venerdì 18 ottobre 2019

18 ottobre 2019: la propaganda di Trenord e della Lega Nord regge solo con un pubblico idiota o compiacente

La farsa della Lega Nord, padrino omertoso di Trenord, continua.
Per quale motivo il partito Lega Nord, eletto per tutelare gli interessi dei cittadini, prende invece sempre e solo le parti dell'azienda Trenord, la quale si dimostra interessata esclusivamente al profitto, da ottenere erogando "treni speciali" o collaborazioni con aziende di tutt'altro settore (delle quali vende i prodotti sul proprio portale web, pagato con denaro pubblico), tagliando invece il personale e lesinando sulla manutenzione e quindi lasciando invece andare a rotoli il servizio ferroviario pubblico che deve erogare?
Per quale motivo la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, accusa immancabilmente Trenitalia e FS di inadempienza, ma soltanto in sedi non istituzionalmente significative?
Perchè la Lega Nord non ha mai avanzato un esposto parlamentare per fare chiarezza sulle mancanze di Trenitalia e RFI, in tutti questi anni?
Per quale motivo la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, legge i comunicati di Trenord come se la Lega Nord fosse solo la portavoce degli interessi economici personali della dirigenza (a nomina leghista) di Trenord?
Com'è possibile che la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, non dimostri neppure i requisiti intellettivi minimi per mettere in dubbio le statistiche globali del servizio di Trenord, la quale getta nello stesso calderone i  disservizi delle ore di punta e i treni in orario nelle fasce meno utilizzate? Possibile che la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, sia cerebralmente così carente da non capire che i disservizi nelle fasce orarie di punta colpiscono la stragrande maggioranza degli utenti del servizio ferroviario della Lombardia, e quindi devono essere analizzate a parte, oppure avere un peso proporzionalmente più alto nel calcolo della media complessiva? Perchè l'azienda pubblica Trenord non rende noti i numeri grezzi dei suoi disservizi? E perchè la Lega Nord non esige che venga fatto? Possibile che la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, sia così incapace, ignorante, gonza o collusa da non rendersi conto della truffa in corso?


 Curiosamente, oltre alla propaganda di Trenord, sono presenti anche altri dati che Trenord non cita e che la Lega Nord, ora nelle persone di Fontana Attilio e Terzi Claudia, non conosce (dimostrandosi quindi incapace, oopure sprovveduta, ooure omertosa).

Dario Balotta di Europa Verde, ritorna sulla situazione di Trenord.

“Il piano d’emergenza varato da Trenord a dicembre 2018, che prevedeva la soppressione di 150 corse giornaliere e che doveva cessare lo scorso giugno, è stato prorogato sine die. Pertanto, ogni giorno i treni soppressi non sono 40, come afferma l’azienda, ma 190.
La puntualità che passa dal 75 per cento dell’autunno scorso all’attuale 82 per cento è un segnale positivo, ma siamo ancora lontani dalle migliori pratiche europee che raggiungono il 95 per cento.
[E aggiungiamo noi: i disservizi si concentrano comunque nelle fasce orarie di punta dei pendolari, quindi la maggioranza dell'utenza quotidiana di Trenord non percepisce questo presunto "miglioramento"]
La crisi di Trenord si è invece aggravata nella manutenzione dei convogli – nonostante le costose esternalizzazioni e riorganizzazioni – e nella gestione inefficiente dei turni del personale di scorta (capi treni) e di condotta (macchinisti): inoltre, il personale diminuisce anziché crescere come era stato promesso, con 56 macchinisti e 21 capi treno in meno rispetto al 2018.

Quanto allo sport preferito da Trenord, addossare le colpe alle Ferrovie dello Stato che hanno i treni più vecchi, va ricordato che dieci anni fa è stata la Regione a volere il matrimonio societario, dando vita a una concentrazione ferroviaria che poi non ha saputo gestire, e i cui unici risultati sono il fallimento del federalismo dei trasporti, la crescita dei costi e la disperazione dei pendolari lombardi”.

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