mercoledì 2 agosto 2017

4 anni di Maroni: finanziamenti al golf, pioggia di soldi alle autostrade fallimentari, referendum umorali, e i treni vanno sempre peggio

Lunedì 31 luglio, il mese si chiude con i soliti disservizi senza spiegazione: alla stazione di Treviglio, nella mattinata, il treno 10456 per Milano delle 7:22 parte alle 7:26, senza alcuna spiegazione.
Il treno 2090 da Brescia per Milano, invece, arriva con un ritardo di 5 minuti, che è un ritardo cronico, su una linea (la Verona-Brescia-Milano) perennemente afflitta da ritardi per i quali non viene mai fornita spiegazione. Il treno ha una carrozza intrisa del fetore causato dall'attrito di un freno bloccato contro una ruota: è un guasto tipico di queste carrozze a due piani vecchie di decenni, come quella che ha ucciso un passeggero, e che ancora adesso non sono state sostituite.
Ovviamente, i pendolari non hanno modo di ottenere risposte dall'azienda Trenord per questi disservizi e per lo stato dei treni. Ma le istituzioni, elette da persone che dovrebbero tutelare gli interessi dei cittadini, che fanno? Se si tratta di gente come Maroni Roberto e Sorte Alessandro, l'ipotesi è che facciano ciò che hanno fatto negli ultimi quattro anni: nulla di utile.

Nella serata, le società del gruppo Ferrovie dello Stato, da Trenitalia a Trenord passando per FNM, danno il loro meglio, sempre su questa linea.
Alla stazione di Milano Centrale, il treno 2077 per Verona delle 17:25 ha una carrozza con aria condizionata guasta, e un'altra con tutte le porte guaste. Si tratta di uno dei treni "nuovissimi", come dice l'assessore Sorte Alessandro, comprati dalla regione Lombardia con denaro pubblico e forniti a Trenord, la quale li ha messi in pista riattivando la carrozza di prima classe per fare soldi.
Incredibilmente, questi treni "nuovissimi" di modello Vivalto si guastano continuamente, esattamente come i vecchi treni. Qualcuno di voi ha visto un'espressione di consapevolezza formarsi sulla faccia di Sorte, davanti alla realtà di aver speso centinaia di migliaia di Euro per comprare catorci la cui obsolescenza è già in atto, e per di più a causa di difetti di progettazione noti da anni?
Ve lo dico io: no. Sorte risulta intellettivamente non pervenuto, in merito all'ennesimo imbroglio perpetrato dalla giunta Lombarda Leghista di cui fa degnamente parte.
Ma se, fin qui, il fallimento della gestione va riconosciuto a Sorte Alessandro, Maroni Roberto, Gibelli Andrea e tutti i lacchè leghisti di turno, la fiera della cialtronaggine questa sera non è ancora finita.
Il treno 2077 parte, esce dalla stazione e si ferma. E resta fermo dalle 17:30 alle 17:55, accumulando 25 minuti di ritardo. E non dico che si è fermato nel mezzo del nulla della pianura bergamasca. Dico che si è fermato subito dopo essere uscito dalla stazione di Milano Centrale, e il personale di bordo non aveva idea che ci fosse un qualche blocco che sarebbe durato tanto, e nemmeno il personale della stazione che ne ha autorizzato la partenza. E stiamo parlando del centro di Milano.
Alle 17:55, dopo 25 minuti di silenzio, il capotreno rende noto (parlando al telefono?) che il nostro treno regionale è fermo a causa di un FrecciaRossa che blocca la strada al trasporto regionale.
I FrecciaRossa appartengono a Trenitalia, la quale controlla il 50% di Trenord. Avete capito perchè i regionali sono soggetti ai capricci del trasporto ferroviario semi-privato per le ristrette elite delle classi benestanti?
E qui la colpa e la complicità in questo abuso della trasformazione di risorse pubbliche comuni in privilegi di pochi è della desolante classe politica nazionale che ha permesso e incoraggiato la realizzazione di un servizio classista come l'Alta Velocità, che non solo si serve delle risorse pubbliche per riservare privilegi a una sottile fetta abbiente della popolazione, ma toglie anche i servizi essenziali alla plebe dei pendolari per riuscirci.
Nella sfilza di governi che, dall'epoca di Tremonti a oggi ha indebitato l'Italia per permettere la realizzazione di questo abominio classista degno di una dittatura del terzo mondo, non si salva certo quello di Renzi Matteo, il quale scalpitava dalla voglia di inaugurare l'Alta Velocità Brescia-Treviglio nel 2016. Ma siccome fu trombato sonoramente col referendum sulla sua riforma della Costituzione Italiana dello stesso anno, Renzi finse di ritirarsi, e mandò all'inaugurazione il proprio lacchè Delrio Graziano, un altro campione di onesta e trasparenza e correttezza, il quale all'epoca ebbe il coraggio di dichiarare che Alta Velocità e trasporto regionale si sarebbero  "aiutati a vicenda". Ne abbiamo prova tutti i giorni, di questo "aiuto", con i continui ritardi non spiegati del trasporto regionale.
Ma se noi imbecilli ce ne rendiamo conto, così non si può dire di Delrio, che ovviamente volge il suo sguardo altrove, in queste situazioni. Dov'è, adesso, Delrio? Perchè non si informa dei favolosi effetti che l'AltaVelocità riserva a un trasporto regionale che va già a rotoli? Perchè Delrio non si offre di viaggiare per un mese su questa linea, come un pendolare qualsiasi, per poter così rivalutare le idiozie che ha raccontato qualche mese fa, e magari affrontare i dirigenti di Trenitalia con cognizione di causa e un briciolo di dignità?
E, ovviamente, adesso anche con un ritardo di 25 minuti, per il quale nessuno si scusa: Trenord se ne frega, dato che non è colpa sua; e Trenitalia non si ritiene in dovere di rispondere a nessuno, dato che si comporta da anni come se fosse un'azienda privata, col benestare vergognoso di ministri come Delrio, che rivela così quale sia la vera identità del Partito Dirigenti di cui fa parte.
E invece, gente provinciale e mediocre come Maroni e Sorte ha qualche colpa, in merito?
Parrebbe di no, dato che ogni loro interazione con Trenitalia si è risolta in un fallimento che dimostra quando gente par loro sia inetta e impotente nel risolvere i problemi pratici, o anche solo nel farsi valere a fronte di oppositori con cui non si può fare la voce grossa.
Basti pensare a quando Trenitalia, nel 2016, soppresse i treni FrecciaBianca Brescia-Milano, perchè "non redditizi" (parole di una sua dirigente), e li sostituì con i costosissimi FrecciaRossa, costringendo molti pendolari a riversarsi sui treni regionali già al collasso: in quell'occasione, cosa fece Maroni per opporsi a un'azienda che approfittava della propria posizione di monopolio per privare i cittadini di un servizio relativamente economico? Maroni balbettò qualcosa riguardo a un "tavolo" con Trenitalia, la quale lo disertò, per poi procedere a sopprimere i FrecciaBianca.
Con la dimostrazione di impotenza e inettitudine di Maroni, che veniva completamente ignorato da un'azienda a controllo pubblico e trattato come il burattino che è, fu l'assessore Sorte a entrare in azione. Purtroppo.
La soluzione di Sorte fu stanziare finanziamenti pubblici per pagare gli abbonamenti dei passeggeri del FrecciaRossa Brescia-Milano, di fatto finanziando Trenitalia e le sue politiche classiste e mirate al profitto invece che al servizio pubblico.
Questa fu la soluzione di Sorte: una resa a un'azienda controllata dal cosiddetto "Stato Centrale". Lo stesso che Maroni, quattro anni fa, si era fatto eleggere per contrastare.
Che ha saputo fare, Maroni, in quattro anni, oltre a dare denaro pubblico a un'azienda di questo Stato Centrale?
Ve lo dico io: quattro anni gli sono serviti per preparare un referendum consuntivo in cui si chiede se la Lega Nord dovrebbe impegnarsi per una maggiore indipendenza della Lombardia dallo "Stato Centrale".
Si era fatto eleggere con questa intenzione, il belante e piagnoso Maroni, ma a causa del suo balbettante nervosismo, gli ci sono voluti quattro anni per capire come formulare la domanda in questione: "L-l-lo f-f-faccio o n-n-n-no?"
Oltre, non ha saputo andare.

Nella stessa serata, il treno 10481 da Milano per Cremona accumula un ritardo di 25 minuti.
E il treno 2091 da Milano per Brescia arriva a Treviglio con 10 minuti di ritardo (salvo poi recuperarne 4).

Martedì 1 agosto, il nuovo mese inizia con gli stessi disservizi di sempre, firmati Trenord e FNM. Forse, fra quattro anni, Maroni Roberto indirà un referendum per chiederci se deve iniziare a occuparsi di questi disservizi.
Il treno 10456 da Cremona per Milano arriva a Milano Lambrate alle 7:48, accumulando quindi ritardo sufficiente per far saltare la "coincidenza" con il treno 2160 delle 7:49 per Milano Centrale.
In seguito, il 10456 riparte per Milano Certosa, dove arriva accumulando 23 minuti di ritardo. Non so se rendo l'idea: da una stazione di Milano (Lambrate) a un'altra stazione di Milano (Certosa). VENTI. MINUTI. DI. RITARDO.

Nella serata, il treno 2077 per Verona delle 17:25 arriva a Treviglio con 10 minuti di ritardo, che non sono certo i 25 della sera prima, ma che ancora una volta non vengono giustificati da Trenord.

Mentre i treni continuano ad andare a rotoli, Sorte Alessandro continua a glorificare le sorti magnifiche e progressive di un'autostrada della triade delle autostrade fallimentari, con affermazioni talmente da barzelletta che, se neppure queste servono ad aprire gli occhi a te, elettore leghista o forzaitaliota che ne hai votato lo schieramento, allora mi dispiace dirti che per te non ci sono speranze.

E il presidente Brebemi rilancia: "Il Pil della Bassa crescerà di 5 punti". "Il traffico cresce: no a diminuzioni del pedaggio, il costo non è un problema"

Treviglio al centro dell’Europa, grazie alla nuova Brebemi che entro il 15 novembre dovrebbe essere connessa all’A4 e quindi a Veneto e ai paesi dell’Est europeo. Parola dell’assessore regionale Alessandro Sorte, intervenuto stamani alla visita ai cantieri della sospirata interconnessione.  Anche il presidente Francesco Bettoni è positivo: “E’ un driver per l’economia, nella Bassa il Pil crescerà di cinque punti”. Ma Legambiente continua a dar battaglia sull’autostrada “flop”.
Potete fidarvi delle valutazioni Bettoni e Sorte: nessuno qui menziona che la BreBeMi è in perdita da tre anni, e che doveva essere tutta a capitali privati, ma che la regione Lombardia continua a ripianarne il debito con denaro pubblico (finora ha sborsato 320 milioni di Euro; la stessa regione Lombardia che con la scusa della copertura economica lascia andare a rotoli il trasporto ferroviario, assai più affollato e intasato delle sue cretinissime autostrade semideserte). L'unico "Pil" che crescerà sarà quello del portafoglio dei privati che gestiscono un'autostrada in perdita e non devono preoccuparsi dei costi, perchè tanto ci pensa la regione Lombardia a ripagarli del passivo, usando denaro pubblico.

Alle chiacchiere di Sorte e soci, degne del peggior travisamento governativo del romanzo 1984, seguono però le letture dei dati fatte da Legambiente.
«Non sono bastati i ricorsi a fermare la corsa del nastro d’asfalto della Brebemi e dell’interconnessione A35 - A4. Una bretella, quest’ultima, che in parte viene aperta al pubblico ora, mentre è in via di completamento l’intera tratta in prossimità di Brescia. Un’opera non prevista nel progetto, lunga 7 km e con un consumo di suolo di 60 ettari (che si aggiungono ai 900 iniziali): uno spreco di territorio nel tentativo di dare una svolta alle errate previsioni di traffico. Gli ultimi dati di aprile, infatti, ci dicono che il traffico giornaliero si attesta sui 20 mila veicoli, mentre se ne preventivavano 50 mila» spiega Legambiente

«Con un afflusso così modesto di utenti, la concessionaria si avvia su un rettilineo di debiti già girati sulle spalle dello Stato. Il rendiconto 2016 parla chiaro: con 50 milioni di incasso e 90 milioni di mutuo annuale e 9 milioni di spese d’esercizio, il bilancio si è chiuso per la terza volta consecutiva in perdita».

«Sono stati spesi 50 milioni di soldi pubblici per trasformare una strada provinciale in un’autostrada a due corsie per senso di marcia, con tanto di casello a 11 piste per il pedaggio e due corsie riservate ai trasporti eccezionali, asfaltando terreni agricoli nell’insensato tentativo di aumentare i flussi di traffico di un’autostrada rivelatasi finora inutile».

Legambiente ha consegnato un esposto alla Corte dei Conti per fare luce sulla situazione contabile di Brebemi e sul peso che ha e avrà sulla spesa pubblica la gestione della direttissima Milano-Brescia.
Chi era l'assessore ai trasporti della giunta precedente? Era Cattaneo Raffaele.
Vediamolo in azione oggi, a difendere la giunta lombarda Maroni che vuole a tutti i costi regalare mezzo milione di Euro a un torneo di golf, cioè una delle priorità della crisi a cui deve fare fronte la società moderna. L'articolo ci offre anche un illuminante spaccato del metodo governativo della Lega Nord, che consiste nel ricorrere a qualunque abuso pur di regalare denaro pubblico a chi le pare (è il motivo per cui Maroni vuole ricevere più finanziamenti dallo Stato Centrale: non riesce a elargire mance adeguate a tutti gli imprenditori amici della Lega, ormai).

Tutto è nato dalla decisione della giunta di Roberto Maroni di ripresentare un emendamento – già bocciato una volta – alla legge di assestamento di Bilancio per finanziare con mezzo milione di euro gli Open di golf di Monza.

Durante le proteste dei pentastellati, che hanno provocato la sospensione della seduta, il presidente del consiglio Raffaele Cattaneo, ha chiesto l’intervento della Digos dopo l’espulsione, da lui decisa, della consigliera del M5S, Silvana Carcano, che aveva rifiutato di uscire dall’aula del Pirellone. “La situazione – ha detto Andrea Fiasconaro, capogruppo del M5S Lombardia – è gravissima. Per Cattaneo il regolamento è carta straccia, lo interpreta costantemente a uso e consumo della maggioranza. Gli ricordiamo che l’aula è sovrana e ha votato no per quel finanziamento. Il Consiglio regionale è diventato lo zerbino della giunta grazie a Cattaneo”.

“Da nessuna parte – ha aggiunto l’esponente pentastellato – il regolamento dice che un emendamento già presentato e bocciato possa essere ripresentato. Maroni è andato sotto e dall’aula è arrivato un segnale molto preciso di game over per la sua maggioranza”. “Questo è un precedente gravissimo per la tenuta democratica dell’istituzione che ormai approva qualsiasi porcata di Maroni. Se l’aula decide una cosa è quella, non si può rivotare all’infinito una misura già bocciata -conclude Fiasconaro

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