sabato 15 aprile 2017

Dilaniato dal treno di Trenord: indagine per omicidio - il treno è degli anni 1980 - ma la giunta della regione Lombardia preferisce riversare denaro pubblico in autostrade inutilizzate


Stava scendendo e non salendo l’uomo dilaniato martedì da un convoglio Trenord nella stazione di Cucciago, dopo essere rimasto con un piede incastrato tra le porte. È la convinzione della procura di Como che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Gli inquirenti dovranno stabilire, oltre all’identità del morto, anche perché il treno abbia continuato la sua corsa per 4 km, nonostante la gamba fosse chiusa tra le porte.

Il convoglio, risalente a metà anni ’80, è infatti dotato di un sistema di allarme – il blocco porte – che si inserisce quando tutte le porte sono chiuse e il treno inizia a muoversi. Se una porta risulta aperta, il macchinista riceve un segnale e deve fermarsi. Per Trenord “il convoglio è partito regolarmente con blocco porte attivato”.
Un incidente simile era capitato,  sempre su un convoglio Trenord, il 17 luglio 2015 nella stazione di Dormelletto, quando un 17enne rimase gravemente ferito dopo essere saltato dal treno. Anche allora il convoglio continuò la sua corsa, nonostante la porta aperta. Nel diario di bordo del treno erano stati registrati diversi episodi di “Blocco porta irregolare, ma niente segnale in cabina di guida”. Sull’episodio la procura di Verbania ha aperto un fascicolo.
Un treno della seconda metà degli anni 1980, ancora in circolazione adesso, deve avere almeno 28 anni. Con la gravissima carenza di manutenzione da parte di FNM (che gestisce il parco treni delle miserabili "linee convenzionali" della Lombardia), emersa ripetutamente negli ultimi sei e passa mesi, è inevitabile che capiti un incidente fatale. Ma le cose non stanno andando come ipotizzavo: l'argomento, nonostante la sua gravità, è stato ignorato dai media nazionali, e la voce del solo giornalista Andrea Sparaciari non basta per infrangere la barriera di omertà e compiacenza che protegge Trenord, FNM, e la cricca governativa della regione Lombardia che ne spalleggia la malagestione.

In compenso, un'altra prova del fallimento della politica dei trasporti del Nord Italia è comparsa sull'Eco di Bergamo, ancora una volta tra l'indifferenza di tutti i nemici delle sprecopoli italiane:


«Nel 2014 Brebemi aveva chiuso con una perdita di 35,4 milioni, nel 2015 le perdite erano raddoppiate, salendo a 69 milioni di euro. Nell’esercizio del 2017 le perdite ammontano a 49 milioni di euro ma va chiarito che la società ha introitato la prima trances di 40 milioni di aiuto pubblico dalla regione Lombardia. Senza questo aiuto il disavanzo ammonterebbe a 89 milioni di euro cioè 20 milioni in più rispetto allo scorso anno».

«Dal bilancio emerge che: il deficit è uguale agli introiti, questo significa che Brebemi spende il doppio di quello che incassa.

Per qualsiasi altra impresa sarebbe già stata avviata la procedura fallimentare; il debito complessivo cresce, adesso è a quota 140 milioni e cresce ogni anno rendendo impossibile ripagarlo; la convenzione Cal -Brebemi impone requisiti di solidità patrimoniale che non sono evidentemente rispettati, e che se non rispettati potrebbero portare a sanzioni fino alla revoca della concessione. Ma tace il vigilante Cal (Concessioni Autostradali Lombarde). Del resto le stime aziendali avevano annunciato di 60 mila veicoli in circolazione ogni giorno, mentre non si è andati nel 2016 oltre i 15 mila veicoli/giorno»

«Con le tariffe (doppie rispetto alla media nazionale) e l’aumento delle tariffe del 7,88% da inizio anno, le potenzialità di crescita del traffico sono esaurite. Il traffico copre solo il 25% degli introiti previsti dal Piano economico finanziario andando avanti cosi si bruciano inutilmente gli aiuti pubblici.

Il Governo dovrebbe intervenire per valutare le condizioni del ritiro della concessione e fermare l’inutile collegamento A35-A4 (Ospitaletto-Castegnato) non previsto dalla concessione originaria che costa 50 milioni di euro e distrugge altri 60 ettari di terreno agricolo
Grottescamente, c'è chi difende questa autostrata dal costo spropositato, perchè allevia il traffico della A4, migliorando la qualità dell'aria. Bisogna essere proprio ritardati (o collusi) per voler spacciare questo colossale spreco di denaro pubblico per un investimento necessario per migliorare l'avvelenata atmosfera lombarda. Soprattutto dato che spostare le auto da una strada a un altra non risolve il problema del traffico privato, ma si limita a diluirne gli effetti, rinviando al massimo di qualche mese l'accumulo di veleni (che i media non menzionano più per non dispiacere giunte varie, probabilmente). Per non dire del consumo di suolo, che a sua volta significa esporre ulteriormente la Lombardia al pericolo di alluvioni devastanti, dato che c'è sempre meno terreno in grado di assorbire le pioggie torrenziali del clima equatoriale sviluppatosi negli ultimi anni. Si può capire che una persona collusa sostenga la BreBeMi con le scuse ridicole di cui sopra, ma solo una persona ritardata potrebbe non capire che le cifre spropositate di denaro pubblico gettate al vento (in tasca a imprenditori amici della Lega Nord, o magari del PD di Sala) in questo ambito potrebbero invece essere impiegate per abbattere davvero l'inquinamento atmosferico locale: basterebbe investirle nel trasporto ferroviario pendolare regionale (e non usarle per finanziare i benestanti che viaggiano sui FrecciaRossa), potenziando treni e corse delle fasce critiche, cosa che spingerebbe moltissimi altri automobilisti a servirsi del trasporto pubblico. Troppo difficile? Purtroppo, per il leghista medio infarcito di ideologia vecchia di decenni e del tutto avulsa dalla realtà, la risposta è sì.

Venerdì 14 aprile, il treno 2077 Milano-Verona regala il solito disservizio, con 11 minuti di ritardo, e fermi durante i quali treni FrecciaRossa transitano tutt'intorno a esso.








Per chiudere con un altro orrore, ecco che Ferrovie dello Stato si prepara davvero a inglobare ANAS, col benestare di un branco di ministri che da sempre dimostrano di avere a cuore gli interessi dei cittadini.

Il consiglio dei ministri sblocca l'operazione di incorporazione della società che gestisce la rete stradale e autostradale nel gruppo ferroviario.

Anas diventerà così una delle controllate del gruppo Fs e le azioni verranno trasferite a Ferrovie dello Stato. La norma che regola l'operazione - ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio - è presente nel decreto di correzione dei conti che ha accompagnato la presentazione del Def.

I ministeri avrebbero trovato un'intesa su uno dei punti che in questi mesi hanno bloccato la fusione, quella dei maxi contenziosi che pesano sul bilancio della società, attraverso l'autorizzazione di un piano triennale di definizione in via bonaria dei pendenti con l'accantonamento di riserve per 700 milioni di euro.
Un altro snodo fondamentale per il buon esito del matrimonio è che la norma permetta alla nuova entità di rimanere al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione, in modo da non sovraccaricare il debito che verrà contratto per gli investimenti sul bilancio dello Stato. Perché ciò sia assicurato, serve il placet di Eurostat (che “bollina” i grandi numeri del bilancio pubblico) ma sembra che su questo fronte siano arrivate le sufficienti rassicurazioni.
In che modo la nuova entità resterà "al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione"? Sarà pubblica, oppure no? Se non sarà pubblica, con che denari (non pubblici) sarà finanziata? E se non sarà pubblica, a chi risponderà? E chi ripianerà i suoi mostruosi debiti?

E' piuttosto ovvio che questa operazione è l'ennesima truffa ai contribuenti: come nel caso di FNM e Trenord, verrà creato un'azienda che si comporterà da "ente privato", ma riceverà soldi pubblici in continuazione (avete presente che la regione Lombardia paga le guardie giurate che respingono i viaggiatori senza biglietto, lavorando di fatto per Trenord, ed evitando a Trenord di assumere e stipendiare personale?).
E quando i dirigenti di questo nuovo ente abuseranno del loro potere, usando il denaro dell'azienda per scopi personali (vedii Achille Norberto di FNM), la  forma giuridica "non pubblica" di questo ente li metterà al riparo dalle accuse più gravi una volta che finiranno in tribunale.

Inspiegabilmente, tutto ciò avviene per opera e volontà di ministri che appartengono a una formazione politica ipocritamente chiamata "partito democratico".

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