venerdì 28 aprile 2017

Il paese di ponti che crollano, strade che si sfasciano, locomotori per la manutenzione che si incendiano

Mercoledì 26 aprile 2017, alla stazione di Treviglio, il treno 2054 da Verona Porta Nuova delle 7:02 arriva con 11 minuti di ritardo.
Il treno è dotato di carrozze a un solo piano, insufficienti per la quantità di pendolari, ed è già saturo prima che i passeggeri di Treviglio vi salgano a bordo.
Perchè il treno è in ritardo? Nella stazione di Treviglio non ho sentito annunci, ma alle 7:40 (cioè dopo 20 minuti di viaggio), un annuncio automatico rende noto che la causa è stata l'intervento delle forze dell'ordine a bordo del convoglio: il tempismo di Trenord è paragonabile a quello di FNM nella gestione degli annunci sulla mobilità ferroviaria (e dire che in questo caso l'annuncio serve per declinare ogni responsabilità nel ritardo, cosa che di solito Trenord comunica subito).
Anche dopo la fermata alla stazione di Milano Lambrate, il treno resta affollato.
Ma prendere questo treno in ritardo è sempre meglio che prendere il successivo treno 10456 delle 7:22 da Cremona per Milano Certosa, dato che questo treno arriva a Milano Lambrate con 5 minuti di ritardo, facendo saltare le "coincidenze" per Milano Centrale.

Nella serata, il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona Porta Nuova arriva a Treviglio con un ritardo di 5 minuti, questa volta senza nessuno a spiegare perchè, appena uscito dalla stazione di Milano Centrale, il treno abbia compiuto una lunga sosta. Doveva forse lasciar transitare un FrecciaRossa?
Ovviamente, il passeggero ordinario non può opporsi a simili abusi, nè denunciarli, non avendo altri strumenti oltre allo sciopero dell'abbonamento (per il quale viene anche multato dalla stessa azienda che gli impone di subire i disservizi in silenzio). Per tutelare il passeggero, dovrebbero intervenire le istituzioni. Ma le istituzioni tacciono.
Ma per chi lavorano, esattamente, il ministro Delrio Graziano, Ferrovie Dello Stato, RFI, Trenitalia e Trenord? Lavorano per i cittadini, o per gli interessi economici di qualcun altro?

Nell’impatto i due locomotori si sono incendiati.
Rfi, la società di Fs che cura la rete, ha fatto sapere che i mezzi erano in servizio per una ditta esterna, Rossi G.C.F
Delrio Graziano, Maroni Roberto, Zaia Qualcosa e Sorte Alessandro sono gli stessi potrebbero spiegare ai cittadini certe cose sulle loro bizzarre politiche che consistono nel riversare denaro pubblico nelle casse di imprese private per costruire opere inutili, mentre quelle esistenti (e necessarie) si sfasciano.


I ponti italiani crollano, vedi Agrigento, Lecco, Ancona e, in ultimo, quello di Fossano (Cn), o sono in pessime condizioni, ma il Documento economico finanziario (Def) per le infrastrutture, approvato dal governo qualche giorno fa, non prevede che le briciole per la conservazione, valorizzazione e adeguamento agli standard funzionali di sicurezza del patrimonio stradale.

Però, consistenti risorse vengono stanziate per nuove grandi opere stradali e autostradali.

Le ex province, ormai agonizzanti, non solo non dispongono delle risorse per la manutenzione straordinaria e per il monitoraggio della rete di competenza, ma non hanno neppure fondi per la manutenzione ordinaria (buche, segnaletica, sfalciatura erba ecc.).

la provincia di Brescia non ha le risorse per tenere monitorati e in sicurezza 450 ponti e 70 gallerie, ma può vantare sul suo territorio la più vuota autostrada italiana: la Brebemi, costata oltre 2,3 miliardi di euro.

nelle tasche dell’Anas ci sono 258 milioni di euro ricevuti grazie allo “Sblocca-Italia” che prevede la possibilità di prorogare automaticamente e senza gara le concessioni, in cambio di nuovi investimenti.

l’autostrada Serenissima Brescia-Padova, la cui concessione è stata prorogata in cambio di 258 milioni per il primo moncone, in galleria, della Valtrompia autostrada progettata 30 anni fa.
Anas, regioni e province fanno sapere che opere come questa andranno avanti: poco importa se la rete crolla letteralmente a pezzi.
Governo e Anas sono occupati per la “fusione del secolo” con le Ferrovie dello Stato.

È in vista un altro baraccone pubblico che per spesa, ruolo, influenza sostituirà l’Istituto per la ricostruzione industriale (Iri): mentre le strade sprofondano, i progetti per le grandi opere autostradali e ferroviarie fioriscono senza nessuna valutazione tecnico-economica.
(Anas riceve centinaia di milioni di Euro di finanziamenti pubblici, ma è essa stessa al di fuori del perimetro pubblico, dopo l'acquisizione da parte di FS: come dicevo l'altra volta, ciò pone preventivamente i suoi dirigenti al riparo dalle accuse con pene più gravi, che pioveranno su di loro quando si scoprirà come hanno usato il denaro pubblico per scopi diversi da quelli previsti, vedi Achille Norberto di FNM in Lombardia. Complimenti a Delrio Graziano e a tutti i ministri di Renzi Matteo che ora fingono di lavorare per il figurante Gentiloni).

Giovedì 27 aprile, alle 14:18, nella stazione di Milano Centrale, il treno 2071 per Verona Porta Nuova delle 14:25 non è presente su nessun binario. Nessun annuncio viene diffuso in merito.
Ci sono stati parecchi precedenti di questo tipo, in cui il treno ha finito per essere cancellato, o subire ritardi di 40 minuti; in tutti questi casi, le informazioni sono state diffuse troppo tardi per consentire ai pendolari di ripiegare sui treni suburbani per Treviglio, che pur viaggiando con grande lentezza e impiegando quasi il doppio del tempo per lo stesso tragitto, sono una soluzione preferibile a restare in deprimemte attesa in una stazione ferroviaria dove nessuno (nemmeno il personale viaggiante) sa dirti se il tuo treno partirà mai.
Succederà anche questa volta?
Casualmente, no: il treno si limita a partire in ritardo, e ad arrivare a Treviglio con 10 minuti di ritardo, e ovviamente senza spiegazione.
Come sempre, l'azienda a capitale pubblico Trenord, tanto solerte e rapida nel discolparsi quando la colpa del ritardo non è sua, diventa muta quando i ritardi sono imputabili alla sua malagestione, oppure ai vetusti treni non manutenuti del parco ferroviario di Trenord, oppure agli interessi inconfessabili dei Frecciarossa di Trenitalia (la quale possiede metà di Trenord).
Riguardo a questo menefreghismo aziendale, come sempre, dalla giunta della regione Lombardia gestita da Maroni Formigoni Roberti giunge un analogo silenzio omertoso. Però, per opera dei loro saggi investimenti, sul treno sono presenti due guardie private. Ovviamente, sul treno non accade nulla per tutto il viaggio. E, guarda che sorpresa, il treno è comunque in ritardo, anche dopo che la regione Lombardia ha speso denaro pubblico per pagare guardie private, che svolgono un lavoro che dovrebbe essere svolto dal personale appositamente assunto da Trenord (la quale non ci pensa nemmeno a spendere soldi per fornire il servizio per cui è pagata, e infatti ha sempre i bilanci in attivo, dato che delle spese si occupa la giunta di Maroni Roberto, con denari pubblici).

Venerdì 27 aprile, alla stazione di Milano Lambrate, il treno 2272 da Parma per Milano Centrale delle 7:39 arriva con 10 minuti di ritardo.
Sugli schermi della stazione, non c'è traccia del ritardo in questione: semplicemente, il treno delle 7:39 risulta in partenza alle 7:48 (con tanto di segnale lampeggiante) come se tutto fosse perfettamente in regola, e poco importa che sugli stessi schermi sia visibile l'ora "esatta", che smentisce questa presunta regolarità.
Per confermare la schizofrenia scassata degli impianti della parodistica stazione di #LombardiaConcreta-Milano Lambrate, il treno 10802 da Bergamo per Milano Porta Garibaldi è annunciato con un ritardo di 15 minuti (ma senza motivazione). La situazione continua a peggiorare, e alla stazione di Pioltello Limito il treno ha ormai un ritardo di 25 minuti (chissà se a bordo ci sono le guardie private finanziate dal denaro pubblico generosamente elargito dalla giunta di Maroni Roberto, e del tutto inutili per fornire un servizio dignitoso ai pendolari?).
Non va meglio per il treno 25203 da Como per Milano Centrale, che è solo a metà strada e ha già 9 minuti di ritardo.
Il treno 25509 da Chiasso per Milano Centrale arriva invece con 19 minuti di ritardo.

Nella serata, il treno 2077 delle 17:25 da Milano Centrale per Verona Porta Nuova arriva a Treviglio con un ritardo di 5 minuti. Come sempre, senza spiegazioni da parte di Trenord. Anche il treno "corrispondente" da Verona per Milano Centrale delle 18:05 risulta in ritardo di 5 minuti. E ancora, un treno per Cremona è in ritardo di 5 minuti.

mercoledì 19 aprile 2017

Ii treni del trasporto regionale lombardo continuano a guastarsi e a essere in ritardo. E mentre i dirigenti di FNM se la spassavano col denaro pubblico, il Collegio Sindacale di Fnm guardava e taceva. Grazie, Maroni Roberto.

 Martedì 18 aprile, per effetto delle precenti festività, il numero di passeggeri è minore del solito: mancano soprattutto gli studenti. Invece i disservizi di Trenord e FNM sono sempre gli stessi: il treno 10803 da Milano per Bergamo arriva a Milano Lambrate con 5 minuti di ritardo, che in seguito statisticamente raddoppiano.
Il treno 2090 da Brescia per Milano ha 10 minuti di ritardo, non spiegati; ma, per arrivare a spiegarli, basta considerare che di recente questa tratta è stata conquistata dall'arroganza classista dei FrecciaRossa, il servizio destinato a essere quotato in borsa, che Trenitalia ha imposto come unica alternativa ai treni regionali, affollati e sempre più guasti e lenti; e la giunta della regione Lombardia di Maroni Roberto si è precipitata a finanziare gli abbonamenti ai FrecciaRossa per tutti i suoi passeggeri (esatto, compresi quelli benestanti che nuotano nel denaro, e che mai e poi mai si abbasserebbero a usare un treno regionale, in quanto non hanno bisogno di risparmiare per tirare la fine del mese, lavorando a Milano e patendo i disagi del viaggio perchè non trovano un posto di lavoro altrove). A fronte di tutti questi interessi, è difficile capire perchè i treni regionali sull linea Brescia-Milano subisconocontinui ritardi, come se dovessero lascire il posto a qualcos'altro che deve passare con priorità stabilite dall'azienda a controllo pubblico Trenitalia, col benestare dei governi succedutisi finora? (Altro indizio: alcuni treni pendolari delle fasce di punta sono stati spostati a orari che li rendono inutili)..

Al ritorno, il treno 2077 Milano-Verona delle 17:25 arriva a Treviglio con 10 minuti di ritardo, senza spiegazioni. Come nella maggior parte dei casi, il treno è partito ben dopo le 17:25 da Milano Centrale, ha fatto una sosta immotivata all'esterno della stessa stazione, e ha inspiegatamente rallentato fino a fermarsi nel tratto tra Cassano d'Adda e Treviglio. E Trenord ha taciuto: si vede che questa volta le cause erano imputabili a Trenord; altrimenti, ce lo avrebbe subito reso noto con ferocia.

Mercoledì 19 aprile, il treno 10906 da Brescia per Milano Greco Pirelli non c'è. La corsa non è stata effettuata, cioè il treno è stato cancellato. Perchè? Non lo so, non ho sentito annunci.
Il treno 10456 da Cremona per Milano Certosa è freddo, nonostante la giornata gelida a causa del calo di temperature che era stato abbondantemente previsto dai meteorologi. Una passeggera commette l'errore di chiedere spiegazioni alla capotreno (capotrena? Che ne dice la presidente della camera dei parlamentari Boldrini, che mentre i diritti dei cittadini vengono tagliati uno a uno, si consola combattendo importantissime battaglie come quella vegana o del sessismo linguistico, le quali incidono moltissimo sullo strapotere internazionale del capitalismo, che sta spazzando via il diritto al lavoro, alla salute, all'acqua, trasformandoli in servizi a pagamento?). La capotreno risponde irosamente che il riscaldamento funziona su quasi tutto il treno: la prima carrozza è riscaldata, la seconda no perchè il riscaldamento è guasto, la terza no perchè il riscaldamento è acceso ma non riscalda, la quarta no perchè "me l'hanno fatto spegnere" (ma chi?).
La seconda carrozza, quella col riscaldamento che proprio non va, ha anche un finestrino con chiusura guasta; ogni volta che è colpito dallo spostamento d'aria causata dal passaggio di un treno con direzione opposta, il finestrino si spalanca, aggiungendo il gelo del vento al freddo della carrozza.
C'è anche un gabinetto, su questa carrozza. E come lo si identifica? Semplice: è una porta verde anonima, senza alcun simbolo di riconoscimento.
A proposito, il 10456 in questione è un treno di modello Vivalto: stando a gente come l'assessore ai trasporti lombardo Sorte Alessandro, questo è un esempio dei treni "nuovi" (il Vivalto è un modello di più di dieci anni fa) con cui Trenord e FNM e la giunta della regione Lombardia stanno ponendo rimedio allo sfascio dei vecchissimi treni regionali lombardi. Non solo ormai si è ben oltre il ritardo massimo, e i passeggeri cominciano a morire nel silenzio di istituzioni e media, ma la dimostrazione della "novità" del treno "nuovo" in questione è poco incoraggiante. #LombardiaConcreta

Alla stazione di Milano Lambrate, luogo che è un altro esempio del "nuovo" e della malagestione delle società del Gruppo Ferrovie Dello Stato, il treno 2648 da Mantova per Milano ha 14 minuti di ritardo. Ma anche un treno non regionale come il 2180 delle 7:28 da Sestri Levante ha un ritardo di 30 minuti, a causa di qualcosa accaduto sul treno (non chiedetemi cosa: sul sito di Trenitalia, la pagina dell'infomobilità gestita da RFI non menziona l'accaduto).

Il treno 2096 delle 13:25 da Milano Centrale per Verona arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo. Per scendere dalla mia carozza, gli altri passeggeri e io dobbiamo lottare con le porta, che si rifiutano di aprirsi, e tentano di richiudersi addosso a ognuno di noi. Dopo la morte di un passeggero attribuita proprio a questo guasto, dove sono i personaggi incaricati di tutelare gli interessi dei cittadini, come Sorte Alessandro, Farisè Cinzia, Gibelli Andrea, Maroni Roberto, Mazzoncini Renato, Delrio Graziano, quando i treni dell'avanzatissima Lombardia continuano a guastarsi a ripetizione in questo modo?
Forse a fare la differenza è il fatto che la massa di straccioni che viaggiano sui treni regionali non dispone della ricchezza dell'esigua elite che invece viaggia sui privatizzandi FrecciaRossa, e quindi ai personaggi sopra citati questi cittadini risultano poco interessanti?

Come dice il giornalista Andrea Sparaciari, quando i treni regionali del parco treni della regione Lombardia, in mano all'azienda a capitale pubblico FNM, si sfasciano uno dopo l'altro, e voi vi chiedete in cosa l'azienda FNM spenda il denaro pubblico, leggetevi questo illuminante articolo.
E chiedetevi perchè la giunta della Lega Nord di Maroni Roberto non muova un dito per combattere questa piaga.
La Consob alza il tiro sulle Ferrovie Nord: ‘I sindaci sapevano delle malefatte ma hanno taciuto’

Il sospetto che qualcuno in Ferrovie Nord Milano – la holding controllata da Pirellone, Fs e Gruppo Gavio e che tramite Trenord gestisce il trasporto pubblico lombardo – avesse tenuto la bocca chiusa sulle molte irregolarità commesse dalla vecchia dirigenza, aleggiava da tempo.

Pochi giorni fa, una sentenza della Consob ha trasformato quel sospetto in certezza.

A due anni di distanza dallo scandalo che ha travolto l’ex presidente Norberto Achille – decaduto dalla carica perché accusato di peculato e truffa aggravata – la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha infatti condannato tutti i membri del Collegio Sindacale di Fnm, l’organo che per legge avrebbe dovuto vigilare sul rispetto della legalità all’interno dell’azienda, perché sapevano delle malefatte, ma hanno taciuto.

l giudizio contenuto nella delibera n.19818, firmata dal presidente di Consob, Giuseppe Vegas, è pesantissimo e colpisce tutti e tre i componenti del Collegio Sindacale rimasti in carica fino al maggio del 2015: “Aver riscontrato nell’esercizio della propria attività talune irregolarità (nella specie carenze del sistema di controllo interno, violazioni delle procedure e violazioni di legge), omettendo di comunicarle senza indugio alla Consob”. Un’omissione aggravata, sempre secondo Consob, dal “rilevante arco temporale in cui le irregolarità si sono protratte, pari all’incirca a 2 anni, dalla numerosità e rilevanza delle situazioni costituenti irregolarità meritevoli di immediata segnalazione; dalle condotte illecite omissive [che] hanno riguardato una rilevante carenza strutturale concernente il sistema di controllo interno alla società”.

Tanto che all’ex presidente del collegio, Carlo Alberto Belloni – indagato dal pm Giovanni Polizzi nell’ambito dell’inchiesta “spese pazze” con l’accusa di aver favorito Achille (accusa poi archiviata) – e agli altri due membri del Collegio, Pietro Depiaggi e Paolo Gerini, Consob ha inflitto una multa di 60 mila euro ciascuno.

I “segreti” che, secondo Consob, i sindaci hanno taciuto – ma che sono poi venuti alla luce grazie al whistleblower Andrea Franzoso, l’ex dipendente di Fnm che denunciò le “spese pazze” – erano tutti contenuti nei report preparati dal servizio di Internal Audit, gli ispettori interni, i quali avevano indagato non solo sulle spese di Achille, ma anche sulle consulenze e le sponsorizzazioni elargite negli anni da Fnm e sulla selezione del personale.

Vale la pena di leggere tutto l'articolo, tanto per approfondire la figura di Carlo Alberto Belloni, oggetto di altre indagini, autore di comportamenti lavorativi agghiaccianti, e protetto da personaggi come Maria Stella Gelmini.

Tornando all'invito a domandarsi certe cose precedente l'articolo, per gli allocchi che si sono bevuti la fola dell'agenzia anti-corruzione istituita in fretta e furia da Maroni, preciso che quella era una messa in scena, ideata proprio per buggerare gli allocchi che valutano la politica con gli stessi criteri della fede calcistica.

sabato 15 aprile 2017

Dilaniato dal treno di Trenord: indagine per omicidio - il treno è degli anni 1980 - ma la giunta della regione Lombardia preferisce riversare denaro pubblico in autostrade inutilizzate


Stava scendendo e non salendo l’uomo dilaniato martedì da un convoglio Trenord nella stazione di Cucciago, dopo essere rimasto con un piede incastrato tra le porte. È la convinzione della procura di Como che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Gli inquirenti dovranno stabilire, oltre all’identità del morto, anche perché il treno abbia continuato la sua corsa per 4 km, nonostante la gamba fosse chiusa tra le porte.

Il convoglio, risalente a metà anni ’80, è infatti dotato di un sistema di allarme – il blocco porte – che si inserisce quando tutte le porte sono chiuse e il treno inizia a muoversi. Se una porta risulta aperta, il macchinista riceve un segnale e deve fermarsi. Per Trenord “il convoglio è partito regolarmente con blocco porte attivato”.
Un incidente simile era capitato,  sempre su un convoglio Trenord, il 17 luglio 2015 nella stazione di Dormelletto, quando un 17enne rimase gravemente ferito dopo essere saltato dal treno. Anche allora il convoglio continuò la sua corsa, nonostante la porta aperta. Nel diario di bordo del treno erano stati registrati diversi episodi di “Blocco porta irregolare, ma niente segnale in cabina di guida”. Sull’episodio la procura di Verbania ha aperto un fascicolo.
Un treno della seconda metà degli anni 1980, ancora in circolazione adesso, deve avere almeno 28 anni. Con la gravissima carenza di manutenzione da parte di FNM (che gestisce il parco treni delle miserabili "linee convenzionali" della Lombardia), emersa ripetutamente negli ultimi sei e passa mesi, è inevitabile che capiti un incidente fatale. Ma le cose non stanno andando come ipotizzavo: l'argomento, nonostante la sua gravità, è stato ignorato dai media nazionali, e la voce del solo giornalista Andrea Sparaciari non basta per infrangere la barriera di omertà e compiacenza che protegge Trenord, FNM, e la cricca governativa della regione Lombardia che ne spalleggia la malagestione.

In compenso, un'altra prova del fallimento della politica dei trasporti del Nord Italia è comparsa sull'Eco di Bergamo, ancora una volta tra l'indifferenza di tutti i nemici delle sprecopoli italiane:


«Nel 2014 Brebemi aveva chiuso con una perdita di 35,4 milioni, nel 2015 le perdite erano raddoppiate, salendo a 69 milioni di euro. Nell’esercizio del 2017 le perdite ammontano a 49 milioni di euro ma va chiarito che la società ha introitato la prima trances di 40 milioni di aiuto pubblico dalla regione Lombardia. Senza questo aiuto il disavanzo ammonterebbe a 89 milioni di euro cioè 20 milioni in più rispetto allo scorso anno».

«Dal bilancio emerge che: il deficit è uguale agli introiti, questo significa che Brebemi spende il doppio di quello che incassa.

Per qualsiasi altra impresa sarebbe già stata avviata la procedura fallimentare; il debito complessivo cresce, adesso è a quota 140 milioni e cresce ogni anno rendendo impossibile ripagarlo; la convenzione Cal -Brebemi impone requisiti di solidità patrimoniale che non sono evidentemente rispettati, e che se non rispettati potrebbero portare a sanzioni fino alla revoca della concessione. Ma tace il vigilante Cal (Concessioni Autostradali Lombarde). Del resto le stime aziendali avevano annunciato di 60 mila veicoli in circolazione ogni giorno, mentre non si è andati nel 2016 oltre i 15 mila veicoli/giorno»

«Con le tariffe (doppie rispetto alla media nazionale) e l’aumento delle tariffe del 7,88% da inizio anno, le potenzialità di crescita del traffico sono esaurite. Il traffico copre solo il 25% degli introiti previsti dal Piano economico finanziario andando avanti cosi si bruciano inutilmente gli aiuti pubblici.

Il Governo dovrebbe intervenire per valutare le condizioni del ritiro della concessione e fermare l’inutile collegamento A35-A4 (Ospitaletto-Castegnato) non previsto dalla concessione originaria che costa 50 milioni di euro e distrugge altri 60 ettari di terreno agricolo
Grottescamente, c'è chi difende questa autostrata dal costo spropositato, perchè allevia il traffico della A4, migliorando la qualità dell'aria. Bisogna essere proprio ritardati (o collusi) per voler spacciare questo colossale spreco di denaro pubblico per un investimento necessario per migliorare l'avvelenata atmosfera lombarda. Soprattutto dato che spostare le auto da una strada a un altra non risolve il problema del traffico privato, ma si limita a diluirne gli effetti, rinviando al massimo di qualche mese l'accumulo di veleni (che i media non menzionano più per non dispiacere giunte varie, probabilmente). Per non dire del consumo di suolo, che a sua volta significa esporre ulteriormente la Lombardia al pericolo di alluvioni devastanti, dato che c'è sempre meno terreno in grado di assorbire le pioggie torrenziali del clima equatoriale sviluppatosi negli ultimi anni. Si può capire che una persona collusa sostenga la BreBeMi con le scuse ridicole di cui sopra, ma solo una persona ritardata potrebbe non capire che le cifre spropositate di denaro pubblico gettate al vento (in tasca a imprenditori amici della Lega Nord, o magari del PD di Sala) in questo ambito potrebbero invece essere impiegate per abbattere davvero l'inquinamento atmosferico locale: basterebbe investirle nel trasporto ferroviario pendolare regionale (e non usarle per finanziare i benestanti che viaggiano sui FrecciaRossa), potenziando treni e corse delle fasce critiche, cosa che spingerebbe moltissimi altri automobilisti a servirsi del trasporto pubblico. Troppo difficile? Purtroppo, per il leghista medio infarcito di ideologia vecchia di decenni e del tutto avulsa dalla realtà, la risposta è sì.

Venerdì 14 aprile, il treno 2077 Milano-Verona regala il solito disservizio, con 11 minuti di ritardo, e fermi durante i quali treni FrecciaRossa transitano tutt'intorno a esso.








Per chiudere con un altro orrore, ecco che Ferrovie dello Stato si prepara davvero a inglobare ANAS, col benestare di un branco di ministri che da sempre dimostrano di avere a cuore gli interessi dei cittadini.

Il consiglio dei ministri sblocca l'operazione di incorporazione della società che gestisce la rete stradale e autostradale nel gruppo ferroviario.

Anas diventerà così una delle controllate del gruppo Fs e le azioni verranno trasferite a Ferrovie dello Stato. La norma che regola l'operazione - ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio - è presente nel decreto di correzione dei conti che ha accompagnato la presentazione del Def.

I ministeri avrebbero trovato un'intesa su uno dei punti che in questi mesi hanno bloccato la fusione, quella dei maxi contenziosi che pesano sul bilancio della società, attraverso l'autorizzazione di un piano triennale di definizione in via bonaria dei pendenti con l'accantonamento di riserve per 700 milioni di euro.
Un altro snodo fondamentale per il buon esito del matrimonio è che la norma permetta alla nuova entità di rimanere al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione, in modo da non sovraccaricare il debito che verrà contratto per gli investimenti sul bilancio dello Stato. Perché ciò sia assicurato, serve il placet di Eurostat (che “bollina” i grandi numeri del bilancio pubblico) ma sembra che su questo fronte siano arrivate le sufficienti rassicurazioni.
In che modo la nuova entità resterà "al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione"? Sarà pubblica, oppure no? Se non sarà pubblica, con che denari (non pubblici) sarà finanziata? E se non sarà pubblica, a chi risponderà? E chi ripianerà i suoi mostruosi debiti?

E' piuttosto ovvio che questa operazione è l'ennesima truffa ai contribuenti: come nel caso di FNM e Trenord, verrà creato un'azienda che si comporterà da "ente privato", ma riceverà soldi pubblici in continuazione (avete presente che la regione Lombardia paga le guardie giurate che respingono i viaggiatori senza biglietto, lavorando di fatto per Trenord, ed evitando a Trenord di assumere e stipendiare personale?).
E quando i dirigenti di questo nuovo ente abuseranno del loro potere, usando il denaro dell'azienda per scopi personali (vedii Achille Norberto di FNM), la  forma giuridica "non pubblica" di questo ente li metterà al riparo dalle accuse più gravi una volta che finiranno in tribunale.

Inspiegabilmente, tutto ciò avviene per opera e volontà di ministri che appartengono a una formazione politica ipocritamente chiamata "partito democratico".

giovedì 13 aprile 2017

Intervallo RAI: stazione di Milano Lambrate

Hashtag #LombardiaConcreta.
#NonimputabileATrenord.

Schermo sulla banchina guasto da settimane. Con fogliacci A4 fradici, appiccicati alla meno peggio col nastro adesivo, per segnalare il guasto.


Schermo delle scale di accesso alla banchina del binario 8 (sottopassaggio "nord"). Guasto da giorni.



Schermo di accesso al sottopasso: non riporta l'ora da mesi.


Buona fortuna ai passeggeri che penseranno di prendere un treno (GrandiStazioni). Certamente si regaleranno parecchi minuti a girare a vuoto nella totale mancanza di informazioni (rivista "Note" di FS).

Dopo l'omicidio, i treni di Trenord continuano a fare ciò che fanno da mesi: guastarsi

 Mercoledì 12 aprile 2017, qualcuno ha sentito forse le autorità spendere una parola sulla morte di un passeggero dei treni di Trenord avvenuta martedì? Se sì, fateci sapere.
L'unico effetto rilevato dai pendolari è stato un improvviso eccesso di zelo nel controllo del funzionamento delle porte dei treni, nel pomeriggio di martedì 11, con un accumularsi grottesco di ritardi "di contorno" a una linea già paralizzata
Nella mattinata, il 2090 da Brescia per Milano Centrale arriva con 5 minuti di ritardo, come ormai è la regola su una linea dove il trasporto pendolare deve dare la precedenza ai lussuosi ed elitari treni dell'Alta Velocità. (Ma perchè? Perchè lo ha deciso Trenitalia, calpestando i diritti della maggioranza dei viaggiatori. Con che autorità Trenitalia prende certe decisioni, essendo un'azienda a controllo statale? Dovrebbe essere il ministro dei trasporti a porre la domanda, ma Delrio Graziano nei suoi interventi pubblici si limita a spendersi in impegni per l'Alta Velocità, come se il suo riferimento non fosse il popolo italiano, ma i dirigenti di Trenitalia e i futuri azionisti privati ansiosi di arricchirsi).
Il treno 10803 da Milano Porta Garibaldi per Bergamo arriva con 13 minuti di ritardo: è la regola, per questa linea dove spesso i treni sono vecchi anche quando sono nuovi, la manutenzione preventiva sembra non esistere, e se il treno è solo in ritardo ma non va in fiamme, il passeggero medio deve ritenersi fortunato.
A metà giornata, alla stazione di Treviglio, il 10909 per Brescia ha un ritardo di 13 minuti, e il giià lentissimo treno suburbano da Varese è in ritardo di 10 minuti.
Alla stazione di Milano Centrale, il treno 2069 per Verona delle 13:25 parte con 5 minuti di ritardo, senza nessuna spiegazione. Nonostante l'orario, il treno è saturo di passeggeri, che alla stazione di Milano Lambrate aumentano, e devono farsi tutto il viaggio in piedi. La climatizzazione non funziona, e l'aria è soffocantemente calda.

Giovedì 13 aprile, i miei treni e quelli che incrocio sono regolari. Incredibile, ma è noto che anche un orologio (analogico) guasto ci azzecca due volte al giorno. Perchè non anche Trenord e le società del Gruppo Ferrovie dello Stato, da RFI a FNM a Trenitalia?
Alle 17.58, alla stazione di Treviglio, i treni per Bergamo 24791 e 24793 sono rispettivamente in ritardo di 25 minuti e cancellato. Qualcuno ha parlato troppo presto.
Un annuncio rende noto che i treni per Bergamo subiranno ritardi fino a 40 minuti a causa di un treno guasto tra le stazioni di Verdello e Bergamo.
Purtroppo, nessuna delle notizie di guasti, cancellazioni e morti a causa di treni regionali guasti è bastata per smuovere le "coscienze" delle autorità come l'assessore Sorte Alessandro o dei dirigenti di FNM e Trenord, i quali, nonostante l'esaurimento dei pezzi di ricambio per la manutenzione (gennaio 2017) e la sfascio incessante della flotta ferroviaria, hanno continuato a infischiarsene dei pendolari e a proseguire le loro personali battaglie per il profitto, come la "tolleranza zero" verso gli "evasori del biglietto", combattuta a suon di investimenti (della regione Lombardia, e non di Trenord) in guardie private che non hanno cambiato nulla, se non le quantità di denaro pubblico finite nelle tasche dei privati.




mercoledì 12 aprile 2017

Piede incastrato nelle porte, trascinato e stritolato dal treno - Guardie giurate sulla Bergamo-Brescia «In 24 ore 250 respinti senza biglietto»

Ieri, una persona veniva uccisa da un treno di Trenord. Lo riferisce, per esempio, il Corriere di Milano:


Nella stessa giornata di ieri, a cosa si dedicava invece, Sorte Alessandro, l'assessore ai trasporti della giunta regionale della Lombardia di Maroni Roberto? Se non lo vedete nella gloriosa immagine che segue, fate click sul link all'articolo de l'Eco di Bergamo.
«In 24 ore 250 respinti senza biglietto»

In un solo giorno 250 persone sono state respinte alle porte dei treni della Bergamo-Brescia perché senza biglietto. È il bilancio del primo giorno di entrata in servizio delle guardie giurate sulla linea di Trenord.
I numeri sono stati annunciati dall’assessore regionale alla Mobilità Alessandro Sorte che nella mattinata di martedì ha effettuato un viaggio-sopralluogo

Ecco la risposta: l'assessore si dedicava alla propaganda, come quando regala denaro pubblico ai passeggeri dell'Alta Velocità Brescia-Milano, a prescindere dal loro reddito e stato sociale, mentre i miserabili pendolari che viaggiano sui treni di Trenord si vedono regalare solo treni guasti, ritardi, incendi a bordo, carrozze sature e inaccessibili, personale sgarbato, e ora "malfunzionamenti" tali da uccidere i passeggeri stessi.

Tornando all'articolo dell'incidente ferroviario mortale:
Tragico incidente ferroviario nel primo pomeriggio di martedì tra Albate e Cucciago, nel Comasco. Un uomo che stava salendo sul treno è rimasto con un piede incastrato tra le porte ed è stato trascinato per alcuni chilometri dal convoglio. Inutili i soccorsi, scattati non appena qualcuno tra i passeggeri ha capito quello che stava accadendo e ha dato l’allarme. L’identità della vittima resta al momento sconosciuta. Il viaggiatore stava salendo sul treno in partenza alle 13.28 dalla stazione di Albate Camerlata, diretto a Milano.
«Il convoglio è partito in orario con le porte regolarmente chiuse», fanno sapere da Trenord.

Trenord precisa di aver «immediatamente aperto un’inchiesta interna».
La dichiarazione di Trenord ha dell'incredibile: manca solo la frase "per cause non imputabili a Trenord".
E non oso immaginare cosa si abbasserebbero a scriverere i redattori della rivista gratuita di FS, "Note", per edulcorare la tragedia in questione, o per gettare fumo negli occhi e declinare ogni responsabilità fingendo di parlare d'altro.

E' interessante anche vedere il servizio del TG3 dell'edizione delle 19:30 del 12 aprile, che il redattore di "Note" Mancini Marco definirebbe forse "non attento e non equilibrato", dato che questo servizio riferisce della situazione agghiacciante nel dettaglio, invece che sorvolare: un immigrato scende dal treno, un secondo passeggero scende, le porte si chiudono, il secondo passeggero resta in qualche modo incastrato, il treno parte, l'immigrato tenta invano di attirare l'attenzione di passeggeri, l'immigrato corre ad avvertire il capo stazione ma "quando riesce a trovarlo" è tardi (e comunque le porte si erano aperte sul lato del treno non visibile dagli uffici della stazione.
Il servizio del TG3 dà anche voce a un sindacalista dei ferrovieri, che afferma che le porte di quel modello di treno dovevano rilevare l'ostacolo, restare aperte e impedire la partenza del treno. L'incidente non doveva succedere.
E' difficile non associare questo malfunzionamento alle decine di malfunzionamenti e guasti dei treni regionali lombardi di ogni modello che negli ultimi sei mesi hanno flagellato il trasporto regionale lombardo. Incidenti passati sotto silenzio da gran parte dei media più importanti. Da qui viene infatti la frase della rivista di FS "Note" sulle inchiese "equilibrate" del TG3, il quale invece è stato impietoso con gli altri mezzi di trasporto (praticamente, il riconoscimento di un trattamento di favore, dovuto a motivi riimasti oscuri, dato che gli argomenti per essere impietosi erano presenti in abbondanza).
E' diificile non associare i crescenti guasti degli ultimi mesi all'esaurimento dei pezzi di ricambio nei magazzini di FNM e alla mancata manutenzione di locomotori sempre più vecchi, come denunciato dai ferrovieri che hanno scioperato a gennaio 2017 (informazione che il TG3 ha sbrigativamente riportato in coda a un servizio).
E' difficile non chiedersi cosa emergerà dalla "inchiesta interna" di Trenord (non dovrebbe essere FNM, che gestisce il parco treni, a svolgerla?): si tratta della stessa azienda che fornisce statistiche mistificanti sul proprio servizio, come denunciato dalle associazioni dei pendolari non molti mesi fa. La stessa azienda che non conteggia come cancellati i treni che si guastano irrimediabilmente dopo essere partiti, tanto per dare un'idea della limpidezza e affidabilità della stessa.
E FNM è l'azienda che, a fronte di una denuncia delle spese personali "pazze" del proprio presidente accollate all'azienda (finanziata con denari pubblici), scelse di spingere il dipendente fedele alle dimissioni, invece che premiarlo per onestà e deontologia e rigore.
E' difficile non chiedersi perchè la giunta della regione Lombardia paghi di tasca nostra le guardie giurate che servono a Trenord per combattere l'evasione del biglietto (Trenord non ha personale proprio?), e non paghi anche per far effettivamente eseguire la manutenzione preventiva dei treni, o per sostituire i vecchi treni con treni recenti e funzionanti (invece che con modelli "nuovi" che sono già vecchi e hanno difetti notori, come le porte "capricciose" dei Vivalto), pur sapendo da tempo con che frequenza questi treni continuano a guastarsi (tanto vale citare anche la bambina che fu quasi scaraventata fuori da un regionale per Brescia, quando le porte di una carrozza si aprirono col treno in corsa).
E dire che è la stessa regione che finanzia autostrade dichiaratamente e risaputamente fallimentari, regalando di fatto milioni di Euro alle società che le vogliono gestire.






martedì 11 aprile 2017

Non sono 30 minuti di ritardo, ma 30 minuti che vi regalate in un ambiente piacevole come la carrozza superaffollata con gente che urla e i freni che vanno a fuoco, idioti!

La rivista "Note" è un inutile libretto con 34 pagine costosamente patinate, zeppe di chiacchiere, vacuità, moda effimera, informazioni irrilevanti, edonismo e narcisismo.
E' una rivista il Gruppo Ferrovie dello Stato pubblica a spese dei contribuenti, e distribuisce gratuitamente sui treni.
La rivista è arrivata al terzo anno. Da tre anni, quindi, il Gruppo FS ha una redazione intera stipendiata per produrre spazzatura, quando poi i treni da Milano per Torino partono con due carrozze chiuse e i passeggeri stipati, perchè non c'è personale viaggiante a sufficienza per tenere quelle carrozze aperte.
Lo scopo della rivista è ovviamente quello di manipolare la percezione del servizio ferroviario, facendo credere agli allocchi che vada tutto bene. Dico "agli allocchi" perchè solo un ritardato mentale o un miliardario che vive in un altro mondo (sociale) può bersi le fole propalate da questi scribacchini prezzolati. Anche un assessore o un ministro potrebbero cascarci, a pensarci  bene.
L'editoriale del numero 12 del 2017 di "Note" è un perfetto esempio di questa comunicazione paternalistica, edulcorata, ricca di omissioni, condiscendente, mistificante e fondamentalmente falsa in modo cinico. Si parte dal prezioso tempo che i treni mettono a disposizione dei passeggeri, i quali si fanno così il regalo di chiacchierare, o navigare su internet, o ascoltare la musica, anche se non è sempre facile sui treni affollati.
Curioso, vero, come la realtà sia invece diversa: i treni di Trenitalia e Trenord, coi loro continui ritardi, ti fanno perdere continuamente tempo, e quano arrivi al lavoro tardi devi consumare ore di permesso, e quando rientri tardi la sera perdi l'appuntamento col medico, tanto per fare due esempi dei "regali" che ci fanno Trenitalia e Trenord.
E quali sono i treni "non affollati"? Quelli dei privilegiati, ovviamente, che viaggiano sui FrecciaRossa, o si spostano in fasce orarie tranquille, perchè non devono preoccuparsi degli stringenti orari del lavoro in quanto usano il treno "per puro piacere".
Per tutti gli altri, cioè i pendolari del lavoro, i treni sono bolge infernali, sovraffollati, guasti, invasi dal fumo dei freni, in ritardo, soppressi, afflitti da annunci informativi sbagliati o del tutto latitanti, surriscaldati d'estate e gelidi d'inverno, zeppi di maleducati che urlano al telefono i propri fatti, di famiglie puzzolenti con infanti luridi e piangenti come sirene a carico, di bagagli infilati in precario equilibrio ovunque.
Ma di tutto questo l'articolo non fa menzione (perchè a Trenitalia non interessano i lavoratori, ma solo i passeggeri benestanti che usano il FrecciaRossa).
Come non ne ha fatto menzione la serie di servizi del TG3 durante la settimana #UnaGiornataDaPendolare.
Secondo questo articolo, le inchieste del TG3 sono "attente ed equilibrate": infatti, in quelle inchieste, non si parlava mai dei treni Bergamo-Milano e Brescia-Milano con le carrozze invase dai fumi acri dei freni guasti, con i passeggeri in fuga disperata verso le circostanti carrozze già sature; non si parlava degli scioperi del personale ferroviario che protesta per l'esaurimento dei pezzi di ricambio nei magazzini di FNM; non si parlava dei mesi e mesi di treni che si guastavano quotidianamente per mancanza di manutenzione e di pezzi di ricambio; non si parlava dei treni delle linee "convenzionali" Brescia-Milano che devono rallentare e/o fermarsi per lasciar passare i FrecciaRossa, scaricandone i ritardi sui pendolari convenzionali; non si parlava di Trenitalia che ha soppresso i FrecciaBianca Brescia-Milano, per imporre i costosi FrecciaRossa; non si parlava della giunta della regione Lombardia che ha deciso di finanziare i passeggeri dei FrecciaRossa Brescia-Milano, di fatto discriminando il 90% degli altri pendolari della regione; non si parlava di FNM che ha costretto a licenziarsi il dipendente fedele Andrea Franzoso, il quale aveva onestamente e doverosamente denunciato le spese pazze dell'allora presidente di FNM Achille Norberto.
E si potrebbe continuare con l'elenco dei disservizi e delle magagne che le inchieste del TG3 hanno inspiegabilmente omesso, mentre "sono state impietose con le altre modalità di trasporto" (l'editoriale dice proprio così).
Chissà perchè i giornalisti del TG3 sono così disinformati e abbottonati sui treni, mentre sono informatissimi e loquacissimi sulle altre modalità di trasporto?

Dopo decine di pagine di frivolezza e idiozie minorate da adolescenti, questa rivista presenta due pagine miserabili che parlano (o tergiversano) di treni.
Tanto per cambiare, ribadiscono i "numeri" della lotta all'evasione del biglietto. Poi presentano statistiche di puntualità, gradimento e affidabilità che sono talmente non circostanziate da essere oltre il ridicolo. Peggio persino di quando l'assessore lombardo Sorte Alessandro si esibisce nelle letture delle veline con le statistiche passategli da Trenord.
Una perla è la frase scritta in caratteri piccolo "solo lo 0,5% delle cancellazioni è imputabile a Trenitalia"; certo, perchè tutte le altre sono imputabili a Trenord, FNM, RFI. E anche perchè da queste statistiche sono esclusi i treni che partono, si guastano e e vengono soppressi, tanto per menzionare una sola delle mistificazioni con cui Trenitalia può impunemente produrre questi numeri. E chissà dove finiscono i perenni ritardi che affliggono la linea Torino-Milano, in queste statistiche.

Impossibile commentare la frase finale, che parla di salire sul treno per puro piacere, cosa che ce lo renderà ancora più amico, senza proferire profanità relative al pantheon della mitologia del cristianesimo.

Nella mattinata di lunedì 10 aprile 2017, il treno non-amico (perchè noi pendolari vi saliamo per motivi di lavoro e studio, e non di piacere) 10456 da Cremona arriva a Milano Lambrate alle 7:53, con un ritardo di 10 minuti, facendo in teoria perdere la "coincidenza" delle 7:49 per Milano Centrale, ma il treno 2160 in questione ha un ritardo di 19 minuti (nemmeno lui è un treno amico).
Il treno delle 7:53 da Brescia per Milano Centrale arriva a Lambrate, ma non riparte. Perchè? Non si sa. Non viene diffusa nessuna informazione.
Il treno da Bologna per Milano Centrale delle 7:54 arriva e riparte prima del treno delle 7:53. Perchè? Non si sa.
Dove sono gli "impietosi" giornalisti del TG3 in queste situazioni?
Dov'è il redattore Mancini Marco di "Note", quando noi passeggeri continuiamo a "regalarci" tutto questo tempo che preferiremmo invece buttare via lavorando o stando a casa nostra a curare i nostri affari, invece che bloccati su treni in ritardo o in stazioni squallide e fatiscenti come quella di Milano Lambrate?

Nella serata, il treno 2077 da Milano Centrale per Verona arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, senza spiegazioni. E il treno è ovviamente saturo. Ma il personale del TG3 non era lì a girare un servizio.
Alla stazione di Milano Lambrate, alle 17:35, viene annunciato che i treni da Milano Greco Pirelli per Brescia, Piacenza e altre destinazioni di due linee suburbane potranno subire ritardi fino a 30 minuti, a causa di un guasto agli impianti di circolazione del nodo di Milano. Come detto in un altro articolo di questo blog, era da giorni che le linee verso Greco Pirelli erano afflitte da guasti: perchè non si è intervenuti prima del blocco delle stesse?
Di certo Trenitalia si sarà compiaciuta di come questo disservizio non le possa essere imputato (la manutenzione della linea non la riguarda). Ma dove erano i giornalisti del TG3, con i loro servizi equilibrati eccetera, mentre questo ennesimo "nero-scuro" del servizio ferroviario pubblico costringeva i pendolari di quattro linee ferroviarie a "regalarsi 30 minuti", come ama dire lo scribacchino prezzolato Mancini Marco (stipendiato a spese nostre per prenderci per i fondelli)?

Nella mattinata di martedì 11 aprile, il treno 104568 da Cremona per Milano arriva a Treviglio alle 7:22 e riparte solo alle 7:28, con 6 minuti di ritardo. Perchè? Non viene spiegato nè dalle informazioni sonore nè dal personale viaggiante.
Alla stazione di Milano Lambrate, il treno 10803 Bergamo-Milano Porta Garibaldi è in ritardo di 5 minuti che diventano poi 9.
Il treno 2090 da Brescia per Milano Centrale è in ritardo di 5 minuti che diventano poi 14 . Il treno 2604 da Bergamo per Milano Centrale che parte da Lambrate alle 7:43 e ha 9 minuti di ritardo, resta penosamente fermo nel nulla tra Lambrate e Centrale, mentre altri treni (come il mio, che è partito da Lambrate alle 7:49) lo superano.
Nella serata, il treno 2077 da Milano Centrale per Verona arriva a Treviglio con 5 minuti di ritardo, senza spiegazioni. E il treno è ovviamente saturo.

Un servizio del TG3 del 10 aprile 2017 è dedicato a un intervento del ministro Delrio Graziano, che già da tempo affligge il trasporto ferroviario con le sue dichiarazioni squinternate da persona del tutto scollata dalla realtà dei cittadini. Vale la pena di ricordare il fuorionda di questo Delrio durante un qualche "apericongresso" renziano del PD, nel quale Delrio ha esposto la propria filosofia nel gestire le cose: bisogna saper dare a vedere che una cosa ci importa, a prescindere dal fatto che non ce ne importa niente.
Come è ovvio, Delrio applica questa regola anche nel gestire il ministero dei trasporti.
Lo si vede al TG3, quando parla della "riforma del trasporto pubblico locale".
Come prima cosa, Delrio promette l'avvio dei cantieri Alta Velocià Brescia-Verona.
Nel caso a questo cattolicissimo ministro fosse sfuggito, l'Alta Velocità è un servizio classista, riservato a una ristretta èlite benestante, e basato sullo sfruttamento del denaro pubblico e delle infrastrutture costruite coi soldi delle tasse di tutti. L'alta velocità è la negazione del concetto di trasporto pubblico.
A meno che per Delrio la parola "riforma" non significhi, ancora una volta, schiacciare i diritti dei cittadini comuni a vantaggio di pochi privati che vogliono arricchirsi sfruttando infrastrutture pubbliche pagate dalle tasse dei cittadini; e in effetti lo stesso valeva per la "riforma" della Costituzione Italiana che nel 2016 l'ex padrone di Delrio ha cercato di imporre all'Italia insieme a se stesso come unico regnante. E vale anche per i raggiri da azzeccagarbugli con cui il Partito Democratico di Renzi e Delrio ha calpestato la volontà popolare espressasi nel referendum sull'acqua pubblica.
Certo, poi Delrio parla di enormi investimenti spostati sulle ferrovie regionali, ma come al solito le enormi cifre che ha esposto non sono documentate nè circostanziate, e delle loro effettive destinazioni non è dato sapere nulla.
Finora, visti i risultati ottenuti a seguito delle stesse promesse fatte dai vari Sorte Alessandro, Mazzoncini Renato, eccetera, (come treni che vanno a fuoco, guasti agli impianti, guasti alle linee elettriche convenzionali, treni con porte guaste, treni saturi, corse insufficienti, treni che si fermano per far transitare i FrecciaRossa), tutti gli investimenti sono finiti altrove.

Altri punti chiave del servizio "equilibrato" del TG3:
- abbattimento dell'evasione tariffaria: cari giornalisti, parliamo degli algoritmi fraudolenti di Trenitalia che aumentavano i prezzi degli abbonamenti interregionali invece che ridurli?
- fidelizzazione degli utenti: cari giornalisti, parliamo di Gibelli Andrea che invece punta sugli utenti occasionali? Parliamo del fatto che per fidelizzare servono treni che funzionano e che permettano agli utenti di salire a bordo e di viaggiare in modo dignitoso?

E dato che Delrio non spende una parola sulla scelta di privatizzare il servizio ferroviario, ecco un articolo da un blog de Il Fatto Quotidiano:


Prego quindi chi commenterà di perdonare la mia ignoranza, magari insegnando benevolmente qualcosa che ci faccia capire perché gli italiani debbano privatizzare le ferrovie e, più in generale, i sistemi di trasporto urbano.

I mezzi di trasporto sono stati “pubblici” per tutta la seconda metà del secolo scorso, oggi, a rigore, lo sarebbero ancora e si spera lo saranno anche dopo il Def. Le infrastrutture sono state costruite o acquisite dall’erario e i mezzi comprati, gestiti e manutenuti sempre con i quattrini della gente che ha pagato, assieme al biglietto, le tasse. L’azionista unico, ancorché fantasma e vero proprietario del sistema dei trasporti pubblici, quindi, dovrebbe essere ancora la comunità, nazionale o locale, a meno di espropri che mi sono sfuggiti.

Ma qualcuno ha chiesto all’azionista se vuole vendere, magari entrando in borsa? Se lo hanno chiesto, a molta gente la domanda è purtroppo sfuggita, così come la risposta. E che modello si sta seguendo?

In Italia, la cessione di una quota di Amt (Azienda mobilità e trasporti di Genova) alla parigina Ratp Dev non estasiò i genovesi, anche perché il servizio non migliorò in modo saliente, né Ratp Dev esercitò nel 2012 l’opzione di rinnovo del contratto per il triennio successivo. Insomma, le prime esperienze non sono state esaltanti. In apparenza, l’Ue sembrerebbe imporre all’Italia la dismissione del patrimonio collettivo in ossequio al modello sperimentato efficacemente in Grecia, usando la stessa solerzia con cui prescrive la lunghezza dei cetrioli e il diametro di curvatura delle banane.
Tutto ciò potrebbe non giovare alla coesione europea, né a far crescere consensi e simpatie attorno al progetto unitario se non da parte di alcuni ambienti finanziari

L'autostrada Treviglio-Bergamo sarà in perdita: lo sa anche la società che vuole gestirla. Per questo la giunta della regione Lombardia regala soldi pubblici

Nella mattinata di Mercoledì 5 aprile 2017, il treno 10456 da Cremona è annunciato alla stazione di Treviglio con un ritardo di 10 minuti.
Il ritardo viene rettificato in 5 minuti, ma è sufficiente perchè il treno arrivi alla stazione di Milano Lambrate abbastanza tardi da far perdere la "coincidenza" per Milano Centrale delle 7:49. Quest'ultima, però, è il treno 2160 da Arquata Scrivia, che arriva in ritardo di 4 minuti. Bel modo di rispettare le coincidenze e intanto infliggere disservizi. In seguito, il treno accumula 11 minuti di ritardo.
Sempre alla stazione di Milano Lambrate, il treno delle 7:43 da Bergamo per Milano Centrale arriva e riparte con un ritardo superiore ai 5 minuti dichiarati sugli schermi della stazione, ma ne recupera qualcuno in seguito.
Il treno delle 7:54 da Bologna per Milano Centrale ha un ritardo di 10 minuti.

Alle 17:10, nella stazione di Milano Centrale, si apprende che i treni da e per Novara della linea convenzionale subiranno ritardi fino a 10 minuti, a causa dell'ennesimo guasto a un treno prima della stazione di Novara.
Una informazione successiva rettifica il tutto in ritardo di 20 minuti.

Giovedì 6 aprile: ferie. Che fortuna.

Venerdì 7 aprile, alla stazione di Milano Lambrate, il treno 10803 da Milano Porta Garibaldi per Bergamo ha 5 minuti di ritardo. Il treno arriva a destinazione accumulando 12 minuti di ritardo .
Il treno 10906 da Brescia per Milano Greco Pirelli accumula 10 minuti di ritardo. C'è forse qualcosa che non va, sulla linea verso Milano Greco Pirelli, vista la frequenza dei ritardi degli ultimi tempi? Ovvio che sì.
Chi è che se ne deve occupare: RFI, FNM, Trenord, qualcun altro? Non si sa.
Perchè non se ne sta occupando? Questo magari dovrebbe chiederselo l'assessore Sorte Alessandro, che però lascia che Trenord e FNM e compagnia si sorveglino da sole, prendendo per buoni i loro resoconti. #LombardiaConcreta
Il treno 2604 da Bergamo per Milano Centrale delle 7:43 resta lungamente fermo nella stazione di Milano Lambrate, e molti passeggeri scendono per cercare altri treni. Alcuni affermano che c'è un guasto alle porte. Come lo avranno saputo, dato che sul treno non è stato diffuso alcun annuncio?
Magari il personale di bordo è stato più loquace se interrogato direttamente? Oppure Trenord lo ha scritto sul proprio account di Twitter?
Nella serata, alla stazione di Milano Centrale, il treno 2077 delle 17:25 per Verona parte saturo, con comitive di viaggiatori del fine settimana che continuano a salire, trascinando bagagli, accumulandoli e accumulandosi in corridoi già saturi.
Alla stazione di Milano Lambrate, non riesce a salire quasi nessun passeggero.
Alla stazione di Treviglio, il treno continua a essere saturo, perchè c'è un numero di passeggeri in attesa di salire che equivale a quello dei passeggeri che scendono.
Il viaggio è spaventoso, soffocante, lento e schifoso.
E succede ogni venerdì. Ma da Trenord e da FNM non giungono soluzioni. E da chi dovrebbe controllare l'operato di Trenord e FNM, come l'assessore Sorte Alessandro e la giunta della regione Lombardia di Maroni Roberto non giunge un commento che sia uno. #LombardiaConcreta nel silenzio omertoso.

La rassegna stampa dimostra, ancora una volta, come Maroni, Sorte e la giunta della Lega Nord preferiscano buttare i soldi pubblici dei contribuenti in autostrade fallimentari. Dopo la Pedemontana e la BreBeMi, che ingoiano una montagna di soldi pubblici a favore di un bacino di utenza da gestione fallimentare, anche la Bergamo-Treviglio si rivela essere un'opera inutile e fallimentare.
Lo capirebbe anche uno stupido, dato che la società che deve amministrarla vuole la garanzia di non perderci un soldo, e di essere rimborsata col denaro pubblico. Se persino l'aspirante gestore, interessato all'affare, vuole garanzie di rimborsi pubblici, ci vuole poco a capire che il progetto è visto come un fallimento sicuro.
Non è forse il caso di fermare tutto?
Stranamente, Maroni e Sorte non dicono nulla del genere, nè sembrano capire nulla del genere. L'elettore medio leghista, a sua volta, è abbastanza senziente da notare qualcosa di illogico in questo comportamento?

Un contributo da circa 20 milioni di euro o una garanzia sui flussi di traffico come quella concessa per l’autostrada Pedemontana Lombarda-A36.
È quanto la società Autostrade bergamasche spa, promotrice del progetto della superstrada Bergamo-Treviglio, ha intenzione di chiedere alla Regione, in un incontro richiesto poco più di una settimana fa ma non ancora fissato dall’assessore regionale alla Mobilità e infrastrutture Alessandro Sorte.
Quest’ultimo, al momento, sembra l’unico con in mano il pallino della questione: spetta, infatti, solo alla Regione indire la gara d’appalto per la selezione del privato (che potrebbe, alla fine, anche non essere Autostrade bergamasche) a cui assegnare la concessione della superstrada, e affidarne la costruzione.
Tutto, però, potrebbe slittare ancora di diversi mesi.
Resta, infatti, da chiarire la questione del tracciato. Tre sono le ipotesi progettuali sul tavolo.

sabato 8 aprile 2017

I treni pendolari vanno a rotoli, e la giunta della regione Lombardia finanzia con denaro pubblico i viaggiatori ricchi che prendono il FrecciaRossa

Venerdì 31 marzo. Il treno 2652 Mantova-Milano, che deve arrivare a Milano Centrale alle 10:40, arriva con 36 minuti di ritardo.
Questa è la linea che, secondo la campagna #UnGiornoDaPendolare del TG3, ha ridotto i disservizi, passando da un treno guasto quotidianamente a un treno guasto settimanalmente.
Non stupisce che la rivista Note, che il Gruppo Ferrovie dello Stato può inspiegabilmente permettersi di distribuire gratuitamente, e non si capisce dai soldi di chi sia finanziata, si esibisca in editoriali in cui ringrazia pelosamente la suddetta rubrica del TG3, i cui servizi sullo stato delle ferrovie della Lombardia evitano sempre accuratamente di parlare di guasti, ritardi, cancellazioni e tutti gli altri disagi che i pendolari rilevano quotidianamente nelle fasce di punta.
Il treno 10457 da Milano per Cremona arriva a Crema con 40 minuti di ritardo.
Il treno 2057 delle 16:25 da Milano Centrale per Verona arriva a destinazione con 9 minuti di ritardo.
Il treno è composto da due convogli di tipo Coradia, concatenati tra loro e non comunicanti, il che significa: se hai bisogno di aiuto sul secondo convoglio, e il personale viaggiante è sul primo, cosa fai?
Ma questo problema ipotetico è il minore dei problemi, anche se di per sè sconcertante, dato che nessuno dell'amministrazione della regione Lombardia interviene per chiedere spiegazioni a Trenord. Sorte Alessandro, vuoi magari spiegarci tu come funziona questa cosa?
Il problema più grosso è dato invece dalla capienza clamorosamente insufficiente di questi Coradia, dotati di motrici a loro volta di potenza insufficiente: infatti, il treno parte da Milano già saturo, con passeggeri pressati ovunque, e bagagli abbandonati a terra a ostacolare lo stretto passaggio tra i sedili, dato che gli scomparti per i bagagli offrono pochissimo spazio per gli stessi.
Ed è venerdì, quindi giorno di aumento del flusso di viaggiatori.
Il burattino leghista Gibelli Andrea, mandato da Maroni Roberto a fare a presidente per FNM, non vorrebbe un giorno occuparsi anche di questo aspetto vergognoso della "moderna" ed "efficiente" #LombardiaConcreta, oltre al mobbing per scacciare il dipendente fedele Andrea Franzoso, e ai piani per ristrutturare le stazioni ferroviarie riempiendole di negozi per fare un regalo (in denaro pubblico) agli imprenditori edili amici della Lega Nord?
A mo' di ulteriore sberleffo, sulle fiancate del treno campeggiano scritte come Extra set of eyes, Quiet, serenity, security: un chiaro riferimento alla propaganda muscolare di Maroni e Sorte riguardo l'assunzione (con denaro pubblico) di guardie giurate private per garantire la sicurezza sui treni.
Chi ha mai visto queste guardie? E anche se ci fossero, gli scaltrissimi elettori leghisti entusiasti di questa cosa sanno che queste guardie non possono intervenire in caso di emergenza?
E ancora: come potrebbero le guardie intervenire su un treno come il 2057, dove non hanno modo di passare da un convoglio all'altro?
E anche se potessero transitare, come riuscirebbero a farsi largo su un treno così saturo che è impossibile salirvi?
Infatti, anche alla fermata di Treviglio, dove molti passeggeri scendono, altrettanti ne salgono: e il treno riparte saturo come all'inizio.
Ancora una volta, la prova della cialtronaggine e della falsità di Maroni e dei suoi scagnozzi è lì da vedere, ovviamente salvo che per gli occhi dei loro elettori (che forse sono meno furbi di quel che credono).

Lunedì 3 aprile. Alla stazione di Milano Lambrate, il treno suburbano 24109 per Albairate ha un ritardo di 20 minuti.
Ma la perla della giornata è lo sfasamento degli annunci sonori della stazione. Non bastavano, infatti, gli schermi guasti un po' ovunque.
Alle 7:46, Un annuncio segnala un treno per Milano Centrale in arrivo al binario 10. I passeggeri vi si precipitano. Ma lo schermo riporta come destinazione. "Milano Certosa".
Un altro annuncio segnala il treno delle 7:39 per Milano Centrale in arrivo al binario 12. Ma sono le 7:47. Il treno è in ritardo? L'annuncio non lo dice. I passeggeri si precipitano al binario 12, dove non arriva nessun treno.
Ancora una volta, ci chiediamo: ma chi gestisce la stazione di Milano Lambrate? E a Sorte Alessandro non interessa?
Alla stazione di Milano Centrale, a metà giornata, i disservizi si sprecano con treni multipli in ritardo, e si va da un ritardo minimo di 6 minuti a un un ritardo massimo di 14 minuti. Dov'è la redazione del TG3?

Martedì 4 aprile. Alla stazione di Treviglio, la solita farsa di Trenord va in scena.
Il 10455 da Cremona ha un ritardo di 10 minuti.
I suburbani 10611 e 10622 per Novara sono cancellati (due treni consecuitivi!).
Il treno 2094 viene annunciato come in arrivo al binario 6. Poi l'annuncio viene rettificato: il treno arriverà al binario 8.
I passeggeri si spostano in massa. All'ultimo istante, lo schermo del binario 6 annuncia l'arrivo del treno.
E l'annuncio viene nuovamente rettificato: il treno arriva sul binario 6. I passeggeri si spostano appena in tempo.
Anche questo treno è di modello Coradia, e ha le carrozze sature, non avendo nè abbastanza posti nè abbastanza spazio. Chissà perchè i giornalisti del TG3 si scordano sempre di menzionare questo aspetto.

Il treno suburbano 24149 della linea S9 è cancellato.

Nella serata, il 2077 è saturo. E, alla stazione di Milano Lambrate, il 10917 è in ritard. Oppure no? Non si capisce: l'annuncio non riesce ad andare oltre la frase "è in ritard", perchè viene interrotto dal "bing" tipico degli annunci eseguiti dal personale. La cosa si ripete due volte, senza spiegazioni.
Conoscendo la pessima qualità dell'impianto informativo della stazione di Milano Lambrate, uno sospetta che il personale non abbia altro modo per sopprimere gli annunci automatici sbagliati.
Chi si ricorda l'astronomica cifra spesa dalla regione Lombardia, anni fa, per la "modernizzazione" di questo impianto?

Ma, come è noto ormai da anni, le giunte regionali lombarde sono bravissime a gettare soldi pubblici dalla finestra.

L'esempio che segue dovrebbe far riflettere gli elettori intelligenti della Lega Nord, se ne esistessero. Suggerisco io la domanda: perchè la regione Lombardia finanzia con denaro pubblico l'accesso a un costoso treno d'elite come il Freccia Rossa (destinato ad essere quotato in borsa per arricchiere i privati) per una limitatissima fetta di passeggeri, inclusi quelli benestanti che ne hanno bisogno, e tutto ciò accade mentre il trasporto ferroviario pubblico lombardo è tempestato da guasti e disservizi, causati anche dall'esaurimento delle scorte dei pezzi di ricambio di treni vecchissimi?
Mi scuso per l'articolata complessità della domanda, che descrive la realtà dei fatti, e che, temo, sia un po' troppo per la capacità mentale ridotta di un elettore leghista.

Parte ufficialmente la Dote trasporti lombarda. Su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte, la Giunta ha infatti approvato criteri e modalità per erogare un contributo ai pendolari dell’Alta Velocità della linea Milano-Brescia che fanno un utilizzo integrato dei mezzi di trasporto pubblico.

«Offriremo un contributo - ha spiegato Sorte - che varia da 10 a 90 euro al mese a seconda dell’abbonamento scelto. La Dote sarà riconosciuta a tutti i residenti in Lombardia, indipendentemente dal reddito, che acquistano abbonamenti per i treni Alta Velocità per tratte interne tra Milano, Brescia, Desenzano e Peschiera del Garda (rientra nell’area della tariffa regionale)».

Possono richiederla i titolari di abbonamenti AV integrati validi per viaggiare sia sui treni Alta Velocità sia sui treni regionali e suburbani ed eventuali altri mezzi di trasporto pubblico, sia urbano che extraurbano.

Perchè la dote? Dal 1° gennaio 2017, infatti, la trasformazione dei treni FrecciaBianca in FrecciaRossa ha di fatto reso non più utilizzabile la Carta Plus da parte dei pendolari della Milano-Brescia determinando un considerevole aumento di spesa per gli abbonamenti ai pendolari che utilizzano sia i treni AV sia i treni regionali ed eventuali altri mezzi pubblici. «La Dote - spiega Sorte - è una vera e propria forma di tutela dei nostri pendolari. In questo modo riusciremo a garantire loro l’utilizzo integrato del un servizio ad un prezzo interessante».