martedì 14 novembre 2017

14 novembre 2017: 11 linee in ritardo al mattino, e una presa a caso nel pomeriggio ha il treno guasto. A voi capita di usare i servizi di Trenord senza incappare in un disservizio?

Nella mattinata di martedì 14 novembre 2017, alla stazione di Treviglio è inutile prendere il treno 10456 delle 7:22 da Crema per Milano Certosa, che arriva spaccando il secondo, e parte addirittura in anticipo, cosa che molti pendolari notano con frequenza e lamentano. Cosa che lascia tutti interdetti, perchè il 10456 esce dalla stazione di Treviglio, percorre poche centinaia di metri, e compie una sosta senza spiegazione nel mezzo della campagna. E allora a cosa gli è servito, ripartire con tanta fretta?
E' inutile che il 10456 arrivi in orario a Milano Lambrate, perchè tanto la "coincidenza" del 2170 delle 7:49 per Milano Centrale è in ritardo di 6 minuti
Tanto varrebbe ripiegare sul 2290 da Bologna delle 7:54, ma questo è in ritardo di 10 minuti.
E che dire del 2090 da Brescia delle 7:53, cioè lo stesso treno che ferma a Treviglio alle 7:33, ma noi pendolarii cerchiamo di evitare, perchè è sempre saturo e iin ritardo, e costringe a condizioni di viaggio penose e prolungate? Ovviamente è in ritardo di 5 minuti.
Ma chi si fida più di Trenord, azienda a controllo pubblico che gestisce il trasporto pubblico, ma mente sistematicamente sui ritardi, quasi il suo scopo sia garantire bonus e prebende ai propri dirigenti, invece che fornire un servizio pubblico?

Il pendolare fortunato, cioè quello che istintivamente sa scegliere tra i tre convogli quello che accumulerà il ritardo minore, arriva alla stazione di Milano Centrale, dove ne vede una cascata, di ritardi, su tutte le linee regionali.
Il 2292 da Parma ha 10 minuti di ritardo.
Il 2555 da Colico ha 19 minuti di ritardo.
Il 2145 da Domodossola ha 8 minuti di ritardo
Il 2257 da Tirano ha 10 minuti di ritardo.
Il 2650 da Mantova ha 16 minuti di ritardo
Il 20408 da Piacenza ha 5 minuti di ritardo.
Il 20419 da Saronno è guasto ed è stato cancellato a Miilano S. Cristoforo, dove comunque è giunto con 37 minuti di ritardo.
Il 2511 da Chiasso ha 6 minuti di ritardo.
 Può bastare?
Se alcuni di questi ritardi vi sembrano un'inezia, vi invito a riflettere sulla prospettiva egoistica (tipica dei nostri tempi) con cui voi privilegiati esaminate un'esistenza che chiaramente non dovete patire tutti i giorni, e di conseguenza non sapete cogliere le implicazioni di un banale ritardo: solo una piccola fetta di pendolari è arrivata al lavoro una volta scesa dal treno; per tutti gli altri, tardare di 5 minuti non significa solo perdere la coincidenza con un altro treno, ma anche perdere un autobus, o una corsa della metropolitana, o prendere un taxi e restare imbottigliati nel traffico a causa di uno dei frequenti incidenti che avreste evitato arrivando in orario, e via elencando. E ogni ritardo ne causa altri, e l'effetto domino non si ferma finchè non arrivi in ufficio così tardi da dover consumare un'ora di permesso.
E quando questo ritardo è sistematico, le ore di permesso si esauriscono. Ma Trenord se ne infischia, e la tua azienda pure. E a quel punto, che fai? Vai a fare acquisti con gli sconti nei negozi della Stazione Commerciale Centrale di Milano? Ti dedichi alla spesa scontata online o segui un corso d'inglese, dato che tanto il lavoro l'hai perso?
Dovete anche rendervi conto che quella descritta oggi non è un'eccezione, ma la regola, cioè il disservizio base quotidiano garantito, a cui si devono aggiungere tuttii gli altri disservizi imprevisti, e solitamente assai gravi, dai guasti dei treni a quelli degli impianti di circolazione ferroviaria, dalla caduta delle linee elettriche agli investimenti di persone.
Provate voi a vivere (e lavorare) con queste spade di Damocle sul collo, e considerate anche che tra i vostri privilegi c'è magari anche quello di poter recuperare le ore perse fermandovi la sera: e chi invece ha una famiglia a cui badare, o genitori malati, o appuntamenti medici per se stesso? E chi deve vedere idraulici, muratori, falegnami per una casa che va a pezzi? Voi riuscite a trascorrere una settimana senza appuntamenti per far funzionare la vostra vita privata, fosse anche solo per vedere il commercialista in tempo? Se sì, non siete un pendolare e non sapete cosa state giudicando.
Siete esattamente come i Maroni Roberto, i Sorte Alessandro, i Delrio Graziano, le Farisè Cinzia, i Gibelli Andrea e via elencando: privilegiati, egoisti, ciechi alla realtà e lontani anni luce dai problemi delle persone comuni. Impegnati a celebrare i fastii fasulli di costosissimi servizi fintamente privati, riservati a un'elite di privilegiati benestanti, mentre la maggior parte dei contribuenti deve lottare per contendersi le briciole elargite con sufficienza dei veri servizi pubblici utilizzati dalla maggioranza (relativa, e pur sempre plebaglia che non sposta voti su voti come fa invece il crimine organizzato).

Nel pomeriggio, mi capita di prendere un treno in anticipo, e quindi non nella fascia dei pendolari. E lo faccio consumando due ore di permesso.
Cosa accade?
Accade che neppure questo treno parte in orario. Quante sono le possibilità di uscire dall'ufficio in un orario a caso, diverso da quello abituale, e incappare comunque in un disservizio?
Tantissime se si accetta la verità del fatto che la Lega Nord ha condotto il servizio ferroviario lombardo allo sfacelo, e i disservizi sono presenti a qualunque ora del giorno, a prescindere da quanto raccontato dalla propaganda di una dirigenza ferroviaria fatta solo di fedelissimi leghisti paracadutati lì perchè trombati alle elezioni e improponibili  in aziende private vere.
Il 2073 Milano-Verona è l'ennesimo catorcio vecchio di decenni, con carrozze a un piano, porte a soffietto e guasti cronici che l'azienda FNM non gestisce con la manutenzione (guardate i post dello sciopero dei ferrovieri di gennaio 2017 su questo blog per farvi un'idea del perchè).
Il treno dovrebbe partire alle 15:25. Alle 15:35 è ancora fermo, e il personale di bordo (macchinista e capotreno?) corre avanti e indietro attraverso le carrozze, trafelato e ben attento a non incrociare lo sguardo dei passeggeri.
A bordo del treno, non viene diffusa nessuna informazione sulla causa o entità del ritardo.
Le porte sono chiuse, per cui è impossibile scendere, e magari cercare una corsa alternativa. Anche perchè, senza conoscere l'entità del ritardo, il pendolare spera che il treno parta, comportandosi come se fosse un ostaggio vittima della sindrome di Stoccolma.
Alle 17:40, il treno ha 15 minuti di ritardo, e parte. Nessuna spiegazione viene fornita dal personale di bordo.
Sul marciapiedi, lo schermo rende noto che il treno ha 10 minuti di ritardo: perchè a bordo non è stato comunicato, dato che tutti sanno che gli annunci sonori della stazione non si sentono, all'interno delle carrozze?
Perchè  il personale di Trenord è così consistente e tenace, su qualunque treno, nella sua proterva ostinaziione a non voler dare alcuna informazione sui disservizi ai passeggeri a bordo?
E' forse la stessa Trenord a indottrinare informalmente i ferrovieri perchè tacciano, temendo che i pendolari possano usare qualunque informazione ottenuta contro l'azienda, denunciandone la sempre più palese e radicata malagestione voluta dalla Lega Nord?
Paradossalmente, l'informazione è disponibile solo sul sito di Trenord, ben nascosta e dissimulata nella lista non cronologica delle criticità delle tratte (lista che deve essere letta al momento, in quanto viene continuamente azzerata, cosa che permette a Trenord di far sparire in fretta le tracce del misfatto, dichiarando comunque di averle comunicate).
Il motivo è che il treno ha avuto un inconveniente tecnico durante la preparazione.
Cioè il treno era guasto.
Ma Trenord non accetta il termine "guasto", come non accetta "ritardo" (e dice "allungamento di tragitto"), e Farisè Cinzia non vuole sentir parlare di "pendolari".
Ultima domanda: quando, esattamente, il personale di bordo si è accorto del cosiddetto "inconveniente tecnico" (guasto)? Alle 15:25? A che ora viene fatta, esattamente, la preparazione del treno? Due minuti prima della partenza, dato che tanto è sicuro che un catorcio del genere non presenterà problemi?
E Sorte Alessandro e Maroni Roberto non ci danno il loro parere in merito al risultato schifoso del loro lavoro?

Post scriptum. Alla stazione di Milano Lambrate, assisto all'incontro tra due lavoratori di una certa età.
"Credevo fossi in pensione."
"Non ce l'ho fatta, grazie alla Fornero. Vedo che i treni sono peggiorati."
"Il risultato del lavoro di Cinzia Farisè, detta 'la rosa camuna'."
"Ha sostituito tutti i dirigenti, ma guarda cosa ha ottenuto."

Nel 2015, Farisè dichiarava: «Quando sono salita per la prima volta su un nostro treno senza stampa al seguito, credevo di essere tornata in India».
Chissà cos'è cambiato, da allora? A giudicare dalle mie esperienze in questi ultimi tre anni, è cambiata solo la propaganda.

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