domenica 6 novembre 2016

Annunciato aumento dei biglietti per gennaio 2017, in concomitanza con la riduzione del servizio

Lunedì 31 Ottobre 2016, giorno di "ponte" fra due festivi, i treni della mia linea sono in orario, ma alle 17:33 incappo in un treno da Verona (che viaggia in senso opposto al mio) in ritardo di 25 minuti.

Giovedì 3 Novembre 2016, alla stazione di Treviglio, il treno 10906 da Brescia delle 7:28 per Milano Greco Pirelli è cancellato.
Conseguenza? I pendolari che solitamente lo affollano si riversano sul treno delle 7:23 da Cremona, il 10456. Treno che, per l'occasione, si presenta con carrozze a un solo piano, che ovviamente si rivelano insufficienti, e costringono i passeggeri a viaggiare ammassati uno sull'altro.
Invece, i pendolari provenienti da Brescia che non hanno potuto prendere il 10906 si sono riversati sul successivo treno per Milano Centrale, che arriva a Treviglio alle 7:33, stipato oltre ogni legge della compenetrabilità dei corpi.
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2160 delle 7:49 è in ritardo di 5 minuti, che nella pratica sono molti di più.
Infatti, il treno delle 7:53 da Brescia per Milano Centrele arriva prima di esso.
Peccato che il 7:53 sia quello partito alle 7:33 da Treviglio: anche dopo aver scaricato parte dei viaggiatori a Milano Lambrate, è ancora così affolato da costringerci a viaggiare in piedi.
Per curiosità, di chi è la responsabilità di questo servizio mancato? E si tratta di un servizio garantito, oppure no? Bisognerebbe multare uno dei fornitori (Trenord, Trenitalia, FNM)?
Non lo sapremo mai, dato che non interessa a nessuno, come dimostrano le notizie di questi giorni.

Venerdì 4 Novembre 2016, il 10456 si presenta ancora con carrozze a un solo piano, costringendoci ancora a viaggiare in piedi. Ma tant'è, le aziende ferroviarie risponderebbero che abbiamo diritto al trasporto, non al posto da sediti.
Peccato che, quando ci viene fatto sparire il treno sotto il naso, o quando ne arrivano di così pieni da non poterci salire, le aziende ferroviarie tanto solerti nel risponderci male quando sanno di avere formalmente il coltello dalla parte del manico, tacciano. E il loro silenzio è accompagnato da quello conveniente degli assessori ai trasporti regionali (vedi Sorte Alessandro) o del relativo ministro (vedi Delrio Graziano, che in realtà parla, ma solo dell'esclusiva e costosa Alta Velocità).
Oggi come ieri, il treno 2105 delle 17:25 per Verona parte da Milano Centrale con tutti i posti già occupati, non solo dalle persone, ma anche da innumerevoli bagagli di ogni genere.
Nonostante questo, e nonostante i sondaggi di Gibelli Andrea sulla composizione dei passeggeri ferroviari, Trenord e FNM e chiunque ci sia di mezzo si ostinano a fornire per il trasporto del venerdì sera lo stesso numero di corse e di carrozze dei giorni lavorativi, nonostante già così siano insufficienti.
Chi dovrebbe intervenire per difendere i diritti dei cittadini, le cui tasse vengono pur riversate in questo perenne disservizio?

Dalla rassegna stampa de l'Eco di Bergamo, apprendiamo dalla voce dei comitati pendolari ciò che già sapevamo: che a Delrio Graziano e a Sorte Alessandro non importa assolutamente nulla del servizio pubblico dedicato ai pendolari straccioni, salvo che per le operazioni di facciata con cui si lavano le mani del problema effettivo.
E che ormai Ferrovie dello Stato, guidata da un Mazzoncini Renato cocco di Renzi Matteo, interessato solo al ponte sullo stretto di Messina, nonostante l'arresto per tangenti nell'ambito TAV di uno dei manager e di un progettista, è interessata solo a quotare i FrecciaRossa in borsa, per fare profitto, lasciando gli oneri (manutenzione della rete ferroviaria, trasporto pubblico) a uno Stato che li evita come se fossero la peste.
Dalla Lega Nord e dagli avanzi di Forza Italia (o è ancora PDL? Con tutti questi nomi, sembra di assistere ai giochetti delle n-mila aziende ferroviarie di FS) ci aspettiamo ovviamente un totale disinteresse per i cittadini, essendo questi partiti espressione di imprenditori interessati solo a liberarsi dagli oneri delle tasse.
Dal PD di Renzi Matteo, ci aspettiamo tante chiacchiere apparentemente a favore dei pendolari, seguite da atti che vanno invece in senso opposto: ricordate come Mazzoncini Renato avesse promesso più attenzione ai pendolari, per fare il favore di scambio a Renzi Matteo in vista del referendum? Possiamo ora vedere come, nei fatti, FS pensi invece solo ai FrecciaRossa, infischiandosene altamente del trasporto pubblico e preparandosi a scaricare altri disagi quotidiani sistematici sui pendolari.
Alla fine, gli unici che dicono la verità sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle, la cui rappresentante regionale sul tema è la sola dire ai microfoni del TG3 ciò che tutti sappiamo: la giunta di Maroni Roberto investe miliardi nelle opere pubbliche inutili, come l'autostrada in perdita perenne BreBeMi, e "investe" invece solo un centinaio di milioni di Euro nelle ferrovie (il minimo indispensabile per non fermare del tutto i treni pubblici).

Come se non bastasse, le iniziative muscolari da propaganda elettorali di Sorte Alessandro, quali la sua campagna per la "sicurezza" sui treni pubblici a colpi di guardie giurate, sarà pagata da...da chi?
Dai pendolari, ovviamente, dato che Trenitalia si premura di informarci che questa iniziativa comporterà aumenti del prezzo del bigletto.
Ma aumenti per cosa? Per i treni che non ci sono? Per le linee che si guastano? Per le carrozze che si bloccano e fermano tutte le corse? Per le ore e ore di ritardi, senza neppure il bonus a Novembre 2016 per i disservizi di Agosto 2016 (nonostante ci fosse la metà dei treni, non tutti attivi, io pago comunque un abbonamento intero)?
E poi i politici come Sorte, Delrio e compagnia stanno ad applaudire, quando Trenitalia, FNM e Trenord vantano i loro risultati in attivo? Possibile che a nessuno venga in mente di collegare questi profitti con la mancata erogazione dei servizi e il continuo rincaro degli stessi, seppur inesistenti?


«Con la nuova linea dell’Alta Velocità Milano-Venezia, nella tratta Lombarda, che avrebbe dovuto liberare slots per il traffico regionale, Regione Lombardia presenta uno scenario in cui non solo le condizioni pregresse restano invariate, ma addirittura per molti peggiorano sensibilmente». Lo scrivono i rappresentanti dei viaggiatori.

Inoltre «sulla tratta Milano-Brescia, a valle delle insistenti richieste del territorio di mettere in campo un’alternativa al servizio Frecciabianca che è destinato a sparire (e che nelle proiezioni riverserà qualche migliaio di viaggiatori al giorno sui treni regionali già saturi), Regione Lombardia aveva promesso il potenziamento del servizio regionale.
Nella realtà nulla di fatto: sembra che Trenord non sia in grado di industrializzare il potenziamento e di conseguenza, passivamente, Regione Lombardia “semplicemente” rinuncia lasciando che i cittadini rischino ogni giorno di non trovare nemmeno il posto per salire sulle carrozze sovraffollate.
Situazione tanto più grave se consideriamo che in un contesto di servizio pubblico l’ente titolare di un contratto di servizio non dovrebbe permettere all’azienda di trasporto di sostituirsi a sé nella programmazione, ma limitarsi a dettare le richieste di servizio, pena l’aggiudicazione dello stesso ad un qualsiasi eventuale altro operatore qualora Trenord non fosse in grado di farlo (ipotesi che, guarda caso, Regione Lombardia non sembra nemmeno voler prendere in considerazione)».

Sempre sulla tratta Milano-Brescia, «i circa 3000 cittadini che ad oggi pagano, oltre all’abbonamento integrato da 103€/mese anche 300 e passa €/anno di integrazione per poter usufruire del servizio Frecciabianca (senza assegnazione di un posto) avevano chiesto a Regione Lombardia un intervento, che essa aveva promesso, per poter utilizzare alle stesse condizioni i servizi Frecciarossa che da dicembre sostituiranno i Frecciabianca.
Ancora una volta nulla di fatto, probabilmente per mancanza di interesse da parte di Trenitalia, sicuramente per mancanza di volontà da parte di regione Lombardia».

Infine sulle tratte Cremona-Treviglio e Cremona-Brescia, a più tratti definite «lumaca» per la loro bassissima velocità commerciale, «Regione Lombardia aveva promesso un progetto di velocizzazione delle due tratte.
L’epilogo è sempre lo stesso: a Trenord non sembra interessare, e Regione preferisce far spallucce ed ignorare ancora una volta le esigenze dei propri cittadini».

E L’Alta Velocità crea ancora malumori: «Non vogliamo assolutamente che l’alta velocità MI-BS si traduca per noi in instradamento sulla linea cosiddetta “lenta” accodati ai treni suburbani S5 e S6, né che si aggiungano fermate che dilatino necessariamente i tempi di percorrenza.
Esigiamo da tempo un servizio efficiente che ci dia tempi di viaggio certi e più veloci».
E il Comitato chiude il comunicato con queste parole: «Da queste modifiche di orario i pendolari bergamaschi si aspettano, quantomeno, il mantenimento degli orari e dei tempi di percorrenza vigenti oggi o assumerà iniziative adeguate nel caso queste condizioni non venissero rispettate».


Dal 15 novembre in servizio Linea Sicura, a regime ci saranno 300 agenti. Serviranno ritocchi del 4-5%. C’è qualche incognita anche sui nuovi orari per l’avvio dell’alta velocità.

Un pacchetto con ricadute anche sulle tariffe: è previsto, infatti, un rincaro dei ticket tra il 4 e il 5%, proprio per finanziare il piano sicurezza. Ma c’è un altro tema che tiene banco nel settore dei trasporti, il cambio di orari in vista dell’inaugurazione dell’alta velocità Treviglio-Brescia con conseguenze pesanti sulle linee regionali, come temono i passeggeri e lo stesso assessore regionale alla Mobilità, Alessandro Sorte (Forza Italia), che ha scritto una lettera a Rfi e invitato i parlamentari bergamaschi a fare la loro parte. I pendolari e i consiglieri regionali del Pd e del Movimento 5 Stelle però replicano: «Le tariffe non si toccano, la sicurezza non può essere a pagamento». E sulla questione della variazione oraria attaccano: «La Regione si dimostra debole».

Il comitato pendolari per bocca di Lucia Ruggiero sottolinea: «Se la Regione non è in grado di fare la sua parte per ottenere dallo Stato più forze dell’ordine, non possono essere i viaggiatori a rimetterci». Invitando Sorte «a sedersi al tavolo della Conferenza regionale del trasporto pubblico locale visto che è da un anno che non lo fa».

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