lunedì 7 agosto 2017

"Agosto, lavoratore non ti conosco", dice Trenord

Lunedì 7 agosto 2017, iniziano le due settimane centrali di agosto in cui, secondo Trenord, Trenitalia e tutte le altre aziende del Gruppo Ferrovie dello Stato, i lavoratori devono andare in vacanza. Ai capi di FS non importa nè interessa che la crisi economica, le difficoltà familiari, la precarietà lavorativa, la difficoltà a curarsi con la sanità pubblica e via elencando di diritti tolti ai cittadini, abbiano precluso a una parte dei lavoratori italiani la possibilità di andarsene in vacanza ad agosto. Ci sono poi lavori e servizi fondamentali per la struttura sociale italana che non ammettono chiusura, e che quindi impongono al personale di far "ruotare" le vacanze.
Ci sono, insomma, lavoratori costretti a lavorare anche in agosto. Ma i dirigenti delle società del Gruppo FS, oltre che benestanti e retribuiti con lauti stipendi anche a fronte delle continue vergogne che emergono dalla loro gestione del servizio ferroviario pubblico, sono anche seduti su poltrone eternamente garantite dai loro protettori politici, non rischiano di perdere il lavoro neppure se si assentano per mesi, e vivono in un mondo dove la gretta e volgare realtà dei veri lavoratori che sono costantemente sotto ricatto non è nota. E se questi lavoratori osassero protestare e rendergliela nota--apriti cielo: oltraggio alla regina, decapitateli tutti. Chi le sentirebbe le grida sdegnate e giustamente offese di questi poveri dirigenti privilegiati, che devono fare tutto da soli per poter vivere tra agi e lussi e stipendi incalcolabili? Già sono costretti a lottare ogni giorno perchè i loro diritti vengano tenuti in considerazione, e in più il popolino osa muovere una critica ai i loro meritasissimi privilegi e a come gestiscono un'azienda pubblica con logica privatistica, pensando solo al profitto di pochi sulla pelle dei molti che sono costretti a pagare (due volte) per usare il loro servizio pubblico?

Ed ecco, come conseguenza di questo scollamento dalla realtà del cittadino comune, cosa accade alla stazione di Treviglio.
Accade che, dalle 7:10 alle 8:05, cioè nell'ora di punta dei lavoratori, non c'è un solo treno che raggiunga Milano Centrale. Il treno 2090 è stato infatti sospeso per queste due settimane, a partire da oggi.
Ma non basta: in totale, nella stessa fascia oraria c'è un solo treno che va a Milano. Uno solo. Infatti, i treni 10456 delle 7:22 e 10458 delle 7:45 sono stati a loro volta sospesi. Lo stesso vale per il treno 10908 delle 7:54.
Dei famosi Suburbani che partono "ogni 15 minuti" resta una sola corsa ogni mezz'ora. Ed è opportuno ribadire che i treni "suburbani" richiedono 20 minuti di viaggio in più per raggiungere le stesse destinazioni dei treni regionali, e a questi 20 minuti vanno sommati i ritardi, che sono all'ordine del giorno. Per un lavoratore che non vuole dedicare più di 13 ore quotidiane al lavoro, i suburbani non sono una scelta degna di questo nome. (Non che a un lavoratore servano le ore restanti: cosa mai deve fare, acquisti nei negozi delle stazioni ferroviarie?).
Veniamo quindi all'unico treno disponibile a Treviglio: il treno 10906 delle 7:27, che deve raggiungere Milano Lambrate e poi Milano Greco Pirelli. A Lambrate è possibile cambiare per Milano Centrale, ma solo a patto di arrivare entro le 8:05; altrimenti, bisogna aspettare altri 20 minuti.
Ed ecco che il 10906 è in ritardo di 10 minuti, per cui la coincidenza a Lambrate salta, per cui al pendolare tocca spendere altri soldi per prendere la metropolitana e raggiungere Milano Centrale senza buttare via altri 30 minuti (che sommati ai 10 del ritardo fanno 40 minuti buttati via). Tanto valeva prendere il suburbano, vero? Ma poi magari sarebbe stato cancellato pure quello.
Tornando al 10906: è in ritardo di 10 minuti su una linea dove viaggia solo lui, perchè come abbiamo detto i treni da Cremona e da Brescia, prima e dopo il suo orario, sono stati sospesi. Come è riuscito ad accumulare 10 minuti di ritardo?

Ciliegina sulla torta: il 10903 da Milano per Brescia è cancellato.

Ancora una volta, possiamo osservare l'incompetenza, l'inettitudine e la cialtronaggine della dirigenza Leghista all'opera dentro Trenord e FNM, aziende che stanno conducendo allo sfacelo il trasporto ferroviario regionale lombardo, e il tutto col silenzio compiacente del querulo Maroni Roberto e dell'assessore Sorte Alessandro, che aprono bocca solo per spalleggiare Trenord, quasi fossero loro quei ladroni romani che tanto vituperano, intenti a spartirsi il bottino del denaro pubblico.

Nel pomeriggio, alla stazione di Milano Centrale, la partenza del treno 2073 Milano-Verona delle 15:25 viene annunciato con 45 minuti di ritardo. Ai i passeggeri allibiti non resta che seguire i consigli di "Grandi Stazioni Retail", e correre a fare acquisti nei negozi dei marchi più famosi, dentro la stazione. Tanto, a chi importa se tu sei un lavoratore che ha preso due ore di permesso per rientrare prima e portare un familiare a una cruciale visita medica? Sarai mica così pezzente da non poterti prendere un intero giorno di ferie.

In seguito, il treno 2073 raggiunge i 52 minuti di ritardo a Brescia, dove viene cancellato. Si tratta forse anche in questo caso dell'ennesimo "nuovissimo" modello Vivalto comprato dalla regione Lombardia con gran dispendio di denaro pubblico, e afflitto comunque dagli stessi guasti che caratterizzano tutti i "Vivalto" da dieci anni a questa parte? Dov'è la Corte dei Conti?

Come per ricambiare la cortesia del ritardo, il treno 2074 da Verona per Milano è cancellato.

Tutto ciò accade con Trenord, società controllata per metà da regione Lombardia e per metà da Trenitalia, la quale tace o pubblica panegirici propagandistici spudoratamente manipolati per celebrare la realtà vergognosa del trasporto regionale.
E come mai?
Forse perchè anche Trenitalia non è interessata a gestire i trasporti bene, in quanto una volta che c'è profitto non le importa nient'altro, e non ha nessuno al di sopra (vedi ministro Delrio Graziano) che ne controlli l'operato?


Il treno 35049 Milano-Marsiglia è rimasto bloccato oggi pomeriggio per quasi due ore sotto il sole fra le stazioni di Voghera (Pavia) e Tortona (Alessandria). A bordo c'erano circa 500 persone. Alcuni hanno denunciato una situazione insopportabile all'interno dei vagoni per il troppo caldo

Quasi due ore sotto, per la precisione 116 minuti, sotto il sole cocente di queste giornate di caldo eccezionale. Se la sono vista brutta i passeggeri del treno 35049 partito dalla stazione Centrale di Milano e diretto a Ventimiglia. Come riporta La Repubblica il treno è stato fermo senza aria condizionata e l'acqua finita fra le stazioni di Voghera (Pavia) e Tortona (Alessandria).

Secondo quanto confermato da Trenitalia, il treno è rimasto fermo sui binari per un intervento tecnico al locomotore.
Il treno in questione è in carico a Thello S.A.S., "più semplicemente nota come Thello e conosciuta fino al 18 dicembre 2012 come Trenitalia-Veolia Transdev (TVT), è un'azienda francese che gestisce i servizi ferroviari passeggeri a lunga percorrenza tra la Francia e l'Italia.

La società, nata come joint venture tra Veolia Transport e Trenitalia, è controllata al 100% da quest'ultima a partire dal 6 settembre 2016 e quindi parte del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane."

Martedì 7 agosto 2017, il treno 10904 da Brescia per Milano Greco Pirelli arriva con 10 minuti di ritardo alla stazione di Milano Lambrate, e in seguito viene cancellato. Palesemente, si trattava di un catorcio perennemente guasto e privo di manutenzione: il tipico treno che Trenord e FNM mettono in pista ogni tre per due.
Qualcuno sa dove sono finiti tutti i "nuovissimi treni" che l'assessore Sorte Alessandro aveva annunciato in pompa magna per tirare la volata al referendum propagandistico fasullo spacciato come "referendum sull'autonomia"? Probabilmente sono tutti in manutenzione, o sono stati collocati su chissà quale altra linea disastrata.
Qualcuno ha idea se i treni promessi da Maroni Roberto faranno la stessa fine, se e quando li vedremo, non prima del 2020, dato che Maroni li ha annunciati solo per farsi propaganda gratis (a nostre spese, veramente) per le elezioni regionali del 2018?

Ma il peggio arriva dopo, perchè oltre alla solita cancellazione quotidiana di treni di Trenord, oggi si assiste anche al parossismo della carenza mentale nell'ambito dell'esecuzione delle direttive aziendali da parte del personale di Trenord.

Costretto ad andare a Milano Centrale dopo le ore 9, devo per forza prendere il treno 10912 delle 9:35 per Milano Greco Pirelli. Cambiare a Milano Lambrate sarebbe inutile, dato che non ci sono treni per Milano Centrale per più di un'ora dopo l'arrivo del mio treno.
Non mi resta che scendere a Pioltello, da dove parte il "suburbano" a tratta ridotta (quello che dovrebbe partire da Treviglio ogni quarto d'ora). La stazione di Pioltello è staa ristrutturata secondo i criteri della demenza strutturale intenzionale.
L'unico sottopasso che collega tutte le banchine della stazione si trova sul lato sinistro della stazione; invece, il "binario 1 - primo tronco" da cui partono i suburbani per Milano si trova sull'estremità più remota del lato destro della stazione (supponendo di osservare il tutto tenendosi la stazione alle spalle).
Cosa fa il mio treno regionale?
Il mio treno arriva sul binario 2, e si ferma al capo opposto rispetto all'accesso al sottopasso, per cui io sono costretto a scendere e percorrere gran parte della banchina di corsa, perchè sono le 9:49, e il treno suburbano 10626 partirà alle 9:53.
Le informazioni sonore rendono noto proprio che il suddetto treno partirà "dal binario 1 tronco".
Dice proprio "uno tronco". Un tempo, la frase completa era "binario 1, primo tronco". Ma qualcuno (RFI? Un baco informatico?) l'ha troncata, e troncata è rimasta. E non da qualche giorno: si tratta di un refuso che persiste da anni. (E a Treviglio, coi treni per Bergamo, c'è esattamente lo stesso surreale difetto ).
Ma pazienza: scendo nel sottopasso, lo percorro scansando la solita famiglia imbecille che si sposta con enne figli a seguito e li dispone a raggiera per ostacolare il passaggio a tutti, salgo la rampa di scale del binario 1, percorro tutta la lunghissima banchina del binario uno 1, e arrivo sulla banchina del "primo tronco", all'altezza della vettura di coda del suburbano.
Che è chiusa.
Ma come, è chiusa? E' fuori servizio?
No. Le porte sono state chiuse volontariamente dal macchinista. E lo stesso vale per tutte le altre carrozze, tranne quella di testa, lontanissima, dove il capotreno osserva noi pendolari senza fare una piega.
E il treno sta per partire. Non resta che correre lungo tutta la banchina, per riuscire a salire, appena in tempo.
Qual è lo scopo di tutto ciò, potrebbe chiedersi qualcuno?
Lo scopo (del capotreno) è controllare che i passeggeri abbiano il biglietto, perchè questa è la direttiva aziendale di Trenord: la lotta agli evasori del biglietto, a qualunque costo (per i passeggeri).
Non importa che per attuarla si causi un danno colossale ai passeggeri muniti di biglietto, che (se hanno il fiato) devono correre follemente sotto il sole torrido di agosto, per poi arrivare in ufficio non più sudati, ma sicuramente puzzolenti.
Io ce la faccio, a salire sul treno, nonostante la coincidenza penosamente risicata dell'altro treno regionale su cui ho viaggiato. Altri passeggeri restano a terra. Se le porte di tutto il vagone fossero rimaste aperte, sarebbero riusciti a salire tutti quanti, e a usufruire del servizio per cui hanno pagato. Servizio che, bisogna ribadirlo, in queste due settimane centrali di agosto è stato dimezzato: davvero Trenord deve causarci ulteriori danni e disagi, costringendoci a corse da olimpionici, proprio quando ci fornisce metà dei treni necessari per viaggiare verso il posto di lavoro?
Il capotreno ha la faccia di tolla di chiedermi se ho il biglietto, come se un "evasore" fosse così stupido da arrivare di corsa, trafelato, sudato e con due borse da ufficio al seguito, proprio davanti a lui, pur di salire a bordo.
Il "prego?!?" che gli restituisco come risposta tracima probabilmente di bile. Di certo è sufficiente per fargli voltare la testa verso gli altri passeggeri e porre la stessa domanda a loro, lasciandomi perdere.
Colpa sua, o colpa dei diktat dell'azienda?
Ovviamente l'azienda Trenord ha le sue colpe, tra cui quella di spendere risorse pubbliche di ogni genere (vedi guardie private pagate da regione Lombardia) per dare la caccia agli evasori del biglietto, mentre il servizio ferroviario che essa gestisce sta andando a rotoli in termini di treni guasti, ritardi, cancellazioni, disorganizzazione, personale inefficiente, informazioni inesistenti, disservizi quotidiani.
Ma il capotreno in questione ha a sua volta colpe notevoli. In primis, la caccia agli evasori nelle due settimane centrali di agosto in cui a prendere il treno ci sono solo i lavoratori più sfortunati, nonchè in numero esiguo, è ridicola; la stessa caccia può essere attuata a bordo, facendo il giro normale di controllo del biglietto, se proprio ci tiene a essere così ligio al dovere. In secundis, la colpa assai più grave è il misto di menefreghismo e pochezza che lo ha spinto a bloccare tutte le porte e a restarsene in testa al treno, costringendo i passeggeri a correre lungo tutto il "primo tronco", oltre che lungo tutta la banchina: se davvero deve essere così rigido nell'applicare il regolamento di Trenord, abbia almeno l'intelligenza e la decenza di piazzarsi nella carrozza di coda, cioè quella più a portata di piede dei passeggeri che arrivano di corsa (e in orario).
Ultima nota: applicare con rigore e fiscalità il regolamento di Trenord è da cialtroni e ipocriti, vista l'elasticità massima con cui Trenord dispensa disservizi e disagi, o non eroga servizi, o interpreta a modo suo le statistiche dei propri disservizi. Tanto, il pendolare può essere vessato dai capotreni in merito alle regole più stupide non rispettate alla letterea, ma chi mai vesserà per i mancati servizi Trenord, i cui dirigenti leghisti sono tutti intimi amici di amici saldamente seduti sulle poltrone di regione Lombardia? Alla faccia dei due pesi e delle due misure, vero, assessore Sorte Alessandro?


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