venerdì 17 novembre 2017

La farisea delle ferrovie della Lombardia

Nonostante i continui disservizi nelle fasce di punta dei pendolari sulla Milano-Brescia-Verona (per non dire dei disservizi di ogni treno che ho preso in altri orari) che da tempo riporto su questo blog, in questo servizio Trenord parla di un 90% dei treni in orario (sulla base di dati raccolti dall'azienda stessa, la quale quindi certifica la qualità del proprio operato in autonomia). Ovviamente non c'è nessun contraddittorio, salvo i dati oggettivi riportati dal servizio giornalistico stesso, che ovviamente Trenord non spiega né motiva.

Il culmine dell' arroganza arriva però nella dichiarazione di Farisè Cinzia (amministratrice delegata di Trenord) che afferma che "fanno notizia i tre treni che si fermano, non i 2297 che vanno.".
I "tre treni" che si fermano: dove, come e quando?
Chiaramente, Farisè parla del servizio ferroviario regionale di un altro pianeta. Oppure, come è tipico di tutte le aziende del Gruppo Ferrovie Dello Stato, Farisè sta disonestamente mescolando i numeri, per far sì che i continui e grossi disservizi dei treni nelle fasce di punta siano compensate dai servizi regolari dei treni poco utilizzati delle fasce irrilevanti per l'enorme massa dei pendolari.
E, infatti, Farisè si guarda bene dal circostanziare i numeri esposti. Cosa intende per "tre treni che si fermano"? Tre treni ogni ora? Tre treni su ogni linea, ogni giorno?
E cosa ci dice, Farisè, dei continui ritardi e guasti? Cosa ci dice della capienza inadeguata, e dei treni dove i pendolari viaggiano come animali stipati in un angusto carro bestiame?
Nulla, ovviamente: Farisè spara l'unico numero reso surrettiziamente e capziosamente positivo, e glissa sull'enormità delle altre inadempienze sistematiche e croniche di Trenord.
Molto facile, vero?
Vale la pena di guardare cosa succede solo la mattina successiva: la linea "convenzionale" Verona-Brescia-Treviglio Milano è paralizzata.
Ci piacerebbe sapere da Farisè se questo sfacelo ha il diritto di fare notizia oppure no. E lo sommi pure alla lista di ritardi, guasti eccetera degli ultimi due anni.
O forse no, dato che è un guasto imputabile a RfI? In questo caso, visto il danno che riceve, Trenord dovrebbe almeno esigere dall'assessore regionale Sorte Alessandro qualche risposta al riguardo: Sorte si trova benissimo con Rfi, tanto che ad essa ha fatto costruire una bretella per collegare Brescia all'autostrada BreBeMi. Ma come, Rfi che costruisce strade in Lombardia, e portenzia le linee dell'Alta Velocità in Lombardia, e poi si dimentica di fare manutenzione sufficiente alle linee ferroviarie convenzionali usate dai pendolariidella Lombardia?
E chi dovrebbe sollevare l'argomento, se non Sorte e Maroni?

Ma, d'altra parte, non stupisce che Farisè cerchi di confondere le carte in tavola, ignorando il fatto più clamoroso, e cioè che i suoi "tre treni fermi", a differenza dei duemila che vanno (nelle fasce a minore utilizzo), bloccano centinaia e centinaia di lavoratori pendolari, con frequenza quasi giornaliera.
Coerentemente con Gibelli Andrea (presidente di FNM), anche questa donna commissiona sondaggi e "studi" per dimostrare che la realtà dei pendolari è una realtà di una minoranza dei passeggeri dei treni regionali, inventandosi artificiose suddivisioni in altre categorie demenziali (studenti, liberi professionisti, gente che viaggia per necessità, vacanzieri).
Perché lo fa? Perchè insiste a buttare buttare il denaro dei contribuenti in ricerche di mercato pilotate e consistenti in una collezione di ovvietà? Che scopo ha il voler minimizzare l'importanza e il peso dei pendolari (termine che Farisè non vuole nemmeno utilizzare)?
Come ricorderete, il giornalista di Repubblica che di recente le ha fatto un servizio, non spiega lo scopo di questa distinzione: la presenta invece con il tono compiacente e adulatore del cortigiano che celebra il proprio re per aver esposto una banalità incredibile, ma evita accuratamente di esporne lo scopo o le conseguenze o il significato.

A un pendolare, però, le intenzioni di Farisè e Trenord e FNM sono chiare: bisogna a tutti i costi delegittimare i pendolari (e le numerose organizzazioni in cui si sono costituiti in Lombardia per fare fronte alla quantità di disservizi che flagellano tutte le diverse linee gestite da Trenord), dipingedoli come una minoranza polemica e miope, in modo che le loro proteste perdano rilevanza e non ricevano attenzione da parte dei media (e di conseguenza, siano ignorate dalla mediocre dirigenza politica lombarda che ha lottizzato Trenord).
Questo perché i pendolari sono utenti fissi, che quindi rilevano e registrano e ricordano la vera frequenza dei disservizi di Trenord, l'effettiva cronicità delle sue inadempienze, la sistematica inadeguatezza dei mezzi utilizzati, la regolare omissione di componenti fondamentali del servizio.
Il fantomatico passeggero occasionale, che Farisè insegue e corteggia e vuole far assurgere a "maggioranza dei passeggeri", invece, anche quando subisce un disservizio, non forma certo un comitato, non denuncia il disservizio ai quotidiani, non protesta. Come l'elettore ideale della LegaNord, non ricorda nulla degli scandali che investono continuamente la dirigenza del partito, o i legami tra i dirigenti attuali e quelli corrotti e defenestrati, e continua bovinamente a votarli.

E per questo motivo, Trenord e FNM e la Lega Nord scelgono cinicamente di ignorare i diritti dei lavoratori pendolari, cioè i clienti fissi di Trenord, che ogni giorno devono combattere per arrivare sul posto di lavoro in orario, e che al ritorno si chiedono a quale ora arriveranno veramente a destinazione, perseguitati dalla costante incognita di quanti e quali ritardi subirà il loro treno, consapevoli che comunque la dirigenza di Trenord liquiderà con sprezzo e fastidio e supponenza la loro situazione di perenne disagio (proprio come fa Farisè Cinzia al telegiornale di Rai 2).

Ma il fastidio di Farisè per la notizia dei "tre treni" fermi va ulteriormente analizzato, per far emergere l'arroganza, la cialtronaggine e l'incompetenza che si celano dietro tale affermazione. 
I duemilacettera treni che, secondo Farisè, arrivano in orario, sono una cosa dovuta, il requisito minimo per poter dire che il servizio è stato fornito, e non sono certo un eccezionale traguardo da celebrare. Trenord viene pagata lautamente per fornire il servizio: ogni mancanza dell'erogazione dello stesso, a fronte del costo per chilometro del servizio lombardo, è grave, e nessun dirigente di Trenord può permettersi di non giustificarla nascondendosi dietro la scusa che gli "altri" treni invece non sono stati cancellati.
Il pendolare e il giornalista hanno il diritto e il dovere di denunciare tutte le inadempienze e i disservizi e via dicendo che Trenord eroga con frequenza esasperante. E Farisè non può zittirli evitando di rispondere, perchè queste denunce sono la conseguenza di decisioni e gestioni politiche che da anni rovinano l'intero sistema ferroviario.

Il parco treni regionali della Lombardia è vecchio, obsoleto, oggetto di continui guasti. Ci sono convogli che superano i venti o i trenta anni. Uno di essi ha ucciso un passeggero. Questo, e la signora Farisè certo non lo dice, fa più notizia del fatto che il treno fosse in orario (sconcertante dichiarazione rilasciata da Trenord in merito a questo omicidio).
Invece che rispondere piccatamente a pendolari e giiornalisti, Trenord e FNM dovrebbero denunciare il fatto che la regione Lombardia non fornisce i treni necessari da decenni. Ma le due aziende tacciono, forse perché la loro dirigenza è stata scelta e selezionata proprio dalle giunte regionali di Formigoni e Maroni, cioè le stesse che hanno continuamente rinviato la sostituzione integrale del parco treni in questione.

I treni delle fasce di punta dei pendolari sono di capienza e frequenza inadeguata (vedi la linea Verona-Milano). Non solo vengono cancellati per guasti, ma si presentano anche con un numero di carrozze inadeguato alla quantità di pendolari che devono viaggiare. E a volte, il numero di carrozze viene ulteriormente ridotto. Nonostante l'opinione di Fariisè, questo è un fatto che deve fare notizia, non certo che treni poco utilizzati arrivino in orario.

La manutenzione dei treni vecchi, da parte di FNM, non viene eseguita nei modi dovuti. A inizio 2017, i ferrovieri hanno scioperato anche per denunciare l'esaurimento delle scorte dei pezzi di ricambio per i treni, nei magazzini di FNM. E ciò spiega i continui guasti dei treni regionali: senza i pezzi di ricambio, non li si può riparare. Questo scandalo deve fare notizia, e Farisè e Gibelli devono spiegare perchè accadono simili cose, invece che cambiare discorso.

A loro volta, i politici della giunta regionale lombarda tacciono, davanti a questi scandali di mala gestione ferroviaria, o cambiano discorso. Perché?
Forse perché in cambio ottengono il silenzio della dirigenza di Trenord e FNM sulle loro politiche, in clamoroso ritardo, di sostitizione del parco treni regionali.
Trenitalia continua ad annunciare nuovi modelli di Treni, con nomi tipo Jazz e Rock e Roll e chi sa cos'altro, vantandosi di aver risolto i clamorosi difetti strutturali dei modelli precedenti (per esempio, mancanza di spazio per i bagagli, oppure guasti cronici sistematici). Nel frattempo, la giunta della regione Lombardia cosa fa? Insiste nel dare radi contentini ai pendolari, acquistando e mettendo in pista treni del modello Vivalto (vedi linea Milano-Verona), cioè un di un modello obsoleto che sin dal 2005 è famoso per i suoi difetti cronici (i ricorrenti guasti alle porte, che costringono alla cancellazione e alla manutenzione continue di questi convogli).
E Trenord non se ne lamenta mai.
Questo deve fare notizia, altro che i treni che "arrivano in orario quando non si guastano".

Cosa ha fatto, invece, Trenord, con l'arrivo di questi treni Vivalto, che secondo l'assessore Sorte Alessandro significano "più posti per i pendolari"?
Semplice: Trenord ha ripristinato la carrozza di prima classe (anche quando poi taglia una delle altre carrozze, vedi treno 2077), vanificando così l'aumento di capienza per i comuni pendolari di seconda classe, e spiegando spudoratamente che si tratta di una "scelta commerciale".
Questa è la malagestione di un'azienda pubblica che si comporta come se fosse privata, e che dispone con arroganza di risorse pubbliche per arricchire la dirigenza con bonus e premi, scientemente supportata da una classe politica regionale collusa, altrettanto arrogante e corrotta. Questo è lo scandalo che porta alla notizia dei "tre treni fermi".


Vale la pena di riportare il testo completo dell'articolo già citato sulla paralisi della linea Milano-Treviglio-Brescia-Verona a causa di un guasto agli impianti elettrici della linea convenzionale tra le stazioni di Brescia e Rovato:

Treni fermi sulla Brescia Milano tutto bloccato

E’ da prima delle 6 di questa mattina che la linea Brescia – Milano è fortemente rallentata. Arrabbiati e sconfortati i pendolari di Treviglio e Romano che attendono i treni fermi a Rovato. Treni fermi dalle 6

A Romano i pendolari stanno ancora aspettando il treno che sarebbe dovuto partire per Treviglio alle 6.19. Stessa sorte per il treno delle 6.52 diretto a Milano Centrale, che viaggia con 100 minuti di ritardo. La causa è un guasto

La causa, fa sapere Trenitalia, è un guasto sulla linea elettrica avvenuto questa mattina all’altezza di Rovato. “Il traffico – si legge sul sito di Trenitalia – è fortemente rallentato”. In realtà i treni non arrivano oggi.

Quella di oggi non è certo un’eccezione. Capita ormai sempre più spesso che i pendolari non possano contare sulla puntualità dei mezzi. Molti partono con largo anticipo per sopperire al problema. Ora qualcuno si sta muovendo con mezzi alternativi e qualcuno sta telefonando al lavoro per avvisare del ritardo. Il clima generale è di sconforto e rabbia. Oggi alla stazione di Treviglio e a Bergamo, i pendolari protesteranno contro i disservizi.

Qualcuno dovrebbe anche osservare che, come reso noto da Trenord, si è appena conclusa, su questa stessa linea, "l'esecuzione di importanti lavori di potenziamento infrastrutturale a cura di Rete Ferroviaria Italiana, dalle ore 20:00 del giorno 3 novembre alle ore 05:00 del giorno 15 novembre".
Com'è possibile che, il giorno 16 dello stesso mese, la linea sia paralizzata per un guasto agli impianti?
Vien quasi da pensare che RFI e Trenord abbiano omesso un dettaglio del tipo che il potenziamento è stato eseguito solo sulla linea dell'Alta Velocità, scaricando disagi e ritardi sulla linea "convenzionale", e lasciando che gli impianti di quest'ultima vadano invece a pezzi.

Il quotidiano Repubblica riporta la stessa notizia, aggiungendo che anchela linea  di Lodi ha subito un guasto analogo. E ripetendo più volte che i guasti sono imputabili al gestore di Rfi: ancora una volta, la solerzia di Repubblica nel difendere l'operato di Farisè, senza chiedersi alcunchè su quello dei suo protettori politici, è imbarazzante.

Doppio guasto in mattinata sulle ferrovie lombarde. Un problema alla linea di alimentazione elettrica dei binari nel Bresciano ha mandato in tilt tutta la tratta Milano-Venezia all'ora di punta. Un secondo guaio sempre alla linea elettrica della rete nel Lodigiano.

l primo problema si è verificato tra le 6 e le 8 di giovedì mattina tra Roncadelle e Rovato e ha causato ritardi fino a 110 minuti.

Il secondo guasto alla linea elettrica tra Secugnago e Lodi ha causato rallentamenti e ritardi dei treni dei pendolari all'ora di punta fino ad accumulare 50 minuti. In molti sono stati allora costretti a tornare a casa e a prendere l'auto per andare a scuola o all'università. I problemi sono proseguiti per tutta la mattinata. Gli accertamenti tecnici sono in corso per risalire alle cause di entrambi i guasti, imputabili al gestore Rfi.  
In totale: sulla linea Venezia-Brescia-Treviglio-Milano, in una sola giornata 11 treni sono stati cancellati.

Stiamo parlando del PD di quel Renzi il cui treno elettorale-promozionale rallenta i treni dei pendolari. Del PD il cui ministro ai trasporti Delrio Graziano celebra continuamente l'Alta Velocità e i suoi promotori, deridendo occasionalmente i passeggeri pendolari dei servizi regionali e delle linee "convenzionali", e facendo orecchie da mercante a ogni denuncia delle storture della gestione dei FrecciaRossa a danno dei pendolari, nonchè degli abusi di Trenitalia per la sua posizione di quasi-monopolista.
E quell'incompetente di Gori Giorgio, candidato del PD per il governo della Lombardia, sembra scambiare questi guasti della rete per colpe della sola gestione regionale dei treni, strumentanlizzandole allo scopo di delegittimare i propri avversari, invece che denunciare le vere mancanze e inadeguatezze di questi ultimi nel campo dei trasporti regionali (Gori ha mai speso una parola sulle autostrade inutili che divorano soldi come un buco nero? O sui continui danni che l'Alta Velocità causa ai treni dei pendolari?)
In una apoteosi del paradosso, l'assessore forzaleghista Sorte Alessandro a risponde alle critiche del PD accusandoli di sfruttare la cosa per fare campagna elettorale.
Sorte Alessandro. Quello che ci diceva che votando noi sì al refendum CONSULTIVO di ottobre 2017, avrebbe avuto le risorse per comprare treni veloci come Ferrari, accusa altri di fare campagna elettorale sui treni?
Sorte Alessandro. Quello che ha sempre trovato tutti i milioni di euro pubblici necessari per ripianare i passivi dell'autostrada BreBeMi (quella a finanziamentio "privati"), ma ha riservato solo briciole alle ferrovie lombarde (e insulti ai comitati dei pendolari) ora accusa lo "Stato Centrale" di aver lesinato i finanziamenti?
Sorte. Quello che ha trovato i fondi pubblici per la "dote" ai bresciani che usano l'Alta Velocità, a prescindere dal loro reddito?
Sorte. Quello in combutta con Rfi quando si tratta di far costruire a quest'ultima "bretelle di collegamento" per la fallimmentare autostrada BreBeBi, ma incapace di ottenere da Rfi una manutenzione costante delle linee ferroviarie "convenzionali" in Lombardia?

Vediamo infine le meraviglie che la gestione ferroviaria di Trenord, FNM e Rfi, con la complicità di Trenitalia e Ferrovie dello Stato, è riuscita a partorire nella giornata di giovedì 16 novembre 2017.

Per giorni e giorni, Rfi ha reso noto che sulla linea convenzionale Verona-Brescia-Treviglio-Milano si sarebbero  verificati "allungamenti di tragitto" (ritardi) a causa di importanti lavori di potenziamento.
Appena finiti i lavori, si sono guastati gli impianti elettrici di due stazioni (Brescia e Lodi).
Esattamente, cosa ha potenziato, RfI?

Ed ecco qualche notevole risultato, oltre agli 11 treni cancellati.

Treno 10902, Brescia-Treviglio: 163 minuti di ritardo.
Treno 2090, Verona-Milano: 81 minuti di ritardo.
(Rfi e Trenord stimano 40 minuti di ritardo, nel loro annuncio sonoro).

Treno 2274, Bologna-Milano: 30 minuti di ritardo (accade a Lodi, ma i ritardi dei treni da Bologna si verificavano anche prima che la stazione di Lodi di guastasse: come lo spieghiamo? E' sempre colpa di Rfi?).
 
Treno 10459, Treviglio-Novara: 13 minuti di ritardo, per un "inconveniente che si è verificato durante la preparazione del treno", in sede di deposito. (Questa definizione puzza di ipocrisia lessicale alla Farisè, come l'abolizione dei termini "ritardo" e "pendolare". Io dico che se un treno viene preparato all'ultimo momento, e non funziona, tanto che accumula un tale ritardo, si tratta di un palese "guasto al treno") (E la cosa farebbe notizia).

E su altre sei linee gestite da Trenord, dove però non risultano guasti agli impianti imputabili a Rfi, i treni si esibiscono negli abituali e ripetuti disservizi.
Treno 10453, Treviglio-Cremona: cancellato. (E perchè questo treno è cancellato? Era forse guasto)


Treno 25513, Chiasso-Milano Centrale: ritardo di 18 minuti in aumento.
Treno 2557, Tirano-Milano Centrale: ritardo di 9 minuti.
Treno 2650, Mantova-Milano Centrale: ritardo di 6 minuti.
Treno 25203, Como S. Giovanni - Miilano: 15 minuti di ritardo.

Treno 2272, Parma-Milano Centrale: ritardo di 8 minuti.

Dove sono questi dati, nei numeri annunciati dalla saccente Farisè Cinzia, così ansiosa di nascondere il fallimento della propria gestione?









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