venerdì 29 giugno 2018

Il vestito comunica l'azienda, secondo Farisè Cinzia di Trenord. E come la mettiamo se chi deve indossare quel vestito si accorge che fa schifo?

A fine 2017, con il servizio ferroviario della Lombardia, gestito dall'azienda pubblica Trenord, ormai prossimo a collassare, l'azienda vantava (anche al TG3) favolose collaborazioni col Politecnico di Milano per le nuove divise dei capotreno. (Vedi Nerone che suona la cetra mentre Roma brucia).


E curiosamente la civettuola Farisè Cinzia aveva annunciato la stessa cosa nel 2015. Ma vabbè, le priorità della signora Magic English sono ben rappresentate da questa sua dichiarazione:

«il nostro vestito comunica l'azienda, perchè un viaggio su Trenord non è un viaggio ma una customer experience».

Il servizio ferroviario, come si vede ormai da mesi e mesi, Trenord non l'ha mai saputo erogare, e ha sempre e solo fatto finta. Il personale non lo sa programmare e infatti si è scoperta sotto organico di colpo e ha cominciato a programmare non le corse, ma la cancellazione delle corse. I treni non li sa manutenere. L'ANSF ha rilevato violazioni di una gravità inaudite nel corso di mesi e mesi .

E adesso si scopre che non solo la dirigenza di Trenord ha pensato agli affari propri, invece che alla cittadinanza e al servizio pubblico da erogare, ma ha anche fatto schifo nel gestirsi i suddetti affari propri.
E infatti, le nuove divise, frutto di tanta concertazione ed energie e tempo e risorse, risultano addirittura pericolose per i macchinisti, e di conseguenza anche per i passeggeri.
Macchinista critica le divise: sospeso 4 giorni
Una divisa giudicata inadatta. L'email di protesta ai dirigenti. La risposta: sospensione dal lavoro e paga ridotta. E' quanto successo a un macchinista di Trenord. Sotto accusa i pantaloni dei ferrovieri. Secondo i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, le tasche si impigliano facilmente in leve e strumenti all'interno delle cabine, con rischio di infortuni. Uno dei dipendenti ha così deciso di inviare un'email ai vertici, accusandoli di "incompetenza" e "spreco del denaro pubblico". Risultato: sanzione disciplinare con quattro giorni di sospensione dal servizio e dalla retribuzione.










Impossibile non chiedersi: ma le energie, le sinergie, gli sforzi, il tempo, le risorse e il denaro profusi nel produrre queste inutili divise, non sarebbero stati meglio spesi per la programmazione di assunzione di personale in quantità adeguata e la manutenzione accurata del parco treni della Lombardia?
A fine 2017, un rapporto ANSF denunciava queste carenze: la dirigenza di Trenord, Farisè inclusa, cosa faceva, intanto? Pensava alla moda e ai modelli e alle stoffe e ai disegni accattivanti?
E mentre Trenord si perdeva in frivolezze e capi d'abbigliamento, l'assessore Sorte Alessandro  cosa faceva? Dormiva anche questa volta?

Da notare che il dipendente che protesta viene subito punito con brutalità, perchè la dirigenza di Trenord si sente insultata.
Invece, quando l'azienda Trenord interrompe sistematicamente ogni giorno il servizio ferroviario, danneggiando materialmente (e anche moralmente) centinaia di migliaia di lavoratori pendolari, ecco che la dirigenza Trenord resta al proprio posto, lautamente e saldamente retribuita. Una dirigenza scelta dai capi della Lega Nord, che infatti si guardano bene dall'intervenire su questo argomento coi toni aggressivi e brutali che sono tipici della loro perenne campagna elettorale. Non è forse vero, Fontana Attilio?

Il macchinista è anche uno dei dipendenti di Trenord che sono stati insultato a loro volta dalla dirigenza di Trenord, la quale di recente ha indetto una caccia alle streghe per incolpare il personale "assenteista" dello sfacelo del servizio ferroviario in Lombardia, e nascondere così le proprie gravissime responsabilità: anche in questo caso, però, nonostante la scandalosamente ovvia pretestuosità delle "accuse", la dirigenza di Trenord è rimasta impunita. Un destino ben diverso da quello del dipendente, che con la sua vigorosa (e argomentata) protesta ha solo esposto i fatti e dato voce allo sdegno di un cittadino e di un lavoratore che ogni giorno subisce i soprusi di una classe dirigente sempre più incapace e sempre più avida.

Ma forse questo è populismo, come ha detto anche la giunta della Lega Nord in Regione Lombardia quando è stato proposto di sopprimere la "prima classe" dal servizio ferroviario pubblico gestito da Trenord.




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