sabato 29 luglio 2017

Due giorni a caso. 9 disservizi tra cui 2 cancellazioni. Il lavoro di Maroni e Sorte: chiacchiere senza fatti

Cosa succede ad assentarsi dal lavoro e a non prendere treni per 5 giorni di seguito?
Succede che, tornando al lavoro per gli ultimi due giorni della settimana, si scopre che il disservizio cronico di Trenord e FNM non è cambiato di una virgola, nonostante i proclami di Maroni Roberto e Sorte Alessandro della Lega Nord e del PDL.
Questi due signori sono nella giunta che governa la regione Lombardia da quattro anni, e per quattro anni non hanno mosso un dito per risolvere il perenne stato di disagio e disservizio del trasporto regionale lombardo. Si sono limitati a ignorarlo, oppure ad attaccare le associazioni dei pendolari.
Con le elezioni regionali del 2018 alle porte, questi due signori hanno cominciato in grave ritardo a interessarsi all'argomento, almeno a parole. Tutto ciò che si è avuto da loro, infatti, è stata una quantità di chiacchiere e false promesse di affrontare il problema ferroviario nel 2020, con 6 anni di ritardo rispetto a quando erano stati eletti per affrontarlo.

Ecco invece la realtà dei fatti di due giorni a caso della settimana (che possibilità c'erano di andare al lavoro per due soli giorni, e incappare in così tanti disservizi? Poche. A meno che i disservizi non siano all'ordine del giorno).
Nella realtà concreta, ben diversa dalla propaganda di Maroni e di Trenord (azienda che è un feudo di dirigenti leghisti a cui sono stati dati redditizi incarichi senza averne la competenza ), la linea Verona-Brescia-Milano continua ad avere treni in cronico ritardo senza spiegazione. I treni di modello vecchio o Vivalto continuano a guastarsi. Tre treni vengono cancellati.

Giovedì 27 luglio 2017, il treno 24107 da Saronno per Albairate, uno dei treni "suburbani" nella cui creazione le giunte regionali di Formigoni e Maroni hanno riversato tanto denaro, è annunciato alla stazione di Milano Lambrate con un ritardo di 70 minuti. Le informazioni sonore (gestite da RFI?) annunciano che i treni subiranno "ritardi fino a 50 minuti", dato che evidentemente qualcuno (Trenord?) fornisce loro dati ottimisticamente sbagliati. E la causa di questo ritardo che va di venti minuti oltre la stima ufficiale? Ovviamente, la causa del ritardo del treno è un guasto a un treno precedente sulla linea FerrovieNord tra Seregno e Desio" (ebbene sì, RFI ritiene di dover precisare che la linea è in gestione a "FerrovieNord"). La conclusione, dopo tutta questa attesa, è che il treno viene cancellato a Milano Lambrate, dove comunque arriva con un ritardo di 91 minuti (un'ora e mezza di ritardo, per un treno di una linea che già di suo è caratterizzata dalla più atroce lentezza).
Nel resto della giornata, i disservizi piccoli e grandi continuano a susseguirsi.
Il treno 25520 da Milano Centrale per Chiasso parte da Milano Centrale con 19 minuti di ritardo.
Il treno 2068 da Verona per Milano viaggia con 20 minuti di ritardo.
Il treno 2072 da Milano per Verona arriva con 7 minuti di ritardo.
Il treno 25526 da Milano per Chiasso è cancellato.
Il treno 2077 da Milano per Verona arriva con 11 minuti di ritardo, di cui 5 minuti grottescamente accumulati durante la sosta senza spiegazione a poche decine di metri dalla stazione di Treviglio.

Venerdì 28 luglio 2017, il treno 2658 da Mantova per Milano accumula 39 minuti di ritardo. Da notare l'immagine tratta dal sito my-link.it, dove il treno risulta partire "da: Venezia Santa Lucia" e arrivare "A: Torino Porta Nuova".
Il treno 2090 da Brescia per Milano arriva con 6 minuti di ritardo.
Il treno 20406 da Piacenza per Milano Greco Pirelli è cancellato.

Questo è il risultato di quattro anni di gestione di Maroni Roberto, il quale ha fatto esattamente questo per le ferrovie lombarde: chiacchierare e chiuder un occhio sui dirigenti corrotti (non che sia andata molto diversamente con la sanità, per non dire dell'edilizia e delle autostrade).

Maroni Roberto è lo stesso che ha speso denaro pubblico per fare propaganda alla Lega Nord tramite un referendum consultivo, che non cambierà nulla perchè serve solo per chiedere l'opinione alla gente della Lombardia. E la domanda posta da questo referendum è una barzelletta che rappresenta perfettamente l'inettitudine e l'ignavia di chi la pone. Nel caso non l'aveste fatto, leggete il quesito referendario: in esso si chiede se la Lega Nord dovrebbe cominciare a interessarsi a pensare di considerare di fare un giorno ciò che Maroni aveva promesso di fare se fosse stato eletto, quattro anni fa.
Sembra una presa in giro già sentita? Certo, è la stessa che Maroni ha usato per promettere nuovi treni, che però arriveranno se va bene fra due anni, e comunque non andranno alle linee disastrate, che intanto restano disastrate. Il suo ricatto è palese: dovete rieleggermi, se volete che me ne occupi.

Maroni ha frignato per anni accusando FS e lo "Stato Centrale" di non finanziare nuovi treni. Ma, quando si tratta di usare denaro pubblico per fare propaganda alla Lega Nord (che si anagramma anche come Ladrone G, vedete voi cos'è la G), trova decine di milioni come se niente fosse:
«Cogliamo con forte perplessità il fatto che la Regione Lombardia abbia investito 23 milioni di euro per acquistare 24 mila tablet per gestire il voto elettronico nel prossimo referendum consultivo sull’autonomia della nostra Regione previsto il prossimo 22 ottobre. Un esborso spropositato se consideriamo il fatto che si tratta di un referendum consultivo che, anche in caso di vittoria del “si”, non trasformerà la Lombardia in una regione autonoma, come invece alcune campagne di disinformazione, facendo leva sulla superficialità e sul populismo, vogliono farci credere ma, semmai, darà mandato al Presidente Maroni di trattare (senza certezza di ottenere) col governo alcuni spazi di autonomia gestionale e finanziaria.
La Fim Cisl Lombardia ha recentemente pubblicato il 43° rapporto sulla crisi dell’industria relativo al primo semestre 2017. L’industria lombarda, nonostante i dati in controtendenza con i semestri precedenti, mostra ancora chiari segnali di difficoltà con 15mila lavoratori coinvolti ancora da ammortizzatori sociali, 1.010 licenziamenti che portano a 7.000 il numero di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro negli ultimi quattro semestri. Alla frenata del ricorso alla cassa integrazione non corrisponde tuttavia una ripresa dell’occupazione.
Scorrelata, ma interessante, è la messinscena di un capotreno che finge di essere stato aggredito da un passeggero. Incredibilmente, si potrebbe dire, un capotreno non ha idea che la sua messinscena sarà ripresa dalle telecamere. Poi, però, ci rendiamo conto che quest'uomo è giunto a trafiggersi la mano con un coltello da cucina, per essere credibile. La conclusione è che la selezione del personale da parte di Trenord lascia a desiderare non solo in termini di dirigenza ciellino-formigoniano-leghista (vedi Norberto Achille prima e Gibelli Andrea adesso).

Si era inventato tutto il capotreno che mercoledì 19 luglio aveva denunciato di essere stato accoltellato da un uomo di colore sul Regionale Trenord delle 7 da Piacenza a Milano Greco Pirelli.

dalle telecamere risulta che il giorno dell’aggressione con il capotreno non c’era nessuno e quindi sarà anche accusato di interruzione di pubblico sevizio oltre che di calunnia e simulazione di reato.




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