mercoledì 29 agosto 2018

Stazione ferroviaria di Treviglio Centrale: benvenuti nel regno della cacofonia pubblicitaria assordante perenne. E scordatevi di sentire gli annunci sui treni in ritardo, i guasti e i treni in partenza. In stazione ci dove andare solo per solo farvi condizionare a comprare prodotti inutili, e non certo per viaggiare.

Stazione ferroviaria di Treviglio Centrale: nella sala d'attesa dal risicato numero di sedili, troneggia uno schermo che trasmette pubblicità a ripetizione, perchè in una stazione ferroviaria non bisogna fornire servizi ai cittadini, ma condizionarli ad agire da consumatori, per spendere, spendere e spendere. Un altro schermo incombe sull scalinata di ingresso all'unico sottopassaggio della stazione.
Non è una novità, naturalmente: tutte le più grandi stazioni ferroviarie d'Italia dispongono di schermi con cui sottoporre i passeggeri al lavaggio del cervello.
La novità sta nel fatto che il sonoro di questi schermi è sempre attivo, a tutto volume. Dentro la sala d'attesa, il rimbombo continuo, mescolato alle conversazioni delle persone in attesa, è assordante. Sulla scalinata esterna, il sonoro è rintronante.
In enrtambi i casi, il sonoro della pubblicità non si interrompe quando vengono diffusi gli annunci sonori di servizio sullo stato dei treni: se il passeggero ha la fortuna di essere abbastanza vicino a un altoparlante, capirà se il suo treno è in arrivo o meno; altrimenti, percepirà solo una cacofonia indistinguibile, e dovrà affidarsi al caso per prendere un treno che lo porti al lavoro.
Chi è che gestisce la stazione ferroviaria di Treviglio? Il sito di Rfi, che la classifica come "gold" (in inglese? E perchè?), ci informa che la stazione ferroviaria di Treviglio è inmano alla società CentoStazioni.


Da wikipedia apprendiamo quanto segue:
Centostazioni S.p.A. era una società per azioni nata per riqualificare, valorizzare e gestire 103 stazioni italiane, con azionista di maggioranza Ferrovie dello Stato Italiane; il 15 novembre 2016 divenne al 100% di Ferrovie dello Stato in seguito al riacquisto delle azioni. Il 16 luglio 2018 è stata fusa in RFI. 
Sostanzialmente , quindi, Centostazioni fu creata per regalare ad alcuni privati i profitti derivanti dalla "valorizzazione" di proprietà pubbliche che, pur appartenendo ai cittadini, vengono usate non per fornire un servizio, ma per perseguire un profitto tramite l'induzione di bisogni fasulli nella mente delle persone.
Com'è possibile che un'azienda di proprietò statale adotti comportamenti da libero mercato che chiaramente vanno a danno del cittadino?

Non resta che inoltrare un reclamo a Rfi, e vedere cosa accade.



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