lunedì 7 maggio 2018

Le incredibili coincidenze di Trenord

Lunedì 7 maggio 2018, il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona parte con qualche minuto di ritardo, esce dalla stazione, percorre un breve tragitto, e si ferma.
Il treno resta fermo per 10 minuti, senza che dalla capotreno giunga la minima informazione (è la stessa capotreno che non ci aveva detto del problema alle porte, sempre sul 2077, qualche sera prima, ma lottava affannosamente per risolverlo).
Sul sito di trenord.it, apprendiamo che il treno è rimasto fermo a causa di un guasto a un passaggio a livello in prossimità della stazione di Milano Centrale.
Considerando che il treno 2077 si ferma appena uscito dalla stazione di Milano Centrale con cadenza quasi quotidiana, sebbene Trenord si guardi bene dallo spiegare perchè, a un pendolare abituato a questo disservizio sorge il sospetto che sarebbe il caso di dire a Rfi di sostituire completamente i meccanismi di quel passaggio a livello.

Sui quotidiani si torna a parlare del passeggero ucciso da un treno di Trenord nell'aprile 2017:

Per circa 37 secondi una spia ha segnalato un’anomalia nella chiusura delle porte del treno su cui, nell’aprile di due anni fa, ha trovato la morte Alessandro Rossi, passeggero rimasto incastrato con la gamba mentre tentava di scendere dal convoglio in partenza. Ma nonostante questo il treno è ripartito per la stazione successiva, non lasciando alcuno scampo all’uomo. Per aver ignorato quella spia il macchinista in servizio quel giorno ha già formalizzato un’istanza per patteggiare una pena per omicidio colposo.
La Procura di Como ha confermato l’accusa di negligenza e imperizia a carico del dipendente di Trenord che l’11 aprile dello scorso anno era ai comandi del treno suburbano 25049 partito da Como San Giovanni alle 13.21 e diretto a Milano Porta Garibaldi.
Quel giorno, giunto alla stazione di Albate, il treno è ripartito nonostante uno dei passeggeri, tentando di scendere dal convoglio quando ormai il capotreno aveva dato la chiusura porte, era rimasto incastrato con la caviglia tra le porte. E così è stato trascinato dal treno in corsa verso la stazione successiva, quella di Cucciago, dove ogni tentativo di soccorrere l’uomo era ormai del tutto inutile.

Incredibilmente, siamo di fronte all'unico caso di ferroviere di Trenord che si prende tutta la colpa, non tenta in alcun modo di scaricare parte della responsabilità sull'azienda coi suoi treni obsoleti e le imposizioni di continui straordinari che rendono il personale meno lucido, non tenta di stornare parte della colpa facendo leva sul registro di bordo di quel convoglio che (si disse all'epoca) aveva già una storia di malfunzionamenti legati alle porte.

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