martedì 30 maggio 2017

Trenord annuncia di aver portato la puntualità all'85%. Ma è pagata per fornire il 95%. Traguardo? No, fallimento degli obiettivi.

Nella mattinata di lunedì 29 maggio 2017, alla stazione di Treviglio c’è il solito esempio dell’efficienza di #LombardiaConcreta, nonché dell’attenzione che Trenitalia e Ferrovie dello Stato dedicano copiosamente al trasporto pubblico: i treni da Cremona subiranno infatti ritardi fino a 30 minuti a causa dell’ennesimo guasto di un passaggio a livello tra le stazioni di Casaletto e Caravaggio.
Il treno 10456 delle 7:22 ha un ritardo di 10 minuti, e lo stesso vale per il 10458 delle 7:45.

La linea Treviglio-Milano è stata quadruplicata, con costi enormi, e l risultato di treni pendolari sempre affollati, e più lenti di quanto erano 10 anni fa. La linea Cremona-Treviglio è invece rimasta a un solo binario, il che significa interruzione del servizio a ogni guasto di treno o di passaggio a livello (per non parlare degli impianti di circolazione). E ciò significa che il mancato servizio non è all’ordine del giorno, ma poco ci manca.
Però non si vede alcun intervento in merito da parte di coloro che dovrebbe chiedersi perché Trenitalia e FS lavorano per il profitto, invece che per fornire un servizio pubblico che è anche una strategia per il futuro: il ministro dei trasporti, l’assessore regionale alla mobilità, eccetera.
E ovviamente, se persino le persone “elette” o ”scelte” per gestire la cosa pubblica sono così miopi e concentrate solo sui propri interessi immediati, è impossibile aspettarsi che gli elettori comuni dimostrino maggiore lungimiranza in merito.

Sempre a Treviglio, il treno 2090 Brescia-Milano delle 7:33 arriva in ritardo di qualche minuto, di cui però non viene reso noto nulla. Alla stazione di Milano Lambrate, il treno ha 5 minuti di ritardo, che però non vengono comunicati.

Nella serata, il treno 2074 da Verona per Milano Centrale delle 17:35 ha 10 minuti di ritardo, proponendo il solito "enigma di Pulcinella" dei continui ritardi senza spiegazione sulla tratta dove è appena stata inaugurata l'Alta Velocità Brescia-Treviglio che, secondo il competente parere del ministro Delrio "fai vedere che ti interessa anche se non è vero" Graziano è destinata ad "aiutare" il trasporto pendolare regionale (non ci ha detto come).

Martedì 30 maggio 2017, Trenord emana un proclama che l'Eco di Bergamo riporta in maniera desolantemente acritica: Trenord, puntualità in aumento.
Ci vuole l'intervento del solito MetroNews per fare presente che Trenord ha fallito l'obiettivo di fornire il servizio per cui viene pagata: infatti, la puntualità del contratto è quantificata al 95%. Se Trenord ha portato la percentuale all'85%, allora è al di sotto di 10 punti.
Il titolo onesto dell'articolo de l'Eco sarebbe: "Trenord: puntualità solo all'85%".

Perchè gli amministratori regionali, come l'assessore Sorte Alessandro, tacciono, davanti a una simile mistificazione?
Perchè nessuno si chiede come possa Trenord vantare tali utili, se poi i treni regionali si guastano in continuazione a causa della mancata manutenzione, e i pezzi di ricambio nei magazzini di FNM si esauriscono? Dove vanno questi utili? O meglio, da dove vengono? Forse dal risparmio eccessivo che Trenord attua, erogando un servizio al di sotto dei valori previsti?
Chiediamoci anche se qualche pendolare ha mai visto gli "intervistatori" che hanno raccolto i dati sul gradimento del servizio di Trenord: non sarà che questi "intervistatori" vengono inviati a sondare i soli passeggeri delle linee più funzionanti, e magari in orari lontani da quelli di punta, dove si concentrano disservizi, guasti, ritardi e cancellazioni?
E perchè Trenord non rende pubbliche le statistiche dei suoi servizi suddividendole per fasce orarie? Deve forse coprire le gravi carenze delle fasce di punta?

In questa stessa giornata dell'annuncio trionfale di Trenord (nonostante la litania di treni guasti di cui questo blog elenca quotidianamente solo una parte), la rete ferroviaria continua ad andare a pezzi (e magari Trenord dirà che la cosa non le compete, perchè quasi tutto è in mano a RFI, cosa che effettivamente fa sentire i pendolari molto meglio, e permette ai vari Sorte Alessandro e Delrio Graziano di tacere, o di vantare successi immaginari):

- alle 7:20, a Treviglio, i treni da e per Brescia e Verona potranno subire ritardi fino a 15 minuti per un guasto agli impianti tra Treviglio e Romano di Lombardia;
- il treno 2160 delle 7:49 arriva a Milano Lambrate alle 7:51, ma l'orologio (appena "sostituito"? Ricollocato?) sul tabellone del marciapiedi 10/11 indica le 12:00;
- alle 13:30, nella stazione di Milano Centrale, un guasto alla rete elettrica tra Pavia e Certosa di Pavia causa ritardi fino a 10 minuti su quella linea;
- alle 17:15, i treni per Bologna e Piacenza subiranno ritardi fino a 15 minuti per un guasto agli impianti della stazione di Casal Pusterlengo;
- il treno delle 17:25 per Alessandria partirà con un ritardo di 10 minuti per guasto al treno;
- il treno 2077 per Verona delle 17:25 parte saturo, bollente, con pochissime carrozze dotate di aria condizionata, e arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo che certo non possono essere spiegati col guasto che si trova dopo la stazione di Treviglio (anche perché altrimenti il guasto sarebbe presente ogni giorno, dato che il treno 2077 subisce questo ritardo senza spiegazioni 4 giorni lavorativi su 5);
- sempre alla stessa ora, i treni da e per Brescia e Verona sulla linea convenzionale potranno subire ritardi fino a 15 minuti per un guasto agli impianti tra Treviglio e Romano di Lombardia;
- infatti, alla stazione di Milano Lambrate, il treno delle 17:28 da Verona per Milano è annunciato con 20 minuti di ritardo.

La parola "convenzionale" ci riporta al nocciolo della questione: Ferrovie dello Stato ha permesso alla sua controllata Trenitalia di spendere enormi quantità di denaro pubblico per continuare a realizzare infrastrutture per l'Alta Velocità, riservata a una ristrettissima fetta di cittadini benestanti, mentre ha lasciato che RFI fallisse nel compito di manutenere le infrastrutture delle linee puubbliche dedicate ai miserabili (ma assai più numerosi) pendolari non abbienti.

Il problema è che i cittadini che non usano il treno non si rendono conto che questa discriminazione attuata dallo Stato non si limita al solo trasporto ferroviario: è già presente nella sanità, nella scuola, nel lavoro; e parecchi sintomi dimostrano che sta arrivando anche in altri settori, come l'acqua. Quanto manca alla discriminazione nell'accesso ad aria respirabile?

Nessun commento:

Posta un commento