giovedì 6 luglio 2017

La risposta concreata di Trenord e della giunta della Regione Lombardia alle proteste dei pendolari con dati inventati per le cancellazioni

Nella mattinata di Mercoledì 5 luglio 2017, il treno 2160 arriva in orario alla stazione di Milano Centrale.
Come sempre, però, arriva sul binario dei reietti, il 21, che è un binario quasi al di fuori della stazione stessa, e costringe a una lunga scarpinata per raggiungere le uscite.
E cosa succede, quando i pendolari arrivano all’uscita più prossima, il “cancello E”?
Il pendolare scopre che l’uscita è stata trasformata in un ingresso, con 4 battenti dedicati solo a chi deve accedere ai binari. Un battente è “convenzionale”; gli altri due sono riservati ai passeggeri del trasporto privato (o privatizzando) che è privilegio delle classi agiate, e cioè Italo e Frecciarossa.
Ebbene sì, la stazione di Milano Centrale, gestita da RFI e appartenente i tutti i cittadini, discrimina i cittadini stessi, le cui tasse ancora una volta sono state spese a vantaggio di altri.
Ma non è finita qui: il lungimirante funzionario che ha avuto la brillante idea di riservare proprio il “cancello E” agli ingressi, ha così abilmente dirottato tutto il flusso in uscita verso il “cancello D”.
Con il non indifferente problema che, tra i due cancelli, si trova un “totem visivo” con le informazioni degli orari dei treni in partenza.
“E quindi?”, potrebbe chiedersi un neofita del tutto ignorante delle dinamiche di una stazione ferroviaria (qualifica che si adatta molto bene al nostro funzionario, che però viene pagato pur manifestando una tale clamorosa incompetenza).
Quindi, si risponde, intorno al totem si assiepa una nutrita folla di passeggeri in partenza, che forma un vasto muro contro cui il flusso dei pendolari in uscita si infrange, intasando completamente il traffico delle persone in quell’area della stazione.
Siccome non bastava la perdita di tempo per percorrere il lunghissimo binario21, i sagaci funzionari della stazione di Milano Centrale hanno pensato bene di aggiungere un po’ della loro intelligenza all’improvvisazione cialtrona di questa stazione, peggiorandone ulteriormente l’accessibilità.
Complimenti. 

Intanto, la dirigenza di Trenord, scelta da Maroni Roberto, si esibisce in un'altra farsa imbarazzante, con il presidente Gibelli Andrea (lo stesso che ha permesso il mobbing che ha scacciato il dipendente fedele Andrea Franzoso) che evidentemente non sapeva nulla dello stato in cui versava il (dis)servizio fornito dalla sua stessa azienda, e convoca quindi l'amministratore delegato Farisè Cinzia.
Farisè invece sapeva in che stato versa Trenord?
E, soprattutto, qual è lo stato di Trenord? Se il presidente Gibelli ha dovuto convocare Farisè, su impulso di Maroni Roberto, allora significa che la risposta fornita ieri da Trenord ai pendolari ("va tutto bene, state dicendo cose inventate") non veniva da lui? E allora chi ha deciso di dare una tale risposta?
Ieri Maroni non aveva detto di voler convocare lui stesso questa Farisè? Perchè ora invece la convoca Gibelli?

Curiosamente, l'assessore Sorte Alessandro era a conoscenza di tutto ciò da mesi, ma passava il tempo a dileggiare i comitati dei pendolari, o a leggere le veline che qualcuno di Trenord (chi?) gli forniva. Invece, la triade Maroni-Gibelli-Farisè, che non sapeva niente di niente perchè evidentemente aveva altro a cui pensare, appena informata degli stessi fatti, ha reagito con una sceneggiata di sdegno e di fervore per i diritti calpestati dei cittadini. Quindi Sorte dovrebbe essere il primo da defenestrare, se Maroni e amici stanno facendo sul serio. Ma, siccome stanno recitando una parte, non importa che ogni loro dichiarazione contraddica quelle altrui: ognuno resta saldamente ancorato alla propria poltrona.

La cosa più grave è che Maroni Roberto, oltre a non risolvere nulla, ricomincia invece col suo piagnisteo dei tagli del governo, e della mancanza di fondi per rimediare al disastroso disservizio di Trenord. Ma allora Maroni sa che c'è un disservizio effettivo: perchè invece Trenord ha detto il contrario?
Maroni è lo stesso che ha trovato milioni di Euro per finanziare di tutto: dal ripianamento dei debiti di BreBeMi (che pure è un'autostrada gestita da privati) allo stipendio del personale che lavora a tutti gli effetti per Trenord (le guardie giurate a caccia di evasori del biglietto), senza dimenticare il finanziamento ai viaggiatori benestanti che vanno da Brescia a Milano col Frecciarossa.
Per tutti costoro, Maroni ha trovato i soldi. E anche per la farsa del referendum consultivo sull'autonomia ci sono i soldi. E anche per FNM che investe nei trasporti pubblici veneti, ci sono i soldi.
Solo quando si tratta di far qualcosa di concreto per la Lombardia, improvvisamente i soldi non ci sono. Misteri del Maronismo e dei "barbari sognanti" con la ramazza che fanno piazza pulita della corruzione (altrui): più che di "barbari", si tratta di "predoni", ansiosi di calare sulla grandezza e la ricchezza altrui, per devastare ciò che non capiscono e saccheggiare il resto.

A metà giornata, i fatti confermano ancora una volta che Trenord mente, che le sue dichiarazioni sono pura propaganda, e che Sorte Alessandro è solo un lettore di veline e un fantoccio che non conta nulla, dato che conosce la verità, la ammette apertamente, e poi continua a ballare alla musica suonata da Trenord.
Alla stazione di Milano Centrale, il treno 2069 delle 13:25 per Verona Porta Nuova partirà con 15 minuti di ritardo.
Alle 13:41, cioè 16 minuti dopo, l’annuncio viene corretto in 25 minuti di ritardo, con la solita dimostrazione di incredibile cialtronaggine da parte dell’azienda che gestisce la manutenzione dei treni di Trenord (FNM? Trenord? Oppure sono gli annunci di RFI a non avere senso?).
Nei 25 minuti buttati via ad attendere che il treno parta, un passeggero può invece valutare altre alternative, sapendo sin dalle 13:25 che il treno non partirà per almeno 25 minuti.
Ma, no: Trenord, FNM e RFI preferiscono far credere che il ritardo sarà di soli 15 minuti, salvo poi cambiare idea all’ultimo secondo, raddoppiando il ritardo.
Certo, “25 minuti” non è il doppio di 15.
Ma, consultando il sito my-link alle 13:54, si scopre che il treno non è ancora partito.
D’altra parte, che importa al personale delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato, se i passeggeri buttano via mezz’ora a sudare nel caldo e nel caos della stazione di Milano Centrale?
E lo stesso vale per Grandi Stazioni, che immagina che la gente che va in stazione, e scopre che il treno è in ritardo di mezz’ora, sia contenta perché così può bere una tisana. Tanto, i passeggeri dei treni non hanno appuntamenti da rispettare, scadenze da fronteggiare, persone da cui tornare, affari personali da seguire. Per loro, prendere un treno è un passatempo.

Ma non finiamo qui. Chiediamoci anche: qual è la causa di questo ritardo aggravato?
La solita, naturalmente, quella che Trenord si ostina a negare: l’ennesimo guasto al treno. Proprio ieri, Trenord diceva anche che queste cancellazioni dipendono dal maltempo e dall’afa che guasta i climatizzatori di bordo, tarati per i 35 gradi. E comunque, dice Trenord, sono stati comprati (dal denaro pubblico che la regione Lombardia ha sagacemente investito per convogli del vecchio modello difettoso Vivalto) tanti treni nuovi.
E’ questo il caso?
1. Oggi non c’è maltempo
2. Oggi la temperatura raggiunge i 30 gradi
3. Il 2069 è un vecchissimo treno con carrozze a un piano, e l’aria condizionata a bordo è perennemente e notoriamente guasta su tutte la carrozze tranne due, e in quelle due emette comunque aria tiepida.
4. Il treno nuovo qui proprio non c’è.
Quale scusa può inventarsi questa volta Trenord per rigettare le proprie responsabilità?
Anche questa volta racconterà che la manutenzione è stata fatta, ma il treno si è guastato comunque? E, anche questa volta, l’onesto assessore Sorte Alessandro eviterà scrupolosamente di aprire un’indagine per capire come mai, a seguito della manutenzione avvenuta da parte di FNM, i treni della regione Lombardia si guastano comunque?


Siccome la giunta condominiale di Maroni Roberto non può fare a meno di prendere per i fondelli i cittadini, oltre al danno costante che causa all'ambiente lombardo, deve anche mettere in scena la beffa di una schiera di assessori specializzati in dichiarazioni reboanti che si rivelano sempre e comunque cortine fumogene che nascondono (neanche tanto bene) una realtà opposta alla narrazione iilluminata che ci propinano, fatta di abusi, disservizi, inquinamento, corruzione, favoritismi. Perchè, alla fine, alla Lega Nord interessano solo due cose: il potere, col quale collocare su poltrone sicure i propri politici trombati (vedi FNM e Trenord), e il denaro pubblico, col quale foraggiare imprenditori amici e amici di amici (vedi Mantovani e "Lady Dentiera", ma anche lo scandalo che prima o poi emergerà con BreBeMi e la Pedemontana, senza contare gli investimenti che FNM ha compiuto nel trasporto pubblico del Veneto leghista quando non ha i soldi per garantire un servizio di trasporto pubblico in Lombardia).

Ecco quindi l'assessore Beccalossi che, dopo che la BreBeMi ha sottratto altro suolo alla Lombardia, esponendo ulteriormente la regione alle alluvioni causate dalle piogge tropicali sempre più furiose che colpiscono il nord del paese, ci viene a raccontare su MetroNews che la sua giunta condominiale si batte contro il consumo di suolo, perchè ha fatto una legge con questo titolo.
Anche in Veneto è stata fatta una legge con lo stesso titolo, ma il testo è una lista di deroghe che consentono a tutti di costruire ovunque, tra un'eccezione e altre diecimila.
E dovremmo credere che in Lombardia non succeda la stessa cosa?
Come no. Cambia solo la forma della mistificazione di marca leghista, come spiega il M5S:

su richiesta dell’ANCI, la giunta regionale lombarda ha pensato bene di predisporre in fretta e furia un progetto di legge di modifica della legge 31, che, complice il PD, avrà una corsia preferenziale nei lavori del Consiglio di modo da arrivare ad approvazione in tempi ultra rapidi (16 maggio).
I risultati? Eliminate le tempistiche entro cui recepire, ai vari livelli pianificatori, i criteri per limitare il consumo di suolo, concessi ai comuni margini di flessibilità per spendere al meglio le previsioni edificatorie, cancellato l’aggravio di costi per il consumo di suolo agricolo e dulcis in fundo lasciata la possibilità per i comuni di attuare le previsioni edificatorie senza più il limite dei 30 mesi (in scadenza)!
Grazie a Maroni e ai suoi più fedeli alleati del PD la stagione del liberi tutti di consumare suolo durerà ancora a tempo indeterminato!

Nessun commento:

Posta un commento