giovedì 18 maggio 2017

Dopo lo sfacelo dei treni, ecco il collasso degli impianti della rete ferroviaria lombarda

Lunedì 15 maggio 2017, il treno delle 14:25 da Milano Centrale per Verona arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, tutte le carrozze occupate, ma pochi passeggeri in piedi.
L'inizio di settimana è quindi accettabile: incredibilmente, ho viaggiato per un giorno intero senza incontrare disservizi rilevanti (se si esclude il mistero dei perenni ritardi sui treni che vanno a Brescia e Verona).

Nella mattinata di martedì 16 maggio 2017, il treno 10456 da Cremona per Milano Certosa arriva nelle vicinanze della stazione di Milano Lambrate alle 7:44, e si ferma senza che vengano date spiegazioni.
In seguito, il treno giunge a destinazione con 12 minuti di ritardo.
La coincidenza con il treno per Milano Centrale delle 7:49 non va persa solo perché il 2160 in questione è in ritardo di 15 minuti.
La causa è un guasto agli impianti della stazione di Pizzale-Lungavilla, che secondo l’annuncio causerà ritardo fino a 15 minuti per i treni delle linee di Sestri Levante, Novi Ligure, Genova.
Infatti, sugli schermi è possibile leggere che il 2180 da Sestri Levante ha 25 minuti di ritardo, mentre il treno 2181 diretto a Sestri Levante ha 30 minuti di ritardo.
La scritta relativa ai 15 minuti persiste anche alla stazione di Milano Centrale, sebbene alle 8:05 risulti che il treno 2181 (ancora fermo in stazione) ha un ritardo di 50 minuti.
Solo gli annunci sonori vengono corretti, precisando che i treni potranno subire ritardi o cancellazioni (come è noto, FNM e Trenitalia costringono i passeggeri a vane attese di almeno 40 minuti, prima di comunicare che il treno è stato cancellato; in questo modo, impediscono a questi fastidiosi cittadini che pretendono di usare un servizio pubblico che hanno pagato due volte, di cercare soluzioni alternative, anche se più lente). Alla stazione di Milano Lambrate si osservano ritardi di 5 minuti e ritardi di 10 minuti rispettivamente per due treni e per un treno che viaggiano su linee non coinvolte nel guasto: come mai?
Il treno 2180 arriva infine a destinazione con 36 minuti di ritardo, cioè più del doppio della stima dichiarata dalle società del gruppo Ferrovie Dello Stato.
Il treno 2181 riesce a partire con un ritardo di 62 minuti.

Nella stessa mattinata, il treno 10758 Bergamo-Milano Porta Garibaldi arriva con 22 minuti di ritardo, mentre il 10760 Bergamo-Milano Centrale arriva con 25 minuti di ritardo.
Alle ore 13:00, l’annuncio è stato corretto in ritardi fino a 30 minuti, variazioni o cancellazioni . Ma il guasto agli impianti non è più temporaneo: è cronico, come il dissesto di tutti gli impianti delle linee “convenzionali”, quasi come se le società del gruppo Ferrovie Dello Stato preferissero spendere tutto il loro denaro (pubblico) a vantaggio dell’esclusiva e limitata clientela dell’Alta Velocità, piuttosto che eseguire la dovuta manutenzione delle strutture ferroviarie del servizio pubblico (da loro sprezzantemente definiti “convenzionale”), il quale trasporta ogni giorno un numero di cittadini superiore a quello dell’AV, ma le cui tasse vengono usate solo a vantaggio dell’elite benestante e privilegiata in questione.

Nella mattinata di mercoledì 17 maggio 2017, alla stazione di Milano Lambrate le informazioni visive continuano a fornire informazioni secondo criteri opinabili.
Alle 7:46, gli schermi indicano come “in partenza” il treno delle 7:43 per Milano Centrale, nonostante il convoglio abbia già lasciato da tempo la stazione.
Risulta invece cancellato il suburbano S9 24109, causa guasto al treno, dopo aver accumulato un ritardo di 14 minuti.
Come noto, per Trenitalia e Trenord, un treno che parte e che poi si guasta irreparabilmente non è un treno “cancellato” e non rientra nelle statistiche che il Gruppo Ferrovie Dello Stato sbandiera trionfalmente sulle pagine della rivista ”Note” che produce e regala a nostre spese. Ovviamente, il ministro Delrio Graziano e l’assessore Sorte Alessandro tacciono, invece che pretendere che nelle statistiche c ompaia la voce “treni partiti e cancellati causa guasto”.
La responsabile della manutenzione di questi treni regionali è l’azienda lombarda FNM: qualcuno ha mai sentito Sorte Alessandro parlare dei guasti a catena che hanno afflitto i treni negli ultimi mesi, a causa della mancata manutenzione preventiva da parte di FNM, la quale aveva inspiegabilmente esaurito le scorte dei pezzi di ricambio necessari?

Nella serata, alla stazione di Milano Centrale, è segnalato un guasto agli impianti della stazione di Carnate, con conseguenti ritardi.
Da segnalare la mancata preparazione di un treno per Salerno, che causa un ritardo di 20 minuti, aumentato poi a ritardo di 30 minuti.

Nella stessa giornata, altri guasti:


Problemi sulla linea per Milano: impianti di circolazione in tilt.

«Possibili ritardi fino a 15 minuti a causa di un guasto agli impianti che regolano la circolazione dei treni tra le stazioni di Paderno Robbiate e Calusco d’Adda». lo annuncia Trenord.

Grottescamente, nella stessa giornata, l'assessore Sorte Alessandro dimostra di vivere come sempre in un'altra realtà, dove i treni evidentemente funzionano:


«Sia che passi l’emendamento, sia che venga stralciato - ha continuato Sorte - le tariffe non aumenteranno nel 2018. E anche il servizio rimarrà invariato».

Parlare di “servizio invariato” a fronte dell’ennesima giornata dell'ennesima settimana di guasti e ritardi sembra una autoparodia involontaria, o forse un’ammissione di impotenza e incapacità.
E ci mancherebbe solo che il prezzo dei biglietti aumentasse: quale sarebbe la motivazione, viste le continue mancate erogazioni del servizio?
Bisogna aumentare il prezzo per non poter usufruire del trasporto pubblico? 
E davvero Sorte ha merito in questo risultato?

Come sempre, gli unici a dare informazioni un po' più oggettive sono i giornalisti "a gratis" (tipo Mara Ventura di Sabina Guzzanti) che lavorano per MetroNews, riferendo la parte avuta dal M5S nel cancellare dalla Legge di semplificazione la norma che permette aumenti delle tariffe dei treno in caso di investimenti (finanziari), il che vuol dire che gli autori della Legge (la maggioranza) volevano invece aumentare le tariffe, alla faccia degli annunci di trionfo di Sorte.

Da notare anche la citazione dell'incendio sulla Voghera-Milano, con ritardi di 20 minuti.

Riguardo al silenzio del ministro Delrio Graziano, a parte la sua filosofia personale sul mentire alle persone che vuoi manipolare esposta durante un apericongresso del Partito di Destra guidato dal suo capoccia Renzi Matteo, bisogna convenire che si tratta di un comportamento condiviso dai suoi colleghi.
L'ennesima dimostrazione che ai governicchi Renzi e Gentiloni premono solo gli interessi di imprese, imprenditori e manager, viene dalla rivelazione di un disastro ambientale che ebbe luogo più o meno all'epoca in cui la ministra Guidi dormiva con un rappresentante delle lobby petrolifere, mentre invece Renzi faceva di tutto per far affondare il referendum sul rinnovo gratuito delle concessioni alle trivelle petrolifere. Chissà come mai l'evento fu tenuto nascosto? E davvero nessuno al governo ne sapeva nulla? Si trattava di un governo di incapaci, di inetti o di minorati mentali, per restare all'oscuro di un tale avvelenamento del suolo pubblico?


Capita che un centro oli, un impianto di estrazione del petrolio, inizi a “perdere liquidi” ad agosto dell’anno scorso. Liquidi che, fatalmente, si disperdono nell’ambiente circostante, più precisamente nel sottosuolo. Succede che la perdita prosegua fino a novembre, sino a raggiungere l’interessante cifra di 400 tonnellate di petrolio sversato. Accade che l’ente che gestisce l’impianto in questione riveli la lieta novella solo qualche giorno fa, incidentalmente, a un tavolo tecnico convocato dal governo, stando a quanto riportano i principali media.

Alla diffusione della notizia dello sversamento non si sono registrate particolari reazioni pubbliche, anche solo in termini di domande o dubbi, sulla compatibilità di quella presunta condotta del gestore dell’impianto, che si chiama Eni, con quelle norme del Codice dell’ambiente. Tutto quello che emerge è l’intenzione di alcuni enti pubblici di un’ispezione futura, dopo che Eni stessa ha ammesso gli sversamenti.

Succede, infatti, che il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervistato sulla questione, dichiari, restando serio, che il “suo Ministero non ha competenze sul Cova (Centro oli Val D’Agri, ndr) perché il titolo V della Costituzione non gliele assegna”.

abbiamo trovato un’altra norma, di segno opposto, ancora nel Codice ambiente, richiamata dal succitato articolo 242: prevede che, in casi del genere, il medesimo ministro dell’Ambiente, “in qualsiasi momento, ha facoltà di: a) chiedere all’operatore di fornire informazioni su qualsiasi minaccia imminente di danno ambientale o su casi sospetti di tale minaccia imminente; b) ordinare all’operatore di adottare le specifiche misure di prevenzione considerate necessarie, precisando le metodologie da seguire; c) adottare egli stesso le misure di prevenzione necessarie” (art. 304, c. 3).

forse il ministro voleva dire questo: non essendogli pervenuta alcuna informativa dal Prefetto, perché i responsabili dell’impianto non hanno effettuato alcuna immediata comunicazione, non ha potuto attivare alcuno dei poteri\doveri di cui è investito.

Nella mattinata di giovedì 18 maggio, alla stazione di Treviglio il treno 2090 delle 7:30 da Brescia per Milano è cancellato.
Un annuncio rende noto che i treni di tutte le linee (pure i Cremona) subiranno ritardi fino a 30 minuti, variazioni o cancellazioni per il prolungarsi della manutenzione agli impianti della linea nella stazione di Brescia.
Come si apprende in seguito, ma solo tramite internet, i treni cancellati sono sei, e il guasto (chiamato con leggerezza “inconveniente tecnico”) è avvenuto alle 5 :00, per cui quello che stiamo osservando è un mancato servizio che si protrae da più di due ore, altro che “inconveniente”.
Un’altra cosa da notare è che Trenord non dichiara che il disservizio è causato da “motivi non dipendenti da Trenord”, frase che invece l’azienda ci cala solertemente sulla testa non appena può scaricare le responsabilità altrove.
 
Salta inoltre all’occhio la mancanza dell’aggettivo “convenzionale”, quello con cui si indica con disprezzo le vecchie linee ferroviarie del trasporto pubblico. Dati i precedenti di abuso di potere e conflitto di interessi da parte dell’azienda Trenitalia nella gestione dei FrecciaRossa, avallati da ministri e assessori chiusi in un imbarazzante mutismo, ci stupirebbe lo scoprire che il guasto si è verificato sulla linea dell’Alta Velocità, e che i treni regionali vengono soppressi per consentire ai FrecciaRossa di viaggiare sulle linee convenzionali?

Sempre a Treviglio, il treno 10456 delle 7:22 per Milano Certosa è composto da carrozze a un solo piano, dopo alcune settimane di carrozze a due piani e servizio dignitoso.
Di tutti i giorni per far regredire un servizio a malapena dignitoso, Trenord sceglie proprio oggi, il giorno in cui la linea parallela da Brescia è fuori servizio da due ore, e i pendolari che ne usufruiscono sono costretti a riversarsi su altre corse già sature della loro fetta di pendolari.
Il 10456 arriva alla stazione di Milano Lambrate in ritardo, facendoci perdere la "coincidenza" delle 7:49 per Milano Centrale: un volgarissimo viaggio tra Treviglio e Milano Lambrate che dura 27 minuti, e nessuno obietta.

Nessun commento:

Posta un commento