venerdì 26 gennaio 2018

Delrio Graziano e la caccia ai responsabili del disastro ferroviario di Pioltello. Ce l'ha uno specchio a portata di mano?



«Il sistema ferroviario italiano è uno dei più sicuri al mondo ma noi vogliamo la verità, che si accerti, rapidamente, la responsabilità, perché morire quando si è sul posto di lavoro, o quando ci si sta recando sul posto di lavoro, è una cosa inaccettabile».
Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio. 


Come ben noto sin dal "fuorionda" all'apericongresso del PD di Renzi Matteo, Delrio Graziano è un esperto della strategia della finzione, quella in cui  al momento opportuno devi saper dare l'impressione che ti importi qualcosa di quello che è accaduto, a prescindere dai tuoi atti concreti dei mesi precedenti, che invece andavano nella direzione opposta.

Solo pochi mesi fa, Delrio Graziano era nella platea ad applaudire, insieme a alla dirigenza di FS e Trenitalia, tutta cinicamente festante, mentre all'ex amministratore delegato di FS Moretti Mauro veniva elargito il premio di una tessera di viaggio gratutito a vita. Stiamo parlando dello stesso Moretti Mauro che è stato condannato a 7 anni in primo grado per la strage alla stazione di Viareggio (32 morti).
Delrio era in platea ad applaudire il riconoscimento conferito a questa persona.
Lo stesso Delrio che ora parla di accertare le responsabilità per l'incidente ferroviario accaduto a Pioltello ieri 25 gennaio 2018. Forse vuole questo accertamento per consegnare un premio anche al responsabile di questo disastro.

Delrio Graziano è lo stesso ministro che non ha detto una parola per l'uomo morto dilaniato con un piede imprigionato nella porta di un treno di Trenord nel 2017.

Delrio Graziano è lo stesso a cui va bene che Mercitalia Rail abbia stipulato un accordo per incentivare il personale dei treni merci a saltare la pausa pranzo (o a mangiare mentre guida), alla faccia della sicurezza del sistema ferroviario di cui Delrio blatera oggi.

Delrio Graziano fa parte del governo di Gentiloni Paolo, cioè la fotocopia truccata del governo di Renzi Matteo. E' lo stesso governo che solo poche settimane fa, nelle nomine 2018- 2020, con la scusa della fusione Fs-Anas ha rinnovato l’ad Mazzoncini Renato e il cda di FS, che scadevano soltanto in aprile.
Delrio non ha detto una parola, nonostante Mazzoncini Renato sia lo stesso Amministratore Delegato di azienda a capitale totalmente pubblico che vuole il ponte sullo stretto di Messina, allo scopo di inseguire a tutti i costi il profitto. Nonostante Messina sia una zona a rischio sismico, teatro del devastante terremoto di inizio 1900.
Mazzoncini vuole un ponte, su quel tratto di mare, nonostante la sua azienda ferroviaria si sia dimostrata dissennata, rapace e predatoria oltre ogni decenza anche nella gestione della rete ferroviara sul continente, tanto da arrivare al disastro di ieri. Disastro avvenuto per il cedimento di un tratto di binario della rete "convenzionale", su cui era stato criminalmente deciso dalle aziende di FS di far transitare anche quelle "bestie" dei treni FrecciaRossa, nonostante lo stesso tratto fosse già percorso dai treni da/per Cremona, Brescia, Bergamo, Verona (e forse dai suburbani per Varese e Novara?). E, nonostante questo enorme stress a cui il tratto era sottoposto, l'azienda RFI di FS aveva rimandato la manutenzione per sei mesi, pur essendoci già stato un caso di deragliamento (finito senza incidenti o danni alle persone). E queste aziende secondo Mazzoncini (e Delrio) dovrebbero essere capaci di garantire la sicurezza di un ponte costruito su un tratto di mare ad alto rischio sismico.
Mazzoncini è l'alfiere della politica imprenditoriale famelica, cinica e classista che ha condotto l'azienda pubblica FS a comportarsi come azienda privata, a inseguire il profitto sulla pelle dei pendolari del trasporto "convenzionale", a calpestare i diritti dei cittadini per privilegiare in tutti i modi l'elitaria Alta Velocità dei Freccia Rossa.
Mazzoncini è quello che vuole quotare in borsa i FrecciaRossa, per arricchire i privati dopo che le casse dello Stato Italiano hanno finanziato per anni l'intera impresa con denaro pubblico, contraendo in più gli enormi debiti del credit default swap, che si ingigantiscono progressivamente, ampliando a dismisura il debito pubblico (nonostante l'informazione venga tenuta nascosta; Risultanze del controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema Alta velocità», al paragrafo 7 «Analisi economico-giuridica dei contratti ereditati – Mancata rappresentazione degli effetti economici nel bilancio dello Stato»).

E Delrio Graziano non ha detto una parola, quando Mazzoncini è stato rinnovato.
Eppure, Delrio era stato rumoroso e aggressivo e attivo nell'immischiarsi nella gestione di un altro ministero, in quanto contraria all'etica: eppure, quando a violare l'etica sono le persone sotto la sua competenza., Delrio tace o addirittura avalla.

Adesso Delrio Graziano parla di trovare i responsabili di un disastro ferroviario che è frutto della scellerata gestione privatistica, affaristica e commerciale che fino all'altro giorno ha avallato senza mai obiettare alcunchè.

Che credibilità hanno, oggi, le parole del ministro della strategia della finzione?

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