venerdì 2 settembre 2016

Fertilità per tutti, sanità per qualcuno ( ricco), treni cancellati

Giovedì 1° Settembre 2016, alla stazione di Treviglio, un annuncio sonoro apre la giornata lavorativa comunicando che il guasto agli impianti tra Treviglio e Melzo causerà ritardi fino a 20 minuti per i treni che viaggiano da (e verso) Milano.
E' lo stesso guasto del giorno prima? Quanto ancora durerà? Non si sa.
Qualcuno può chiederne conto a RFI? Magari l'assessore alla mobilità della giunta regione Lombardia? Non pervenuto l'assessore. Non pervenuta la giunta.
Il treno 10456 parte da Treviglio alle 7:23, e sulla carta deve arrivare alla stazione di Milano Lambrate alle 7:49. Cioè in 26 minuti, quando l'esperienza ci dimostra che di minuti ne basterebbero 18.
Ma quest'oggi il treno arriva alle 7:56. Sono stati necessari 33 minuti per percorrere una trentina di chilometri. Ritardo si somma a ritardo, perchè così perdo la "coincidenza" per Milano Centrale.
Finisco con il prendere il treno delle 7:53 da Brescia, che è in ritardo di 5 minuti. Sullo schermo. Il ritardo effettivo è di 8 minuti.
Quando arrivo alla stazione di Milano Centrale, ho buttato via 15 minuti della giornata, e cioè un'altra ora di permesso.

Al ritorno, il 2105 da Milano Centrale per Verona parte con qualche minuto di ritardo, arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, e offre la solita selezione di carrozze roventi prive di aria condizionata e con numerosi finestrini bloccati. La stessa situazione di ieri. Ma nessuno del personale la nota.

Alla stazione di Monza, il treno per Lecco delle 18:00 resta fermo al binario fino alle 18:20, con le porte aperte.
Quando le porte si chiudono, un annuncio sonoro rende noto che il primo treno utile verso Lecco partirà da un altro binario.
Ignorati dal personale ferroviario, parecchi passeggeri scendono dalle carrozze tramite i finestrini.

Oggi la rete è in fermento per la trovata del ministero della salute di promuovere un imbarazzante Fertility Day che utilizza un linguaggio agghiacciante per "incitare" le giovani donne a procreare.
Tra le alte cose, dice:
ma prima voglio, pretendo da cittadino che paga le tasse, che un Ministro del mio paese lanci la giornata nazionale dei trasporti pubblici efficienti, la giornata nazionale dei nidi gratuiti, la giornata nazionale del reddito minimo garantito, la giornata nazionale della sanità e della scuola pubblica e gratuita.

Il padre in questione diventa oggetto di commenti di gente che gli dimostra umanità e comprensione, invitandolo ad arrangiarsi, chiamandolo "viziato", rinfacciandogli che il "medioevo" che lui equipara al governo ci ha dato Dante e altre cose (che sembrano più da Rinascimento, però...), e accusandolo infine di pretendere che il governo gli paghi le sue spese private.
Non ce n'è uno che noti che la campagna definisce la fertilità "bene comune", proprio mentre lo stesso governo di cui fa parte la ministra Lorenzin si arrabatta infingardamente in tutti i modi per privatizzare la gestione dell'acqua potabile (strafottendosene del risultato del relativo referendum).
Non ce n'è uno che noti che il padre in questione chiede cose come servizi pubblici funzionanti. Non ce n'è uno che si ricordi che i soldi del governo sono pubblici, e un cittadino che paga tasse sempre più alte ha il diritto di esigere che queste tasse siano tradotte in servizi pubblici funzionanti, dalla sanità alla scuola ai trasporti pubblici. Saranno mica commentatori-claque?

Lo vorrei vedere anche io, un ministero che promuove una giornata a difesa di un bene pubblico. L'acqua, per esempio. La scuola. La sanità, che ormai è ostacolata da burocrazia, vincoli a non finire (i medici generici sono stati scoraggiati dal prescrivere esami specialistici), liste di attesa della durata di mesi (e invece la campagna della fertilità non ha avuto problemi di fondi, stranamente, e la consulente che l'ha curata dice che bisognerebbe fare esami preventivi di spermografia e sangue a tutti i giovani, non si sa con quali soldi).
O il trasporto pubblico, che a sua volta ha lo scopo di ridurre l'inquinamento dell'aria pubblica, e il consumo di suolo pubblico da parte di autostrade inutilizzate il cui passivo deve essere abbattuto con denaro pubblico. Dov'è il ministro Delrio, quando i treni sono cancellati e la rete ferroviatia si guasta in ogni direzione? Non si sente in dovere di lanciare una campagna per combattere questa devastazione del bene pubblico?

Venerdì 2 Settembre, il 10456 arriva a Treviglio in largo anticipo, ma nel tragitto tra Treviglio e Milano Lambrate sosta almeno tre volte in mezzo al nulla, accumulando 5 minuti di ritardo e non fornendo spiegazioni. Alla stazione di Milano Lambrate, riesco a prendere la "coincidenza" per Milano Centrale delle 7:49 solo qualche secondo prima che il treno parta, e solo perchè anche questo è in ritardo di qualche minuto.
Al ritorno, FS/Trenitalia/Trenord danno nuovamente il meglio: il 2105 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona è cancellato.
Perchè? Non si sa. Ma è certo che, dal disastro dei guasti agli impianti di mercoledì 31 agosto, la linea non ha fatto altro che accumulare ritardi non motivati.
Che alternative ci sono a questo treno? Nessuna, salvo attendere il treno successivo, un'ora dopo. E non c'è nessuna garanzia che il treno ci sia.
Chi non deve andare oltre la stazione di Treviglio può correre fino alla stazione di Milano Repubblica, dove prendere il suburbano 23061 delle 17:29, che arriva a Treviglio alle 18:20. Significa comunque un ritardo di 24 minuti rispetto ai tempi a malapena accettabili del cancellato treno 2105.
Nella stazione di Repubblica, gli schermi segnalano continuamente i treni straordinari che domenica partiranno da Milano Centrale per portare spettatori alla gara di F1 Heineken di cui abbiamo già parlato.
Alla faccia del trasporto pubblico, Trenord è in realtà questo: una macchina per fare soldi, ai danni dei cittadini. I treni straordinari vengono programmati con spreco di mezzi e pubblicità; quelli "ordinari" dei pendolari, tipo il 2105 per Verona, vengono cancellati, lasciando andare il servizio pubblico a rotoli. Tanto, a chi importa, oltre che ai pendolari? Tanto, chi controlla? Di certo non la giunta regionale lombarda. Di certo non l'assessore alla mobilità Sorte, che si affida ai dati forniti da Trenitalia per dire che tutto va bene.

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