sabato 27 gennaio 2018

Treni vecchi, manutenzione all’osso, conflitti d’interesse. Ecco a voi Trenord, la società che controlla se stessa

Da it.businessinsider.com.

Di Andrea Sparaciari
Se tu, ente pubblico, affidi un servizio a un appaltatore, hai l’obbligo di sorvegliarlo affinché questo si comporti bene e di sanzionarlo se si comporta male. Ma cosa accade se la società alla quale hai dato l’appalto è tua?

Agisci nell’interesse del pubblico che rappresenti, o in quello della società che possiedi? Il problema i legali del Pirellone se lo erano posto, trovando una soluzione geniale: lasciare alla società l’onere di controllarsi. Secondo il Contratto, la Regione sorveglia Trenord e può sanzionarla, ma solo in base ai dati statistici forniti da Trenord stessa.
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Altro tasto dolente, la manutenzione: i circa 330 treni che vanta oggi la flotta di Trenord, sono vecchi – l’età media è di 18 anni (nonostante i 594.236.579 di euro spesi da Regione Lombardia solo per acquistare convogli Tsr tra il 2003 e il 2014) – e non sono sufficienti per assicurare  il numero di corse previste dal contratto di servizio. Per effettuare tutte le corse giornaliere, i convogli sono utilizzati al limite e i tempi di manutenzione ridotti all’osso. Dato il poco tempo a disposizione gli addetti alle officine devono (giustamente) concentrarsi sulla sicurezza (controllare freni, sistemi di segnalamento ecc…), tralasciando tutti i lavori non necessari alla circolazione. Per questo i convogli anche quelli nuovi d’estate viaggiano senza aria condizionata o senza il riscaldamento d’inverno, oppure con una o più toilette fuori servizio.
A dicembre 2013 (ultimi dati disponibili, diffusi dal sindacato, mai smentiti da Trenord) su 1.520 treni effettuati quotidianamente, il 77% ha viaggiato con almeno una toilette non funzionante e il 35% ha effettuato servizio con almeno una porta guasta. E ancora: 673 rotabili (cioè carrozze o locomotori) sono stati messi sui binari con un guasto medio (come un condizionatore rotto) e 457 con un “guasto grave” (per esempio una ruota danneggiata)”. Da allora, purtroppo, assai poco è cambiato, come i pendolari sanno bene.

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