venerdì 2 febbraio 2018

Maroni, Fontana e Sorte: viaggiare su un treno lombardo? No grazie

 #Discoverytrain#Trenord#communitydeltreno

Pioltello: un treno carico di rabbia 

E' partita ieri dalla stazione di Crema #intrenoconnoi, l’iniziativa organizzata dal Comitato dei pendolari cremaschi a una settimana dal deragliamento per tenere alta l’attenzione sull’incidente e sulle condizioni del trasporto ferroviario locale. Sul treno, anche una ventina di sindaci del territorio e tre candidati alla Regione: Giorgio Gori (centrosinistra), Dario Violi (M5S) e Massimo Gatti (Sinistra per la Lombardia).
Assenti il candidato del centrodestra Attilio Fontana (che ha inviato un messaggio) e le istituzioni regionali, a partire dall’assessore ai Trasporti Alessandro Sorte. 
«Questa iniziativa - ha spiegato Donelli, del Comitato dei pendolari cremaschi - è per ricordare Ida, Pierangela e Giuseppina. Come Comitato ci battiamo da anni contro ritardi, carrozze fredde, ma mai ci saremmo aspettati di doverci battere per la sicurezza  dei passeggeri».
«Oggi Trenord ha messo a disposizione un treno di buona qualità, ma è abbastanza raro su questa linea», ha detto Gori, il quale ha aggiunto che, se eletto, metterà a gara il servizio su rotaia. Per Violi invece «quando si prende un treno locale non si ha la sensazione di stare in un paese civile, e non serviva una tragedia per accorgersi di ciò». Gatti, infine, si è augurato «un’indagine rapidissima». 

Gori Giorgio deve sapere che per forza Trenord ha messo un treno di buona qualità sulla linea: quello abituale s'è sfasciato, e tutti gli occhi sono puntati sul servizio ferroviario, per cui l'azienda non può proporre un altro catorcio.
Dopo la doppia figuraccia fatta di recente in campagna elettorale sulle fermate dei Bergamo-Milano a Treviglio Ovest, qui qualcuno deve davvero svegliarsi e cominciare a interessarsi sul serio alle questioni dell'amministrazione di una regione, e smettere di recitare le frasi scritte dai consulenti dell'immagine.

Gori a parte, è da rimarcare che su questo disastro, Maroni Roberto si è limitato a dire che Trenord gestisce i treni, e non i binari. Curioso, che Maroni difenda così un'azienda che non è sua, ma del pubblico: oppure forse ci sfugge qualcosa, e Trenord ora appartiene a Maroni, o alla Lega Nord?
Curioso anche che Maroni, il quale amministra la regione Lombardia, si disinteressi della morte di tre pendolari lombardi avvenuta mentre utilizzavano il trasporto ferroviario pubblico della regione Lombardia.

Se Maroni si defila, la sua indifferenza non può stupire: avrà altri interessi rispetto a quelli che racconta. Come non capire Fontana Attilio, che ambisce a succedergli, e che ha già dichiarato che l'eredità di Maroni è positiva, e che non vuole cambiare nulla?
Fontana sicuramente non intende dire che la malagestione ferroviaria lombarda, denunciata ormai da anni da numerose associazioni di pendolari, deve restare immutata.
Chissà qual è il testo del messaggio che ha inviato?
Magari un prosaico "Saremo mica matti a prendere quei treni pericolosi"?

Ma la difesa preferita di questa gente è la spudorata ipocrisia che specula sull'emotività, lo sappiamo bene: di fronte a una tragedia che conferma in maniera inoppugnabile anni di proteste da parte dei pendolari, come si fa a chiudere loro la bocca, sapendo quali colpe hai, e sapendo che la prova è ora sotto gli occhi di tutti? Ovviamente, adottando deliberatamente il comportamento del piangina che, atteggiandosi a statista sensibile e commosso, chiede di non evidenziare le responsabilità oggettive di amministratori e partiti politici proprio adesso che l'opinione pubblica sta ascoltando ciò che per anni è stato zittito con la criminale complicità dei media.
Si fa una bassa e vile speculazione politica dell'aspetto emotivo della tragedia: colpevolizzare le stesse vittime, facendo passare coloro che subiscono il sopruso da anni per sciacalli approfittatori in quanto guidati da interessi di parte, e opponendosi a essi con la postura dell'amministratore nobile e partecipe, che, di fronte al dolore della tragedia, risponde col silenzio.

Un silenzio rispettoso? Ma non prendiamoci in giro. Un vero amministratore della cosa pubblica, di fronte al disastro causato dalle sue stesse politiche, si farebbe carico della colpa.

Quello che si vuole imporre qui è un silenzio omertoso: un atto di cinico e spietato calcolo politico, per minimizzare le potenziali perdite (di consenso) facendo leva sulle emozioni del momento, e delegittimando quindi lo sdegno sacrosanto e la giusta rabbia delle vittime, che invece denunciano a gran voce (da anni) la vergognosa malagestione che ha condotto a tutto ciò.

L'ipocrisia di queste piangine, con la loro tattica passivo-aggressiva di accusare gli altri della nefandezza di cui si stanno lordando (approfittare della situazione per trarne un vantaggio), è dimostrata dal loro stesso tempismo: chi li ha mai sentiti prima? Dov'erano al nascere della cialtroneria ferroviaria che imperversa da anni, e che infuria ancora adesso sulle linee non colpite dalle conseguenze dell'incidente di Pioltello? Com'è che si svegliano per portare le loro parole moralizzatrici e silenziatrici solo adesso, quando fa più comodo?
I vari Maroni, Salvini, Sorte e accoliti in questi anni hanno mai agito contro la vergognosa malagestione ferroviaria, e l'oscena mentalità privatistica, predaona, arraffona, clientelare, amicale e sostanzialmente scellerata che la caratterizza? A parte poche parole di facciata, spese quando scoppiava qualche caso che attirava l'interesse dei quotidiani, hanno mai fatto qualcosa di diverso dal lasciare la malagestione immutata? L'unica azione che si può annoverare nel loro operato è stata quella di ridicolizzare le proteste dei pendolari, e fare orecchie di mercante davanti ai dati oggettivi del disservizio ferroviario, lasciando che i dirigenti di Trenord e FNM raccontassero la versione che faceva più comodo per poter poi intascare premi di produzione e ogni altro genere di vantaggio economico, a prescindere dalla realtà delle cose.

E' una colpa è che è di una catena interminabile di amministratori pubblici. C'è chi ha creato Trenord e FNM configurandole come società private (pur essendo a solo capitale pubblico) per consentire loro di perseguire il solo obiettivo del profitto a tutti i costi, calpestando sistematicamente dignità, diritti e sicurezza dei pendolari, pur ingozzandosi del loro denaro pubblico. C'è chi ha riempito per anni Trenord e FNM di dirigenti scelti non per merito, ma per affiliazione politica e affinità di interessi affaristici. C'è chi applaudiva la tessera di viaggiatore gratuito regalata da Ferrovie dello Stato a Moretti Mauro, ex amministratore delle stesse condannato per la strage ferroviaria di Viareggio. C'è chi ha rinnovato il consiglio di amministrazione e l'amministratore di FS in anticipo sulla scadenza, per consentirgli di continuare le politiche di profitto sui Frecciarossa e sulle grandi opere, infischiandosene della situazione del trasporto pubblico nazionale. C'è chi, per far partire l'insensata, classista e predatoria operazione dell'Alta Velocità, ha indebitato l'erario statale con i credit default swap per decenni a venire.

E tutti quanti, indistintamente, coloro che pur amministrando la cosa pubblica per i cittadini, hanno continuato a ignorare per decenni la voce di quegli stessi cittadini, che segnalavano come quel servizio pubblico di cui erano utenti non funzionava.

Qualcuno di costoro ha anche il coraggio di chiedersi dove sia finito il denaro pubblico erogato, quando era lui a dover vigilare sullo stesso, e a dover ascoltare subito la voce dei cittadini, invece che bearsi dello sfarzo e dell'autocelebrazione senza dignità di quei dirigenti pubblici che festeggiavano cinicamente il profitto, infischiandosene del prezzo pagato dai cittadini.

In questo periodo, riportare i disservizi di Trenord sembra inutile: è ovvio che le tratte Verona, Brescia, Bergamo, Cremona saranno afflitte da ritardi e cancellazioni ancora per molti giorni.
Eppure, qualcosa va segnalato: in questa situazione di emergenza, Trenord e RFI confermano la loro incapacità gestionale che già da anni viene segnalata dai pendolari, ma che gente come Maroni Roberto e Sorte Alessandro di #LombardiaConcreta, nonchè Delrio Graziano, continua a ignorare.

Nella mattinata del 2 febbraio 2018, alla stazione di Treviglio, alle 7:22 il treno 10456 da Cremona non è ancora stato annunciato. Sugli schermi, il treno non risulta in ritardo, nè cancellato.
Inspiegabilmente, alle 7:25 viene invece annunciato il treno 2090 da Brescia delle 7:33, in arrivo sul binario 4.
Perchè viene annunciato con addirittura 8 minuti di anticipo?
Nessuna rettifica viene data, nessuna informazione viene aggiunta.
Alle 7:35, il treno 2090 non si è ancora visto. Di nuobo: nessuna rettifica viene data, nessuna informazione viene aggiunta.
Improvvisamente, la scritta sullo schermo del binario 4 relativa al treno 2090 si spegne, e viene sostituita da quella del treno 10456, che viene presentato senza alcun ritardo.

Nella serata, l'inettitudine prosegue alla stazione di Milano Centrale, dove il treno per Bergamo delle 17:05, che parte con 20 minuti di ritardo, è gestito da un capotreno e da un macchinista che non comunicano nulla ai passeggeri a bordo.
Qual è l'entità del ritardo? Non so sa.
Quali fermate straordinarie effettua il treno? Non si sa.
A che stazione si sta approssimando, durante la corsa? Non viene detto, e fuori è giù buio, per cui è impossibile leggere i cartelli. Cosa devono fare i passeggeri, stare tutti ammassati contro le porte per tutta la durata del viaggio?

Si dirà: siamo in emergenza.
Non è vero: questa incapacità deliberata di fornire informazioni ai passeggeri è quella abituale di Trenord e RFI. Accade da anni, e se i pendolari protestano, il personale reagisce in malo modo, e sulle porte dei treni compaiono avvisi minacciosi che equiparano il personale ferroviario a pubblici ufficiali (pur comportandosi Trenord da azienda privata, quando si tratta invece di profitto).
Purtroppo però Maroni Roberto, Sorte Alessandro e Graziano Delrio non lo sanno. Ci dovrebbero scappare altri morti, per attirare l'interesse di questi signori così attenti a gestire la cosa pubblica che è stata loro affidata, e così capaci di ascoltare le segnalazioni provenienti dai cittadini, invece che farsi incantare dalle sirene del profitto zufolate di dirigenti predatori e famelici.

Pur sfiorando l'argomento solo tangenzialmente, il tracotante di Rignano non può non far parte di questa invettiva, grazie alla sua ennesima cialtronata che è una grandissima presa per i fondelli.
Chi è un "disoccupato", per Renzi? Grazie alla precarietà estrema del lavoro interinale, le statistiche sbandierate dal suo governo-fantoccio dicono che i disoccupati sono sempre meno; e allora perchè lui, che ha voluto quelle statistiche, ora si occupa dei disoccupati come se fossero tantissimi?.


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