mercoledì 4 luglio 2018

4 luglio 2018, pomeriggio: mentre i disservizi imperversano, Mazzoncini Renato di FS getta la maschera, e rivela di aver permesso il disastro di Trenord per poterne assumere il controllo

Nel pomeriggio di mercoledì 4 luglio, sulla linea Verona-Milano si ripetono i guasti dei treni, i ritardi e le cancellazioni senza spiegazione.
Treno 2070: ritardo di 14 minuti per precedenza a un altro treno (quale?).
Treno 2072: cancellato per guasto al treno.
Treno 10918 Brescia-SestoSGiovanni: effettua tutte le fermate da Treviglio a Pioltello Limito, addossandosi il carico di passeggeri di altri treni.

In seguito, l'azienda Trenord si esibisce in una delle sue clamorose dimostrazioni di colossale , incontestabile incompetenza, che devono essere il motivo che convince il capo-giunta della Lombardia Fontana Attilio a difenderne a tutti i costi l'operato, scaricando ogni colpa e onere su chiunque altro tranne la dirigenza in quota Lega Nord dell'azienda Trenord. 

Il treno 2077 MilanoCentrale-Verona delle 17:25 è annunciato in partenza con 10 minuti di ritardo per guasto al treno.
Nonostante la gravità della situazione (che non può essere emersa così tardi, a meno che anche la programmazione dei convogli di Trenord sia carente come quella del personale), l'annuncio viene dato solo alle 17:15, e non compare sul sito di Trenord se non troppo tardi, impedendo così ai passeggeri di optare per un treno suburbano alla stazione di Milano Repubblica.
Ovviamente il convoglio guasto è il costoso Vivalto comprato nel 2017 dalla giunta di Maroni Roberto tramite FNM. Non solo si guasta con frequenza spaventosa, ma Trenord non lo sa manutenere. E l'ex assessore Sorte Alessandro notare questo problema solo adesso che non è più assessore. Ma pazienza.
Al posto del Vivalto, Trenord invia un catorcio con carrozze a un solo piano, nelle quali la climatizzazione funziona solo occasionalmente.
Il treno parte con 18 minuti di ritardo.
Alla stazione di Pioltello, il treno è saturo, come se stesse imbarcando i passeggeri di un'altra corsa (soppressa?).
La temperatura aumenta, e la climatizzazione si ferma anche nelle carrozze in cui aveva funzionato fino a quel momento.
I finestrini sono sigillati, e non c'è ricambio d'aria.
Il capotreno non si fa vedere.
Il treno raggiunge i 32 minuti di ritardo.

Sempre sulla stessa linea, il resto dei treni non se la cava meglio.

Treno 10921 MilanoGrecoPirelli-Brescia: ritardo di 15 minuti per guasto al treno.

L'immarcescibile fregatura del treno 2091 MilanoCentrale-Brescia, che ha sempre una scusa diversa per il frequente disservizio: ritardo di 15 minuti per ritardo di altro treno.

Treno 4929 Bergamo-Brescia: cancellato a Rovato. Senza spiegazione.



La linea Varese, dopo il blocco mattutino causato da guasto agli impianti di circolazione, si trasforma in un marasma di soppressioni programmate, guasti di treni, guasti di impianti, cancellazioni, ritardi dovuti ai guasti agli impianti.





Distinguere le responsabilità di Trenord e di RFI diventa impossibile, anche perchè la lista quotidiana di ritardi e soppressioni non differisce molto da quella dei giorni precedenti: c'è solo il ricorrente capro espiatorio di RFI che fa più comparse del solito, perchè per il resto si continua a leggere ciò che i pendolari sperimentano da mesi, e cioè soppressioni sistematiche di corse senza spiegazioni.


Le uniche responsabilità chiare sono quelle dei Ministeri delle Finanze e di Infrastrutture e Trasporti, nonchè della giunta della Regione Lombardia. Tutte istituzioni inspiegabilmente impotenti (o cinicamente indifferenti) davanti al tracollo di Trenord , e cioè del sistema di trasporto ferroviario della presuntuosa regione Lombardia, che nella propria propaganda continua a pretendere di essere la regione più progredita e all'avanguardia dell'Italia.








Chi si ricorda le dichiarazioni di Fontana Attilio al TG Regione Lombardia (tra cui "mi vergogno"), saprà che Fontana ha chiesto ai pendolari di avere pazienza, ma non ha spiegato perchè.

Ecco le ipotesi su ciò che si prospetta:

Ieri a parlare è stato l’ad di Fs, Renato Mazzoncini, che lunedì aveva incontrato i vertici di Fnm proprio per parlare dello stallo nelle trattative sul futuro della società. «Posso dire che entrambi stiamo lavorando nell'unico interesse dei cittadini, che è quello prevalentemente di avere treni nuovi, perché quello che manca oggi in Lombardia è un piano di investimenti sui treni nuovi».
Vale la pena di ricordare che l'AD di FS, Mazzoncini Renato, è colui che ha dimostrato solo due ambizioni, finchè c'era il suo amico Renzi Matteo al potere (o a manovrare i pupazzi come Gentiloni). La prima: quotare i Frecciarossa in borsa, per arricchere i privati con l'Alta Velocità, un prodotto costato montagne di denaro pubblico e che per essere finanziato con i credit default swap ha indebitato lo Stato Italiano per anni. La seconda: costruire il ponte sullo stretto di Messina.
C'è quindi da credergli?

No.

Sopratutto dato che Mazzoncini non fa menzione del fatto che l'azienda Trenord necessita di due cose fondamentali: un organico adeguatamente dimensionato, e la rimozione di una dirigenza leghista sclerotica che ha perseguito solo il profitto ed è stata incapace persino di pianificare le assunzioni di personale fondamentale.

Curiosamente, Mazzoncini non fa menzione neppure dello stato degradato delle infastrutture ferroviarie della Lombardia, come se non sapesse che RFI sta eseguendo una manutenzione ridotta all'osso, e non spiega che fine abbiano fatti i sostanziosi contributi pubblici erogati dallo Stato per questo scopo (come ribadito da Delrio Graziano e Fontana Attilio).

Ancora più agghiacciante è il momento in cui Mazzoncini getta la maschera:
Al di là degli annunci, ciò che importa è la risposta di Mazzoncini a chi chiedeva se ottenere la maggioranza di Trenord (oggi divisa in parti uguali tra Fs e Regione) fosse discriminante per Fs: «La nostra priorità è investire in servizi che gestiamo».
In altre parole, Trenitalia ha permesso che Trenord andasse a rotoli per dispetto, vendetta e sete di potere. Alla faccia dell'azienda che lavora "nell'unico interesse dei cittadini". (Come avevamo già ipotizzato non molto tempo fa su questo blog).

Considerando che TRenitalia, come RFI, appartiene a Ferrovie dello Stato, di cui Mazzoncini è amministratore delegato, è ora facile capire perchè RFI ha lasciato che le infrastrutture lombarde andassero a pezzi: sempre per assecondare il piano di conquista Trenitalia.

Dov'era il ministro Delrio Graziano, mentre Trenitalia portava avanti questa politica fascista, e mentre il governo Gentiloni rinnovava con largo anticipo l'incarico di AD a Mazzoncini, fautore di questa politica che sta distruggendo le vite lavorative dei pendolari lombardi da mesi?
Delrio taceva, e fingeva di guardare altrove: fedele alla sua fede cattolica, agiva da "sepolcro imbiancato", e aspettava solo il momento di non avere più responsabilità, per andare a cercare la pagliuzza nell'occhio altrui, ignorando il "fascio" che ha nel proprio. 

E anche Fontana, come Mazzoncini, getta la maschera. E' forse il bene dei pendolari lombardi, che gli interessa?
Ma quando mai.
Lunedì scorso Fontana aveva detto che il Pirellone non rinuncerà al controllo di Trenord, l’ipotesi  più probabile sembra essere quindi un divorzio consensuale e un ritorno al 2011, anno di nascita di Trenord. In pratica il Pirellone gestirebbe alcune linee di sua proprietà con treni suoi ed Fs le altre.
Il  che permetterà alla Lega Nord di mantenere in sella i dirigenti di Trenord da essa scelti, a prescindere dalla loro clamorosa e conclamata incompetenza.





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