mercoledì 22 novembre 2017

21 novembre: continuano ritardi e cancellazioni e guasti, come nelle più fosche previsioni di Farisè. 'La Stampa' ribadisce la realtà oggettiva che Trenord, Trenitalia e #LombardiaConcreta negano

Farisè Cinzia in "Fanno notizia
i tre treni che si fermano".
Tre ogni ora, intende?
Martedì 21 novembre 2017. Siamo al quarto giorno lavorativo da  "fiera dei disservizi ferroviari" che smentiscono le parole di Farisè Cinzia, AD di Trenord. Vorranno mai accorgersene l'assessore Sorte Alessandro e il tristemente "non autorevole" Maroni Roberto?
Alla stazione di Milano Lambrate, il pendolare che arriva in orario da Treviglio per le "coincidenze" verso Milano Centrale scopre che:
- il treno 2170 da Arquata Scrivia delle 7:49 ha 6 minuti di ritardo;
- il treno 2272 da Parma delle 7:39 ha solo 5 minuti di ritardo ed è ripartito;
- il treno 2290 da Bologna delle 7:54 ha 5 minuti di ritardo;
- il treno 2090 da Brescia ha 8 minuti di ritardo.

Treno 24109 Saronno-Albairate Vermezzo: arriva a Milano Lambrate con 12 minuti di ritardo, che dopo recupera. Dopo.
Treno 20406 Piacenza-Milano Greco Pirelli: 6 minuti di ritardo.
Treno 20405 Milano Greco Pirelli-Piacenza: 6 minuti di ritardo a Milano Lambrate. Dopo recupera.

Treno 4867 Vercelli-Pavia: 12 minuti di ritardo a causa di "un guasto ad (sic) un altro treno di un'altra impresa ferroviara". Santi dei, e quale "impresa" sarà mai, che le si guastano i treni? Non teneteci sulle spine, ditecelo.
A proposito: proposta per Farisè Cinzia, Gibelli Andrea, Sorte Alessandro, Maroni Roberto.
I siti di my-link e trenord rendano noti tutti i dati dei treni in ritardo o guasti, compresi anno di fabbricazione, anno di messa in opera, e modello

Treno 2142 Milano Centrale-Domodossola: ritardo  di 11 minuti per "guasto momentaneo al sistema di chiusura delle porte di alcune vetture". Guasti multipli contemporanei: un altro record di Trenord.

Treno 2650 Mantova-Milano Centrale: 12 minuti di ritardo a causa di un guasto a un altro treno nella stazione di Lodi.

Treno 10910 Brescia-Sesto S. Giovanno: 14 minuti di ritardo perchè è "stato necessario dare precedenza a un altro treno della direttrice". Quale, Trenord? Perchè, Farisè Cinzia?

Treno 24117 cancellato e 24124 cancellato a causa di un guasto al treno (quale dei due?). Ai passeggeri viene suggerito di prendere un treno che parte 30 minuti dopo. TRENTA.

Treno 5263 Sondrio-Lecco: 32 minuti di ritardo "a causa di un guasto al treno che ha reso necessario sostituire il treno inizialmente programmato". AHAHAHAHAH. Non servono commenti.

Nella serata, il treno 2077 Milano-Verona accumula 14 minuti di ritardo a causa di un guasto agli impianti di circolazione. Il sito di Trenord non aggiunge ciò che invece riportano gli annunci sonori nelle stazioni: il guasto agli impianti si è verificato "tra le stazioni di Melzo Scalo e Brescia". 
L'ultima volta che si è verificato un tale guasto, pochi giorni fa, era stato precisato che si trattava degli impianti dell'Alta Velocità: sarà così anche stavolta, ma Trenord e Rfi si sono accorte che non è opportuno dire ai pendolari che sono stati sacrificati a vantaggio dei privilegiati dei FrecciaRossa? 
Dov'è il ministro cattoipocrita Delrio Graziano?

Un articolo de La Stampa mette a fuoco le conquiste dei pendolari dopo anni di battaglie, sollevando implicitamente la domanda più grave di tutte: perchè devono essere i pendolari stessi a dover lavorare per tutelare i propri diritti? A cosa servono le Regioni, coi loro assessori, che stipulano i contratti con le aziende fornitrici del servizio ferroviario regiionale? Perchè non sono le giunte regionali a controllare con assiduità le aziende in questione, ampiamente foraggiate con denaro pubblico per fornire un servizio di cui poi certificano autonomamente la qualità?
E ancora: perchè sono le giunte delle Regioni stesse a gettare fumo negli occhi, fingendo solo di affrontare la lista dei cronici e annosi problemi del trasporto pubblico?
Per esempio: nessuno osserva che la strombazzata campagna di acquisto i nuovi treni da parte della Regione Lombardia è un palliativo. L'acquisto di questi treni è infatti pesantemente dilazionato nel tempo, il che significa che ci vorranno anni per vedere qualche miglioramento, e nel frattempo molti altri treni relativamente recenti invecchieranno, mantenendo quindi costante l'elevata età media del parco treni lombardo. E ancora: il numero complessivo di treni resterà  invariato, quando invece ogni analisi oggettiva rileva un bisogno crescente di trasporto publico (cioè più corse e più carrozze), oltre che la sistematica inadeguatezza di capienza e frequenza di quello fornito attualmente. Ultima, ma non meno importante, è la lentezza dei treni, flagellati da continui ritardi che, nelle zone invase dall'Alta Velocità, sono ormai sistematici (perchè i FrecciaRossa devono avere la precedenza, anche a danno dei treni regionali, quando sono in ritardo e transitano per nodi in comune della linea).


Cento euro a testa di risarcimento e le Regioni fissano regole anti-ritardi.  Nelle corse  interregionali  tariffe giù di 30 euro. Assoutenti: vittoria storica per 75 mila abbonamenti e 65 mila tratte

Dopo anni di rincari del biglietto del treno, finalmente arriverà una sforbiciata sulle tratte sovraregionali, quelle cioè che collegano centri di regioni diverse. Un’inversione di tendenza che fa parte di una più vasta mobilitazione contro raffiche di ritardi, disagi, disservizi, tratte a singhiozzo e costi ingiustamente sostenuti.

Il merito è di quei pendolari testardi che non hanno creduto ai calcoli dettati da un algoritmo, che definiva il prezzo dei biglietti penalizzando le tratte interregionali. Ma questa è solo una delle tante battaglie intraprese da comitati e associazioni di consumatori per ottenere di viaggiare in treno in modo più decoroso ed efficiente. E più in generale per avere voce in capitolo, entrando a gamba tesa nelle trattative tra le Regioni, da un lato, e gli operatori ferroviari, dall’altro.


Sono state definite, infatti, le modalità di pagamento scaturite dall’esito di una class action in cui Trenord, operatore del servizio ferroviario in Lombardia, è stata condannata a un risarcimento di 300 mila euro per i disagi subiti dai pendolari nel lontano dicembre 2012. Due settimane di treni cancellati, ritardi, mancate comunicazioni e disservizi nati dal malfunzionamento di un software.

l’ostacolo principale sta nella raccolta delle adesioni, in cui gli utenti devono farsi avanti e compilare dei moduli.

C’è poi la questione che molti degli investimenti fatti negli ultimi tempi riguardano soprattutto il materiale rotabile, treni nuovi insomma, che sostituiranno vecchi convogli. Una partita tutt’altro che conclusa, Da qui ai prossimi cinque anni, infatti, sono previsti circa 400 nuovi treni regionali, secondo dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tuttavia, come notano le associazioni dei consumatori, i pendolari e gli ambientalisti, gran parte dei problemi stanno nella scarsa frequenza delle corse; nella lentezza dei viaggi; nella puntualità; nella qualità del servizio, che comprende caratteristiche come la pulizia dei convogli, una corretta climatizzazione e lo spazio a sedere. Investimenti e ridefinizione dei livelli delle prestazioni offerte alla clientela. I numeri parlano chiaro: dal 2009 al 2016 si è registrata una riduzione del 19% delle risorse statali dedicate al trasporto regionale, riferisce l’ultimo rapporto Pendolaria di Legambiente.

Al contrario, i passeggeri sono aumentati dell’8%. Nel contempo, le tariffe aumentavano, con punte del 47% in Piemonte, 41 in Liguria, 36 in Campania. Spesso ciò avveniva «a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento», sostiene lo studio. «È vero che arriveranno nuovi treni, ma questi non si aggiungono a quelli di prima. E il problema è che ce ne sono meno anche rispetto al passato», afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. «Stipulando un contratto di servizio con i gestori, come Trenitalia, in cui una parte delle risorse disponibili sono messe sul rinnovo del parco circolante, si rischia di non potenziare o migliorare il servizio».

Eppure, dove si investe nella qualità del trasporto ferroviario, i pendolari aumentano. Con riduzione del traffico automobilistico e dell’inquinamento.
(Non certo in Lombardia, dove la cappa di smog è visibile dallo spazio.)
Alcuni dei problemi sono infrastrutturali, ma i pendolari vorrebbero avere voce in capitolo almeno sui contratti con gli operatori, sui parametri di qualità del servizio, sui controlli e le penali. La capienza dei treni, il numero di posti, il fatto di non dover viaggiare in piedi è una delle lamentele ricorrenti. Tanto che il comitato pendolari bergamaschi si è sollevato per la recente reintroduzione della prima classe sui regionali Bergamo-Milano. «Che sulla nostra tratta non ha senso. 

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