venerdì 21 settembre 2018

21 settembre 2018: è venerdì, e quindi Trenord cosa fa? Riduce le carrozze del treno Milano-Verona delle 17:25, perchè tanto chi vuoi che ci salga?

21 settembre 2018.
E' arrivato il venerdì, e cosa si può fare, se si vuole celebrare l'apoteosi programmatica della deficienza gestionale ferroviaria più incapace?
E' molto semplice: si prende un treno interregionale nella fascia oraria di punta, per esempio il 2077 Milano-Verona delle 17:25, che già abitualmente viaggia con tutti i posti occupati e passeggeri con bagagli in piedi ovunque, e si riduce il convoglio da 6 a 5 carrozze, avendo cura di riservare comunque una carrozza alla prima classe (per ragioni commerciali, come spiega Trenord).
Ed ecco quindi che tutto il valore dell'opera risanatrice dell'ex amministratrice delegata di Trenord, quella Farisè Cinzia voluta su quella poltrona da Maroni Roberto, si palesa in tutta la sua stellare efficacia: non stupisce che Farisè voglia una buonuscita di un milione e mezzo di euro, perchè il treno 2077 è un folgorante esempio del suo apporto all'affossamento del trasporto ferroviario lombardo, quello gestito da una Trenord di matrice federalista, e tanto celebrata con #LombardiaConcreta.

Il capotreno, con aria disperata, ride istericamente davanti alla spaventosa mole di passeggeri che si stipa nelle 5 patetiche carrozze dell'obsoleto treno di modello Vivalto, che FNM ha comprato sebbene i difetti congeniti fossero arcinoti, e che Trenord insiste a piazzare su una tratta interregionale, sebbene il treno non abbia spazio per i bagagli. Ma i bagagli ci sono, e sono colossali: turisti di ogni genere viaggiano da Milano a Verona il venerdì sera (ma la favolosa dirigenza della premiata ditta Trenord non lo sa, come non lo sapeva Farisè, sempre impegnata a far confezionare vestiti nuovi per il personale, oppure a vendere promozioni online per la spesa al supermercato, come una vera piazzista), e ogni turista si porta appresso larghe valigie con ruote, o zaini di campeggio che da soli occupano un sedile, o borsoni di plastica impacchettati con pellicola trasparente e grandi quanto damigiane. E oltre ai turisti, salgono gli studenti che vengono da fuori città o da fuori regione. E i lavoratori, che ci sono sempre, anche d'estate, e di certo non spariscono a settembre. E le donne in carriera, a metà tra la zotica e la cerebrolesa, che si sentono autorizzate a schiaffare in faccia agli altri passeggeri le loro interminabili telefonate di lavoro durante le quali cicalano ad alta voce per organizzare il favoloso evento con i musicisti (vestili di nero, no bianco e nero, fa cameriere, si confondono), i fotografi, gli invitati, i posti, "la Zive" che deve sapere questo e quello, e non finiscono mai, e urlano sempre con la loro voce monotona e snervante, infischiandosene del fastidio che procurano a chi le circonda, da perfette psicopatiche egocentriche che si credono l'unico essere umano in carne ed ossa sul pianeta.
Per migliorare l'atmosfera di convivialità in uno spazio ampio e confortevole, dove le persone non sono ammassate una addosso all'altra, e costrette ad ascoltare gli starnazzamenti dell'organizzatrice e dell'avvocata che ci tiene a ostentare anche il suo tedesco, l'impianto di condizionamento dell'aria è fermo, e l'aria si trasforma in un miasma caldo, putrido e soffocante. D'altra parte, in che modo il capotreno potrebbe raggiungere il pannello di controllo della carrozza? Forse strisciando sul tetto?
Complimenti a tutti gli attori coinvolti in questa ennesima prova di cialtronaggine, infingardaggine, incompetenza, parassitismo e federalismo, dalla Lega Nord a Maroni Roberto, da Farisè Cinzia a FNM, da Gibelli Andrea a Trenitalia, da Mazzoncini Roberto a Ferrovie dello Stato.

Alla fermata di Treviglio, il treno scarica una parte dei passeggeri, e ne assorbe ancora di più, schiacciati ovunque, tanto per dimostrare che "non serve il treno più lungo, perchè a Treviglio si svuota" (peccato che i dirigenti facciano ciò che gli pare, data la manifesta impotenza dei vertici della Lega Nord, che pure ha creato quest'azienda).
C'è persino una donna con in braccio un bambino di meno di un anno, che si conficca letteralmente tra le porte e la massa indistinta di passeggeri già a bordo: come si può gettare un bambino in un simile inferno?
E se il treno si guasta, come accade sempre? E se gli impianti si guastano, come accade sempre? Possibile che quella donna non si renda conto del rischio?
E dov'è Fontana Attilio, quello che rivendicava l'eredità positiva di Maroni Roberto per la Lombardia, quando i frutti di quell'eredità, come Trenord, si manifestano in tutto il loro marciume sistematico e reiterato senza sosta?

Nella mattinata, altre meraviglie a raffica.

Il treno 10458 Cremona-Milano è guasto. Prima che venga messo in pista, ci vuole tempo per ripararlo. E accumula 32 minuti di ritardo. Che crescono fino a a 43 minuti di ritardo.



Il treno 10904 Brescia-Milano accumula 22 minuti di ritardo.

Perchè?

Non si sa.

Cosa dice il sito di Treenord?


Dice che il treno 10905 Milano-Brescia viaggia con 10 minuti di ritardo.



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