domenica 24 giugno 2018

22 giugno 2018: Fontana Attilio si vergogna per Trenord. Intanto, però, non agisce. Come sempre.

Nell'interminabile farsa che è diventato il balletto tra la Lega Nord (senza "Nord"?) e i prodotti del suo incesto amministrativo-politico pluridecennale con Forza Italia, Partito delle Libertà e il resto degli schieramenti dedicati agli interessi personali e a quelli degli imprenditori amici, si arriva all'apica della mancanza di decenza quando si assiste alle dichiarazioni di Fontana Attilio nel servizio del TG Regione Lombardia del 22/6/2018.

La giornalista dichiara che "Il governatore Fontana torna ad attaccare Trenord", come se detta giornalista non sapesse che Trenord appartiene per il 50% a FNM, azienda completamente in mano alla Regione Lombardia, e che è sempre stata la giunta lombarda (cioè la Lega Nord) a decidere i nomi della dirigenza di dette aziende (Gibelli Andrea e Farisà Cinzia), e la conseguenza logica che se ne ricava è che "Fontana della Lega Nord attacca il lavoro della Lega Nord di Maroni Roberto".

Ma sorvoliamo sulla giornalista, che deve stare attenta a conservare il proprio posto di lavoro, come tutti quelli che ne hanno uno.

Fontana Attilio dichiara: "Mi vergogno, ma chiedo ai pendolari di avere pazienza qualche mese".
Un'affermazione singolare, da parte di chi dichiarò quanto segue, in campagna elettorale:
«Il governatore Maroni mi ha lasciato un’eredità positiva. La mia amministrazione sarà in continuità con la precedente, al contrario di quanto promette Giorgio Gori che vorrebbe cambiare tutto».
La conclusione dell'intervista è da manuale nell'usurata strategia che è tipica di Fontana Attilio: esordire con toni severi e taglienti, che lasciano intendere che egli vuole rimediare alla situazione, ma nel contempo limitarsi sempre e solo alle parole ad effetto, senza mai passare ai fatti.
Infatti, la giornalista chiede: "Ma il cambio del management di Trenord?"
E Fontana fa immediatamente retromarcia: pur essendo la dirigenza di Trenord e FNM in quota leghista, pur essendo questa struttura dirigenziale la causa principale dello sfacelo del servizio ferroviario pubblico in Lombardia, ecco che Fontana rivela la propria impotenza, e delega le decisioni ad altri, come già ha fatto con Trenitalia e RFI, dichiarando che "E' una delle valutazioni che dovrà essere sottoposta dal consiglio di amministrazione".

Per ricordare agli elettori smemorati il livello di competenza, affidabilità e onestà e consapevolezza dei loro eletti nella Regione Lombardia durante gli anni in cui Trenord e FNM si sfasciavano a velocità crescente, citiamo cosa diceva l'assessore Sorte Alessandro nel 2016:
"Un recente sondaggio di Eupolis ha confermato che il 65 per cento dei lombardi apprezza, e promuove, la nostra viabilita' (su ferro e su gomma) e i mezzi di collegamento con le altre regioni. Una notizia importante, dunque, al netto delle dichiarazioni di qualche presidente di comitato un po' politicizzato".
"Mi viene il dubbio - continua Sorte - che a qualcuno, che magari a breve troveremo candidato in qualche lista, possa dar fastidio tale risultato paragonabile quasi a quello della nostra sanita' che e' da tempo riconosciuta come una vera eccellenza".
"Faccio anche notare - conclude Sorte - che i riscontri del mondo pendolare (quello vero) non solo confermano la validita' del servizio erogato, ma esprimono anche grande apprezzamento per il piano 'sicurezza sui treni' che ci apprestiamo a varare per il prossimo anno e che gia' stiamo positivamente sperimentando su alcune tratte".
Per ricordare agli elettori la qualità, competenza, chiarezza di visione e preparazione della dirigenza selezionata da Maroni Roberto per gestire il trasporto ferroviario in Lombardia, ecco un intervento di Gibelli Andrea (FNM) del 2015:
A sei mesi dalla sua nomina a presidente del gruppo Ferrovie nord Milano (gruppo che gestisce il sistema ferroviario in Lombardia e che è partecipato al 57,57% dalla Regione), Andrea Gibelli ribalta la tradizionale visione dell’utente tipo del servizio ferroviario in Lombardia che fino ad ora si è sempre pensato essere il pendolare per motivi di studio e di lavoro.
E lo fa citando alcuni dati di un sondaggio che, dopo il suo insediamento, ha fatto realizzare da una società esterna. Da questo sondaggio è emerso che il 41% degli utenti del servizio ferroviario lombardo prende il treno 2 o 3 volte alla settimana; il 27% una sola volta. Ne deriva che il 68% sono viaggiatori saltuari. «Ciò dimostra che dobbiamo andare oltre il classico archetipo del passeggero del treno ossia operaio impiegato studente. Significa che abbiamo grossi margini di sviluppo per quanto riguarda i servizi complementari».
«Nelle nostre stazioni, frequentate da migliaia di persone, al momento ci sono solo servizi di ristorazione. Troppo poco. Devono diventare dei mini hub (termine con cui si indica un aeroporto principale, ndr) con ogni genere di servizio: dal negozio di alimentare, a quello di abbigliamento fino a servizi di mobilità sostenibile come il “car sharing” di mezzi elettrici facilitati dal fatto che il 79% dei Comuni ha una stazione nel raggio di 5 km».
Tornando alla cronaca di questi giorni, è da notare la sconcertante e grottesca schizofrenia delle varie teste dell'idra rapace e affaristica nota come Lega Nord (ma senza "Nord").
Infatti, Mentre Fontana Attilio continua omertosamente a omettere che Trenord è una creatura della Lega Nord, che Maroni Roberto ne ha scelto e protetto la dirigenza (Farisè Cinzia a Trenord, Gibelli Andrea a FNM),  che Maroni Roberto ha taciuto (o peggio ancora, manco sapeva) sulla gravissima carenza di organico di Trenord, nota fin dal gennaio 2017, ecco invece che Maroni Roberto non si fa problemi a criticare bellamente l'operato di Fontana Attilio, dandogli dell'incapace

Ah, già, era solo una trovata propagandistica per ottenere voti all'incombente referendum lombardo.
Passato il referendum, ecco risultare che lo stanziamento effettivo, fino al 2019, era di soli 100 milioni.
Ma d'altra parte, chiaramente Maroni e la sua cricca già sapevano che, con 10 nuovi treni, rispetto a quelli che si guastano ogni giorno, non si risolve nulla. Ma neanche con 100 nuovi treni, se non c'è il personale necessario (perchè TRenord non è sotto organico da 5 mesi: lo è da anni).. E ancora, è inutile comprare treni a iosa, se questi treni devono essere manutenuti Trenord e FNM, aziende già dimostratesi ampiamente incapaci di manutenere i treni di vecchio modello, e del tutto impreparate a far fronte alla complessità tecnologica dei nuovi convogli.

Il problema, alla fine, non è l'incompetenza di Maroni Roberto, Sorte Alessndro, Fontana Attilio. Il problema è chi vota Maroni Roberto, Sorte Alessndro, Fontana Attilio, dopo anni di prove concrete delle loro effettive capacità e dei loro veri interessi.

Mentre i pendolari portano pazienza, come ha chiesto loro di fare Fontana Attilio, dopo essere stati sbeffeggiati per anni dagli alleati dello stesso Fontana Attilio, il disservizio ferroviario di Trenord prosegue imperterrito anche venerdì 23 giugno 2018.

#LombardiaConcreta

Sulle linee suburbane per Treviglio, Trenord cancella 5 corse: il 23079 è cancellato; il 23074 è cancellato; il 23064 è cancellato; il 23067 è cancellato; il 10656 è cancellato.

 Senza spiegazione.








#LombardiaConcreta
E ancora: i10651 è cancellatoil 23057 è cancellato a Busto Arsizio.

 Senza spiegazione.









Sulla linea per Bergamo.
Il 2627 è in ritardo di 13 minuti per ritardo del treno corrispondente.
Il 10807 è cancellato da Milano Porta Garibaldi a Milano Lambrate. Senza spiegazione.





Sulla linea ChiassoComo-Milano.

Il 25080 è cancellatoIl 25085 è cancellatoIl 25076 è cancellato.

Senza spiegazione.

Forse Fontana Attilio è un po' in ritardo per la vergogna, sentimento che avrebbe dovuto provare già da tempo, osservando come il suo partito della Lega Nord gestiva il feudo di Trenord e i propri amici  con un'arroganza e un protezionismo colluso che hanno dato i frutti che oggi stesso lui non sa come gestire, se non facendo equilibrismi linguistici per fingersi irato e nello stesso tempo giocare allo scaricabarile con chiunque gli venga comodo, e in sostanza mantenere le cose immutate da mesi.

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