giovedì 18 aprile 2019

treni nuovi, ma quando e dove?


Trenord e Regione Lombardia tornano ad annunciare l'arrivo di nuovi treni, nel 2020, a cadenza ancora sconosciuta. I quotidiani, come l'Eco di Bergamo, riportano bovinamente il comunicato, ripetendo la propaganda della Lega Nord a pappagallo, senza mai scendere nel dettaglio: com'è possibile conciliare lo sfacelo ferroviario della Lombardia vissuto ogni giorno dai pendolari di più linee con gli annunci strepitosi della Lega Nord sulla magnificenza del trasporto pubblico lombardo?

Come riporta il comit ato pendolari "Quelli del treno", sono notevoli le omissioni del comunicato propagandistico della Lega Nord, come è notevole la scarsa preparazione dei giornalisti che se ne occupano.

"Le assegnazioni per direttrici non sono ancora state effettuate e che, negli ultimi documenti di delibere regionali, l’attenzione è soprattutto per le direttrici su rete Ferrovie Nord": in altre parole, la Lega Nord vuole riservare i nuovi treni alle sole tratte gestite da Ferrovie Nord, sacrificando quindi la maggioranza delle tratte della Lombardia (gestite da RFI).

"I treni nuovi verranno acquistati in composizione da 4 e 5 vetture": com'è ovvio a qualunque pendolare diretto a Milano, la capienza di simili vetture è del tutto insufficiente, dato che gli attuali treni con 6 vetture si rivelano sistematicamente insufficienti sulle linee più frequentate (cioè quelle dove il dissesto delle ferrovie della Regione Lombardia è più evidente). Come ben noto, e silenziosamente approvato da Regione Lombardia, Trenord privilegia il profitto, e per motivi commerciali impone inoltre la presenza della vettura di prima classe anche su questi treni sovrasaturi, riducendo ulteriormente la già scarsa capienza effettiva.

Nessun giornalista si ferma a porsi la domanda cruciale, e cioè con che cadenza questi nuovi treni saranno consegnati e messi sui binari: è vero che si inizierà a vederli nel 2020, ma quanti ne arriveranno in un anno?
La Lega Nord di Fontana aveva già ammesso un anno fa che l'annuncio strepitoso di Maroni sull'acquisto di treni nuovi era una manovra propagandistica giunta in clamoroso ritardo rispetto allo sfacelo ferroviario in corso, e infatti bastava un'analisi dei numeri sparati da Maroni per cogliere la verità dietro questa manovra pubblicitaria.
Per quale motivo, due anni dopo, la mistificazione dovrebbe essere divenuta invece una verità?

A proposito, Maroni annunciò 160 treni. Adesso sono diventati 30, come la stra-citata razione di cioccolato nel romanzo 1984 di George Orwell: c'è qualche giornalista lombardo con memoria storica sufficiente per accorgersene?


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