venerdì 11 novembre 2016

I treni svaniscono, ma i biglietti aumentano per la sicurezza?

Si inizia con la segnalazione fotografica di un lettore, che ci mostra le condizioni in cui, Venerdì 4 Novembre 2016, si presenta il treno delle 7:29 da Bergamo per Milano Porta Garibaldi, alla stazione di Carnate-Usmate.
La carrozza è avvolta dal ben noto fumo soffocante e assai acre che scaturisce dall'attrito tra i freni e le ruote del treno, chiaramente protrattosi per gran parte del tragitto.
Ricordiamo come il parco treni della flotta lombarda sia gestito da FerrovieNord (che ora ha il nuovo nome, ma è sempre FNM?), e che la giunta leghista della regione Lombardia ha miliardi da investire nelle autostrade fallimentari come BreBeMi, mentre spende solo un paio di centinaia di milioni nel trasporto ferroviario.

Lunedì 8 Novembre, alle 7:23 arriva a Treviglio un 10456 per Milano Porta Genova dotato di sole carrozze a singolo piano.
Con che criterio Trenord/FNM/Trenitalia/FS decidano di inviare convogli con un numero palesemente insufficiente di posti durante la fascia oraria dei pendolari (cioè lavoratori più una marea di studenti), mi sfugge.
Sarà questa la maggiore attenzione al trasporto regionale promessa da Renato Mazzoncini (AD di Ferrovie dello Stato)? Certo, Mazzocini l'ha promessa facendo fare bella figura a Renzi, che ha incassato questo appoggio propagandistico per la propria campagna relativa al referendum; e Renzi in cambio ha sostenuto i piani finanziari di Mazzoncini, che vuole quotare in borsa i FrecciaRossa (cioè vendere ai privati la parte redditizia di FS), nonchè costruire il ponte sullo stretto di Messina.
Ma a noi pendolari cosa viene, da questo scambio di favori tra alta finanza e politica che va a vantaggio dell'alta finanza? (Non una, ma due volte, dato che la riforma della Costituzione è stata scritta per compiacere JP Morgan e il liberismo della finanza internazionale, noto anche come capitalismo selvaggio).
A Milano Lambrate, il 2272 delle 7:39 per Milano Centrale è in ritardo di 10 minuti.
A bordo di questo treno, sento il personale ferroviaro parlare della causa di questo ritardo: si tratta "del Novara", che è notoriamente sempre in ritardo, in quanto pare essere un catorcio ambulante, con porte delle carrozze che si guastano in continuazione. La cosa mi è familiare, dato che il 2105 da Milano Centrale per Verona ha presentato lo stesso problema per settimane, negli ultimi mesi.
Il personale ferroviario continua, esprimendo un certo sconcerto nel descrivere come su questa linea i treni passeggeri vengano messi "in buca" per far passare i treni merci.
"Mettere in buca" significa "fermare un treno nel mezzo del nulla, senza dare informazioni", un'esperienza fin troppo nota a chi prende i treni da Cremona per Milano Centrale via Treviglio (dove però essi vengono messi "in buca" quando transitano i FrecciaRossa per cui il gioviale ministro Delrio Graziano esultava con goia infantile e incosciente).
A Milano Centrale, alle 13:25, il treno 2097 per Verona Porta Nuova è cancellato, a causa della mancata preparazione del treno.

Martedì 8 Novembre, dopo le 12:00, un danno a linea elettrica tra Brescia e Rovato, causato da una "azienda esterna al gruppo FS", interrompe la linea, con ritardi fino a 2 ore.
Il treno da Milano Centrale delle 16:25 per Verona è cancellato.
L'analogo treno 2105 delle 17:25 è strapieno, con gente in piedi ovunqe già in stazione Milano Centrale. Se Trenord/Trenitalia gestissero queste linee sovraffollate come si deve, queste emergenze (all'ordine della settimana, quindi neanche tanto imprevedibili) sarebbero più gestibili. Ma chi si preoccupa di dirlo, tra i rappresentanti eletti dai cittadini?
Chiediamoci anche perchè una società esterna al Gruppo FS stesse lavorando sulla linea elettrica della ferrovia, considerando la delicatezza e la criticità di un simile impianto. Perchè le società del Gruppo FS concedono di fare simili lavori a terzi? Si trattava forse di un appalto? E se sì, a quale scopo? Era forse un lavoro relativo all'avvio dell'Alta Velocità tra Brescia e Treviglio, ancora una volta effettuato a danno dei passeggeri del trasporto pubblico?
Chi dovrebbe porre queste domande e pretendere una risposta? Forse l'assessore Sorte Francesco, o forse il ministro Delrio Graziano? O l'AD di FS, Mazzoncini Renato?

Mercoledì 9 Novembre, il treno 10456 si presenta alle 7:23 a Treviglio con carrozze a un solo piano. Come nei giorni precedenti, è già affollato, e si riempie ulteriormente, costringendo i passeggeri a viaggiare in piedi, stipati, e per quasi 30 minuti, su una tratta che ne richiede 17. Alla faccia degli interventi di potenziameno tra le stazioni di Treviglio e Melzo, che dureranno fino al 10 dicembre (2016?). Quando avranno effetto? Mai?
Di certo questi interventi non giustificano che il 7:33 per Milano Centrale arrivi in ritardo di 5 minuti.
Alla stazione di Milano Lambrate, apprendo che i treni che viaggiano nella direzione di Pavia subiranno ritardi fino a 15 minuti a causa di un guasto agli impianti. Chissà se la porzione di impianti guasti è gestita da FNM/Trenord o da RFI? Chissà se è più il menefreghismo di Sorte Alessandro o quello di Delrio Graziano a contare, qui? E quello di Mazzoncini Renato, colui che promette più attenzione al trasporto regionale?
Alle 17:15, alla stazione di Milano Centrale, si apprende che il treno da Verona Porta Nuova previsto in arrivo alle 17:35 è stato cancellato. Perchè? Di certo non vale la scusa della manutenzione della linea tra Treviglio e Melzo, qui. Ma chi si occupa di chiederne conto alle società ferroviarie di FS? Nessuno? E i cittadini-passeggeri, cosa hanno eletto a fare i loro rappresentati politici?

Giovedì 10 Novembre, il treno suburbano 10610 da Treviglio per Novara delle 7:25 è cancellato. Motivo? Non si sa.
Il 10456 delle 7:23 per Milano Porta Genova è in ritardo di 5 minuti. La scusa della manutenzione non vale, perchè si svolge sul tratto di linea ferroviaria successivo a Treviglio.
Alla stazione di Milano Lambrate, il 2180 delle 7:28 per Milano Centrale è in ritardo di 25 minuti.
Il 20408 per Milano Certosa delle 7:43 è in ritardo di 10 minuti. Anche qui, non vale la scusa dei lavori in corso tra Treviglio/Melzo, che Trenitalia/Trenord continua a sbandierare negli annunci sonori e visivi, quasi giustificasse tutti i suoi clamorosi disservzi (anzi, non-servizi), le sue inefficienze, la sua gestione criminale che passa costantemente sotto silenzio.
Il 2105 delle 7:25 da Milano Centrale per Verona esce dalla stazione Centrale, e resta fermo per 5 minuti, mentre intorno a lui transitano almeno due Frecciarossa.

In compenso, apprendiamo che sulla linea verso Como sta per esordire la carrozza di sicurezza centrale, con i mezzi per chiamare soccorso e non so che altro. "Sicurezza" che dovrà essere pagata dai passeggeri, come lasciato intendere non solo da Trenord (che ovviamente fa gli interessi propri), ma anche dall'assessore regionale Sorte Alessandro (che invece dovrebbe fare gli interessi dei cittadini). Purtroppo, Sorte Alessandro è espressione della succitata giunta leghista della Lombardia, interessata a spendere miliardi in autostrade sottoutilizzate (BreBeMi) e solo centinaia di milioni nelle ferrovie, i cui mezzi si stanno sfasciando sotto i nostri occhi.

Venerdì 11 Novembre, il 2105 da Milano Centrale per Verona Porta Nuova accumula 12 minuti di ritardo (che sono solo 10 secondo gli schermi della stazione di Treviglio).
E' un ritardo giustificato dai lavori tra Melzo e Treviglio?
Non tanto: il treno li accumula in due fasi. Subito dopo essere uscito da Milano Centrale (un po' lontanuccio da Melzo); e alla stazione di Pioltello (e qui è quasi più credibile).
Mentre il treno è fermo a Pioltello, vedo uno schermo con le informazioni di un treno in arrivo da Milano Greco Pirelli, con un ritardo di 5 minuti che balza poi a 10 minuti. Motivo? Boh. Di certo non per la manutenzione della linea.

Da segnalare, infine, l'ennesimo esempio dell'inadempienza deliberata di Trenord, che si mescola all'inciviltà e all'arroganza di una passeggera.
Pur essendo venerdì sera, il 2105 offre sempre lo stesso numero di posti, e non ci sono corse alternative verso Brescia o Verona.
Alla stazione di Milano Centrale, il treno è già pieno. Una passeggera sui quarant'anni si ostina a tenere occupato un posto con un paio di zaini. A chiunque le chieda se è occupato, costei risponde di sì.
Ormai il treno è colmo fino all'ultima carroza, e i passeggeri in piedi chiedono da chi sia occupato quel posto. La quarantenne risponde che è occupato da sua madre, che "sta arrivando".
Ma la vegliarda deambulante non arriva.
E un passeggero, palesemente scocciato, invita la quarantenne a liberare il posto: dovesse la madre mai arrivare, la quarantenne potrà cederle il posto.
La quarantenne risponde al passeggero che può essere lui a cedere il posto alla vegliarda.
Il treno intanto è partito. Pensare che la vegliarda, evidentemente salita sulle vetture di coda, riesca a risalirlo fino a noi, è insensato: anche un ritardato capirebbe che è impossibile per un vegliarda attraversare carrozze stipate da passeggeri in piedi, bagagli giganti, tamarri e altre creature non tanto fantastiche.
Ma la quarantenne non vuole saperne, e il passeggero si scalda. Lei lo apostrofa con un "giovane", lui ribatte con epiteti meno civili. E la quarantenne si scoccia, e lo definisce maleducato e aggressivo, eccetera. E quando il passeggero le dà della cretina, ecco che la quarantenne diventa passivo-aggressiva: "come osi tu rivolgere a me, una donna, un insulto simile? Io ti faccio arrestare".
E che ci si creda o no, arriva a proferire la famosa frase del "non sai neanche chi sono" (vabbe', non è veramente la frase "lei non sa chi sono io" di deCurtisiana memoria, ma ci manca poco).
Non solo questa quarantenne occupa indebitamente e strafottentemente un secondo posto su un treno pubblico, dove ciò non può avvenire; non solo pretende che i passeggeri le permettano di fare ciò che le pare (perchè al sesso debole bisogna cedere il posto?). No. La quarantenne pretende di legittimare il proprio abuso (occupazione arbitraria di un posto pubblico) con l'arrogante e implicito ricatto di denunciare il "maschilismo" del passeggero, facendosi passare per una vittima dell'aggressività altrui.
C'è una sola altra donna sul treno che si alzi a farle presente quanto questo comportamento arrogante e strafottente vada a svantaggio delle donne, del femminismo e della battaglia tanto cara ai nemici delle cause del "femminicidio"? C'è qualcuna che le faccia presente quanto è ripugnante il suo parassitismo profittatore da sciacallo opportunista, con cui tenta di sfruttare il suo presunto stato di "sesso debole" per godere di privilegi immeritati, anzi di abusare sfacciatamente di un bene comune (ai passeggeri), imponendosi con prepotenza sui diritti altrui?
C'è mai qualcuna che si indigni di come le battaglie per i diritti delle donne siano sfruttate da certe donne per farsi i propri interessi, comportandosi come i maschi che le opprimono da secoli (e legittimandone quindi il comportamento)? 
Che poi alla quarantenne non stia veramente a cuore la "madre di una certa età", è palese dal fatto che costei costringa la donna a prendere un treno di pendolari, in una fascia di punta, il venerdì sera. Bisogna avere una seria tara mentale, per non saper discernere la proibitività di una tale situazione per una cariatide abbandonata a se stessa. Invece, la quarantenne fa andare la madre in giro per Milano da sola, e la fa rientrare in treno (a Brescia? A Verona?). E se ne sta seduta ad attenderla nelle carrozze di testa, cioè le più lontane, telefonando per ordinare alla genitrice geriatrica di raggiungerla, pur sapendo che la vegliarda deve farsi strada da sola lungo numerose carrozze stipate all'inverosimile di gente. Se alla quarantenne premesse il benessere della madre, si alzerebbe per raggiungerla e fare il viaggio con le. Invece se ne resta seduta. Perchè ciò che le interessa è farsi i propri porci comodi, come una mocciosa viziata a cui tutto è dovuto, riservando il posto alla madre (che non arriva) e ignorando il disagio di tutti i passeggeri costretti a stare in piedi. E torniamo al profilo dello sociopatico medio già descritto in precedenza: la quarantenne ritiene che ad essere vivi siano solo lei e sua madre, mentre tutte le altre persone sono semplicemente sagome di cartone che fanno da sfondo alla sua vita, e quindi i loro diritti possono essere ignorati a favore della di lei comodità.
Per inciso, sappiamo benissimo quanto per questa donna la politica più ovvia fosse quella di occupare un solo posto, e accennare alzarsi all'arrivo della madre anziana: in quel momento, altri due o tre passeggeri si sarebbero a loro volta alzerati, lasciando con cortesia il posto alla signora. Tra sventurati che patiscono lo stesso destino di soprusi del gruppo FS, è la dignità a innescare la solidarietà, non l'arroganza strafottente.
Per secondo inciso, sappiamo benissimo che tutto ciò si è verificato, qualche carrozza più indietro, dove qualche imbranato cortese avrà ceduto il posto alla vegliarda. Lo so perchè è il tipo di cose che faccio io, e lo dico alla faccia di chi si indigna per le mie parole sulla strafottente quarantenne.

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