martedì 10 gennaio 2017

I treni Verona-Milano e la prima settimana lavorativa del 2017

Nella mattinata di lunedì 9 gennaio 2017, con la ripresa del regolare traffico dei pendolari, i lavoratori e gli studenti che a Treviglio attendono il treno 10456 delle 7:22 per Milano Certosa ricevono il solito disservizio dalla triade Trenitalia/Trenord/FNM, le quali come sempre si svegliano parecchio in ritardo rispetto alla realtà di chi lavora e studia. Il 10456, il cui orario di partenza è stato saggiamente anticipato di un minuto con l'orario invernale, arriva in ritardo di 6 minuti, ha carrozze a un solo piano, costringe molti i viaggiatori a stare in piedi, e presenta pure una carrozza priva di riscaldamento e quindi inagibile nelle temperature sotto zero di questo periodo.
Complimenti alle aziende del gruppo ferroviario FS per questo professionale inizio del 2017. E complimenti anche ai servitori del popolo che sono stati messi nelle istituzioni per garantire i diritti dei cittadini e spendere il loro denaro: i vari Delrio Graziano, Sorte Alessandro, Maroni Roberto saranno fieri del risultato cronico del loro lavoro.
Alla stazione di Milano Lambrate, si continua con la professionalità e il servizio impeccabile.
Il 2060 da Arquata Scrivia per Milano Centrale delle 7:49 è in ritardo di 10 minuti.
Il 2090 delle 7:53 da Brescia è in ritardo di 5 minuti a causa di un guasto agli impianti alla stazione di Ospitaletto Travagliato.
E' singolare come la linea Verona-Brescia-Milano sia oggetto di importanti lavori di potenziamento (per l'Alta Velocità, a spese dei contribuenti), e intanto gli impianti delle linee "convenzionali" continuino a guastarsi, come se non ne venisse fatta la manutenzione. Ma i vari Sorte, Delrio, Maroni e assessori leghisti lombardi vari, cosa stanno lì a fare?
Sempre a Milano Lambrate, il treno suburbano S9 è in ritardo di 20 minuti. E' impossibile non chiedersi come possa un treno suburbano, che viaggia con una lentezza penosa e si ferma a una stazione diversa ogni 5 minuti, accumularne ben 20 durante il tragitto. Si è fermato per far attraversare una lumaca sopra una tartaruga?
Il treno 2290 da Bologna per Milano Centrale delle 7:54 arriva alle 7:58, con 4 minuti di ritardo. Forse che nella stazione sia stato diffuso un annuncio in merito? No, naturalmente: meglio lasciare i passeggeri in attesa all'oscuro di tutto ciò.

Al ritorno, il treno 2070 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona Porta Nuova deride i pendolari presentandosi con le due carrozze di testa riservate alla prima classe. Una specie di metafora dei FrecciaRossa che Trenitalia sta piazzando sulla linea Brescia-Milano, al posto dei "poco redditizi" FrecciaBianca (necessari ai pendolari lavoratori, ma chi se ne importa?).

Martedì 10 gennaio, alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2090 da Bologna per Milano Centrale è in ritardo di 10 minuti. Come mai capita così spesso? Ci sono forse "importanti lavori di potenziamento" in corso su questa linea? Trenitalia non lo rende noto. Niente di strano: da qualche settimana, Trenitalia ha apparentemente deciso di non dover rendere conto di "certe cose" ai pendolari. Magari c'è il rischio che qualcuno si renda conto che il denaro delle sue tasse viene speso per trasformare le ferrovie in un'impresa al servizio delle tasche dei privati e dei ricchi.

Alla stazione di Miilano Centrale, il treno delle 8:25 per Verona parte in ritardo di 15 minuti.
Il disservizio prosegue per tutta la giornata: alle 14:00, un treno in arrivo da Brescia è in ritardo di 15 minuti, e il treno delle 14:25 per Verona parte con un ritardo di 15 minuti.
Alle 17:00, si può assistere allo sconcertante ritardo di 100 minuti di un treno proveniente da Milano Certosa, cioè non esattamente l'altro capo dell'Italia.
Il treno 2070 delle 17:25 per Verona arriva a Treviglio con 7 minuti di ritardo.
Sempre a Treviglio, per confermare come Ferrovie Dello Stato, Trenitalia e Trenord se ne infischino dei pendolari a vantaggio dei FrecciaRossa, ecco che il treno delle 17:43 per Brescia è in ritardo di 20 minuti. Il treno delle 18:05 per Milano Centrale è in ritardo di 20 minuti.
Sarà sempre a causa dei i misteriosi lavori di potenziamento?

I quotidiani raccontano intanto cose che già sapevamo, ma che fa sempre bene ripetere.
Per esempio, da Repubblica si apprende che la ridondante struttura anti-corruzione voluta da Maroni Roberto è solo un'operazione di facciata, un intervento cosmetico con cui Maroni cerca di coprire la corruzione dilagante che impregna tutto il suo apparato dirigenziale della regione Lombardia, fatto di leghisti tutti vicini a lui, compresi quelli arrestati di recenti per vari scandali nell'ambito della sanità:


Critico il rapporto sui primi sei mesi di lavoro. L'Arac denuncia di avere le mani legate e accusa i dirigenti: "Per vere ispezioni servono interventi a sorpresa"

l'Arac denuncia di avere le mani legate. Tra le criticità riscontrate elenca la forte dispersione dei referti di controllo; la difficoltà di integrazione tra pratiche tradizionali e strumenti di più recente introduzione; lo squilibrio nella copertura delle aree a rischio; il ruolo minore svolto dalle visite ispettive, che "si rivela tuttora ancora limitato e in pratica circoscritto all'audit interno e alle commissioni di indagine nominate ad hoc su casi particolari".

Nel rapporto è scritto nero su bianco e senza usare giri di parole che è "come se la complessa macchina di controlli, con tutte le sue articolazioni centrali e periferiche, si trovasse alla fine spiazzata quando si tratta di tirare le conseguenze rispetto alle anomalie o alle devianze che sono state individuate o portate alla luce". Di più. La relazione dell'Arac spiega come "gli organi e le funzioni di controllo sia interno che esterno si siano nel tempo sovrapposti gli uni sugli altri generando una complessa stratificazione".

a causa dell'inserimento istituzionalizzato di soggetti imprenditoriali - sia profit che no profit - nei sistemi di erogazione dei servizi "si registra uno sbiadirsi dei confini tra pubblica amministrazione e soggetti privati" che "rappresenta un potenziale di innovazione, ma anche uno spazio nuovo per comportamenti scorretti e illegali".

Ma, d'altra parte, cosa ci si può aspettare, se non una inefficace cortina fumogena, da Maroni? Maroni è lo stesso che, dopo lo scandalo di Achille Norberto di FNM/Trenord, il quale usava i soldi aziendali per "spese pazze" personali, non ha detto una parola su questo dirigente indegno, ma lo ha sostituito con Gibelli Andrea, un altro leghista che, come prima cosa dopo il suo insediamento, ha dato inizio a una persecuzione (legale) contro il dipendente che aveva denunciato gli illeciti di Achille, demansionando tale dipendente fino a fargli rassegnare le dimissioni. Il tutto nel silenzio enigmatico di Maroni, che forse non ha capito che chi denuncia un crimine andrebbe premiato, e intanto crea enti contro la corruzione che però hanno le mani legate e non possono operare in maniera concreta.

Ma Maroni è solo Formigoni 2.0, e visto che ci siamo, leggiamo anche qualcosa che riguarda Formigoni 1.0:


Nel febbraio 2011, come si legge nella sentenza del giudice Martina Flamini della prima sezione civile, Formigoni aveva dichiarato a mezzo stampa che "il Codacons mi sembra un covo di ignoranti, è il solo a non sapere che i filtri antiparticolato sono l'unico ritrovato ultramoderno in grado di abbattere le polveri sottili".

Per il giudice, che ha accolto il ricorso dell'associazione rappresentata dal presidente e avvocato Marco Donzelli, è evidente la "portata diffamatoria" delle dichiarazioni di Formigoni, anche perché ciò che sosteneva il Codacons aveva "radici in studi scientifici ben circostanziati". Formigoni, inoltre, secondo il giudice, "non ha mai provveduto a verificare l'autenticità del fatto posto a fondamento della critica formulata, limitandosi piuttosto a un'aggressione del tutto gratuita dell'onore e della reputazione dell'ente destinatario della suddetta critica".

L'arroganza e la tracotanza di Formigoni sono note, e nessuno si stupiva della sua gestione della regione Lombardia, completamente sorda agli interessi dei cittadini comuni, e solerte solo con gli "amici" ricchi di certe organizzazioni.
Quello che è interessante notare, qui, è che Formigoni è uscito di scena, ma lo stile dii aggredire a suon di insulti i cittadini che presentano rimostranze basate su fatti oggettivi non è tramontanto. E' infatti lo stesso stile dell'assessore forzaitaliota alla mobilità, Sorte Alessandro, che nei mesi scorsi ha accusato i comitati dei pendolari di essere "falsi" e di agire per scopi politicii, quando i suddetti comitati hanno fatto presente che l'orario invernale deciso da Trenitalia per i treni regionali penalizzava questi ultimi (a favore dei FrecciaRossa Brescia-Milano) condannandoli a ritardi cronici per via dei tagli eccessivi ai tempi di preparazione.
Sorte insultava, la questione veniva ignorata, e adesso abbiamo i treni della linea Verona-Brescia-Milano in ritardo cronico. Complimenti a Sorte, degno seguace di Formigoni.

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