21, che arriva in ritardo di 10 o di 5 minuti, a seconda che il passeggero consulti gli schermi nei sottopassaggi o quelli sui marciapiedi della recentemente rifatta stazione di Pioltello. Rifatta benissimo, ovviamente: schermi diversi riferiscono ritardi diversi per lo stesso treno. Dai marciapiedi, non c'è verso di sapere quali treni siano in arrivo, perchè gli schermi con gli orari si trovano nel sottopassaggio o sul solo binario 1. Ma questi schermi riportano ritardi non congruenti con quelli degli schermi specifici dei singoli marciapiedi. E quindi?
Quindi vince il ritardo peggiore, quello di 10 minuti.
Io ho usato un'ora di permesso per arrivare a destinazione esattamente all'ora a cui arrivo quando esco senza prendere un permesso. Un'altra ora buttata via. Chi me la ripaga? Come rientrerà nelle statistiche di Trenitalia/Trenord, che vantano fantomatici miglioramenti della puntualità?

Ma soprattutto, che il treno 2103 modello ETR425 (o quello che è) avesse problemi, lo si sapeva da almeno una settimana.
E non è che nei mesi precedenti non si sia guastato spesso. Oppure devo considerare una portentosa coincidenza, il fatto che le rare volte in cui io ho preso quel treno, si sia verificato un guasto?
Chi è stato a decidere di continuare a utilizzarlo? E' stata effettuata un'opportuna manutenzione in merito? Perchè è stato acquistato un treno così difettoso? Chi ha deciso l'acquisto, e in base a quali garanzie e collaudi? Ci si può rivalere sul costruttore? Trenitalia/Trenord/FS pagheranno per questa interruzione di servizio?

Purtroppo, l'assessore ai trasporti Alessandro Sorte non interviene mai, quando accadono cose come questa, chiedendo con forza spiegazioni a Trenord (o Trenitalia o FS, come ben sappiamo queste entità si separano solo quanndo bisogna scaricare le responsabilità di fronte agli utenti).
L'assessore si sveglia solo quando si tratta di fare propaganda politica, attaccando l'opposizione con dichiarazioni pesanti e sensazionalistiche, studiate al solo scopo di solleticare gli istinti peggiori dell'elettorato più ignorante.
E' il caso della faccenda dell'aumento delle guardie giurate sui treni: come ben risponde il M5S, Sorte si guarda bene dal dichiarare la completa inutilità di queste guardie, che sono costate 7 milioni e che non possono intervenire quando si verifica una situazione che riguarda la sicurezza (violenze da parte di passeggeri, per esempio).
Si tratta di un deterrente davvero costoso, che si è dimostrato inefficace, stando alle stesse notizie usate da Sorte per dimostrare che bisogna spendere ancora più soldi per assumere ancora più guardie impossibilitate a intervenire.
Ma Sorte non esita ad attaccare un avversario politico, scaricando così le colpe dell'inefficacia dei propri provvedimenti. E con che impeto lo fa, con che affermazioni pesanti e drammatiche.
Magari sentissimo Sorte rivolgersi così a Trenitalia/Trenord, chiedendo conto del denaro speso per treni moderni inadatti alle linee su cui sono stati piazzati, o chiedendo chiarezza sulla discordanza tra i dati sulla puntualità diffusi dalla stessa Trenitalia e le proteste degli utenti, tanto per fare due esempi del disservizio di Trenitalia/Trenord che invece non viene mai affrontato dalla giunta Lombarda, se non con annunci che si rivelano poi slegati dalla realtà.

D'altra parte, basta vedere la mentalità propagata dalla capolista di Forza Italia per le prossime elezioni, per capire quanto importi a questa gente del servizio pubblico.


Un video per contestare la politica del Comune di Milano sulle multe, davanti a una fila di auto in divieto di sosta. Il set del j’accuse della capolista alle prossime elezioni di Forza Italia, Mariastella Gelmini, non sfugge all’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, che la inchioda: “Questa candidata davanti a tre auto in sosta irregolare dice basta multe. É la stessa del tunnel dei neutrini dalla Svizzera al Gran Sasso.

Invece che puntare sull'educazione civica dei milanesi, preferisce parlare ai loro istinti peggiori, ergendosi a paladina del menefreghismo e dell'arroganza degli automobilisti incivili che voglio fare i loro porci comodi ovunque e sempre.
Certo, i cittadini dovrebbero non solo essere sensibilizzati, ma anche messi in condizioni di poter fare a meno dell'automobile. Ciò però significa rafforzare il trasporto pubblico: a parole, è un obiettivo prioritario con grandi investimenti, ma i fatti dicono l'esatto opposto. Basta pensare ai ripetuti finanziamenti all'inutile e fallimentare autostrada BreBeMi, per esempio. O all'intoccabilità degli "amici leghisti" a cui è stato necessario trovare un posto ben retribuito all'interno di Trenord. O ai presidenti che pensano che per migliorare il trasporto si debba trasformare le stazioni in centri commerciali. O all'avallo della politica e dei dati di Trenitalia, agghiacciante caso di azienda che controlla se stessa col benestare del politico eletto per difendere invece gli interessi dei cittadini.

Quello che davvero abbiamo, oltre alle chiacchiere e alla celebrazione degli autoveicoli da usare in barba a qualsiasi senso decenza e civiltà, sono certi treni modernissimi e sbandieratissimi come grandi risultati, che però si guastano in continuazione e in modo sempre più grave, senza che nessuno intervenga a capire perchè cose del gener siano all'ordine della settimana. Persino quando non ci sono i passeggeri.

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