mercoledì 25 luglio 2018

Finalmente Mazzoncini Renato va fuori dai piedi. Peccato che i frutti avvelenati del suo lavoro continuino a rovinare la vita dei pendolari ferroviari

Bergamo: il ministro Danilo Toninelli annuncia un viaggio sui treni dei pendolari
Buona fortuna, e un consiglio al ministro Toninelli: non prenda appuntamenti nelle due ore successive al previsto orario di arrivo a destinazione, perchè li mancherebbe.
Ferrovie dello Stato, il governo azzera i vertici. Toninelli: “Chiudiamo col passato. Priorità a treni regionali e pendolari”
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in un post su facebook ha annunciato di aver firmato la decadenza dell’intero consiglio di amministrazione di Fs “per chiudere con il passato“. Lo scorso 11 giugno l’amministratore delegato Renato Mazzoncini è stato rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta sui contributi pubblici ricevuti da Umbria mobilità, che sarebbe poi stata acquisita dalla Busitalia di cui Mazzoncini era ad. Il cda, chiamato a pronunciarsi in base allo statuto del gruppo, si era espresso contro la decadenza e per la sua permanenza in carica.
Toninelli e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno però deciso per l’azzeramento del consiglio. 
Buona fortuna anche qui, considerando le forze spietate e gli interessi economici che sostengono gente come Mazzoncini Renato.
Infatti: l'incarico di Mazzoncini Renato era stato rinnovato con fretta e furia a gennaio 2018, mesi prima della sua scadenza, dal compiacente governo a fima PD e controllato da Gentiloni Renzi Matteo Paolo, con il silenzioso benestare di Delrio Graziano, che in questo particolare caso non aveva tempo per fare la morale ai mercanti che gestiscono le FS come un'azienda privata volta al profitto prima che al servizio pubblico.
Mazzoncini Renato è noto per due grandi aspirazioni: quotare in borsa i FrecciaRossa (dopo che l'alta velocità è stata realizzata con enormi quantità di denaro pubblico e gravosi indebitamenti statali con i credit default swap); realizzare il ponte sullo stretto di Messina. Entrambe le cose, supportate con entusiasmo da Renzi Matteo, sono riassumibili in una frase: regalare denaro pubblico a chi è già ricco.

Nel frattempo, l'azienda Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) che è controllata da FS, e il cui schifoso operato è quindi responsabilità di Mazzoncini Renato, oggi 25 luglio 2018 in Lombardia si esibisce nella sua continua malagestione, che prosegue da anni nel silenzio di ministri e amministratori delegati.

Alla stazione di Treviglio, il treno 10456 delle 7:22 per Milano arriva alle 7:21, e si ferma. E resta fermo.
Rfi non diffonde alcun annuncio, nemmeno dopo le 7:23, ma non dà al treno il segnale di via libera.
Il treno resta fermo fino alle 7:29, cumulando 7 minuti di ritardo. Sembra una sciocchezza, ma è il tempo necessario per far saltare le coincidenze alle successive stazioni di Milano Lambrate e Milano Certosa.
Perchè il treno non parte? Qual è il motivo del ritardo?
Rfi non dà spiegazioni. Il personale di bordo di Trenord non parla.
Nel frattempo, un altro treno arriva, ferma e riparte per Milano.
Ma Rfi continua a tacere.
D'altra parte, perchè Rfi dovrebbe porre termine alla propria malagestione menefreghista, se questa è avallata dalla dirigenza del Gruppo FS?

La rete ferroviaria lombarda continua a guastarsi, e la manutenzione è in carico a Rfi, che continua impunemente a intervenire solo a danno fatto:

Quattro treni in ritardo sulla linea Bergamo - Brescia nella prima mattinata di mercoledì 25 luglio per un guasto a un passaggio a livello tra le stazioni di Palazzolo sull’Oglio e Grumello del Monte (di competenza di Rfi)
Nella serata, Rfi unisce le forze a quelle di Trenord per garantire il massimo del disservizio nella #LombardiaConcreta.
Il treno 2077 Milano-Verona delle 17:25 accumula 15 minuti di ritardo prima di partire da Milano Centrale. Il capotreno rende noto dopo ben 10 minuti che la causa è un guasto agli impianti della stazione.
A Treviglio, il treno ha accumulato 17 minuti di ritardo.
Nel frattempo, il treno 2078 Verona-Milano accumula 23 minuti di ritardo per guasto al treno in arrivo da Milano.

Come emerso di recente, Mazzoncini Renato non è colpevole solo della malagestione di Rfi e di Trenitalia, ma anche di parte dello sfacelo di Trenord: lui stesso ha implicitamente ammesso che Trenitalia ha osteggiato passivamente il funzionamento di Trenord per poterne prendere il controllo (non sono meno colpevoli i dirigenti leghisti e forzaitalioti tipo Formigoni Roberto  che hanno creato Trenord dando a Trenitalia un simile potere).

Ben venga quindi la rimozione di un simile personaggio da una carica pubblica così importante, dato che ha dimostrato in tutti i modi quanto poco gli importi del concetto di servizio pubblico nell'interesse dei cittadini (proprio come i suoi mandanti del PD).




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