martedì 27 settembre 2016

Lunedì 26 Settembre 2016, il servizio sulla mia linea è regolare. Ma sulle altre?
Alla stazione di Milano Lambrate c'è un treno delle 7:23 per Milano Centrale in ritardo di 25 minuti.
E un annuncio rende noto che è "terminato" il guasto al passaggio a livello tra le stazioni di Pizzighettone e Acquanegra, per cui la circolazione riprende progressivamente.

Il treno 2105 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona sfoggia solo carrozze restaurate, finalmente: il modello è quello vecchio che circola da anni e anni, ma i materiali sembrano nuovi (o riverniciati). E, soprattutto, le porte non si guastano. Dopo settimane e settimane di disagi, ritardi, torture sotto il sole, Trenord (o Trenitalia?) s'è degnata di intervenire, rimuovendo le carrozze perennemente guaste. Considerando i tempi di intervento, non stupisce che queste aziende siano sempre in attivo: il risparmio che si ottiene non sostituendo il materiale difettoso col (costoso) materiale nuovo, scaricandone le conseguenze sugli utenti, e con la silente complicità delle istituzioni tipo l'assessorato alla mobilità, deve essere notevole.

Martedì 27 Settembre, il 2086 da Brescia per Milano Centrale delle 7:33 arriva a Treviglio con le carrozze (a due piani) già completamente occupate. Non resta che viaggiare in piedi. E' un fatto noto da anni, ma cosa viene fatto per ovviare? Nulla. Non c'è spazio per altre corse: devono transitare i Freccia Rossa, prima. E Trenitalia deve risparmiare, altrimenti il denaro pubblico non basta per distribuire ricchi dividendi: non a caso ha tolto i Freccia Bianca provenienti da Brescia, che una dirigente ha definito "poco remunerativi", adeguandosi alla filosofia del governo Renzi, che taglia il servizio pubblico raccontando di aver invece diminuito le tasse, in nome del dio profitto. E ciò non vale solo per il trasporto: com'è possibile che la sanità pubblica sia sempre più inaccessibile e al risparmio, ma l'ignorante bigotta Lorenzin e la sua cricca di bacchettoni integralisti cattolici possano spendere soldi a palate per campagne sulla fertilità spacciate per un discorso di prevenzione e salute? Non si cura meglio la salute dei cittadini fornendo loro servizi sanitari diffusi e accessibili in tempi ridotti?
Alla stazione di Milano Lambrate, c'è un treno per Milano Certosa in ritardo di 15 minuti. Il treno da Bologna per Milano Centrale delle 7:54 è in ritardo di 10 minuti.

Col treno 2105 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona si ripete la solita farsa: le carrozze restaurate, dopo quattro giorni di servizio, sono già scomparse, e il vecchiume è ricomparso. Ma almeno le porte non si guastano.
Un annuncio rende noto che un treno per Torino partirà con 10 minuti di ritardo, il che accade ogni giorno, e quasi a ogni ora. Ma la società di trasporti piemontese è privata, per cui le istituzioni e Trenitalia non sono imputabili del disservizio.
Davvero crediamo a questa favoletta?
Per prima cosa, la società NTV riceve comunque denaro pubblico, per fornire il servizio pubblico. O ci stiamo dicendo che le bastano i soldi di abbonamenti e biglietti, per fornirlo? Sarebbe grave, perchè, in tale caso, anche Trenitalia e Trenord dovrebbero diventare autonome.
E se NTV riceve denaro pubblico, perchè non viene chiamata a rispondere dei disservizi? E se i disservizi dipendono da RTF o altre società (pubbliche), perchè Ferrovie dello Stato o il ministero dei Trasporti non intervengono?
Se invece NTV non ricevesse denaro pubblico, chi le ha dato la concessione per gestire trasporti che non sa gestire? E perchè non le viene tolta tale concessione?

Intanto, ci viene reso noto che il servizio ferroviario si appresta a fornire ciò che sa fornire meglio, con una puntualità e regolarità che non conosce cancellaziioni:
Giovedì 29 e venerdì 30 settembre andrà in scena uno sciopero di ventiquattro ore dei dipendenti del settore ferroviario indetto dai sindacati Cub trasporti, Cat e federazione Sgb.

Potranno partecipare allo sciopero tutti i dipendenti del compartimento ferroviario: a rischiare lo stop, quindi, saranno Trenitalia, Trenord e Italo. E per il 21 ottobre prossimo è già previsto un secondo sciopero generale,
Trenord informa sul proprio sito che «i treni regionali, suburbani e a lunga percorrenza potranno subire ritardi, variazioni e cancellazioni». «Giovedì 29 settembre - si legge nella nota - sono garantiti i treni che partono prima delle 21 e arrivano a destinazione finale entro le ore 22; venerdì 30 settembre sono previste la fasce di garanzia 6.00-9.00 e 18.00-21.00 durante le quali circoleranno i treni inseriti nella lista dei servizi minimi garantiti».
Ridotti i disagi per Trenitalia. Sul proprio sito l’azienda ha comunicato che nonostante le ventiquattro ore di sciopero le Frecce circoleranno regolarmente.

Chissà come mai Trenitalia riesce a garantire il servizio privato delle Frecce Rosse, ma non quello pubblico.
Chissà perchè non se lo chiedono gli assessori alla mobilità delle regioni, o il ministro dei trasporti.

Ed ecco che si parla anche della nuova legge di bilancio, per la quale si prospettano tagli a sanità e servizi.
prepariamoci ugualmente a stringere la cinta per circa 7 miliardi: dalla sanità, ai beni e servizi, alle partecipate. Risorse anche da nuove entrate come il rientro dei capitali-bis, la lotta all'evasione dell'Iva, giochi e frequenze.
La caccia ai 7-8 miliardi è aperta da tempo, ma stando alle ultime indicazioni il menù si starebbe focalizzando. Non è affatto escluso il taglio, o aumento ridotto, al fondo sanitario nazionale pari ad un miliardo.
maggiori entrate: la prima misura in ballo è la voluntary disclosure-bis per la quale si stimano 1,5 miliardi di gettito sulla base di una ipotesi di capitali da recuperare fino a 30 miliardi. L'altra posta sulla quale conta molto il governo è il cosiddetto split payment, una norma che consente da circa un anno all'amministrazione pubblica di trattenere l'Iva dei fornitori assicurando un versamento sicuro e integrale: il gettito sarebbe maggiore del previsto e potrebbe essere cifrato in 1,5 miliardi.
Come dicevamo prima, Lorenzin butta soldi dalla finestra per insensate campagne di crescita demente della popolazione in un paese già soffocantemente affollato e flagellato dalla disoccupazione, dalla precarietà e dai debiti. Renzi, l'imbonitore dalla retorica cialtrona tanto gradito alle banche e a confindustria, continua a raccontare di voler tagliare le tasse e promette bonus e mancette alle categorie più facili da manipolare. Però poi la realtà dei conti va affrontata, ed ecco che i servizi essenziali vengono ulteriormente ridotti, mentre le tasse non vengono diminuite, se non per chi è già ricco e ha capitali all'estero con cui ha evaso il fisco.
Però quotidiani e telegiornali celebrano l'Italia fasulla che Renzi racconta ogni giorno, senza alcun contraddittorio.

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