mercoledì 21 settembre 2016

Lunedì 19 Settembre, il treno 10456 per Milano Certosa parte da Treviglio in orario e arriva a Milano Lambrate alle 7:48, cosa che rende possibile prendere al volo la coincidenza per Milano Centrale delle 7:49.
Il servizio non diventa disservizio, quindi, ma non per mancanza di cattiva volontà: il treno si ferma per ben tre volte nel suo tragitto, senza nessuna spiegazione. La prima volta, appena uscito tra Treviglio. La seconda volta, prima di transitare per Melzo. La terza volta, prima di entrare nella stazione di Milano Lambrate. Succede ormai da quattro settimane, ogni giorno. Il perchè, continua a sfuggire.
Il 2105 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona è in orario, ma non ha abbastanza carrozze: quando si ferma a Milano Lambrate, la quantità di passeggeri che sale costringe questi ultimi a stiparsi ovunque, soprattutto nei mezzanini di salita e discesa, il che significa che a Treviglio i passeggeri devono spintonarsi a vicenda per riuscire a scendere. E non va meglio con chi vorrebbe salire, perchè si tratta di gente così stupida (viene da paesi dove la fisica funziona diversamente?) che si piazza davanti alle porte aperte, impedendo la discesa e il deflusso dei passeggeri arrivati a destinazione.

Martedì 20 Settembre, il treno 10456 e il 2105 ripetono lo stesso schema del giorno precedente. Rispetto ai ritardi e disagi e disservizi degli ultimi tempi, è quasi un miglioramento. Ma cio è come dire che, dopo settimane di dieta, il cibo del criceto è nettare degli dei (Leo Ortonali docet). La verità è che Ferrovie Dello Stato, Trenitalia e Trenord ci hanno abituati a standard così immondi di servizio, che qualunque treno che arrivi in orario ci sembra il massimo dell'efficienza.

Mercoledì 21 Settembre, a Treviglio, il treno delle 7:02 da Verona per Milano Centrale risulta in ritardo di 10 minuti. Curiosamente, il vero ritardo è superiore, perchè questa informazione permane sullo schermo d'ingresso della stazione fino alle 7:17.
Il treno 10456 per Milano Certosa parte da Treviglio in orario e arriva a Milano Lambrate alle 7:44, il che significa che il tragitto può essere coperto in soli 21 minuti. Il che significa che, dall'ultima settimana di agosto a oggi, questo treno (che ci ha sempre fatto perdere la coincidenza delle 7:49 per Milano Centrale) è sempre stato in ritardo di 6 minuti. Sempre. Tutti i giorni. Un doppio disservizio senza spiegazione (a meno che non si tratti del "guasto" tra Treviglio e Melzo, che quindi si è protratto anche dopo che Trenitalia ne ha dichiarato la soluzione, ed esisteva da molto prima che ne venisse ammessa l'esistenza). E senza che nessuno (i politici eletti per garantire la qualità della vita dei cittadini) ne chiedesse conto a Trenitalia. Oppure RFI. O chiunque altro.
Subito dopo, si scopre che i treni da Verona/Brescia/Venezia subiranno ritardi fino a 20 minuti, causa danni provocati dal maltempo tra Romano di Lombardia e Chiari.
Danni? Maltempo? Ah, già: questa notte è piovuto. Ma bisogna essere onesti: magari significa che il vento ha abbattuto alberi che sono finiti sui binari.
E meno male che al nord la pioggia è un fenomeno noto.
Noto a tutti, tranne i politici come Roberto Maroni e Alessandro Sorte, che pretendono soldi dallo stato sì, ma non per sistemare la scandalosa mobilità pubblica: li vogliono per finanziare ulteriori opere stradali, divorando ulteriore suolo pubblico che, negli anni a venire, sarà sempre più necessario per assorbire le precipitazioni torrenziali causate dalla tropicalizzazione del clima. Complimenti alla lungimiranza di tutti quanti: ma se i politici in questione sono scaltri, in quanto dirottano il denaro pubblico nelle tasche di imprenditori "amici", i loro elettori sono invece il massimo dell'ignoranza, dato che non sono capaci di accorgersene o, se invece ci riescono, scelgono comunque di chiudere entrambi gli occhi, senza capire che saranno solo loro a pagarne le conseguenze negli anni a venire.

A questo proposito, ecco la risposta alla domanda che mi pongo da tempo: cosa stanno facendo la giunta della regione Lombardia e l'assessorato alla mobilità lombardo, per lo sfacelo del servizio ferroviario?
Stanno chiedendo soldi per asfaltare altre strade: ecco come l'Eco di Bergamo e MetroNews parlano del piano per la mobilità in approvazione in questi giorni.



Trattativa in corso tra governo e Regione sul Fondo per lo sviluppo, ma c’è un accordo di massima per 600 milioni di euro totali: tra le opere il rondò dell’autostrada, il raddoppio della ferrovia Ponte-Montello e la tangenziale di Comun Nuovo.
A fronte dei 10 miliardi chiesti dal governatore Roberto Maroni, le trattative col governo sul Fondo per lo sviluppo e la coesione sarebbero per ora attestate sui 600 milioni circa. Ma tra le opere che con questa somma riceverebbero dei finanziamenti ce ne sono di molto attese e importanti per la Bergamasca: si parla del rifacimento del rondò all’uscita dell’A4 in città (24 milioni) del raddoppio della ferrovia Ponte San Pietro-Montello (34 milioni) e della tangenziale di Comun Nuovo (8 milioni). L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Sorte, si dice comunque non del tutto soddisfatto: «La Lombardia - osserva - ha preso le briciole rispetto ad altre Regioni del Sud». Intanto, è arrivato dal Consiglio l’ok al Piano regionale della Mobilità.
Per prima cosa, vale la pena di chiedersi se i bergamaschi, reduci dai danni fisici ed economici che le piogge torrenziali e le alluvioni dell'estate 2016 hanno inflitto alle coltivazioni, siano convinti che la soluzione al problema idrogeologico sia asfaltare ulteriore suolo lombardo.
Avranno capito che il suolo della Lombardia non è infinito? Avranno capito che, più se ne asfalta, meno acqua può essere assorbita? Avranno capito che queste piogge tropicali non sono occasionali, ma destinate ad aumentare con gli anni?
Purtroppo, la risposta sembra negativa: è da più di 15 anni che votano sempre la stessa gente che sta sistematicamente devastando l'ambiente lombardo, e ancora i bergamaschi non si sono accorti della causa e dell'effetto.

Passiamo ora ai piagnistei dell'assessore Sorte, che dice che la Lombardia ha preso le briciole rispetto ad altre Regioni del Sud.
Ha davvero detto "altre"? Spero di no: ciò implicherebbe che anche la Lombardia sia a sud.
Ma sorvoliamo (sarebbe bello avere alle istituzioni persone che conoscono l'italiano e la geografia, ma "questo abbiamo").
Sorvoliamo anche sul vittimismo campanilista, infantile e propagandistico di frasi come questa, con cui si cerca di scaricare le colpe della giunta Lombarda sulle cattive e avide regioni immeritevoli del meridione.
Parliamo invece di cosa fareste voi, al posto dello Stato: a fronte di una regione (la Lombardia) che chiede soldi pubblici con cui foraggiare autostrade già in perdita (la BreBeMi) o dichiarate in perdita ancora prima di essere completate (la Pedemontana), o addirittura per costruire altre autostrade inutili che saranno in perdita, voi che fareste?
Rimpinzereste di fondi pubblici questa regione, o le dareste le briciole, sapendo che tanto le butterà via?
E ancora: se una regione chiede soldi per i trasporti ferroviari, ma per bocca del suo assessore alla mobilità, continua a ripetere che la situazione dei treni continua a migliorare, è efficente, supera il 90% nella puntualità, tutto va bene, ci sono treni nuovi ovunque, voi che fate? Le date soldi pubblici che tanto non le servono, visto che va tutto bene? O le date le briciole, giusto per farla star zitta? Voi mica sapete che questo assessore non riferisce la situazione reale del trasporto ferroviario, ma si limita a leggere le veline che gli passano Trenitalia/Trenord (cioè le aziende a capitale pubblico e comportamento privato, che si controllano da sole).

Ed ecco cosa dice invece MetroNews dello stesso argomento, dando voce all'opposizione (quella del M5S, perchè quella del PD è ridicola e falsa, dato che il ministro dei trasporti Graziano Delrio è uno di loro, eppure Ferrovie Dello Stato lesina i soldi alle Regioni e corre a investire capitali in Grecia e Iran).



Un documento atteso da 30 anni e destinato a indirizzare le scelte del Pirellone in materia di trasporti. È il Piano Mobilità approdato ieri in Consiglio, una foto di ciò che si sta facendo e, soprattutto, una lista di cosa si farà in futuro. «Un piano strategico e straordinariamente importante» lo ha definito Maroni, difendendolo dalle critiche delle opposizioni di trascurare il Tpl a favore delle autostrade. Non la vede così infatti la consigliera M5s Iolanda Nanni, per la quale «sui circa 7 miliardi di opere previste, i fondi disponibili sono circa 2,2 miliardi, e di questi  il 95% sono destinati a strade e autostrade inutili».
Le opere da fare
Sebbene nelle 425 pagine del documento si sottolinei come il trasporto su rotaia sia cresciuto in Lombardia del 19% tra il 2002 e il 2014 - mentre l’auto ha perso 7 punti percentuali (dal 69 al 62%) - e che i passeggeri della sola Trenord sono aumentati dai 400 mila di inizio 2000 ai 700 mila del 2014, e pur ammettendo che in futuro la domanda di Tpl aumenterà, a leggere le cifre ci si accorge che gli investimenti vanno soprattutto sulle autostrade.
Nonostante la rinuncia alla Toem, la Tangenziale Ovest Esterna avversata da 33 sindaci coinvolti  perché avrebbe deturpato il Parco Sud Milano, il Piano ha confermato tutti gli investimenti più contestati. In particolare, hanno suscitato critiche il via libera al completamento della Pedemontana (4,1 miliardi) e la sua interconnessione con la BreBeMi (288 milioni); alla Varese-Como-Lecco (1,2 miliardi); alla Broni-Mortara (750 milioni) e al raccordo Mortara-Stroppiana (370 milioni).
Zero euro
Non che il capitolo trasporto pubblico non riporti interventi urgenti, tuttavia - opere già avviate a parte - la colonna dei finanziamenti per questi recita spesso zero euro disponibili. Né ci sono tempi definiti per le realizzazioni. Capita al completamento del raddoppio della Albairate-Parona-Mortara e al prolungamento della S9 fino ad Abbiategrasso (400 i milioni necessari); al collegamento Ferroviario Orio al Serio, che comprende il completamento del servizio Milano-Bergamo (via Treviglio) e il della S18 (Milano-Bergamo via Carnate) da 180 milioni; alla riattivazione della Garbagnate-Arese-Lainate, per la quale bastano 30 milioni… E la lista continua.
Per il capogruppo Pd in Regione Brambilla il documento: «È una mappatura dell’esistente e non un piano strategico. Mentre  Maroni progetta nuove autostrade per 315 km, c’è il concreto rischio che gli studenti di alcune province rimangano senza trasporto pubblico». Accuse respinte da Maroni, per il quale: «Questo è il primo passo, il successivo riguarderà le risorse: abbiamo 600 milioni di euro del Fondo di coesione, dobbiamo decidere come impiegarli».
Desolante l'intelligentissima chiosa finale di Maroni, che ci spiega che le "briciole" di cui parla Sorte sono invece tantissimi soldi, e bisogna "decidere come impiegarli".
Ecco un suggerimento: Maroni vada a farsi un giro sui treni pendolari nelle vere ore di punta, invece che leggere le veline di Trenitalia o ascoltare Sorte che le legge.
Magari verrà giù dalla sua montagna di "barbaro sognante", si sveglierà e vedrà quella realtà che finora non ha visto (come non la vedeva mentre tutti i suoi fidatissimi si ingozzavano di tangenti con la sanità pubblica lombarda; mentre non la vedeva quando la famiglia Bossi si toglieva ogni capriccio col denaro pubblico ricevuto dalla Lega Nord).

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