domenica 15 settembre 2019

I treni di Trenord si sfasciano per scarsa manutenzione, ma FNM (della Lega Nord) non se ne accorge e pensa solo a stipendiare Savoini Gianluca (della Lega Nord)

Mentre i Leghisti della Lega Nord si radunano per frignare e fare le vittime per aver fallito nel mantenere in vita un governo funzionante, continua a venire a galla il marciume che fermenta dietro la loro facciata di spavalderia e chiacchiere su un'efficienza esistente solo a parole. 

In realtà, basterebbe guardare lo stato oggettivamente vergognoso del costosissimo trasporto ferroviario della Lombardia, senza avere bisogno di ulteriori prove per concludere che la Lega Nord della Lombardia è, in alternativa, incapace e incompetente, oppure mentalmente ritardata, oppure corrotta e collusa fino al midollo.
Ma, siccome i mezzi di informazione come Tg Regione, Tg 3, la  Repubblica e l'Espresso tacciono, forse per non infastidire gli opulenti inserzionisti ferroviari, o forse perchè c'è qualcuno che siede in troppi consigli di amministrazione di quotidiani e di aziende pubbliche contemporaneamente, questa verità non riesce a raggiungere gli onori della cronaca nazionale.


Un compenso da 2600 euro al mese dalla società Fnm e uno stipendio mensile pagato con i soldi pubblici del Pirellone per monitorare sulla correttezza della par condicio. Ecco tutti i compensi occulti di cui gode Gianluca Savoini. E spunta anche un bonifico da 70 mila euro dalla multinazionale Ernst&Young.

Salvini rinnega Savoini ma la Lega gli ha dato incarichi pubblici per migliaia di euro: il documento esclusivo

Da quando il suo nome è finito nel registro degli indagati per il Russiagate italiano, all'interno della Lega tutti hanno iniziato a prendere le distanze da Gianluca Savoini. Eppure, proprio durante la trattativa del Metropole, in cui erano in ballo milioni di euro provenienti da Mosca, l'ex portavoce di Matteo Salvini ha incassato parecchi soldi pubblici.

Denari versati sul conto corrente di Savoini da una società controllata dal governatore lombardo Attilio Fontana, scelto proprio da Salvini per guidare la Regione Lombardia poco più di un anno fa. I documenti in possesso di Fanpage.it raccontano che, a partire da giugno del 2018, nello stesso periodo in cui stava iniziando a trattare con i russi il maxi finanziamento per la Lega svelato lo scorso febbraio da L'Espresso, Savoini ha iniziato a percepire un compenso mensile di 2.600 euro da Fnm spa, colosso dei trasporti pubblici lombardi quotato in Borsa e amministrato da un altro leghista storico: l'ex parlamentare e già vice presidente regionale, Andrea Gibelli.  
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Silenzio totale da parte di Fnm. Il gruppo controllato da Regione Lombardia e Ministero delle Finanze italiano (attraverso Ferrovie dello Stato), che ogni anno percepisce milioni di euro in contributi pubblici, ha risposto così alle nostre undici domande: “Per prassi aziendale Fnm non fornisce informazioni e/o commenti sui propri rapporti contrattuali. Cordiali saluti”. Nel suo ultimo bilancio annuale, quello del 2018, il gruppo lombardo si limita a dichiarare di aver speso per le consulenze 2,6 milioni di euro, senza fornire dettagli sui nomi dei consulenti.  
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Quello di Fnm non è infatti l'unico pagamento ricevuto dall'ex portavoce di Salvini con i soldi dei cittadini lombardi. Come è noto, il leghista che fa avanti e indietro da Mosca è anche vice presidente del Corecom, l'autorità indipendente di Regione Lombardia che dovrebbe garantire il rispetto delle norme in materia di comunicazione e vigilare sulla libertà di informazione.

Una poltrona da 2.594 euro lorde al mese, che Savoini occupa ininterrottamente dal 2013 grazie ai voti dei consiglieri regionali leghisti. Eppure, oggi nemmeno il capogruppo dei padani al Pirellone, Roberto Anelli, dice di ricordarsi di lui: “Personalmente io il dottor Savoini non lo conosco. Vi posso garantire che Savoini, quando era uscito tutto il cinema, io non sapevo neanche chi fosse”. 
Savoini ha anche un ufficio al terzo piano del Pirellone, lo storico grattacielo milanese dove lavora Anelli. È quello da cui ha registrato decine di video in cui, almeno fino a qualche mese fa, narrava entusiasta i meriti di Vladimir Putin e di Matteo Salvini. Un ufficio pubblico usato per fare pubblicità alla sua associazione privata, Lombardia-Russia, ora finita nel mirino dei magistrati della procura di Milano che indagano sui rapporti finanziari tra pubblici ufficiali del Cremlino, Lega e questo storico militante padano da cui oggi tutti vogliono tenersi lontani. Lontani, sì, ma senza scaricarlo. Salvini finora ha sempre negato di essere a conoscenza della trattativa condotta da Savoini, ma non l'ha denunciato per aver cercato di ottenere finanziamenti esteri a favore della Lega. Né lo ha estromesso dal partito. Il documento che pubblichiamo qui sotto dimostra però che l'ex portavoce di Salvini anche quest'anno ha versato il suo obolo alla Lega, proprio come fanno a cadenza regolare parlamentari e politici vari del Carroccio: 400 euro bonificati il primo marzo 2019, a Russiagate già scoppiato.

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