giovedì 9 febbraio 2017

Le porte del Brescia che si aprono in corsa non fanno notizia



Fatto accaduto martedì pomeriggio poco dopo la stazione di Milano Lambrate, sul regionale 10915 di Trenord diretto a Brescia

A mettere a rischio l’incolumità della bambina di quattro anni, l’apertura della porta automatica a due ante che si è spalancata mentre mamma e figlia si trovavano con altri viaggiatori nel vestibolo del treno, dopo essere salite a Lambrate.
Tra i viaggiatori del regionale c’era Valentina Bracchi, pendolare di Fara Gera d’Adda, testimone dell’episodio:
«Il treno era appena partito dalla stazione e improvvisamente la porta si è aperta – racconta Valentina Bracchi – con la bambina che dava le spalle alla porta e per le oscillazioni della carrozza è pericolosamente finita verso il punto d’accesso ormai spalancato.
La madre ha fatto un balzo rapido e ha acciuffato la figlia al volo».
Sono seguiti momenti concitati, con la piccola fortunatamente ignara di quanto rischiato, ma la mamma visibilmente scossa per il pericolo corso.

Ovviamente questa notizia non va oltre la cronaca locale, e al massimo la si sente a qualche radiogiornale.
Perchè comunque i media (e le istituzioni) non si interessano dello sfacelo di un certo settore del servizio pubblico finchè non succede qualcosa di adeguatamente emozionante, come per esempio la strage di Viareggio.
Se la bambina in questione fosse caduta dal treno e fosse morta, allora sarebbe scoppiato un caso nazionale, con commissioni d'inchiesta, e indagini sulla torbida gestione di FNM, i legami malsani e le collusioni con la politica dell'interminabile regime Formigoni-Maroni, la denuncia indignata della malaferrovia, eccetera.
E ovviamente qualcuno annoterebbe con altrettanto sdegno che da anni le associazioni dei pendolari stanno protestando con sdegno inascoltato per lo sfacelo in cui il trasporto regionale lombardo si sta progressivamente impaludando.
Ma finchè non muore nessuno, lo scandalo non è tale e la malaferrovia non fa notizia, e di certo le istituzioni non se ne accorgono (basti pensare al ministro Delrio Graziano che celebra l'Alta Velocità Brescia-Treviglio senza nemmeno sapere lo stato in cui versa il trasporto regionale di quella stessa tratta, con disservizi che in quel periodo sarebbero stati imbarazzanti persino per qualcuno come Maroni Roberto, abituato a restare impassibile ogni volta che un suo fedele leghista finisce in galera per abusi di potere di ogni genere).

E quindi chi se ne importa della catena di treni regionali che si guastano uno dopo l'altro, dei disservizi misteriosi di cui FNM/Trenord/Trenitalia non danno spiegazione e via elencando tutte le atrocità elencate su questo blog e sulle pagine internet dei pendolari che vanno da Twitter a Facebook passando per Instagram.

E quindi chi se ne importa che nella mattinata di giovedì 9 febbraio 2017, il treno 2605 Milano C.le-Bergamo accumula 28 minuti di ritardo.
O che nel pomeriggio il treno 2090 Brescia-Mi C.le arriva con 11 minuti di ritardo. O che il treno 25527 Chiasso-Milano C.le accumuli 11 minuti di ritardo. O che un treno da Domodossola per Mi C.le abbia 20 minuti di ritardo.

E in ogni caso, anche se dovesse morire qualcuno a causa di questi treni che si sfasciano, il ministro dei trasporti prenderebbe le parti dei dirigenti ferroviari, e i consigli di amministrazione delle società del gruppo ferroviario FS esprimerebbero totale fiducia per questi dirigenti. E a essere ancora oggetto di danno e beffa sarebbero solo i pendolari, come già adesso accade.


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